Intervista a Janet Jackson del 7 febbraio 2011

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4everMJJ
00martedì 8 febbraio 2011 21:23
Janet Jackson è stata intervistata da Meredith Vieira per la presentazione del suo nuovo libro "True You: A Journey to Finding and Loving Yourself" che sarà pubblicato il 15 febbraio.

L'intervista completa andrà in onda su "Today" venerdì 11 e lunedì 14 febbraio e su "Dateline" domenica 13 febbraio.

Questo è l'estratto dove parla di MJ


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Intervistatrice: E l'ultima volta che hai visto Michael è stato intorno al tuo compleanno?

Janet: Due giorni prima del mio compleanno.

I: Gli hai detto che lo amavi?

J: Già. E' l'ultima cosa che ci siamo detti l'un l'altro.

I: E' stato questo.

J: Già. Ho detto, "Ti amo". E lui: "Anch'io ti amo, Dunk".

I: Hai scritto: "Non posso descrivere il nostro dolore nel perdere un fratello, o il dolore dei suoi figli nel perdere il loro padre, o il dolore dei miei genitori nel perdere il loro figlio. Non ho ancora visto il film This Is It. Non riesco ancora a guardare nessuno dei suoi video, ascoltare la sua musica. Sono certa che un giorno sarò nuovamente in grado di godere del suono miracoloso della sua voce e della vista meravigliosa della sua danza. Ma quel giorno non è ancora arrivato. Il lutto continua". Dove sei in questo processo, Janet, a questo punto?

J:In realtà... Finalmente ho potuto... ero a Parigi. Ed è stato uno di quei... uno di quei momenti... ad un certo punto tu devi... tu devi andare avanti. E cercare di farlo è davvero difficile. E non c'è ancora un giorno che passa in cui non penso a lui. Non un giorno. Non un giorno. E... in un certo modo spingo me stessa, mi costringo, in una certa misura, a superare questo perché è... non è una cosa sana.

I: Può essere debilitante.

J: Sì, molto. E ho appena passato la notte a guardare tutti i suoi video, ad ascoltare la sua musica. E c'erano momenti in cui ero in lacrime e momenti in cui mi faceva ridere. Ed è stato bene per me. Ne avevo bisogno. A differenza degli altri della mia famiglia, non ho mai avuto quel momento per piangere sulla sua morte.

I: Perché non hai avuto quel momento?

J: Non so se stavo cercando di proteggermi dal dolore o semplicemente stavo cercando di tenere tutto insieme perché vedevo che tutti gli altri intorno a me stavano crollando. E non ho mai afferrato quel momento per essere davvero in lutto. Veramente in lutto, neanche al servizio (funebre).

I: Quella notte a Parigi, hai davvero elaborato il lutto?

J: Ce ne sarà ancora (di sofferenza, ndt). So che ce ne sarà ancora. Ma per ora... sì.

I: E' quasi, a suo modo, un po' su un piano diverso, il ricordo di te da bambina, che ti tieni tutto dentro e, alla fine...

J: Alla fine ti liberi.


Altre parti dell'intervista:


Sull'immagine del suo corpo:

Meredith Vieira: Tornando indietro ai tuoi vent'anni, quando il tuo album "Rhythm Nation" era in cima alla classifica, presumibilmente eri in un buon momento. Ma hai scritto nel libro che eri così implacabilmente autocritica, cito "Odiavo quello che vedevo nello specchio. Avrei letteralmente sbattuto la testa contro il muro perché mi sentivo così brutta". È davvero così?

JANET JACKSON: Volevo letteralmente sbattere la testa contro il muro perché non mi sentivo attraente... C'era un sacco di dolore nella mia vita. Ma è vero, mi sentivo poco attraente.

Meredith Vieira: Da dove veniva?

JANET JACKSON: Deriva dalla mia infanzia. Ricordo che ero una ragazzina, ne parlo anche nel libro...

Meredith Vieira: Stai parlando di tua sorella, Rebbie...

JANET JACKSON: Sì, sto parlando esattamente di questo. C'era questa foto di mia sorella, Rebbie. E guardavo sempre la sua foto e pensavo: "Oh caspita, lei è così bella. Se potessi assomigliarle quando crescerò. Dio, quanto è splendida lei?". E non mi sono mai, mai sentita attraente. E ho ancora problemi con questo. Non sbatto la testa contro il muro, ma ho ancora quei momenti. E penso che probabilmente continuerà, ma almeno so come affrontarlo adesso. E sono in un posto migliore.


