MJ, cinque anni senza: le 7 canzoni che hanno reinventato il pop

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Compix
00mercoledì 25 giugno 2014 14:21
Articolo di Panorama.it
Cinque anni fa un destino tragico e beffardo ha portato via Michael Jackson, ucciso da un’overdose di farmaci somministrati dal medico personale Conrad Murray, poi riconosciuto colpevole di omicidio colposo.
Qui di seguito vi proponiamo una selezione di 7 sue canzoni che hanno modificato per sempre il corso del pop, lanciando nuovi stili e indicando la via a decine di artisti che ancora oggi lo considerano il loro nume tutelare.

1) Don’t stop ‘til you get enough: Pochi album hanno caratterizzato fortemente un’epoca come Off the wall, primo album solista di Michael Jackson, che ha segnato il passaggio da bambino prodigio dei Jackson Five ad artista di livello mondiale, grazie anche all’eccellente produzione dell’esperto Quincy Jones. Don’t stop ‘til you get enough è stata la prima composizione di MJ, il primo singolo dell’album e il primo suo brano a vincere un Grammy Award.L’introduzione parlata, il basso appena accennato, il grido liberatorio che apre le danze è uno degli incipit più memorabili della storia del pop. La canzone è un trionfo di archi, sassofoni, flauti, chitarre e percussioni come non si erano mai sentiti nella disco music commerciale, che dominava le classifiche del 1979. La madre del cantante, devota testimone di Geova, era contraria al titolo (”Non fermarti fino a che non ne hai abbastanza”), ma Michael lo ha mantenuto perché “ognuno poteva dargli il significato che voleva”.

2) Thriller: Il secondo album di Michael Jackson non è stato semplicemente un disco, ma un fenomeno culturale così radicato nell’immaginario collettivo da non avere altri termini di paragone, con centodieci milioni di copie vendute, record assoluto di tutti i tempi. Thriller ha coniugato in modo originale funk, rock, soul, r&b e gospel, dando vita a un mix di atmosfere e di colori del tutto inedito. Il video della canzone, il più famoso e celebrato di sempre, è un vero e proprio film, della durata di oltre quattordici minuti, girato da John Landis. La canzone suona epica e drammatica allo stesso tempo, sorretta da un basso persistente, da una solida chitarra funky e da spettrali tastiere.

3) Beat it: Gli steccati tra rock bianco e musica nera sono definitivamente caduti grazie a questa canzone, che rende riduttiva la definizione di Re del Pop per un artista ricco di influenze musicali eterogenee. C’è chi lo definì “rock nero”, altri “dance metal”. Tutti sono concordi nel trovarlo un capolavoro, che ha aperto strade fino ad allora inimmaginabili per il pop. Il riff di chitarra, unito all’indimenticabile assolo di Eddie Van Halen, rendono Beat it il brano di Jackson più amato dagli appassionati di rock.

4) Billie Jean: Se c’è una canzone che rappresenta tutte le doti, le contraddizioni e la genialità di Michael Jackson, quella è Billie Jean. Il brano venne eseguito per la prima volta in pubblico il 25 marzo 1983 al Pasadena Civic Auditorium, in occasione dei 25 anni della storica etichetta Motown, la più importante della storia della musica nera. Durante l’evento Jackson eseguì per la prima volta il leggendario moonwalk, il passo della luna. Il giro di basso è uno dei più famosi di sempre insieme ad Another one bites the dust e Staying alive . “Volevo scrivere una canzone con un giro di basso eccezionale – ha raccontato Jackson – e qualche giorno dopo, questo giro di basso e questa melodia hanno cominciato a impossessarsi di me”.

