Vero, vero, tutti discorsi giusti
anche se purtroppo il problema energetico non è per niente di facile soluzione e la situazione di questi giorni lo dimostra, non sai veramente quello che può succedere domani.
Giustissimo il dubbio su dove vanno a finire le
scorie, giustissimo il discorso sulla politica del
vero risparmio energetico e del
riciclo, a cui si dovrebbe aggiunge
l’efficienza (di impianti, strutture…).
Anche se per mia mentalità e studi, il nucleare mi convince proprio poco, più che sulla sicurezza, a freddo provo a pormi dei dubbi sulla reale convenienza di questa tecnologia (non perché la sicurezza sia secondaria, anzi è fondamentale perché coinvolgerebbe un gran numero di individui, nel breve e nel lungo termine, e perché ci sarebbero comunque ripercussioni globali).
Siamo super-dipendenti e la bolletta oggi ci costa veramente troppo ma l’”indipendenza energetica”che viene sempre sbandierata con l’arrivo del nucleare sarebbe una chimera in ogni caso: se anche avremo questo tipo di energia in Italia, non mi pare che qui ci siano i giacimenti di uranio (materia prima che dovremmo comunque importare come combustibile e di cui bisogna ancora stimare l’effettiva disponibilità mondiale per capire quanto ne valga la pena). Anche la tecnologia delle centrali di terza generazione è francese, non italiana, e in parte ci costerà pure quella.
A questi dubbi aggiungerei pure un discorso di “poca utilità” dei parchi nucleari. A quanto ho letto, fornirebbero il 6.5% del consumo totale di energia. Il beneficio è veramente, veramente poco, rispetto ai rischi/costi (sanitari, ambientali ed economici) che dovremmo sostenere.
Inoltre, se le energie rinnovabili non riceveranno incentivi, come mi pare potrebbe accadere presto al fotovoltaico (che invece meriterebbe di prendere ancora più spazio), potranno crescere molto poco a scapito delle risorse puntate sul nucleare, che comunque è alternativo ma
non è sostenibile.
Realisticamente, non credo che verrà abbandonato dalle nazioni che ci hanno investito di più e da più tempo; vedremo poi cosa succederà con questi stress - test che devono effettuare. Penso però che dovrebbe essere visto solo come una transizione.
E poiché so bene che non ci libereremo della dipendenza da fonti di origine fossile nel breve (a noi poi assicurano l’80% della produzione nazionale) credo che in campo energetico, soprattutto in Italia, dovemmo pensare a
diversificare il più possibile. Ok per eolico e fotovoltaico e ci sarebbe ancora da tentare altre strade, per esempio incrementare con le biomasse/biogas, la geotermia e la tecnologia per catturare e stoccare la CO
2 (gas-serra da abbattere).
Infine, mi piacerebbe vedere scienziati/divulgatori in televisione anche quando non ci sono cataclismi tipo vulcani islandesi o tsunami vari. Oggi per esempio la Hack su Rai 1 si chiedeva come, chissà quando, a casa nostra dovremo risolvere la questione Vesuvio, e me lo chiedo anch’io. Ed è stato anche davvero bello vedere un mio lontano conoscente del CNR che si scaldava tanto per sottolineare l’importanza della ricerca.
La
ricerca può fare tanto per noi, per l’ambiente e pure per i portafogli; mi piacerebbe che tanti di più ci credessero.