Sull'essere presa in giro da bambina:

Meredith Vieira: Alcune delle prese in giro venivano dalla tua famiglia? Dal tuoi fratelli?

JANET JACKSON: Sì.

Meredith Vieira: Michael in particolare, ti prendeva in giro sul tuo sedere?

JANET JACKSON: Sì, sì, già.

Meredith Vieira: E scrivi nel libro che pensavi che probabilmente era affettuoso, non voleva essere crudele. Ma tu lo hai interiorizzato.

JANET JACKSON: Sì, sì, già. Lui non ha mai voluto essere crudele. Non si rendeva conto dell'effetto che aveva su di me... e lo aveva.

Meredith Vieira: Perché pensi che non hai mai detto niente a Michael, perché eravate così vicini?

JANET JACKSON: Proprio per il tipo di ragazzina che ero. Non lo so, non l'ho mai fatto. Mai, mai fatto. Non ho mai detto: "Sai, mi fa veramente male quando dici questo". Venivo chiamata con un sacco di nomi, un sacco di nomi. Ci ridevo...

Meredith Vieira: Che tipo di nomi?

JANET JACKSON: Cavallo, suino, mucca, maiale da macello (anche MJ nel libro del rabbino racconta di quando Janet era grassa e voleva perdere peso e lui era determinato ad aiutarla, perciò era cattivo e la tormentava per farle perdere peso, le diceva che sembrava una vacca grassa. Lei ci stava male, ma lui dice che era determinato a farla dimagrire perché la amava profondamente e voleva vederla splendida e quando è diventata una star lui era felice e orgoglioso perché ce l’aveva fatta, ndt)

Meredith Vieira: Da parte dei tuoi fratelli?

JANET JACKSON: Già. (Ride) Ti fa ridere, lo fa davvero. Ti fa ridere. Credo che alcune persone potrebbero dire: "Oh, sai, fratelli e sorelle scherzano, è tutto affettuoso, è tutto, sai, fatto in modo amorevole". Ma non tutti riescono a non tenerne conto, e io non ero una di queste persone.


Su suo padre:

Meredith Vieira: Penso che ti apri molto su tuo padre in questo libro.

JANET JACKSON: Io e mio padre abbiamo vissuto i nostri momenti, abbiamo avuto un diverso tipo di rapporto ... Mio padre non c'è mai stato nel modo in cui volevo veramente che fosse un padre... vedevo i miei amici interagire con i loro papà e dicevo a me stessa: "Questo è quello che voglio fare: voglio potermi sedere sulle sue ginocchia, voglio poterlo chiamare 'papà'".

Meredith Vieira: Lo chiamavi Joseph, giusto?

JANET JACKSON: Sì, lui disse "Questo è il mio nome per te e tu mi chiamerai Joseph. Non chiamarmi papà...". Ho provato una volta.

Meredith Vieira: A chiamarlo papà?

JANET JACKSON: Già.

Meredith Vieira: E cosa è successo?

JANET JACKSON: Ha detto: "Sono Joseph per te, non chiamarmi papà...". Vedi, mi stai portando a parlare di questo. Quando sei un bambino si ripercuote su di te... So che mio padre mi ama. Ha solo un modo molto, molto diverso di mostrarlo.

Meredith Vieira: Tu dai a tuo papà il merito per aver dato il via alla tua carriera. Sei anche esplicita, Janet, tu... e anche Michael ha detto questo, che avevate paura...

JANET JACKSON: Certamente.

Meredith Vieira: ...di vostro padre e c'è stata una volta in cui eri, credo, nel bagno e lui ti ha colpito con una cintura quando sei uscita?

JANET JACKSON: Quella è stata l'unica volta in cui mio padre mi ha presa a cinghiate.

Meredith Vieira: Quanti anni avevi allora?

JANET JACKSON: Ero molto giovane, molto giovane. E non riesco nemmeno a ricordare quello che avevo fatto, ma ricordo che è accaduto. E non credo che me lo meritassi. Non credo dovesse mai succedere. Spesso sentivo che mio padre se la prendeva con noi a causa di... non so, questioni al di fuori della famiglia. Ma crescendo eravamo... avevamo paura di mio padre.

www.janetjackson.com/story/news/meredith_vieira_sits_down_with_janet_jackson_in_a_network_tv_e...



Sempre per la promozione del suo libro Janet è stata intervistata
anche da Piers Morgan della CNN.