5) Man in the mirror: Michael voleva che Bad fosse un album più duro e audace di Thriller, eppure la canzone più memorabile del disco è una ballad di sapore gospel, un vero e proprio inno accostabile, per tematiche e per qualità, a Imagine di John Lennon. Scritta e composta da Siedah Garrett e da Glen Ballard, Man in the mirror suona come un j’accuse di straordinario impatto, tanto più importante in un decennio caratterizzato dall’individualismo e dall’edonismo. Come Bob Dylan negli anni Sessanta cantava che “i tempi stanno per cambiare”, così Jackson vent’anni dopo, sull’onda dell’ emozione per le tante guerre e per le carestie che affliggevano il Terzo Mondo, si fece portatore di un messaggio di incoraggiamento, individuale e al tempo stesso collettivo. Quando il cantante è morto, il 25 giugno del 2005, il brano più trasmesso dalla radio è stata Man in the mirror, quasi un requiem per questo grande artista troppe volte frainteso e giudicato superficialmente.

6) Smooth criminal: Mentre grandi artisti come Bob Dylan e Bruce Springsteen hanno raccontato con verità e con poesia ciò che accadeva nel mondo, Jackson si è spinto oltre: ha creato un nuovo mondo. Prendete Smooth criminal, con il suo immaginario da gangsta movie anni Trenta: la figura di Annie, protagonista della canzone, diventa incredibilmente vivida e reale, pur essendo sempre invocata indirettamente come vittima di un omicidio. C’è quasi un filo rosso sangue che lega questo brano a Thriller, sia per l’atmosfera cupa e misteriosa che attraversa le due canzoni, che per le straordinarie coreografie, le più conosciute del cosiddetto MJ style, che oggi si insegna nelle scuole di danza moderna.

7) Jam: Dangerous è il primo album di Jackson senza Quincy Jones. Non potendo ripetere la magia di tre dischi perfetti come Off the wall, Thriller e Bad, il cantante decide di sparigliare le carte, sfornando un disco di pura avanguardia pop. Chiama come produttore il giovane Teddy Riley, mago del new jack swing, genere che aumenta i ritmi, mentre al contempo diminuisce gli strumenti. All’inizio degli anni Novanta l’hip hop era uscito dai ghetti degradati. Jackson, da artista sempre attento alle novità, si apre alle atmosfere urban con il primo singolo Jam, nel quale duetta con il rapper Heavie D. Oggi non c’è praticamente artista R&B contemporaneo, da Pharrell Williams a Robin Thicke, da Bruno Mars a Justin Timberlake, che non si ispiri apertamente al pop visionario e senza confini di Michael Jackson. Il successo di vendite del recente Xscape dimostra come la morte non conta poi molto quando un artista crea musica immortale.

cultura.panorama.it/musica/michael-jackson-cinque-anni-senza-sette-canzoni-reinven...
(Miss Piggy)
00mercoledì 25 giugno 2014 14:53
Proprio un bell'omaggio, grazie!
chiara64
00mercoledì 25 giugno 2014 16:10
Bell'omaggio. Grazie Vincenzo.
rosi@
00mercoledì 25 giugno 2014 16:15
E' veramente un bell'articolo. [SM=x47981]
bubbl€$
00mercoledì 25 giugno 2014 16:41
alla luce degli ultimi 2 anni musicalmente molto jacksoniani, la scelta fatta da PANORAMA per il primo posto è azzeccatissima! piacerebbe a tutti i vari Justin, Bruno, Robin, ecc che hanno riportato sonorità di quel tipo nelle classifiche!
CarmenJ
00mercoledì 25 giugno 2014 16:49
Bellissimo Omaggio!!!!
ornellamj
00mercoledì 25 giugno 2014 16:53
bellissimo articolo...
pare che finalmente sia iniziata un'inversione di rotta nei confronti di Michael...finalmente ora parlano della sua arte..

grazie Compix [SM=g27817]
mark frankie teardrop
00giovedì 26 giugno 2014 05:38
non capisco perché in questa inversione di rotta post mortem su MJ ci si limiti vogelianamente a dire che ha "reinventato" il pop. Troppo understatement. Con il gioco del passaparola confido che prossimamente la pura avanguardia pop, le strade inimmaginabili, il brano più amato dagli amanti del rock, spintosi più avanti di Dylan nella creazione di un mondo eccetera vengano definite direttamente (e dunque molto più correttamente secondo le premesse) l'invenzione di qualcosa.

