So che ne abbiamo discusso sino alla nausea ma oggi ho letto questa recensione e.... ditemi un pò voi. Per me, 100 punti e pupazzetto a casa.
http://www.rockol.it/Recensione.asp?idrecensione=1936
Invincibile, Michael Jackson, lo è (quasi) sempre stato, almeno nelle classifiche. E, a quanto pare, continuerà ad esserlo per ancora un bel pezzo, vista la squadra di autori e produttori che l’immarcescibile inventore del “moonwalk” ha deciso di schierare per mettere insieme “Invincible”. Ovvero il suo nuovo album dopo sei anni di silenzio discografico. Innanzitutto, a Jackson non basta chiamare Rodney Jerkins, vero ed unico fautore del successo di artisti come Britney Spears e Destiny’s Child, per dare alle sue nuove canzoni (16, per un totale di 77 minuti di musica) un sound moderno e di sicuro successo- Jacko riesce persino a scomodare, dall’oltretomba, Notorius B.I.G., la cui voce appare (seppure virtualmente) nella traccia d’apertura del disco, “Unbreakable”. Come se non bastasse, Michael convoca pure Santana, la cui tagliente chitarra appare in “Whatever happens”, Babyface per gli arrangiamenti di “You are my life”, e la nuova stella dell’r’n’b a stelle e strisce R. Kelly, che ha firmato per il re del pop il brano “Cry”, nuovo singolo da “Invincibile”.
Insomma, sulle potenzialità commerciali di questo disco nessuno nutriva dubbio alcuno, prima ancora che emergesse il primo “assaggio”, “You rock my world”, concesso da re Jacko ai suoi milioni di fan.
Eppure, dopo l’ora abbondante passata ad ascoltare il nuovo episodio discografico del re del pop, si ha l’impressione che qualcosa non quadri. Jackson, infatti, è sempre riuscito a distinguersi dalla maggior parte dei suoi colleghi, durante la sua lunga e onorata carriera, grazie ad uno stile molto particolare e ad un’originalità decisamente fuori dal comune: in “Invincible”, nonostante la produzione miliardaria ed un team di collaboratori da far invidia a qualsiasi altra star del pop, manca quel tocco personale che ha reso unici molti degli album firmati dall’ex Jackson Five. Innanzitutto, la virata r’n’b di Michael (le prime tre tracce del disco, “Unbreakable”, “Heartbreaker” e “Invincibile”, vedono tutte e tre Jerkins in veste di produttore) avvicina troppo i nuovi brani di Jackson al pop di Britney Spears e Mariah Carey, lasciando l’inconfondibile voce del nostro in balia di arrangiamenti ipertrofici ad alta tecnologia. Anche brani dall’incedere più rilassato, come “Break on dawn” o “Heaven can wait” (piazzati subito dopo la “sbornia rap” dei primi tre episodi) lasciano trasparire una scolasticità produttiva che da Jacko non ci saremmo aspettati: certo, il folletto di Gary, Indiana, riesce sempre a stupire quando sfrutta al massimo le sue potenzialità vocali (l’incipit di “Speechless”, ad esempio), ma in brani come “You are my life” (scritta ed arrangiata da Babyface) il talento di Michael poteva essere sfruttato meglio. Evidentemente, quando i propri gregari iniziano a diventare così importanti è molto difficile avere il controllo della situazione, ma in questo caso Jackson pare si sia fatto prendere la mano, confezionando un disco troppo lungo ed elaborato perché abbia quell’impatto che tutti noi ci aspettavamo. Sfogliando il booklet che accompagna “Invincible”, la dedica fatta da Michael all’icona vivente della musica nera Quincy Jones (“Con grande affetto al nostro amico Quincy Jones… Musicalmente ed umanamente, sei stata una grande fonte di ispirazione per tutti noi. Hai sempre detto: ‘La musica innanzitutto’. Ti ringraziamo profondamente per questo consiglio”) non può che fare ben sperare per il futuro: augurandosi, però, che non ci vogliano altri sei anni.
Amen (ndClarence).
Killer be serial, Copperfield material. My dream is vivid, work hard to live it.
[Modificato da clarence82 30/12/2002 21.38]