Il Pdl non sfonda, boom Lega Pd in calo. E l'Idv raddoppia

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angelico
00lunedì 8 giugno 2009 13:12
Per le amministrative ha votato il 76,70 per cento. Ue, partecipazione al minimo storico
Europee: il Pdl non sfonda, il Pd arranca
Crescono Idv e Lega, cala Udc. Sinistra radicale fuori da Europarlamento. Affluenza globale al 65% (estero 7%)






MILANO - Il Pdl cresce rispetto alle precedenti Europee ma non realizza lo sfondamento del 40% auspicato alla vigilia del voto, anzi perde rispetto alle precedenti politiche; il Pd perde consensi ma resta vicino alla soglia psicologica del 27% indicata come livello minimo di sopravvivenza. Lega Nord e Italia dei valori in netta crescita, così come l'Udc. Sinistra radicale esclusa anche dal Parlamento europeo dopo essere già scomparsa, con le elezioni politiche di un anno fa, dagli scranni di Camera e Senato. Quando mancano 260 sezioni da scrutinare (64.068 su 64.328 sezioni complessive in Italia e all'estero) il Pdl risulta al 35,26%, il Pd al 26,13%, la Lega al 10,20%, l'Idv all'8% e l'Udc al 6,51%. L'alleanza di Sinistra europea-Prc-Pdci al 3,38%, Sinistra e libertà-Verdi si è fermata al 3,12%. Entrambe le forze della sinistra radicale, dunque, non superano lo sbarramento del 4% al di sotto del quale non si conquista alcun seggio per l'Assemblea di Strasburgo e Bruxelles. Stessa sorte per i radicali, che si fermano al 2,42% e per gli autonomisti del Pda insieme a Pensionati e La Destra, al 2,22%. Tutti gli altri partiti sono sotto l'uno percento. Sulla base di questi dati, il Pdl potrebbe contare su 29 eurodeputati, il Pd su 22. La Lega potrebbe portare all’Europarlamento 8 eletti, l’Idv 7, l’Udc 5.

LE REAZIONI - Seppure con tutte le cautele del caso, nell'attesa dei risultati definitivi, le forze politiche hanno già iniziato a dare le valutazioni del caso. Mentre il Pdl cerca di minimizzare sul proprio risultato al di sotto delle aspettative, facendo notare il maggiore calo percentuale registrato dal Pd e recriminando sul forte astensionismo, nel fronte dell'opposizione va registrata la forte esultanza dell'Italia dei valori. Altamente soddisfatta la Lega, che ritiene di aver avuto consensi soprattutto per la battaglia contro i clandestini. Casini, invece, legge nel risultato del voto un rifiuto del bipartitismo da parte degli elettori. Le sinistre divise sono rimaste fuori dall'Europa. Ferrero infatti parla di una «scissione di troppo». I radicali, infine, lamentano la loro sostanziale assenza nei programmi incormativi della tv pubblica e si rendono protagonisti di una lite in diretta con Bruno Vespa durante lo speciale di Porta a Porta.

L'AFFLUENZA - Quello che è già certo è che si accentua il calo dell'affluenza alle urne. Complessivamente, su scala europea, si è raggiunto il minimo storico del 43,02%: nel 2004 la partecipazione era stata del 45,47 per cento. Ma seppure con numeri più incoraggianti, l'affluenza è in calo anche in Italia: 65,04% degli elettori alle urne (66,46% in Italia, e solo il 7,1% all'estero) rispetto al 73,9% delle europee del 2004, con un calo quindi dell'8,87% dei votanti, un record se si guarda all’affluenza media del continente, ma un primato «in negativo» per le consuetudini della penisola. Anche in questa tornata elettorale «si conferma la maggiore affluenza nelle circoscrizioni del nordovest con il 72,75%, nordest con il 71,89% e centro con il 72,13%». Lo ha detto il ministro dell'interno, Roberto Maroni, commentando dati non ancora del tutto definitivi. Si registra invece «un'affluenza più bassa nell'Italia meridionale (64,21%), molto molto bassa - ha proseguito - nell'Italia insulare (47,33% contro 64,75% delle precedenti elezioni europee)». Il ministro dell'interno ha poi sottolineato che «quest'anno per la prima volta tutti i dati sono on-line e quindi anche quelli relativi all'affluenza sono aggiornati in tempo reale e possono essere consultati da tutti».

