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LilyLuna
00sabato 3 luglio 2010 22:19
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Thank You for the Music (and for the Man in the Mirror)

Torino, 30 Giugno 2009

I'm nothing special, in fact I'm a bit of a bore
If I tell a joke, you've probably heard it before


“Sei pronta?” la voce della sorella la raggiunse dal corridoio.
Valentina si sistemò un ciuffo ribelle castano e lanciò un’occhiata tesa allo specchio.
“Credo di sì” mormorò dandosi un’ultima sistemata allo sbuffo del vestito ed uscendo dal bagno.
“E tu sei pronta?” domandò a sua volta in direzione di Laura che stava scendendo le scale di corsa.
“Tutto a posto” le assicurò la sorella maggiore sistemando il borsone in macchina e tornando dentro ad una velocità inverosimile.
“Ehy risparmia le energie per la tua gara!” la rimbeccò Valentina sorridendo divertita.
Laura roteò gli occhi.
“E tu risparmia il fiato per il tuo saggio” rispose inginocchiandosi per allacciarsi una delle sue preziosissime Converse.
“Tutti in macchina!” esclamò un irritato signor Furano dando un’occhiata all’orologio.
“Arriviamo!” esclamò Laura affrettandosi a chiudere a chiave il cancello e saltando in macchina.
“Siamo in ritardo!” aggiunse la signora Furano allacciandosi la cintura di sicurezza.
“Io ve lo dico sempre: non aspettate l’ultimo momento per incominciare a prepararvi,ma voi no!Avete sempre qualcos’altro da fare!”
“Mamma… Partiamo!” la interruppe Valentina saltando in macchina, non prima di aver dato un buffetto affettuoso alla cagnetta di casa.
La signora Furano fissò la figlia con sguardo minaccioso,ma non aggiunse altro.
Il marito mise in moto e la palio color notte si avviò verso la palestra dove si sarebbe tenuto il saggio di canto di Valentina.

But I have a talent, a wonderful thing
'Cause every one listens when I start to sing


Con un sospiro,la ragazza si infilò le cuffie del suo ipod nelle orecchie e prese ad ascoltare la canzone che per settimane aveva provato e riprovato senza un attimo di tregua per le sue corde vocali.
Era uno dei suoi brani preferiti, probabilmente perché le ricordava un insieme di ricordi misti a emozioni che indelebili avevano segnato il cammino di Vale e sua sorella.

I'm so grateful and proud
All I want is to sing it out loud


Un inno alla musica, alla dedizione di una vita trascorsa a rincorrere i propri sogni. Sogni composti dal più accordato dei pianoforti: una docile nenia che aveva accompagnato le due fanciulle sin dalla più tenera età.

Mother says I was a dancer before I could walk

Laura aveva iniziato ad arrampicarsi sulla scala delle note musicali a cinque anni, quando assieme ai genitori e una baby Valentina,assistette ad un’esibizione tratta dal musical Grease durante una recita del cugino.
Fu quando vide le prime scarpette tirate a lucido muoversi sul palco, quando udì le prime energiche note rifluire all’unisono da decina di labbra,che nella testolina di Laura prese a tracciarsi un cammino chiaro e luminoso: il cammino della musica.
La piccola prese presto a cantare e ballare da mattina e sera, esibendosi in piccoli teatrini talvolta affiancata dalla sorella o qualche cugino.
Forse perché stanchi di quel piccolo uragano di melodia che vorticava per casa, i genitori iscrissero la bambina ad un corso di canto.
La cosa diede subito i propri frutti, poiché qualche anno dopo la piccola ebbe l’occasione di interpretare il personaggio di Gavroche in un rivisitamento italiano del Musical “I Miserabili”.
She says I began to sing long before I could talk

Forse fu l’influenza della sorella o molto più probabilmente la musica era una componente fondamentale del DNA Furano: ben presto, infatti,anche Valentina incominciò a sviluppare un interesse particolare per questo tipo di arte.
A quattro anni,iniziò a frequentare una scuola di danza,dove coltivò il suo sogno per cinque lunghi anni.
Dopodiché a nove anni,scoprì la magia del canto. Da quel momento in poi, nessuno avrebbe più potuto impedirle di far rifluire dentro di se l’emozione che provava quando il microfono giaceva immobile nelle sue mani, pronto ad accompagnare le sue note con obbedienza e lealtà.

And I've often wondered, how did it all start
Who found out that nothing can capture a heart
Like a melody can?


