Ho qualcosa da raccontarvi... [Fan Fiction]. Terminata: 33 capitoli + versione aggiornata di 19 capitoli. Rating: arancione

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Sere-88
00venerdì 11 dicembre 2009 23:40
La vera storia di un racconto inventato...
Ebbene si, dopo aver letto di incontri realmente accaduti e di belle storie inventate, l'irrefrenabile voglia di scrivere ha preso il sopravvento. Spero che non viviate questa cosa come l'intenzione di creare un confronto con le avventure di Rosalie; semplicemente ho voluto condividere con voi il mio passatempo, nella speranza che la lettura di quanto sto per presentarvi possa farvi trascorrere qualche momento di spensieratezza.
Fino a qualche giorno fa mi sono tuffata tra le ricghe di ciò che avevano scritto gli altri, ma poi una sera di cinque giorni fa mi è scoppiata dentro una storia...La vera storia di un racconto inventato.
In cinque giorni appunto, ho messo su un racconto di 22 brevi capitoli che già ho concluso proprio perchè li ho scritti d'un fiato.
Mettendo nero su bianco le dinamiche di questa avventura frutto della mia fantasia, mi sono resa conto di quanto sarebbe stato difficile e complesso costruire dal nulla un personaggio come quello di Michael Jackson. Una impresa titanica che tuttavia mi è stata risparmiata perchè su questa terra abbiamo avuto la fortuna di avere un uomo come lui vero, in carne ed ossa.
In opposizione aperta a tutte quelle sterili discussioni che vedono al centro della questione chi è più o chi è meno fan, ritengo sinceramente che chiunque, prima o dopo la sua morte si sia avvicinato a lui, come artista o come persona, ha dentro di sè le sue valide ragioni.
A chi vive con estrema sofferenza questi mesi di lutto con il rimpianto di non averlo mai incontrato,dedico il mio racconto, che spero possa essere la testimonianza del fatto che ciascuno di noi custodirà a modo suo nel proprio cuore un pezzetto della vita di un uomo che è stato l'emblema della cultura popolare giovanile degli ultimi cinquanta anni.

NB Ogni riferimento a fatti e personaggi è puramente casuale. Inoltre per trasparenza tengo a precisare che del racconto precedentemente scritto e a quanto ho visto ancora in via di svolgimento, non ho letto tutti i cap, per cui vi assicuro nella totale buona fede che ogni eventuale somiglianza è frutto di una pura casualità. Tuttavia io e Giò abbiamo poco in comune, a partire dall'età, dal luogo di nascita ecc, per cui non credo che le nostre dinamiche fantastiche possano corrispondere le une alle altre...
Vi riporto i primi due cap. Se vi interesserà sapere come prosegue la vicenda non c'è che da chiederlo, nei prossimi giorni provvederò ad aggiungere mano mano i vari capitoli. Qualora non vi piaccia per nulla, non importa fa lo stesso, vuol dire che avrò trascorso qualche ora di relax dando sfogo alla mia creatività.
Buona lettura.


La vera storia di un racconto inventato
“Il mio Piccolo Grande Uomo Normale”

Cap 1
Mi devo raccontare una storia; la devo mettere per iscritto perché una cosa scritta dà il senso del compimento, e di questo senso ho bisogno adesso.
Questa è la storia di un incontro professionale; di una passione difficile da gestire; di un nascondiglio durato due anni, di una amicizia profonda che ne durò venti e un rimpianto che mi accompagnerà per la vita. È la storia della mia stella.

Mi chiamo Susanna Marie De Matteo; sono nata a Napoli il 29 agosto del 1965, e a quattro anni sapevo che da grande avrei fatto la ballerina.
Sono cresciuta in una famiglia che non rispecchiava proprio i canoni della tradizionale famiglia partenopea degli anni Sessanta.
Mio padre era Charlie De Matteo, un italo-afroamericano sassofonista nello “Stardust jazz quartet”, uno scanzonato gruppetto di musicisti sognatori, che per un paio di anni vide realizzato un flebile spiraglio di successo. Nel 1963 mise piede in Italia con il desiderio di conoscere davvero quella terra di cui suo padre parlava nostalgicamente e di cui ancora manteneva la pesante cadenza dialettale con tanto orgoglio. Stanco di pizza e mandolino, di questo paese volle vedere l’arte e decise che come prima tappa Roma sarebbe stata l’ideale. Ma la gita turistica terminò ben presto, quando si imbatté in una ragazzetta un po’ svampita e con l’aria trasognata in cui gli parve di veder racchiusa tutta insieme la bellezza dell’Italia. Lunghi capelli neri mossi, occhi blu notte con le venature grigie del marmo, e la pelle di un chiarore quasi accecante.
La parentesi italiana di Charlie De Matteo si chiamava Amelia. A vent’anni studiava a Napoli storia dell’arte ed avrebbe volute diventare una pittrice.
Amelia credette di trovare in quel bel ragazzotto mulatto dai lineamenti europei e con l’accento così deliziosamente straniero la sua America, in tutti i sensi. Scappò di casa spinta dalla voglia di emancipazione femminista, dal fascino del musicista straniero, ma soprattutto dal desiderio di liberarsi dalle catene retrograde della sua famiglia.
Nel 1963 nacque Riccardo; dopo due anni sono arrivata io, Susanna Marie, tentativo mal riuscito di riassumere in un nome Italia e America.
Charlie ed Amelia presero in affitto un basso nella periferia napoletana. Dopo tre anni di convivenza e due figli, nacquero i primi pesanti dissapori tra i due giovani sprovveduti che, spinti dalla passione, avevano fatto il passo più lungo della gamba, e poco più che ventenni dovettero rinunciare alla loro arte e ai loro sogni per portare avanti la baracca. Lui magazziniere, lei stiratrice in un atelier di abiti da donna nella Napoli bene. Alla frustrazione si aggiunsero le difficoltà economiche e a queste la fuga di mio padre in America…
Questo è quello che mi hanno raccontato. Quello che ricordo è invece la forza di mia madre che stanca morta dopo una giornata di lavoro, si metteva china sui libri, perché era in quei libri che leggeva il suo riscatto sociale. Ricordo due bambini cresciuti con affetto e sacrifici e a cui è stata insegnata l’onestà e il rispetto per la vita.
Tre anni dopo la partenza di Charlie Amelia incontrò un giovane avvocato, Roberto Savarese. Si sposarono dopo soli due mesi, e da quella unione nacquero due gemelli, Edoardo e Lorenzo. Amelia si laureò ed intraprese la carriera di insegnante.