AMMINISTRATIVE - Invece l'affluenza alle urne per il rinnovo delle amministrazioni comunali è stata del 76,70 per cento, contro il 79,33 per cento della precedente consultazione. Il dato finale del ministero dell'Interno indica un calo del numero dei votanti di -2,63 per cento.

TUTTO REGOLARE - «Le operazioni di voto si sono svolte regolarmente, non ci sono stati incidenti rilevanti di nessun tipo». Lo ha detto al Viminale il ministro dell'Interno, Roberto Maroni. «Anche gli scrutini procedono regolarmente», ha aggiunto. «Le operazioni di voto si sono svolte regolarmente, non ci sono stati incidenti rilevanti di nessun tipo». Ai seggi, aperti dalle 7 (sabato si è votato dalle 15 alle 22), gli elettori italiani si sono recati per scegliere i 72 componenti del Parlamento europeo spettanti all'Italia, i presidenti e i consigli di 62 Province e i sindaci e di consigli di 4.281 Comuni (di cui 30 capoluogo). Per le Europee sono stati chiamati al voto in Italia oltre 49 milioni di elettori, mentre le elezioni amministrative interessano quasi 33 milioni e mezzo di elettori.


06 giugno 2009


www.corriere.it/politica/speciali/2009/elezioni/notizie/sabato_seggi_chiusi_f7f5de60-52d7-11de-9c0a-00144f02aa...


Comm: 45%?...puaaaaahhhh.... [SM=x47954]
maomjj
00lunedì 8 giugno 2009 13:41
...hanno vinto tutti.... [SM=x47930]
batman89
00lunedì 8 giugno 2009 14:00
Re:
angelico, 08/06/2009 13.12:

Per le amministrative ha votato il 76,70 per cento. Ue, partecipazione al minimo storico
Europee: il Pdl non sfonda, il Pd arranca
Crescono Idv e Lega, cala Udc. Sinistra radicale fuori da Europarlamento. Affluenza globale al 65% (estero 7%)






MILANO - Il Pdl cresce rispetto alle precedenti Europee ma non realizza lo sfondamento del 40% auspicato alla vigilia del voto, anzi perde rispetto alle precedenti politiche; il Pd perde consensi ma resta vicino alla soglia psicologica del 27% indicata come livello minimo di sopravvivenza. Lega Nord e Italia dei valori in netta crescita, così come l'Udc. Sinistra radicale esclusa anche dal Parlamento europeo dopo essere già scomparsa, con le elezioni politiche di un anno fa, dagli scranni di Camera e Senato. Quando mancano 260 sezioni da scrutinare (64.068 su 64.328 sezioni complessive in Italia e all'estero) il Pdl risulta al 35,26%, il Pd al 26,13%, la Lega al 10,20%, l'Idv all'8% e l'Udc al 6,51%. L'alleanza di Sinistra europea-Prc-Pdci al 3,38%, Sinistra e libertà-Verdi si è fermata al 3,12%. Entrambe le forze della sinistra radicale, dunque, non superano lo sbarramento del 4% al di sotto del quale non si conquista alcun seggio per l'Assemblea di Strasburgo e Bruxelles. Stessa sorte per i radicali, che si fermano al 2,42% e per gli autonomisti del Pda insieme a Pensionati e La Destra, al 2,22%. Tutti gli altri partiti sono sotto l'uno percento. Sulla base di questi dati, il Pdl potrebbe contare su 29 eurodeputati, il Pd su 22. La Lega potrebbe portare all’Europarlamento 8 eletti, l’Idv 7, l’Udc 5.