Ironia della sorte, nel momento esatto in cui Vale si innamorò del canto,nella sua famiglia, ci fu una sorta di passaggio di testimone.
Fu infatti alla veneranda età di undici anni che un cappello bianco e un guanto brillantato fecero scattare in Laura la scintilla della danza:ma di questo parleremo più avanti.

Well, whoever it was, I'm a fan

Due ore dopo circa la partenza della famiglia Furano, la minore delle due sorelle reggeva un microfono in fronte ad una platea di genitori ed insegnanti di musica.
Un riflettore illuminava il suo volto bruno e teso.
La ragazza prese un profondo respiro e sorrise rilassata:era nel suo elemento.
“La canzone che sto per cantare,s’intitola Thank You for the music e prima di incominciare,ci sono un paio di Grazie che devo fare”.
La platea fissò incoraggiante la sedicenne; i signori Furano sorridevano orgogliosi, mentre Laura… Beh Laura osservava il tutto con un pizzico di orgoglio e divertimento; non per altro,aveva ascoltato quel discorso almeno un milione di volte durante le ultime due settimane (anche se ancora non ne conosceva la versione definitiva).

So I say
Thank you for the music, the songs I'm singing
Thanks for all the joy they're bringing

“Innanzi tutto grazie alla mia famiglia; grazie ai miei cugini con i quali mi esercito a Karaoke praticamente fin da quando avevo il pannolino”.
Laura e i suoi genitori scoppiarono a ridere.
“Ringrazio i miei insegnanti di canto,dai quali ho imparato a prendermi cura della mia voce. Grazie per tutti i consigli e l’incoraggiamento; grazie per avermi insegnato a far nascere la voce dal mio cuore. Grazie”
Questa volta fu il turno dell’insegnanti, per sorridere e applaudire. Eccezion fatta per mamma Furano che non potè fare a meno di commuoversi alle belle parole della sua bambina.
“Grazie a mia sorella, che è sempre stata al mio fianco nella difficile lotta per la conquista dei miei,dei nostri sogni. Noi ci siamo date manforte a vicenda durante tutti questi anni. E sappiamo anche bene entrambe,lei lo sa e io lo so, che qualsiasi cosa possa succedere…Per quanto lontane potessimo essere, ci saranno sempre tre fili a tenerci collegate.”
Laura sorrise e sollevò il dito pollice. La stessa cosa la fece Vale a pochi metri di distanza.
“Primo filo, il sangue. Siamo sorelle. Questo è il filo più resistente.”
Laura annuì e sollevò un secondo dito; così Vale.
“Secondo filo, l’amicizia. Siamo amiche. Questo è il filo più annodato,per le varie litigate e successive riconciliazioni”.
Laura si concedette una risatina,prima di sollevare il terzo dito.
“Terzo filo,la musica. Noi siamo,come disse un certo sconosciuto tizio di nome Shakespeare,fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni. Questo è il filo più delicato, ma anche quello che ci terrà unite in caso di smarrimento.”
“Sì,tipo se io finissi in un’altra epoca e Vale fosse sulla luna con i marziani,basterà tirare la corda di una chitarra e usarne la cassa come cornetta del telefono” scherzò Laura a bassa voce,subito susseguita da un coppino sulla nuca: la signora Furano aveva le lacrime agli occhi per la commozione.

Who can live without it, I ask in all honesty
What would life be?
Without a song or a dance what are we?

“Ci sono ancora due ringraziamenti che mi piacerebbe fare: il primo e alle mie muse. Coloro che mi danno l’ispirazione. Mia madre rimprovera spesso a me e a mia sorella di essere volubili: ogni giorno abbiamo una passione diversa. Ogni settimana mi ispiro a idoli diversi, mi appassiono a differenti artisti, ma una cosa è certa. Ognuno di essi ha costituito una parte importante per il mio cammino di musicista,perciò grazie.”

“Infine,il grazie più semplice, più sentito, più scontato, più vero. Grazie alla musica. Grazie per la musica. Per chi l’ha mandata a me.”