Volevo ballare. La radio e il giradischi erano i miei giocattoli preferiti; ma i soldi scarseggiavano e mia madre inizialmente non poteva permettersi di pagarmi un corso di danza. Quando iniziò ad insegnare ed incontrò Roberto le cose si misero meglio, e così finalmente potetti indossare quelle prime scarpette con i nastri.
La sbarra, i pliè, le diagonali, le punte, il painoforte, Nurayev, la Fracci e Baryshnikov; era questa la danza che conobbi fino all’età di quindici anni. Poi venne la televisione, le musicassette, i cantanti stranieri e i video clip. Mi si spalancarono le porte di un altro mondo, senza tutù e chignon, un mondo in cui la danza era anche cantata, dove si ballava con i tacchi e un po’ scosciate…E poi c’erano i grandi musical, le compagnie di danza moderna, i provini. Anche io volevo far parte di quel mondo, e ci riuscì.
A diciotto anni feci il mio primo provino; entrai in una compagnia con cui per due anni girai il mondo grazie ad una grande produzione.
Era il 1987 e a 22 anni toccai terra americana.

Cap 2
Corsi e ricorsi storici direbbe qualcuno; quando la storia di una madre diventa per certi aspetti quella di una figlia. Come per mia madre anche io ebbi il mio pezzo di America.
A vent’anni hai la forza di abbattere ogni cosa, ma allo steso tempo ogni cosa ha la forza di abbatterti; talvolta però certi scossoni possono aprirti nuove grandi possibilità umane e professionali.
Brodway, State Teatre. Sala prove.
Era da un po’ che avevo l’impressione che Bob Stuart mi tenesse d’occhio. Era senza dubbio uno dei migliori direttori artistici in circolazione, ma era anche uno dei più lunatici e presuntuosi uomini del pianeta.
-Susie, ma che cavolo stai combinando!!! Datti una svegliata…andiamo…lo spettacolo è tra qualche giorno, te lo ricordo- disse Bob con la sua ben nota voce cavernosa, talvolta così profonda da farti rabbrividire. E pensare che fu proprio lui a scegliermi qualche mese prima, durante il casting a Roma.
-Perché ce l’ha con me questo- sussurravo tra me e me, terrorizzata al solo pensiero che potesse sentirmi e sbattermi fuori. Ma in realtà la risposta a quella domanda la conoscevo già.
Come già ho detto, Stuart era uno dei più noti coreografi e direttori di compagnia degli anni Ottanta, ma è per qualcos’altro che quell’uomo mi rimarrà impresso nella memoria.
Io, piccola terroncella italiana, svampita e con il desiderio di sbarcare il lunario, fino a quel giorno non sapevo nemmeno cosa significasse la parola compromesso; ma poi Bob Stuart volle spiegarmelo.
In poche parole mi chiese di andare a letto con lui in cambio del ruolo da protagonista nel musical su cui stava lavorando, e al mio –No!!!- secco e deciso, che mai avrei creduto di essere capace di pronunciare con tanta determinazione, senza scomporsi mi congedò con un –Bene! Ne terrò conto-.
Dopo due settimane fui sbattuta fuori dalla compagnia sostituendomi con una sgallettata che ci aveva visto lungo, e si era data a Stuart in cambio di quel posto.
-E che faccio adesso?- mi dicevo disperata tra lacrime e fazzolettini.
-Susie, che è successo? Quel porco ci ha riprovato? Dimmi la verità! Gli spacco la faccia stavolta, a costo di farmi licenziare- disse Kevin con occhi minacciosi ma buoni nascosti sotto al suo solito berretto rosso.