LE REAZIONI - Seppure con tutte le cautele del caso, nell'attesa dei risultati definitivi, le forze politiche hanno già iniziato a dare le valutazioni del caso. Mentre il Pdl cerca di minimizzare sul proprio risultato al di sotto delle aspettative, facendo notare il maggiore calo percentuale registrato dal Pd e recriminando sul forte astensionismo, nel fronte dell'opposizione va registrata la forte esultanza dell'Italia dei valori. Altamente soddisfatta la Lega, che ritiene di aver avuto consensi soprattutto per la battaglia contro i clandestini. Casini, invece, legge nel risultato del voto un rifiuto del bipartitismo da parte degli elettori. Le sinistre divise sono rimaste fuori dall'Europa. Ferrero infatti parla di una «scissione di troppo». I radicali, infine, lamentano la loro sostanziale assenza nei programmi incormativi della tv pubblica e si rendono protagonisti di una lite in diretta con Bruno Vespa durante lo speciale di Porta a Porta.

L'AFFLUENZA - Quello che è già certo è che si accentua il calo dell'affluenza alle urne. Complessivamente, su scala europea, si è raggiunto il minimo storico del 43,02%: nel 2004 la partecipazione era stata del 45,47 per cento. Ma seppure con numeri più incoraggianti, l'affluenza è in calo anche in Italia: 65,04% degli elettori alle urne (66,46% in Italia, e solo il 7,1% all'estero) rispetto al 73,9% delle europee del 2004, con un calo quindi dell'8,87% dei votanti, un record se si guarda all’affluenza media del continente, ma un primato «in negativo» per le consuetudini della penisola. Anche in questa tornata elettorale «si conferma la maggiore affluenza nelle circoscrizioni del nordovest con il 72,75%, nordest con il 71,89% e centro con il 72,13%». Lo ha detto il ministro dell'interno, Roberto Maroni, commentando dati non ancora del tutto definitivi. Si registra invece «un'affluenza più bassa nell'Italia meridionale (64,21%), molto molto bassa - ha proseguito - nell'Italia insulare (47,33% contro 64,75% delle precedenti elezioni europee)». Il ministro dell'interno ha poi sottolineato che «quest'anno per la prima volta tutti i dati sono on-line e quindi anche quelli relativi all'affluenza sono aggiornati in tempo reale e possono essere consultati da tutti».

AMMINISTRATIVE - Invece l'affluenza alle urne per il rinnovo delle amministrazioni comunali è stata del 76,70 per cento, contro il 79,33 per cento della precedente consultazione. Il dato finale del ministero dell'Interno indica un calo del numero dei votanti di -2,63 per cento.

TUTTO REGOLARE - «Le operazioni di voto si sono svolte regolarmente, non ci sono stati incidenti rilevanti di nessun tipo». Lo ha detto al Viminale il ministro dell'Interno, Roberto Maroni. «Anche gli scrutini procedono regolarmente», ha aggiunto. «Le operazioni di voto si sono svolte regolarmente, non ci sono stati incidenti rilevanti di nessun tipo». Ai seggi, aperti dalle 7 (sabato si è votato dalle 15 alle 22), gli elettori italiani si sono recati per scegliere i 72 componenti del Parlamento europeo spettanti all'Italia, i presidenti e i consigli di 62 Province e i sindaci e di consigli di 4.281 Comuni (di cui 30 capoluogo). Per le Europee sono stati chiamati al voto in Italia oltre 49 milioni di elettori, mentre le elezioni amministrative interessano quasi 33 milioni e mezzo di elettori.


06 giugno 2009


www.corriere.it/politica/speciali/2009/elezioni/notizie/sabato_seggi_chiusi_f7f5de60-52d7-11de-9c0a-00144f02aa...


Comm: 45%?...puaaaaahhhh.... [SM=x47954]



Ti riferisci a certe previsioni del centro destra???? Commenta semmai i 7 punti persi dal pd e la TOTALE ESCLUSIONE dal parlamento europeo della sinistra radicale.
Infine dal mio punto di vista queste elezioni confermano la solida maggioranza del governo: un governo dove la lega (per suo merito ovviamente) ha sempre maggior importanza. Quanto a Franceschini stendiamo un velo pietoso...... [SM=x47954]
angelico
00lunedì 8 giugno 2009 14:12
lol

e chissene del PD....un partito fantasma...


sono contentissimo per l astensionsione e per DiPietro....