So I say thank you for the music
For giving it to me


Valentina concluse il suo discorso sotto l’applauso colpito della platea ed i sorrisi a trentadue denti dei suoi familiari (beh quello del padre era solo a 20 denti,perché gli altri,poverino,gli erano caduti recentemente).
Un piccolo cenno al disk jockey. Un brusco calo di luci. E la dolce melodia che si insinuò dentro Vale,fino a sentirla in ogni angolo del suo corpo:era ora di dar vita alla sua voce.
So I say thank you for the music
For giving it to me

Valentina eseguì un’energica e personale versione di Thank You for the music, susseguita dall’approvazione del pubblico.
“Bravissima, complimenti!” si congratulò l’insegnante di musica raggiungendola sul palco.
“Davvero un esibizione origina…”
Interruppe la frase a metà al riaccendersi le luci notando che la ragazza non si trovava più sul palco. E nemmeno nella platea.
Le bastò un’occhiata al pubblico per rendersi conto che anche il rimanente della famiglia Furano aveva abbandonato i propri posti.
Spariti.

Intanto a dieci kilometri di distanza…

“Dai cacchio corri è tardissimo!” due ragazze correvano a perdifiato lungo le stradine sterrate del paese inseguite a breve distanza dai genitori che non erano in grado di tenere il passo.
“Corri Vale!”
“Sto correndo Lauri, ce la sto mettendo tutta, ma sei tu quella che deve prepararsi per la gara,quindi perché non acceleri il passo sorellina?”
Laura ammutolì. La tensione incominciava a fare pressione sul suo stomaco,pervadendole il torso di una malsana sensazione: era il suo momento.

I'm Gonna Make A Change,
For Once In My Life

“La gara inizia fra dieci minuti e devo ancora cambiarmi: non potrò fare il riscaldamento. Uff, ma perché non sono in grado di viaggiare nel tempo?” fu il suo ultimo commento prima di avventarsi all’interno degli spogliatoi mentre sua sorella le lanciava un augurio di buona fortuna e prendeva posto sugli spalti.
Dieci minuti dopo, lo specchio situato al centro del palco emanò dei lievi bagliori spettrali in direzione della giovane accovacciata di fronte a lui. Laura teneva schiena appoggiata al vetro freddo, immersa nell’oscurità:una mano si appoggiò confidenzialmente al cappello calcato sui suoi capelli biondi.“Questa è per te Michael” mormorò la giovane accarezzando il cappello con la mano guantata.

It's Gonna Feel Real Good,
Gonna Make A Difference
Gonna Make It Right


Fu un attimo:i riflettori si accesero; la ragazza e lo specchio vennero salutati da un corteo disordinati applausi.
“Andiamo Laura” mormorò la ragazza attendendo che le prime note di “man in the mirror” si insinuassero nella sala.
“Facciamo vedere a questa gente che cosa significa ballare…veramente”.

***
“Cel’hai fatta, cel’hai fatta!” quattro Converse si catapultarono lungo la gradinata di casa Furano e raggiunsero la camera di Laura.
“Li hai stesi tutti,anche quella spilungona di danza classica!Quanto avrei voluto vederla gambe all’aria con quelle sue lunghe e flessuose ginocchia da struzzo!”
“Sinceramente,non penso che potremmo permetterci di chiamarla spilungona,dato la nostra statura…” la corresse con un sorriso Laura togliendosi il cappello di scena ed appoggiandolo ad un chiodo fissato al muro. Le due sorelle Furano erano in effetti entrambe decisamente alte (in particolare Valentina che nonostante i due anni di differenza, superava di qualche centimetro buono la sorella maggiore).
“…Ma per tutto il resto ti do ragione!”
La ragazza si sfilò la medaglia e la fissò al chiodo, levandosi anche il guanto: era sempre difficile per lei abbandonare i costumi di scena dopo un esibizione,così spesso finiva per non levarseli fino al ritorno a casa,come aveva fatto quel particolare giorno. Era come se avesse paura che le ricche emozioni provate durante la perfomance sarebbero rimaste impigliate ai vestiti per poi essere sciacquate via una volta in lavatrice.
“Mickey sarebbe stato fiero di te!” esclamò Vale con un espressione molto simile a questa faccina “u.u” Pat-Pattando il cappello bianco affisso al muro: un semplice copricapo di paglia a imitazione del classico segno di riconoscimento del Re del Pop.
Mickey..Era così che Laura e sua sorella talvolta chiamavano affettuosamente la star di “Thriller”, l’inventore del Moonwalk. Le due sorelle avevano sempre ammirato il grande Michael,sin da bambine.