Kevin Bloomerg era il mio angelo custode. Un omone di colore sulla cinquantina, che da anni accompagnava Stuart nelle sue produzioni come tecnico delle luci. Lo conosceva bene Bob Stuart.
Quando quella sera, uscii sconvolta dal suo ufficio dopo che egli mi propose quella specie di scambio –come lo definì lui- per poco non gli spaccavo il naso con la porta, tanta fu la virulenza con cui la spalancai, con tanto di occhi sbarrati.
-Scusi…sono mortificata…non credevo…mi dispiace…e adesso…Mannagg a miseria!!!- dissi con voce accorata e aggiungendo al mio inglese anche una punta di dialetto napoletano, che accompagnava sempre le mie imprecazioni anche quando stavo lontano da casa.
Kevin stava accovacciato a terra con il naso sanguinante –Ma dove cavolo andavi con tutta quella fretta?!!! Le prove sono pure finite…prenditi un calmante ragazzina…così magari eviti di fare danni!
A quel punto scoppiai in lacrime e mi accasciai a terra
–Santo cielo!...Ti senti male?…Mio Dio…è il colmo, a momenti mi spaccavi il naso e tra i due quella che sviene sei tu…- Disse Kevin con un tono quasi comico; e in quella disperazione, malconcio com’era, riuscì a strapparmi un sorriso.
Da quel giorno diventammo grandi amici. A volte durante la pausa pranzo mi fermavo con lui a chiacchierare, e tra fili e riflettori mi raccontava di sua moglie e dei suoi cinque figli, delle sue aspirazioni giovanili. Gli parlai di me, dell’Italia, dei dipinti di mia madre e del sassofono di mio padre, l’unica cosa che lasciò a casa prima della fuga, e di certo non come ricordo ma solo per dimenticanza.
Divenne il mio confidente, l’unica persona sincera con cui potessi parlare in quell’ambiente di prime donne isteriche e pronte a tutto. Gli raccontai della proposta oscena di Bob Stuart, ed ebbi da lui la conferma del fatto che il mio non fosse stato un caso isolato, e che negli anni addietro alcune ragazze addirittura persero il posto in compagnia per questo motivo. Io divenni una di quelle.

-Susie, questo posto ti fa male, dannazione!!! Sono più le volte che piangi che quelle che sorridi da quando ti conosco…Allora racconta…- Si sedette accanto a me su quelle fredde scalette di ferro, quelle che di solito stanno dietro le quinte, e sui cui gradini a stento entrava il suo sederone.
-Avevi ragione…alla fine mi ha sbattuta fuori a calci nel sedere…e senza uno straccio di valida motivazione, ovviamente. E adesso…???...che faccio adesso? Chiamo mia madre e le dico che forse la prossima volta è meglio se vado a letto con uno sconosciuto?...aiutami Kevin, che devo fare?…è ora dei tuoi consigli, quelli a bruciapelo e con il “cuore in mano”, come diciamo a Napoli, e che solo tu mi puoi dare.
Assunse la sua classica posa da oratore, tanto buffa, che tirava fuori nel momento in cui mi dispensava i suoi consigli paterni.
–Ascolta, forse ho qualcosa di interessante per te…Che ne pensi dei video clip?- Mi disse con sguardo interrogativo, quasi per sondare il terreno ed assicurarsi di poter centrare nel segno
–Belli, nuovi, mhmhm…nuovi, da provare- risposi con fare depresso
–Susie, e dai…io sto dicendo sul serio, che risposta è belli, nuovi, da provare, mica sto parlando dell’ultimo tipo di gelati in commercio…E su…- E riuscì di nuovo a strapparmi un sorriso. In questo è sempre stato un mago.
-Forse tu non ti rendi conto di quello che sto per proporti Susie. È la tua occasione per lavorare con un grande, con un giovane genio della musica…Mia figlia si strapperebbe i capelli se solo lo incontrasse…
-Kevin…guarda non lo so…forse è meglio che lascio perdere…che lascio la danza…l’America e me ne torno a Napoli. Ti ringrazio…Ma forse questo è un segno. La mia strada è un’altra, che ne so…farò la…la…la conducente di autobus…Guarda sono così demotivata che nemmeno…nemmeno se…,che ne so, Michael Jackson mi chiedesse di ballare con lui avrei il coraggio di mettere i piedi su un palco adesso…
-Ah…ok. Se la metti così…la mia proposta è proprio l’ultima cosa che cerchi
-Kevin ma che cerco, non lo so nemmeno io che cerco…Che cerco, Michael Jackson? Andiamo siamo realisti.
-Veramente ti sta cercando lui…
-Ok, credo che la botta che ti diedi qualche mese fa stia dando i suoi effetti ora. Kevin non ti offendere ma secondo me devi farti vedere da qualcuno…Deliri…
-Fidati, inizierai a delirare tu quando ti avrò spiegato tutto.


Anto (girl on the line)
00sabato 12 dicembre 2009 00:15
Ciao Sere,i primi due capitoli di questa fan fiction sono molto invitanti,mi piace come scrivi.Posta il seguito al più presto please!! :)
Allyss
00sabato 12 dicembre 2009 00:25
Re:
Anto (girl on the line), 12/12/2009 0.15:

Ciao Sere,i primi due capitoli di questa fan fiction sono molto invitanti,mi piace come scrivi.Posta il seguito al più presto please!! :)




daccordissimo....

piace molto anche a me il tuo modo di scrivere....aspetto il seguito...
(dirtydiana85)
00sabato 12 dicembre 2009 10:08
Anche a me!!! Continua sono curiosa!! [SM=g27828]
GioTanner
00sabato 12 dicembre 2009 10:25
posso farti i miei più vivi complimenti? No sai perchè, te li meriti del tutto...solo 22 capitoli? Solo? Oh cavoli, allora li leggerò per 10 volte l'uno così da poter farmeli entrare in testa!
Mi piace il tuo modo di scrivere, ansi devo dir la verità in ogni cappy che faccio tengo sempre in mente che uno DEVE descrivere la storia e non compierla soltanto.
Tu questo lo fai egregiamente, magari l'esperienza, non so.
Che dire se non brava? In 2 capitoli hai spiegato una storia, hai spiegato il carattere di Susanna Marie e molto di più hai anche accennato un sogno di una ballerina, e anche di come a volte è in realtà il mondo dello spettacolo -a compromessi-
questa si chiama arte, arte vera, e il tuo modo di scrivere è degno di lode.
Me ne dispiaccio solo perchè siano così pochi.
Per il resto, HO DOVUTO COMMENTARE questa storia, perchè appena letta, ahimè, mi ha colpito, e in senso buono!
Un bacio, ah, altra cosa, magari non te ne importa granchè, ma hai tutta la mia stima.
Sere-88
00sabato 12 dicembre 2009 10:49
Re:
GioTanner, 12/12/2009 10.25:

posso farti i miei più vivi complimenti? No sai perchè, te li meriti del tutto...solo 22 capitoli? Solo? Oh cavoli, allora li leggerò per 10 volte l'uno così da poter farmeli entrare in testa!
Mi piace il tuo modo di scrivere, ansi devo dir la verità in ogni cappy che faccio tengo sempre in mente che uno DEVE descrivere la storia e non compierla soltanto.
Tu questo lo fai egregiamente, magari l'esperienza, non so.
Che dire se non brava? In 2 capitoli hai spiegato una storia, hai spiegato il carattere di Susanna Marie e molto di più hai anche accennato un sogno di una ballerina, e anche di come a volte è in realtà il mondo dello spettacolo -a compromessi-
questa si chiama arte, arte vera, e il tuo modo di scrivere è degno di lode.
Me ne dispiaccio solo perchè siano così pochi.
Per il resto, HO DOVUTO COMMENTARE questa storia, perchè appena letta, ahimè, mi ha colpito, e in senso buono!
Un bacio, ah, altra cosa, magari non te ne importa granchè, ma hai tutta la mia stima.



Ti ringrazio tanto per i bei complimenti... [SM=g27823].
22 capitoli, si, forse sono pochi,si forse piano piano mi verrà da aggiungere qualche dettaglio, ma quando l'ho finita di scrivere ho sentito che quella storia doveva andare così, per lasciare a tutti voi, a tutti NOI, la possibilità di sognare ancora...
Siamo noi i veri capitoli di quella storia...e ne siamo infiniti...Grazie cara. un Bacio
lallamj
00sabato 12 dicembre 2009 11:27
questa ff me gusta... aspetto il seguito... avete visto, ve ne state accorgendo che c' è bisogno al più presto di una sezione solo per le fan fiction?
Sere-88
00sabato 12 dicembre 2009 15:12
Tra meno di mezz'ora mi parte il treno.Starò fuori casa per un paio di giorni, ma prima di andare voglio lasciare ancora qualcosa ai miei primi lettori e a chi ancora non mi conosce. Buon fine settimana e buona lettura.

Cap 3
Tutto era pronto, le coreografie erano state messe a punto. Il mondo doveva essere preparato ad un nuovo grande successo.
Michael Jackson era all’apice della sua fama. Erano gli anni in cui davvero aveva tutto; soldi, successo, grammy, bellezza e giovinezza; il tutto ovviamente contornato da critiche, illazioni, pettegolezzi da parrucchiere…Il prezzo che tocca pagare quando si diventa una delle più grandi star del panorama musicale di tutto il mondo!
Ma lui non voleva piegarsi a tutto questo, ed aveva ancora la forza di tentare di vivere una vita normale, o quanto meno fatta anche di svago oltre che di lavoro ossessionato.
Per quella sera volle essere spettatore e non mattatore da palcoscenico.
-Stasera ho voglia della poltrona di un teatro. Che ne dici Jim? Ti va di vedere uno spettacolo a Brodway stasera?
Come se poi avesse avuto possibilità di scelta. Jim Gellhorn era pagato per accompagnare Michael Jackson nelle sue uscite semi-pubbliche, per evitare che ad ogni passo venisse calpestato da una folla di fan assatanati. Faceva un po’ di tutto, guardia del corpo, collaboratore, gli teneva conti, organizzava l’agenda; ma in fondo era anche un buon amico, Mike si fidava di lui.
Si recarono allo State Teatre.
Ovviamente la sua presenza non passò inosservata. Vennero riservati a lui e al suo gruppo dei posti d’onore. Il tutto fu fatto all’ultimo momento; i membri della compagnia non vennero neanche informati della presenza di quell’illustre spettatore; Mike chiese esplicitamente agli organizzatori di non dire nulla loro…Per quella sera avrebbe voluto essere uno come tanti; del resto chi si esibisce non viene informato del nome e del cognome di ciascun membro del pubblico, e così fu.
Si apre il sipario…lo spettacolo comincia.
Non riusciva a rilassarsi; non poteva fare a meno di guardare tutto sottoponendolo alla sua deformazione professionale. Effettivamente i ballerini erano bravi. Buona la dinamica, la sincronicità, la ritmica…ma ad un certo punto si perse. Il suo sguardo divenne tutt’uno con le sinuose, eleganti e allo stesso tempo grintose movenze di una delle ballerine. Faceva una piccola particina da solista e per il resto faceva da corpo di ballo…ma che corpo…e che ballo. Magnetismo allo stato puro; faccia pulita, sguardo languido, totalmente assorta nella sua arte. Quella ragazza si offriva al pubblico come non aveva mai visto fare a nessuna…lei si che aveva lo spirito giusto…lei si che dava spettacolo. Ma chi era? Voleva incontrarla per farle i complimenti.