Qui c'è un estratto pubblicato sul sito dove parla di Michael (confesso che qualche parola non l'ho afferrata, specie del tizio che biascica molto, ma la traduzione è quasi alla lettera [SM=g27828] ):







Pierce: Alcune delle parti più toccanti del libro riguardano te e Michael quando eravate molto giovani... mi piacciono molto questi passaggi perchè è un pò come se vi guardavate le spalle, vi sostenevate a vicenda... e vi prendevate in giro, lui poteva essere dispettoso con te, ma in qualche modo sentiva che tu c'eri per lui.

Janet: Penso di sì, spero di sì... non ne abbiamo mai parlato... ma... pensavo che il mio compito, essendo la sorellina minore, era di sostenere i miei fratelli e le mie sorelle..

Pierce: Com'era lui da piccolo?

Janet: Da bambino?

Pierce: Sì

Janet: Ho sentito che era cattivo (sorride e Pierce ride) da piccolo, ovviamente mi è stato detto, prendeva sempre in giro le persone... ma era un bravo bambino.

Pierce: Quando col tempo sei diventata la sua "guardaspalle" ed eravate cresciuti, come si è evoluto il vostro rapporto?

Janet: Eravamo molto vicini... io e Michael eravamo soliti... eravamo soliti (sorride) andare a questo ristorante che si chiamava Love's... non penso che esista più... e prendevamo tonnellate di cibo... e andavamo in giro con la macchina cercando dei senzatetto a cui darlo...

Pierce: Davvero?

Janet: Sì, lo facevamo sempre, davamo loro il cibo... un tipo ce lo tirò addosso (ridono) "Non ho bisogno del vostro cibo schifoso!". Io dissi "Michael, andiamo via da qui!"

Pierce: Posso immaginare come ti sei sentita, okay, ma Michael doveva essere spaventato da quello che era successo...

Janet: Oh no, lui guidava, ero io che consegnavo il cibo! Ma ce l'abbiamo fatta ad andare via... ma sì, è stata l'unica volta che c'è stata una sorta di rifiuto...

Pierce: Ora riesci, perché il tempo è passato, dopo il terribile dolore che avrai sentito, riesci a pensare ai ricordi felici?

Janet: Sì

Pierce: A cosa pensi?

Janet: (sorride) A parte portare i pasti ai senzatetto? Quando da piccoli ci prendevemo cura degli animali , cose come queste...

Pierce: Com'era Michael? C'erano molti pregiudizi su di lui...

Janet: Era molto dolce, molto gentile, incredibilmente intelligente... lui era sempre amore... era sempre amore... Era consapevole di chi fosse...

Pierce: Pensi che la gente non l'avesse compreso?

Janet: Sì
patrimj71
00martedì 8 febbraio 2011 21:35
Grazie Cri.

"Non so se stavo cercando di proteggermi dal dolore o semplicemente stavo cercando di tenere tutto insieme perché vedevo che tutti gli altri intorno a me stavano crollando. E non ho mai afferrato quel momento per essere davvero in lutto."

Deve essere veramente dura per Janet, mi dispiace molto.
derber
00martedì 8 febbraio 2011 21:41
Grazie per aver postato e tradotto l'inetrvista, certo che deve essere davvero dura, povera Janet...
lucia.servolini72
00martedì 8 febbraio 2011 22:12
E' così per me, non passa giorno, non passa giorno....cosa deve essere per lei non oso nemmeno lontanamente immaginarlo
FOREVER.
00martedì 8 febbraio 2011 23:30
Per chi l'ha vissuto credo sia...inimmaginabile per me...
Penso al mio dolore...io che non l'ho mai abbracciato una sola volta...come devono sentirsi.....
(Miss Piggy)
00mercoledì 9 febbraio 2011 01:07
E' chiaro che ognuno il lutto lo vive a modo suo, ma non so proprio come abbia fatto a stare tanto senza guardare suoi video e ascoltare la sua musica. Per me è stato esattamente il contrario.
Compix
00mercoledì 9 febbraio 2011 04:47
(Miss Piggy), 09/02/2011 1.07:


E' chiaro che ognuno il lutto lo vive a modo suo, ma non so proprio come abbia fatto a stare tanto senza guardare suoi video e ascoltare la sua musica. Per me è stato esattamente il contrario.



Forse perché il nostro non è considerabile un vero è proprio "lutto". Noi abbiamo dentro l'adorazione per l'artista e l'affezione/ammirazione spasmodica per la persona. Ma l'amore, quello materno/paterno/fraterno/amicale, è un'altra cosa.