[SM=x47932]


in quanto alla soglia del 43-45%, berlusconi e stato totalment sconfessato.....

la prima volta che sbaglia sui sondaggi....la gente non vuole un porco al governo!...


angelico
00lunedì 8 giugno 2009 21:02
BERLUSCONI DISSE:
"Ho ricevuto i sondaggi della settimana: il Pdl è al 45%, il gradimento del presidente del Consiglio è al 75% e questo significa che tre italiani su quattro apprezzano l’operato del governo. Mi aspettavo un calo di consenso verso di me, ma questa campagna mediatica che si è scatenata negli ultimi giorni sulla base di un cumulo di falsità è stata capita bene dagli italiani, in maniera intelligente, e mi sta rafforzando” (Silvio Berlusconi, 9 maggio 2009).

Siamo sopra il 40 per cento. Io poi sono più amato di Obama, che è al 59%, mentre io sono arrivato al 75%” (Silvio Berlusconi, 18 maggio 2009).

“Se avremo un risultato superiore al 40%, e gli ultimi sondaggi ci danno al 43-45, diventeremo decisivi a Strasburgo e potremo dare un drizzone all’Europa. La campagna su Noemi si è rivelata un boomerang contro la sinistra” (Silvio Berlusconi, 30 maggio 2009).

Siamo tra il 43 e il 45 per cento, a quel punto avremo il presidente del Parlamento europeo” (Silvio Berlusconi, 2 giugno 2009).

“Assisterete a un grande cambiamento della geografia politica in Italia. Il governo è al 56% dell’apprezzamento degli italiani. Berlusconi è al 74%. La Lega Nord supera il 10%. Il Pdl è tra il 40 e il 45%. Lo sappiamo dai sondaggi, ma non ci sarebbe bisogno di sondaggi” (Silvio Berlusconi, 4 giugno 2009).

Pdl vicino al 45 per cento. Sarà un trionfo” (Il Giornale, 5 giugno 2009)




Comm: secondo me Berlusconi ha avuto solo culo nei sondaggi passati! [SM=x47954]
angelico
00martedì 9 giugno 2009 13:23
l premier
Berlusconi, riscossa dalle elezioni locali Sfogo sul voto europeo
«Lo stop colpa di Sicilia, mia moglie e Kaká»






ROMA—La botta c’è stata. L’ha ammessa lui stesso. «Una bella botta». Due punti in meno delle Politiche, quando invece quota 40% sembrava a portata di mano. Indicata persino come obiettivo da superare. Ma con il passare delle ore, complici gli ottimi dati delle Amministrative, Berlusconi ricomincia a vedere il bicchiere mezzo pieno: quattro parlamentari in più, da 25 a 29, eletti a Strasburgo, quando il Pd ne perde tre; il vantaggio sui Democratici che raddoppia, passando a 9 punti percentuali. Insomma per il Cavaliere è dall’altra parte che devono guardare con preoccupazione il voto: «Veltroni ha mollato con il 33%, vorrei capire come farà Franceschini ad andare avanti con il 26%». Ieri il presidente del Consiglio è rimasto ad Arcore, tornerà a Roma stamane. Con i suoi ha ragionato innanzitutto sul bicchiere mezzo vuoto, sul risultato mancato, su quei 2,9 milioni di voti persi rispetto alle Politiche.