lallamj
00sabato 12 dicembre 2009 15:28
bello!!!!!!!!!!!!!!! cerca di postare il quarto cappy quando torni, non ti far pregare anche tu!
Allyss
00sabato 12 dicembre 2009 15:37
colpito...e affondato direi.....eheheh....

mi piace....non vedo l'ora che torni dal week-end per procedere con il racconto...
lallamj
00sabato 12 dicembre 2009 15:50
e brava la nostra susan... si fa subito notare dalla persona giusta... evviva il destino!
Anto (girl on the line)
00sabato 12 dicembre 2009 15:51
[SM=x47932] Brava brava brava,mi piace anche questo cappy.Attendo il tuo ritorno [SM=g27828]
Jacko_4e
00sabato 12 dicembre 2009 16:06
Molto invitanti questi capitoli... eheh
Non vedo l'ora di leggere il seguito
michaelina96@
00sabato 12 dicembre 2009 18:17
bravissima solo ora ho letto la tua ff ed è stupenda anche questa,continuala presto,complimenti... :-)
morrison79
00sabato 12 dicembre 2009 22:39
credo che inizierò a leggere anche la tua di ff... è davvero interessante.. questi primi 3 capitoli mi sono piaciuti molto.. scrivi molto bene!
complimenti... davvero!
Antonella-60
00domenica 13 dicembre 2009 17:42
[SM=g27811] .........a quando il 4° capitolo ?
BEAT IT 81
00domenica 13 dicembre 2009 17:49
Mi aggiungo anch'io alle tue lettrici, la tua ff è bella e complimenti davvero x come scrivi, sei bravissima. Nn vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo.
Sere-88
00lunedì 14 dicembre 2009 13:29
La vera storia di un racconto inventato...[FanFiction] cap 4-5
Rieccomi di ritorno dalla capitale!
Dunque, dove eravamo rimasti?...Ah si, innnanzitutto ringrazio tutte le persone che mi hanno quotata e che stanno seguendo la mia storia con partecipazione.
Spero che quanto mi accingo a raccontarvi vi possa incuriosire ancora...
Buona lettura a tutti!

Cap 4
Quanto amo il teatro; ogni sua molecola è per me molecola di vita; il sipario pesante e polveroso, l’odore della pece per non scivolare, le quinte…
Prima di uno spettacolo seguo sempre un mio rituale particolare. Mi allontano nell’angolo più recondito del backstage e tra aste, riflettori, parti di scenografia e resti di costumi di scena trovo la mia dimensione. In religioso silenzio massaggio ogni minimo muscolo con accortezza e riscaldo il mio bene più prezioso, i piedi, con la perizia di un artigiano meticoloso. Per un danzatore il corpo è un tempio sacro e la sbarra il suo altare mistico.
Da bambina durante i saggi che preparavo nella scuola in cui ho studiato, in quei piccoli teatri della periferia di Napoli, mentre aspettavo di entrare in scena per esibirmi guardavo in alto verso il soffitto e mi perdevo in quel groviglio di fili e luci colorate. Immaginavo che su quelle alte impalcature camminassero degli spiritelli dispettosi che da lassù guardavano i ballerini in scena e decidevano se farli cadere o farli danzare. E allora poco prima di mettere i piedi sul palco alzavo gli occhi e pregavo intensamente gli spiritelli perché mi permettessero di eseguire bene i miei passi e di far commuovere mamma che era tra il pubblico.
Erano più di dieci anni che non facevo una cosa del genere, ma quella sera sentii forte il richiamo di quel dolce ricordo di infanzia ed allora sorridente ed un po’ sorpresa, prima di entrare in scena, gettai un’occhiata al cielo.
Gli spiritelli mi fecero danzare come non avevo mai fatto. Vivevo il mio corpo in tutta la sua energia, sentivo la forza, la pulsione, la delicatezza, la tensione, ma soprattutto mi stavo divertendo.
Terminata la serata, noi della compagnia venimmo avvisati del fatto che tra gli spettatori quella sera c’era Michael Jackson. A quel punto si scatenò il putiferio.
Per tutte le ragazze del corpo di ballo iniziò la caccia all’uomo. Volevano incontrarlo…anzi divorarlo direi. Autografo, foto, baci, abbracci e se ci fossero riuscite, anche qualcos’altro. Sapevo che in quel senso ci avrebbero provato tutte.
Nella compagnia non avevo nessuna amica. Tutte assatanate di successo a tutti i costi, pronte a vendersi all’ultimo degli impresari anche per un contratto misero. Sanguisughe, invidiose ed arrampicatrici sociali. Una buona parte di loro era italiana; quelle mi odiavano più di tutte, altro che spirito patriottico, e tutto a causa del fatto che nel casting di Roma Bob Stuart mi scelse per prima, subito, dopo una sola selezione. Ricordo che mi guardò e disse –Perfetta, stavo cercando proprio te…
In quei mesi sempre in giro a parte le chiacchierate con Kevin e le telefonate dall’Italia di Diana, la mia migliore amica da sempre, ero sola, non parlavo con nessuno. Preferivo stare per conto mio, piuttosto che girare a fare la grupie per i locali notturni di mezzo mondo con le altre.
Anche in quell’occasione mi tenni fuori dal mucchio; non mi andava di stare in mezzo a quelle arpie maliziose, e poi io, troppo poco maliziosa, apprezzavo Michael Jackson come artista, anche se effettivamente aveva un fascino fuori dal comune, ma comunque non avevo nessuna intenzione di buttarmi ai suoi piedi come una forsennata mostrandogli la mercanzia a buon prezzo. Avevo qualcosa che si chiamava dignità da rispettare…Ma che vuoi che ne capissero quelle altre.
E poi del resto in quella tale confusione che avrei potuto dirgli…”Salve Mr. Michael Jackson, sono una sua estimatrice dalla sorridente Italia…Volevo sincerarmi con lei per le sue straordinarie doti di cantante, ballerino, performer…ecc…ecc…” In effetti aveva tutto quell’uomo. Chissà se sapeva volare…Ah già…volare no, ma camminare sulla luna si…Era perfetto allora.
Lui di certo non aveva niente da dirmi…
E così quella sera dopo lo spettacolo andai in camerino, mi struccai, raccattai la mia roba e in quella confusione di fotografi, ragazzette urlanti e guardie del corpo, sgusciai fuori dal teatro e con il primo taxi presi la strada dell’albergo.