Se morissero mia madre, mio padre, mio fratello, il mio migliore amico, l'ultima cosa che riuscirei a fare è riguardarmi i video della mia infanzia, con loro che giocavano con me o che mi tenevano in braccio. Un po' per il dolore straziante di ricordare momenti che non tornerebbero più, un po' per quel naturale senso di colpa che ti prende quando perdi una persona che hai amato davvero ("Perché ultimamente l'ho trascurato in quel modo?", "Perché quella volta gli risposi così male?", "Perché non l'ho abbracciato più volte e più forte quando avrei potuto farlo?").

Quando Michael è morto, io (come penso tu e molte altre persone qui dentro) ho provato davvero la sensazione di aver perso una delle persone più importanti della mia vita. Per un lungo periodo mi sono persino sentito in colpa per averlo un po' "trascurato" dal 2001 in poi, dopo 11 anni di incontenibile fanatismo. Forse, e qui concedo il beneficio del dubbio alla mia premessa, anche questa è stata una forma di lutto. Ma comunque un lutto generato dalla perdita irreversibile di un rapporto indiretto e impersonale, basato sul libero scambio musica-soldi-emozioni.

Nulla, davvero nulla in confronto ai rapporti umani autentici che viviamo ogni giorno con le persone che amiamo. Ed è questo che Michael ha rappresentato per Janet.
badgirl.
00mercoledì 9 febbraio 2011 07:17
Re:
FOREVER., 08/02/2011 23.30:

Per chi l'ha vissuto credo sia...inimmaginabile per me...
Penso al mio dolore...io che non l'ho mai abbracciato una sola volta...come devono sentirsi.....




Già........anche io penso spesso alla stessa cosa......
(Miss Piggy)
00mercoledì 9 febbraio 2011 11:29
Re:
Compix83, 09/02/2011 4.47:



Forse perché il nostro non è considerabile un vero è proprio "lutto". Noi abbiamo dentro l'adorazione per l'artista e l'affezione/ammirazione spasmodica per la persona. Ma l'amore, quello materno/paterno/fraterno/amicale, è un'altra cosa.

Se morissero mia madre, mio padre, mio fratello, il mio migliore amico, l'ultima cosa che riuscirei a fare è riguardarmi i video della mia infanzia, con loro che giocavano con me o che mi tenevano in braccio. Un po' per il dolore straziante di ricordare momenti che non tornerebbero più, un po' per quel naturale senso di colpa che ti prende quando perdi una persona che hai amato davvero ("Perché ultimamente l'ho trascurato in quel modo?", "Perché quella volta gli risposi così male?", "Perché non l'ho abbracciato più volte e più forte quando avrei potuto farlo?").

Quando Michael è morto, io (come penso tu e molte altre persone qui dentro) ho provato davvero la sensazione di aver perso una delle persone più importanti della mia vita. Per un lungo periodo mi sono persino sentito in colpa per averlo un po' "trascurato" dal 2001 in poi, dopo 11 anni di incontenibile fanatismo. Forse, e qui concedo il beneficio del dubbio alla mia premessa, anche questa è stata una forma di lutto. Ma comunque un lutto generato dalla perdita irreversibile di un rapporto indiretto e impersonale, basato sul libero scambio musica-soldi-emozioni.

Nulla, davvero nulla in confronto ai rapporti umani autentici che viviamo ogni giorno con le persone che amiamo. Ed è questo che Michael ha rappresentato per Janet.




Tutto condivisibile.
E lo davo per scontato [SM=g27827], ovvio che il suo lutto non è paragonabile al nostro.
Ma anche in caso di persone vicine, dopo un primo periodo di silenzio, io preferisco riguardare, ricordare e parlare di chi non c'è più.
tagea
00mercoledì 9 febbraio 2011 11:39
Grazie Cri, certo che deve essere veramente dura per Janet, considerato il rapporto che aveva con lui. Personalmente ho provato una profonda tristezza alla notizia della sua morte è come se fosse morto un mio caro amico e ancora oggi non c'è giorno in cui non pensi a lui. Per un bel po' di tempo non sono riuscita ad ascoltare alcune sue canzoni. La capisco, quindi, quando dice che non è ancora riuscita a guardare this is it. [SM=g27813]
Anto (girl on the line)
00mercoledì 9 febbraio 2011 11:53
Re:
Compix83, 09/02/2011 4.47:



Se morissero mia madre, mio padre, mio fratello, il mio migliore amico, l'ultima cosa che riuscirei a fare è riguardarmi i video della mia infanzia, con loro che giocavano con me o che mi tenevano in braccio. Un po' per il dolore straziante di ricordare momenti che non tornerebbero più




Mi trovo perfettamente d'accordo con te Vincenzo su questo punto.
Non mi sognerei mai nemmeno lontanamente di mettere su la videocassetta della mia Comunione o del matrimonio dei miei.Una volta,spinta da una sorta di disperazione,provai con quella della mia comunione.Al solo udire la voce di quella persona che adesso non c'è più,mi crollò il mondo addosso.Risentire quella voce,quella voce che ha sempre fatto parte della mia vita,il mio nome pronunciato da lui in un determinato modo...Beh,è una mazzata che non scorderò mai più.
Quindi posso solo immaginare come possa sentirsi adesso qualcuno che Michael lo ha vissuto davvero.E la reazione di Janet è totalmente normale...
Certo,c'è anche da dire che naturalmente è anche il nostro cartattere a spingerci verso determinate azioni...
Compix
00mercoledì 9 febbraio 2011 14:55
Re: Re:
(Miss Piggy), 09/02/2011 11.29:


Tutto condivisibile.
E lo davo per scontato [SM=g27827], ovvio che il suo lutto non è paragonabile al nostro.
Ma anche in caso di persone vicine, dopo un primo periodo di silenzio, io preferisco riguardare, ricordare e parlare di chi non c'è più.



Come dice Anto, sarà una questione di carattere. Sicuramente il tuo metodo è il migliore per accettare ed elaborare la scomparsa di qualcuno. Ma ci vuole una bella forza d'animo ...
Compix
00mercoledì 9 febbraio 2011 14:55
Re: Re:
Anto (girl on the line), 09/02/2011 11.53:




Mi trovo perfettamente d'accordo con te Vincenzo su questo punto.
Non mi sognerei mai nemmeno lontanamente di mettere su la videocassetta della mia Comunione o del matrimonio dei miei.Una volta,spinta da una sorta di disperazione,provai con quella della mia comunione.Al solo udire la voce di quella persona che adesso non c'è più,mi crollò il mondo addosso.Risentire quella voce,quella voce che ha sempre fatto parte della mia vita,il mio nome pronunciato da lui in un determinato modo...Beh,è una mazzata che non scorderò mai più.
Quindi posso solo immaginare come possa sentirsi adesso qualcuno che Michael lo ha vissuto davvero.E la reazione di Janet è totalmente normale...
Certo,c'è anche da dire che naturalmente è anche il nostro cartattere a spingerci verso determinate azioni...




Se ho capito bene quello che ho letto, mi dispiace molto per te. Non lo sapevo [SM=g27813]
aurora.69
00mercoledì 9 febbraio 2011 16:55
Non so se stavo cercando di proteggermi dal dolore o semplicemente stavo cercando di tenere tutto insieme perché vedevo che tutti gli altri intorno a me stavano crollando. E non ho mai afferrato quel momento per essere davvero in lutto. Veramente in lutto, neanche al servizio (funebre).


Posso capire il grande dolore di Janet ... l'ho provato su me stessa ... è uno scollamento esistenziale, l'aprirsi di una voragine sotto i piedi della vita, tu resti sul ciglio dell'abisso a contemplare l'immensità della tua impotenza.
Condivido anche cio' che ha postato Compix ma voglio aggiungere che quando pero' due circostanze si incrociano riportandoti indietro e facendoti ricordare due persone che hai amato contestualmente ... la voragine effettivamente mi si apre sotto i piedi ..
BEAT IT 81
00mercoledì 9 febbraio 2011 23:48
Grazie Cri x aver postato la traduzione e l'estratto video. Fa male leggere le parole di Janet, posso solo immaginare quanto dolore stia provando lei ora, è vero, io con la morte di MJ ho perso una parte importante della mia vita, anzi importantissima e come Compix ho attraversato anche la fase del sentirmi in colpa x averlo trascurato x un periodo (questa sensazione cmq a volte torna, eccome....), ma davvero, nn oso immaginare che cosa sia x lei. Cmq anch'io dopo lo stordimento iniziale preferisco parlarne di chi nn c'è più, x me è come un modo x tenere queste persone ancora vicine a me e la cosa vale anche x MJ.
Compix
00giovedì 10 febbraio 2011 03:01
Re:
aurora.69, 09/02/2011 16.55:

Non so se stavo cercando di proteggermi dal dolore o semplicemente stavo cercando di tenere tutto insieme perché vedevo che tutti gli altri intorno a me stavano crollando. E non ho mai afferrato quel momento per essere davvero in lutto. Veramente in lutto, neanche al servizio (funebre).


