Il fotografo Harrison Funk racconta la sua esperienza con Michael Jackson

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Compix
00giovedì 2 marzo 2017 21:20
Intervista al fotografo personale di Michael Jackson, Harrison Funk, pubblicata sul sito abc7.com (27 Febbraio 2017).


Michael Jackson con Elizabeth Taylor e Nelson Mandela (© Harrison Funk)

LOS ANGELES (KABC) - Mentre milioni di persone in tutto il mondo conoscono Michael Jackson come il "Re del Pop", un fotografo locale ha avuto l'occasione di scorgere un lato diverso dell'icona, in quanto suo fotografo personale per 30 anni.

Harrison Funk ha visto Jackson evolversi da idolo dei teenager a super star planetaria. Il Re del Pop è conosciuto come un perfezionista dalla personalità molto complessa.

«Quale genio non è complesso?», chiede Funk. «Io lo metterei lì con Da Vinci, Michelangelo, Beethoven e Picasso».

Funk era la persona che aveva il compito di documentare la vita del leggendario cantante pop. Racconta che Michael gli chiedeva ogni sera se avesse «fatto la magia».

«Non vedeva l'ora di vedere le immagini perché voleva assistere alla magia», ricorda Funk.

Sfogliando gli album di fotografie, Funk indica i momenti in cui Jackson si esibisce in concerto davanti a migliaia di persone.

«Questo era ciò che lo rendeva vivo», spiega Funk. «Esibirsi per la gente. I suoi show erano di una perfezione assoluta».

Funk racconta che Jackson ha sempre conservato un certo senso dello stupore.

«Era consapevole del bambino dentro di sé e non ha mai voluto perderlo», afferma. «È stato parte della magia».

Jackson ha ricevuto la sua stella sulla "Hollywood Walk of Fame" nel 1984. Funk ricorda che fu una giornata grandiosa per Jackson, in quanto si trovava al culmine della sua carriera.

Ma un momento cruciale della carriera di Jackson arrivò quando eseguì il moonwalk sul palco dello stadio di Wembley, in Inghilterra.

Funk rivela come Jackson, in realtà, avesse imparato quel passo di danza da Jeffrey Daniel, del gruppo Shalamar. Daniel lo aveva eseguito nell'edizione inglese di "Top of the Pops", solo che lui lo chiamava "arretramento".

Jackson lo ha imparato, perfezionato e rinominato "moonwalk".

«Quando Michael lo eseguì, la gente semplicemente impazzì», ricorda Funk. «Non ho mai visto nessun altro artista ottenere una risposta del genere».

Un altro memorabile momento per Jackson fu quello in cui incontrò Nelson Mandela. Ma, secondo Funk, fu un momento altrettanto grandioso per il leader mondiale, che portò con sé tutta la sua famiglia dal Sud Africa solo per incontrare Jackson.

Jackson e Mandela si incontrarono in un attico a Beverly Hills insieme all'attrice Elizabeth Taylor. Funk racconta che la sua fotografia con le tre icone insieme apparve su più di 200 giornali in tutto il mondo.

«Michael stava cercando di cambiare il mondo. Non si limitò semplicemente a registrare "We are the World" o "Man in the Mirror". Ha registrato musica perché voleva avere un impatto sulle persone», spiega Funk.

Quando Michael morì, il 25 giugno del 2009, Funk dice che fu difficile realizzare che se ne fosse andato.

«È difficile da spiegare», confessa. «Credo che tutto il mondo sia cambiato da quel giorno. Fu la fine di un'epoca».

Traduzione a cura di Vincenzo Compierchio per il Michael Jackson FanSquare
(Miss Piggy)
00venerdì 3 marzo 2017 12:18
«Quale genio non è complesso?»

...e fin qui...

«Io lo metterei lì con Da Vinci, Michelangelo, Beethoven e Picasso».

ma anche un pò meno, via [SM=g27827] !


Grazie per la traduzione.
DOUBLE-D
00venerdì 3 marzo 2017 12:51
[SM=x47981]
Dangerous89
00venerdì 3 marzo 2017 18:35
[SM=x47981]
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