Cap 5
Finito lo spettacolo chiese ai suoi collaboratori di incontrare la compagnia; in realtà voleva conoscere lei e dirle quanto avesse apprezzato la sua capacità di tenere il palco e coinvolgere il pubblico.
Si recò con Jim e gli altri del suo staff nei camerini…
Una folla di fotografi gli bloccava ogni passaggio e la compagnia al gran completo, con tanto di regista, lo accolse calorosamente. Fu strapazzato dalle ragazze ancora con i costumi di scena, tra autografi, foto, sbaciucchiamenti. Tutti che gli dicevano quanto fosse straordinario. Ma in realtà in quel caos ci si era imbattuto non tanto per ricevere complimenti, ma per farne di cuore ad una ragazza…una di loro…ma nessuna di loro in effetti…
-Jim?...Hai capito chi sto cercando…?
-Si Mike…è la millesima volta che me lo dici…La ragazza mora con i capelli ricci lunghi…Ho capito
-Jim…
-Si Mike…
-Ma non c’è la mia ragazza mora con i capelli ricci lunghi che stavo cercando…-Stava per abbandonare le ricerche quando…
-Eccola!!!....Ehi…scusa! Santo cielo…Scusate…mi fate passare un attimo- tentava di farsi largo tra la gente-…anzi qualcuno chiami quella ragazza mor…
Nemmeno il tempo di finire la frase che S gli passò davanti a razzo, uscì dal teatro e si infilò in un taxi. Se l’era fatta scappare…


michaelina96@
00lunedì 14 dicembre 2009 14:26
wow bellissimo questa è una caccia alla ragazza.....mi piace tantissimo questa ff sei davvero brava continua presto!!!
Anto (girl on the line)
00lunedì 14 dicembre 2009 15:39
Bello il capitolo,brava!!Continua al più presto!!
GioTanner
00lunedì 14 dicembre 2009 17:24
molto originale e come sempre scritto alla grande, credo sia innutile dirti che sai mettere tensione ma riesci a comunicare meglio che puoi scrivendo.
Brava, sempre più brava, aspetto il continuo, mi raccomando. Un bacio!
lallamj
00lunedì 14 dicembre 2009 17:31
fammi leggere subito!
(martiii)
00lunedì 14 dicembre 2009 18:38
Continuaa presto ti pregooo !! Complimenti ;D
Allyss
00lunedì 14 dicembre 2009 20:36
Re:
michaelina96@, 14/12/2009 14.26:

wow bellissimo questa è una caccia alla ragazza.....mi piace tantissimo questa ff sei davvero brava continua presto!!!




quoto...questa cosa della caccia è davvero forte.....continua al piu' presto...
Sere-88
00martedì 15 dicembre 2009 12:00
La vera storia di un racconto inventato...[FanFiction] 6-7
OK, fino ad adesso abbiamo carburato, è ora di entrare nel vivo della storia. A partire da quelli che vi presento oggi, i capitoli che seguiranno sono stati per me di grande coinvolgimento emotivo. Spero che possiate anche voi condividere questa cosa.
Comunicatemi sinceramente ogni vostra opinione, anche negativa.
Siete pronti per questo viaggio???....Allora buona lettura.

Cap 6
-Allora ragazzina ascoltami bene. Quello che sto per dirti potrebbe farti venire un infarto istantaneo. Sei pronta? -disse Kevin con una faccia seria e quasi preoccupato per la capacità di resistenza delle mie coronarie…
- Michael Jackson ti sta cercando…Anzi ti spiego meglio. Durante le prove dell’ultimo video che sta preparando, quello che ha a che fare con un film…una cosa del genere, non so bene di che si tratti, cmq una delle ballerine si è fratturata una caviglia. È fuori gioco. Sta cercando una sostituta e in fretta anche. Il suo staff si è rivolto a Bob Stuart, perché pare che Michael sia rimasto soddisfatto del vostro spettacolo che ha visto la settimana scorsa. Voci di corridoio dicono che però stia cercando una in particolare. Non so con sicurezza chi sia, ma il mio sesto senso mi dice che quella sei tu, del resto sul palco quelle quattro sciaquette te le mangi.
-Kevin andiamo….non diciamo sciocchezze… E poi figurati se quel porco di Stuart non ha già selezionato quelle da mandare al provino con Michael Jackson…e ovviamente io non sono una di quelle…OVVIAMENTE! Non facciamoci illusioni…
-Si, ma adesso tu non fai parte più della sua compagnia e sei libera di fare tutti i provini che vuoi…Fidati, so io chi contattare per trovarti un aggancio e poter partecipare al provino. Ho un caro amico che lavorerà come tecnico nel suo staff per il suo primo tour mondiale da solista, una cosa grossa…Fidati…a costo di scomodare anche il Padre Eterno ti farò andare a quella audizione…
Perplessa e rassegnata mi affidai a Kevin e ai suoi sapienti consigli…Del resto che avevo da perdere. Dal quel giorno sarei stata disoccupata.