Posso capire il grande dolore di Janet ... l'ho provato su me stessa ... è uno scollamento esistenziale, l'aprirsi di una voragine sotto i piedi della vita, tu resti sul ciglio dell'abisso a contemplare l'immensità della tua impotenza.
Condivido anche cio' che ha postato Compix ma voglio aggiungere che quando pero' due circostanze si incrociano riportandoti indietro e facendoti ricordare due persone che hai amato contestualmente ... la voragine effettivamente mi si apre sotto i piedi ..



Aurora, proprio due giorni fa mi sono ritrovato per caso (e per la prima volta) nel topic in cui si chiede di postare le nostre foto personali. Ti giuro che mi sono venuti i brividi dietro la schiena quando ho visto la tua foto e ho letto ciò che rappresenta per te. Forse non mi crederai, ma mentre scrivevo quelle cose di cui sopra stavo pensando proprio a te. Anche se non ci conosciamo e non siamo mai entrati in contatto fino ad ora, la tua storia mi ha colpito tantissimo. Volevo dirti solo questo. Fine dell'off topic.
Anto (girl on the line)
00giovedì 10 febbraio 2011 04:03
Re: Re: Re:
Compix83, 09/02/2011 14.55:




Se ho capito bene quello che ho letto, mi dispiace molto per te. Non lo sapevo [SM=g27813]




...Sei gentile [SM=x47938]
4everMJJ
00giovedì 10 febbraio 2011 07:31
In attesa della messa in onda, Janet ha pubblicato sul suo sito altri estratti dell'intervista. Li ho tradotti perché parla anche della sua famiglia, di suo padre e ancora di Michael.


Sull'immagine del suo corpo:

Meredith Vieira: Tornando indietro ai tuoi vent'anni, quando il tuo album "Rhythm Nation" era in cima alla classifica, presumibilmente eri in un buon momento. Ma hai scritto nel libro che eri così implacabilmente autocritica, cito "Odiavo quello che vedevo nello specchio. Avrei letteralmente sbattuto la testa contro il muro perché mi sentivo così brutta". È davvero così?

JANET JACKSON: Volevo letteralmente sbattere la testa contro il muro perché non mi sentivo attraente... C'era un sacco di dolore nella mia vita. Ma è vero, mi sentivo poco attraente.

Meredith Vieira: Da dove veniva?

JANET JACKSON: Deriva dalla mia infanzia. Ricordo che ero una ragazzina, ne parlo anche nel libro...

Meredith Vieira: Stai parlando di tua sorella, Rebbie...

JANET JACKSON: Sì, sto parlando esattamente di questo. C'era questa foto di mia sorella, Rebbie. E guardavo sempre la sua foto e pensavo: "Oh caspita, lei è così bella. Se potessi assomigliarle quando crescerò. Dio, quanto è splendida lei?". E non mi sono mai, mai sentita attraente. E ho ancora problemi con questo. Non sbatto la testa contro il muro, ma ho ancora quei momenti. E penso che probabilmente continuerà, ma almeno so come affrontarlo adesso. E sono in un posto migliore.


Sull'essere presa in giro da bambina:

Meredith Vieira: Alcune delle prese in giro venivano dalla tua famiglia? Dal tuoi fratelli?

JANET JACKSON: Sì.

Meredith Vieira: Michael in particolare, ti prendeva in giro sul tuo sedere?

JANET JACKSON: Sì, sì, già.

Meredith Vieira: E scrivi nel libro che pensavi che probabilmente era affettuoso, non voleva essere crudele. Ma tu lo hai interiorizzato.

JANET JACKSON: Sì, sì, già. Lui non ha mai voluto essere crudele. Non si rendeva conto dell'effetto che aveva su di me... e lo aveva.

Meredith Vieira: Perché pensi che non hai mai detto niente a Michael, perché eravate così vicini?

JANET JACKSON: Proprio per il tipo di ragazzina che ero. Non lo so, non l'ho mai fatto. Mai, mai fatto. Non ho mai detto: "Sai, mi fa veramente male quando dici questo". Venivo chiamata con un sacco di nomi, un sacco di nomi. Ci ridevo...

Meredith Vieira: Che tipo di nomi?