Edit: Compix, tu che puoi dall'italia, se non è troppo scortese, ma credo di no ed anzi sarebbe interessante per tutti, potresti invitare Gabriele Antonucci, l'autore del pezzo, tramite twitter qua dentro (trovi il suo twitter con una semplice googlata) a commentare il suo articolo? Io non riesco perché twitter in Cina non funziona (in teoria dovrebbe ma in realtà non va ancora). Naturalmente nel massimo rispetto possibile del suo lavoro, con i tempi preferiti da questi eccetera eccetera
mimma58
00giovedì 26 giugno 2014 09:34
Omaggio che Michael si merita....Bell'articolo!
Grazie Vincenzo.
Neverland1973
00giovedì 26 giugno 2014 11:36
Bellissimo articolo e bellissimo omaggio...fa solo rabbia non siano stati fatti prima quando c'era, credo proprio gli avrebbero fatto piacere...
Grazie Vincenzo! [SM=g27838]
migi.mj
00giovedì 26 giugno 2014 14:14
Re:
mark frankie teardrop, 26/06/2014 05:38:

l'autore del pezzo, tramite twitter qua dentro (trovi il suo twitter con una semplice googlata) a commentare il suo articolo?



Anche per capire come contestualizza l'avanguardia pop
FraMJ.
00giovedì 26 giugno 2014 17:20
Che bell'articolo!
Grazie Vincenzo! [SM=x47981]
Compix
00giovedì 26 giugno 2014 17:36
mark frankie teardrop, 26/06/2014 05:38:

Edit: Compix, tu che puoi dall'italia, se non è troppo scortese, ma credo di no ed anzi sarebbe interessante per tutti, potresti invitare Gabriele Antonucci, l'autore del pezzo, tramite twitter qua dentro (trovi il suo twitter con una semplice googlata) a commentare il suo articolo? Io non riesco perché twitter in Cina non funziona (in teoria dovrebbe ma in realtà non va ancora). Naturalmente nel massimo rispetto possibile del suo lavoro, con i tempi preferiti da questi eccetera eccetera



Ne parlo in staff.
Nel frattempo, c'è qualche domanda in particolare che vorreste porgli?

Simone Jackson
00giovedì 26 giugno 2014 18:36
Secondo me sarebbe stato più opportuno parlare degli album Off the Wall, Thriller, Bad e Dangerous. Non di 7 canzoni. Quei 4 album sono dei veri e propri capisaldi in primis per la Black music, ma anche di altre sfere musicali, come il K-Pop. Basta ascoltare Shinee e Taeyang per rendersene conto. E' troppo riduttivo parlare di reinvenzione con soli 7 pezzi.

www.youtube.com/watch?v=7_pyar0I3Rc
www.youtube.com/watch?v=BuuiBjL09KY

Cmq, il giornalista ha fatto delle incorrezioni non da poco. Off the Wall e Thriller non sono il primo e il secondo album solista di MJ (sarebbero Got to be There e Ben) e la carriera da compositore non è cominciata con Don't Stop 'Til You Get Enough, ma con Blues Away e Style of Life ai tempi dei Jackson.
Erroraccio nella data di morte di MJ (anticipata addirittura di 4 anni).
Poi, ad un certo punto dice che Jackson si apre alle atmosfere Urban, ma lo Urban non è altri che il termine radiofonico con cui si definisce il Contemporary R&B. La definizione Urban è anche usata dai puristi che non accettano la definizione R&B per il genere di Jackson & Co., in quanto è totalmente diverso dal R&B originale degli anni '40 e '50. Forse sarebbe stato meglio parlare di "atmosfere Hip-hop".
Sorvolo sulle vendite, ma ci sarebbe da correggere anche lì.
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