Los Angeles, 28 agosto 1987.
Notte in bianco…totalmente in bianco. Avevo preso sonno all’alba e per di più la sveglia non aveva suonato…
-Dannazioneeee….!!!! Tutte a meeeee!!!! –Urlavo disperatamente mentre mi lavavo i denti, mi infilavo i pantaloni e mi preparavo la borsa…Tutto contemporaneamente…
Arrivai a destinazione.
Ero in ritardo di mezz’ora. Che stupida. Mi ero giocata anche questa possibilità.
-E chi lo dice a Kevin?- Pensavo tormentandomi le unghie. Ero dispiaciuta più per lui che per me; sapevo che aveva fatto i salti mortali per fare in modo che potessi esserci anche io quella mattina e come una deficiente avevo buttato all’aria tutti i suoi sacrifici.
Fuori a quella porta presi il coraggio a quattro mani; non avevo altra scelta, entrai…
Dall’ ingresso non si vedeva la scrivania dietro cui era seduto Michael e gli assistenti alla coreografia. Si vedeva solo un gruppetto di ragazze, tra le quali le solite facce note, come mi aspettavo. Alla porta una tizia bruttina, occhialuta e piena di fogli in mano mi disse con una vocina a mitraglietta che dovevo compilare un modulo con i miei dati. Mi indicò un piccolo tavolino poco lontano su cui mi sarei potuta appoggiare per scrivere.
Feci per avvicinarmi al tavolino quando lo vidi con la coda dell’occhio, e con la penna in una mano e il foglio nell’altra mi impalai a guardarlo come una stupida. Camicia rossa, capelli legati. Era lui. Occhi grandi…sorriso appuntito come quello di un joker…una fossetta accennata che gli segnava il mento…quel collo erto che usciva procace dalla camicia…quelle dita lunghe che tamburellavano impazienti sulla scrivania…quelle…
-Oh Susà!!! Ma la vuoi finire!!! Gli squilibri ormonali oggi non sono ammessi…e un po’ di professionalità e che diamine! Prima ti metti a criticare le tue colleghe e poi te lo spogli con gli occhi…E che miseria…non lo vedi che sei ridicola!?- una voce risuonava impetuosa e severa nella mia mente e mi diceva di farla finita di fissarlo come un’idiota. Ma a quanto pare i risultati furono scarsi.
Mike sembrava insofferente, non riusciva a stare fermo un attimo. Prima metteva le braccia conserte, poi la mano sotto il mento, poi muoveva gambe e piedi come per accennare dei passi. Ad un tratto con la mano destra si toccò leggermente il lobo dell’orecchio sinistro; ruotò la testa verso di me e quegli occhi bruni mi tramortirono come una fucilata.
Con uno scatto brusco tese il braccio nella mia direzione cambiando espressione; sentii una voce… e pensai…-Kevin…ecco l’infarto!!!

Cap 7
–Perfetta, stavo cercando proprio te!
-NO!!!...anche lui…ma che è un’epidemia –Dissi fra me e me in una frazione di secondo
-Dico a te…ehi…la ragazza con il foglio in mano… -disse mentre agitava la mano destra come per risvegliarmi da quello stato di incoscienza in cui mi trovavo. Tutte le persone in quella stanza mi guardarono contemporaneamente, allibite.
Al suono di quelle parole mi girai istintivamente indietro, non c’era nessuno. Quando mi rivoltai sussurrai a mezza voce –Ma chi io??
-Si tu, tu. Finalmente ti ho trovata e questa volta non mi scappi da sotto il naso…
-Ma io veramente non ho neanche ballato Mr. Jackson…non saprei…c..c..cosa…
-Scusami ma tu sei qui per il provino?
-Si
-Allora considera come se lo avessi già fatto. Tutte le altre…mi dispiace, ma potete andare…Siete state grandi…ma io cercavo proprio lei…scusate ancora. Comunque lasciate lo stesso i vostri dati al mio collaboratore, potrei ricontattarvi per qualche altro lavoro. Grazie ancora per le belle esibizioni…Ciao a tutte.
Nel giro di un istante si innalzò un vocio di fondo in cui ebbi modo di riconoscere chiaramente la parola “raccomandata” che usciva dalla bocca di tutte le altre ragazze presenti.
Ero sconvolta…-Cavolo, ma Kevin conosce proprio gente in alto- fu l’unica spiegazione che seppi darmi al momento…Non ci stavo capendo un tubo.