Nessuno si attendeva una partecipazione alta come l’anno passato, ma nemmeno dei dati da leggere e interpretare in controluce. Il Cavaliere cercava il plebiscito e non l’ha ottenuto. Le cause, secondo la sua stessa analisi, fatta con i suoi uomini, sono almeno quattro: l’astensionismo, gli scontri interni al partito in Sicilia, il caso Noemi e persino Kaká, l’annunciato trasferimento del giocatore del Milan che avrebbe fatto infuriare migliaia di elettori di fede rossonera. Del caso Noemi il Cavaliere misura gli effetti numeri alla mano. E ne esce convinto che abbia influito più di quanto si attendeva. Una frase molti interlocutori si sono sentiti ripetere nelle ultime ore. Parole che hanno dello sfogo e rendono uno stato d’animo, oltre che la percezione di un politico che negli anni ha imparato a misurare alla perfezione il consenso: «In Sicilia abbiamo perso più di 800 mila voti per colpa dei nostri che si sono messi a litigare, il resto me l’ha fatto perdere mia moglie... ». L’allusione è ovviamente politica e va alla genesi delle vicende che hanno costretto il capo del governo a difendersi più che ad attaccare, trasformando la campagna elettorale anche in un elenco di giustificazioni sulla vita privata più che in elenco di programmi. Berlusconi ammette che i suoi obiettivi erano altri, è convinto che lo stop subìto sia dovuto anche agli attacchi ricevuti, dentro e fuori il Paese, dopo quell’annuncio di divorzio pronunciato a mezzo stampa da Veronica. Ieri il premier ha pranzato con la figlia Marina, ha fatto una puntata a villa Gernetto, si è tenuto in contatto con Roma nel pomeriggio, ha visionato con lo staff i dati definitivi della tornata elettorale, cenato (come spesso il lunedì) con Bossi e altri big della Lega. Con il Senatur non si intravedono nuvole all’orizzonte, almeno al momento.

Il ministro delle Riforme ha detto che dopo il voto non cambierà nulla, Berlusconi aggiunge a chi gli chiede che «non ci saranno ripercussioni sul governo », che la stabilità dell’esecutivo non è in discussione. Se gli alleati escono rafforzati per il premier è l’intera maggioranza a goderne, perché ritiene il rapporto politico saldissimo. Il conto sulle Regioni che potrebbero andare alla Lega è un argomento che gli interessa sino a un certo punto: allarma i suoi, il partito, lascia lui molto meno preoccupato. L’importanza è la stabilità e quella il voto la garantisce. Nonostante il timore di nuovi colpi bassi alla vigilia del G8. Emergono, come ad ogni tornata elettorale, anche accuse incrociate da non sbandierare in pubblico: «In tv ho visto solo La Russa e Gasparri, non si capisce dov’erano i nostri...». Si riacutizzano le chiacchiere sulla debolezza organizzativa del Popolo della Libertà, almeno di quella struttura che è mutuata da Forza Italia, capace di un marketing politico meno efficace rispetto a chi viene da An. Anche le modalità del voto creano disappunto: persino Luigino, il più giovane dei figli del Cavaliere, avrebbe sbagliato davanti all’urna, dimenticando di scrivere il nome del padre, vanificando una possibile preferenza. Per Berlusconi «è stata anche colpa di coloro che hanno voluto scrivere a tutti i costi il mio nome nel simbolo...». Dettagli, malumori passeggeri, così come il giudizio sulle preferenze tributate al partito Di Pietro, «una vergogna» di cui fatica a capacitarsi: «Resta per me un mistero come si faccia a votare un simile filibustiere ». Affiora infine anche un’autocritica, almeno in privato. Fra i malumori fanno capolino anche i sondaggisti che l’avrebbero mal consigliato, che «mi hanno indotto a credere » che fossimo tranquillamente sopra il 40%. Eppure sarebbe bastato non parlarne in pubblico. Anche perché il Pdl finisce comunque due punti sopra il bottino delle precedenti Europee, aumenta la pattuglia di parlamentari che manda a Strasburgo e Bruxelles. Insomma sarebbe bastato non fare numeri per non offrire il campo all’avversario, consentirgli di parlare di sconfitta del Cavaliere. In questo senso l’autocritica, l’ammissione del «mi sono fatto del male da solo». Difficile che verrà pronunciata in pubblico, costa già abbastanza confessarla ai suoi più stretti collaboratori.

Marco Galluzzo
09 giugno 2009

www.corriere.it/politica/speciali/2009/elezioni/notizie/berlusconi_riscossa_dalle_elezioni_locali_sfogo_sul_voto_europeo_marco_galluzzo_16e0a2d4-54a8-11de-b645-00144f02aa...
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