JANET JACKSON: Cavallo, suino, mucca, maiale da macello (anche MJ nel libro del rabbino racconta di quando Janet era grassa e voleva perdere peso e lui era determinato ad aiutarla, perciò era cattivo e la tormentava per farle perdere peso, le diceva che sembrava una vacca grassa. Lei ci stava male, ma lui dice che era determinato a farla dimagrire perché la amava profondamente e voleva vederla splendida e quando è diventata una star lui era felice e orgoglioso perché ce l’aveva fatta, ndt)

Meredith Vieira: Da parte dei tuoi fratelli?

JANET JACKSON: Già. (Ride) Ti fa ridere, lo fa davvero. Ti fa ridere. Credo che alcune persone potrebbero dire: "Oh, sai, fratelli e sorelle scherzano, è tutto affettuoso, è tutto, sai, fatto in modo amorevole". Ma non tutti riescono a non tenerne conto, e io non ero una di queste persone.


Su suo padre:

Meredith Vieira: Penso che ti apri molto su tuo padre in questo libro.

JANET JACKSON: Io e mio padre abbiamo vissuto i nostri momenti, abbiamo avuto un diverso tipo di rapporto ... Mio padre non c'è mai stato nel modo in cui volevo veramente che fosse un padre... vedevo i miei amici interagire con i loro papà e dicevo a me stessa: "Questo è quello che voglio fare: voglio potermi sedere sulle sue ginocchia, voglio poterlo chiamare 'papà'".

Meredith Vieira: Lo chiamavi Joseph, giusto?

JANET JACKSON: Sì, lui disse "Questo è il mio nome per te e tu mi chiamerai Joseph. Non chiamarmi papà...". Ho provato una volta.

Meredith Vieira: A chiamarlo papà?

JANET JACKSON: Già.

Meredith Vieira: E cosa è successo?

JANET JACKSON: Ha detto: "Sono Joseph per te, non chiamarmi papà...". Vedi, mi stai portando a parlare di questo. Quando sei un bambino si ripercuote su di te... So che mio padre mi ama. Ha solo un modo molto, molto diverso di mostrarlo.

Meredith Vieira: Tu dai a tuo papà il merito per aver dato il via alla tua carriera. Sei anche esplicita, Janet, tu... e anche Michael ha detto questo, che avevate paura...

JANET JACKSON: Certamente.

Meredith Vieira: ...di vostro padre e c'è stata una volta in cui eri, credo, nel bagno e lui ti ha colpito con una cintura quando sei uscita?

JANET JACKSON: Quella è stata l'unica volta in cui mio padre mi ha presa a cinghiate.

Meredith Vieira: Quanti anni avevi allora?

JANET JACKSON: Ero molto giovane, molto giovane. E non riesco nemmeno a ricordare quello che avevo fatto, ma ricordo che è accaduto. E non credo che me lo meritassi. Non credo dovesse mai succedere. Spesso sentivo che mio padre se la prendeva con noi a causa di... non so, questioni al di fuori della famiglia. Ma crescendo eravamo... avevamo paura di mio padre.


www.janetjackson.com/story/news/meredith_vieira_sits_down_with_janet_jackson_in_a_network_tv_e...

dangerous woman
00giovedì 10 febbraio 2011 09:05
Re:
FOREVER., 08/02/2011 23.30:

Per chi l'ha vissuto credo sia...inimmaginabile per me...
Penso al mio dolore...io che non l'ho mai abbracciato una sola volta...come devono sentirsi.....




badgirl.
00giovedì 10 febbraio 2011 12:18
Grazie Cri per il resto dell'intervista.......povera, mi ha fatto tenerezza.

Ricordavo la storia di Michael che voleva che dimagrisse.........e mi ha colpito il fatto che pure lei avesse delle insicurezze sul suo aspetto........e pure lei è bellissima!