-Jim fai uscire tutti per favore, io e lei abbiamo da lavorare…grazie- Disse sorridente.
Jim annuì; fece cenno agli altri presenti di abbandonare la sala prove. Tutti andarono via.
Io e lui in quella stanza.
-Ciao, è un piacere incontrarti; sono Michael Jackson- disse con tono colloquiale come fosse l’ultimo degli sconosciuti che mi si presenta ad una festa; mi tese la mano.
Rimasi esitante a due metri da lui, c’era qualcosa che mi teneva le scarpe incollate al pavimento. Poi, come svegliata di soprassalto da uno stato di trans –Ah si…scusi…cioè salve mi chiamo Susie…Anzi… veramente no…
In quel momento devo essergli sembrata una cretina, perché con sguardo interrogativo e un mezzo sorrisetto malizioso disse –Non ti chiami Susie…? È un peccato perché lo trovo un nome delizioso…è così musicale…Susie, Susie, Susie…bello no? –Guardava in alto mentre ripeteva quel nome quasi estasiato…In realtà non avevo mai trovato Susie così entusiasmante…fino al quel momento…
-In realtà mi chiamo Susanna Marie… De Matteo; sono italiana
-Che bello…beata te. Comunque mica è un problema se ti chiamo Susie?…mi piace davvero non sto scherzando…-Mi disse con un sorriso disarmante che mi tolse dieci anni di salute –Di dove sei per la precisione?
-Napoli…
-O santo cielo che poesia…Totò…Hai mai visto quel film in cui fa la parte del burattino, Pinocchio?...Come si intitolava…mhmhm- disse mordendosi il labbro in un modo così sensuale da far uscire fuori dai gangheri anche una suora di clausura e stringendo leggermente gli occhi come per cercare di scavare qualche ricordo recondito nella memoria.
-Mhmhm…”Totò a colori” se non sbaglio…non ne sono sicura però…-sorrisi quasi timorosa.
-Giusto!...brava proprio quello…bello. Comunque torniamo a noi…
Mi stavo iniziando ad ambientare. Questa piacevole digressione partenopea mi aveva messo a mio agio. Mi tolsi la borsa dalla spalla e la poggiai a terra. La salivazione era ripresa; potevo parlare adesso.
-Ma lei mi conosce Mr. Jackson?
-Diamoci del tu…In fondo non credo di essere tanto più vecchio di te. Quanti anni hai?
-Ventuno…Anzi…no, che dico…ventidue…domani ventidue…
-Wow domani è il tuo compleanno? Dove lo festeggerai?
-Eh più che dove, forse il problema sarebbe con chi…Qui non conosco nessuno, sono nuova di queste parti…- risposi imbarazzata e sorpresa dal suo modo di fare così informale. Fino a quel momento lo avevo immaginato un tipo tutto sulle sue con la puzza sotto al naso.
-Io sono di queste parti quindi da oggi puoi aggiungermi alla lista dei tuoi conoscenti, se non ti dispiace. Guarda a questa cosa del compleanno credo si possa rimediare, lo festeggi da me…Ti va? La mia casa è grande abbastanza direi…E poi adoro le feste…
-Eccone un altro!- pensai -Pure lui che ci prova, nooo!!!…Che delusione, credevo fosse una persona seria…Certo che ambiente di merda questo, più si alza il livello e peggio è…
–No guardi…guar..da, ti ringrazio ma non mi sembra il caso- dissi evidentemente a disagio.
-Scusami, penserai che sono un cafone. È comprensibile che tu non voglia festeggiare il tuo compleanno a casa di uno che hai appena conosciuto. Però nulla vieta che uno appena conosciuto possa invitarti a festeggiare il suo di compleanno…Siamo nati lo stesso giorno…
Dopo la mia prima esperienza fallimentare con le avances, quella situazione mi stava mettendo in grave difficoltà. Ero sulla difensiva…Ma poi ho razionalizzato e mi sono detta –Ma ti pare che Michael Jackson non ha l’occasione e le conoscenze per portarsi a letto una gnoccolona di top model. Tra tante bellissime donne che incontra nel suo lavoro, figurati se si pregiudica la faccia e la reputazione con una tal dei tali qualsiasi che viene dall’Italia e che non è nessuno.
E poi quel ragazzo aveva gli occhi buoni, sinceri…puliti.
Il mio viso divenne di mille colori; avevo le orecchie in fiamme…-Va bene, allora se la metti così…accetto l’invito.
-Ok allora perfetto, ci divertiremo vedrai…Ah un’ultima cosa…
-Si
-Vorrei vederti ballare…Sia chiaro, sei stata presa, ma ti ho visto l’altra sera a teatro. È da quella sera che ho voglia di vederti ballare…
Erano le 11:30 del mattino del 28 agosto 1987. quel giorno per la prima volta danzai con tutta la mia passione…Quel giorno per la prima volta danzai per la mia più grande passione.

(martiii)
00martedì 15 dicembre 2009 16:45
*_*
BEAT IT 81
00martedì 15 dicembre 2009 16:54
Bello, bello!!! Ti prego continua!!!
lallamj
00martedì 15 dicembre 2009 17:15
devo farti i mie più vivi complimenti, scrivi davvero molto bene...
Michael's fan
00martedì 15 dicembre 2009 17:28
Bellooooooooooooooooooooooo
Sere-88
00martedì 15 dicembre 2009 17:57
Re:
lallamj, 15/12/2009 17.15:

devo farti i mie più vivi complimenti, scrivi davvero molto bene...




Grazie, grazie, grazie, faccio del mio meglio...
Mi auguro che ciascuna di voi possa almeno un pò rispecchiarsi in Susanna e nella sua semplicità. Ho cercato di rendere la sua storia quanto più relistica è possibile e se anche il finale è purtroppo in parte quello noto a noi tutti, nelle pagine che seguiranno cercherò di trasmettere un messaggio positivo, così che da una perdita dolorosa si possa trarre un bene prezioso.
Baci e al prossimo capitolo [SM=g27822]
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