Scommetto invece che Jermaine si trova irresistibile [SM=g27828]
Anto (girl on the line)
00giovedì 10 febbraio 2011 13:14
Grazie per l'ulteriore traduzione,molto interessante.
Mamma mia,Janet è splendida,e pensare che pure lei abbia un brutto rapporto con lo specchio ancora oggi mi fa pensare...Già solo il sorriso che ha è un patrimonio...
Però è pure vero che di solito tutti quanti tendiamo ad essere un po' autocritici,o per lo meno a me capita spesso...
Joe come sempre si commenta da solo [SM=g27815]
ely jackson95
00giovedì 10 febbraio 2011 14:44
grazie dell'intervista!!! pure lei deve avere sofferto molto!!
su Joe no comment!!
Compix
00giovedì 10 febbraio 2011 15:42
Re:
badgirl., 10/02/2011 12.18:


Scommetto invece che Jermaine si trova irresistibile [SM=g27828]



[SM=x47983]
aurora.69
00giovedì 10 febbraio 2011 16:55
Re: Re:
Compix83, 10/02/2011 3.01:



Aurora, proprio due giorni fa mi sono ritrovato per caso (e per la prima volta) nel topic in cui si chiede di postare le nostre foto personali. Ti giuro che mi sono venuti i brividi dietro la schiena quando ho visto la tua foto e ho letto ciò che rappresenta per te. Forse non mi crederai, ma mentre scrivevo quelle cose di cui sopra stavo pensando proprio a te. Anche se non ci conosciamo e non siamo mai entrati in contatto fino ad ora, la tua storia mi ha colpito tantissimo. Volevo dirti solo questo. Fine dell'off topic.




Grazie di cuore caro... non aggiungo altro
(Miss Piggy)
00giovedì 10 febbraio 2011 17:01
Ecco che la parte della stronza devo farla io, come al solito [SM=g27830] .
Insomma, Michael che la menava tanto con quanto aveva sofferto per le prese in giro del padre e dei fratelli al suo naso, ha fatto la stessa cosa con Janet. E non ditemi che non ci sono altri metodi per stimolare qualcuno a dimagrire.
Era sicuramente nella fase di stupidera adolescenziale, ok, ma insomma.... [SM=g27825]
aurora.69
00giovedì 10 febbraio 2011 17:19
Grazie Cristiana - comunque stesso atteggiamento Joe ....
Victoryfan
00giovedì 10 febbraio 2011 17:28
L'ignoranza di Joe ha determinato la disistima dei figli più sensibili...(...fino ad un certo punto...se fossi stata Janet..il ragazzo avrebbe vissuto momenti difficili.. [SM=g27825] )

Ciò che più mi colpisce è l'assenza nelle parole di Janet della madre...Questa donna sembra assente e indecifrabile...

Il This is it, comunque, non l'ho ancora visto neppure io....benchè sia andata a comprare il DVD immediatamente...
Antonella-60
00giovedì 10 febbraio 2011 20:34

Janet ammette quindi che Joe era un violento dalla cintura facile anche se poi minimizza....certo che un padre che si fa chiamare per nome dei figli è nu piezz e m [SM=g27816] .....
mimma58
00giovedì 10 febbraio 2011 20:51
Grazie Cristiana.Io credo sia meglio che si fa chiamare per nome....non merita neanche di essere chiamato padre!Mi chiedo la madre dove era quando Joe picchiava i suoi figli!
Anto (girl on the line)
00giovedì 10 febbraio 2011 21:03
Re:
(Miss Piggy), 10/02/2011 17.01:

Ecco che la parte della stronza devo farla io, come al solito [SM=g27830] .
Insomma, Michael che la menava tanto con quanto aveva sofferto per le prese in giro del padre e dei fratelli al suo naso, ha fatto la stessa cosa con Janet. E non ditemi che non ci sono altri metodi per stimolare qualcuno a dimagrire.
Era sicuramente nella fase di stupidera adolescenziale, ok, ma insomma.... [SM=g27825]




Ed ecco che invece la parte della "fanatica" devo farla sempre io!! [SM=g27827]
No,vabbè,a parte gli scherzi appare ben evidente che era quasi esclusivamente l'atteggiamento di Joe a mortificare Michael. Insomma,anche nell'intervista con Oprah lui non accenna al disagio che gli creavano i suoi fratelli,quanto a quelli causati dal padre.
Io purtroppo sono figlia unica e non mi sono mai trovata in queste situazioni,però credo che sia abbastanza normale tra fratelli deridersi con nomignoli poco carini,assisto ogni giorno alle scenette tra i miei cugini e ne esco costantemente allibita [SM=g27831]
Che poi Janet soffrisse per quei nomignoli ha tutta la mia comprensione,la sua era una faccenda che conosco pure io,quindi so come ci si possa sentire.
Però ripeto,credo che tra fratelli sia normale.Invece quando sono i genitori a fare queste osservazioni poco carine sul tuo aspetto fisico,credo sia la fine.
Fatto stà che fossi stata io al posto di Janet,qualche gomitata gliel'avrei tirata a Michael [SM=g27828]
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