Fu così che iniziò la passione di Laura per la danza:un semplice video alla TV.
Aveva undici anni,quando facendo zapping una noiosa sera di novembre, si imbattè in un film dal nome insolito: Moonwalker.
Le due sorelle, incuriosite,guardarono il film e ne rimasero immediatamente catturate,per via della fantasia e dell’originalità della sceneggiatura adatta a bambine di quelle età: sembrava proprio,come commentò uno dei loro zii il giorno successivo,che fosse stato un fanciullo stesso ad inventarne la storia.

Mentre la piccola Vale era rimasta colpita dalla dolcezza e il faccino pulito,trasparente del protagonista,un certo Michael Jackson, Laura rimase incantata dall’esibizione di Smooth Criminal. Qualcosa accadde dentro la sua testa,mentre i piedi di Michael saettavano da una parte all’altra del locale come…Beh per magia.
Laura sussultò quando i ballerini evasero la forza di gravità calandosi innaturalmente verso il pavimento.
E quel cappello…Quei momenti….Una piccolo fuoco prese ad ardere dentro di lei quella sera:quel fuoco era la danza. E la scintilla la causò grande intrattenitore di tutti i tempi: Michael Jackson.
Lentamente Laura prese a percorrere il suo cammino a passi di danza, evitando con sicurezza i grand-jetes e cimentandosi in blocchi e onde.
Con il tempo,la danza hip hop divenne parte integrante della vita di Laura, guadagnandosi una delle prime posizioni nelle sue priorità.
E nonostante lo stile che prese a costruirsi mattone per mattone si distanziasse da quello del celeberrimo Re del Pop, Michael rimase sempre in una piccola parte del suo cuore, ispirandola ed invogliandola a lavorare duro per tutelare i suoi sogni.

“Mickey non c’è più…” mormorò Laura appoggiando il cappello bianco sulla medaglia e buttandosi sul letto subito susseguita dalla sorella.
“Non fa uno strano effetto dirlo?Michael Jackson è morto…Sembra impossibile…”
“A me sembra solo terribile…” fu il commento di Valentina. La ragazza incrociò le dita dietro la nuca e prese a fissare il soffitto.
“Pensa a quei tre poveri bambini che sono rimasti senza un papà… E senza una mamma credo.”
“Qualcosa del genere,sì.” Mormorò Laura lanciando un’occhiata distratta ad una vecchia foto affissa alla parete: ritraeva una Laura dodicenne e altri quattro bambini intenti ad eseguire una buffa piroetta di fronte a cinque microfoni ad asta. La foto era un mosaico di colori,per via delle camicie variopinte dei cinque ballerini e dei loro cappelli in tinta: una buffa interpretazione dei Jackson 5.
Laura se ne rendeva conto:Michael per lei era sempre stato presente nella sua adolescenza: ma in qualcosa di diverso rispetto a un idolo o un celebrity crush. Michael era la sua guida, la freccia direzionale lungo il suo cammino; era l’uomo nello specchio. Lei lo avvertiva ogni volta che si esercitava alla sbarra da piccola, ogni volta che eseguiva un blocco o una piroetta. Michael era lì, in ogni movimento,in ogni passo, in ogni singolo brano penetrato nel suo battito cardiaco: Michael era lì.

Ma ora non c’era più.
“Vorrei tanto poter fare qualcosa per riuscire ad evitare tutto questo” mormorò afferrando una pallina di gomma e prendendo a farla rimbalzare contro il soffitto.
“Vorrei tanto poter…Cambiare le cose…Migliorarle che so… Ma non si può. Ormai è morto.”
“Vorrei tanto anch’io…” mormorò Vale prendendo ad osservare le varie fotografie e i poster che decoravano le pareti: sua sorella aveva un’ossessione per la creatività e aveva il vizio di personalizzare qualsiasi cosa finisse tra le sue zampe.
“Vorrei riuscire a parlare con i suoi bambini, e garantire loro una sicurezza. Vorrei evitare la sofferenza alla quale saranno purtroppo sottoposti. E non solo per la perdita del padre. Quei bambini verranno gettati in pasto ai pescecani. Il mondo è un covo di bestie assetate di ricchezze,Lauri. Michael li ha protetti come poteva,finchè ha potuto. Ma ora che non c’è più lui,gli staranno tutti addosso, se i parenti non riescono a tutelarli.”
“E secondo te uno che prendeva a cinghiate i suoi figli riuscirà a tutelare i propri nipoti?” fu il commento sarcastico di Laura; lo sguardo ancora rivolto alla sua pallina.
“Io invece vorrei tanto poter tornare indietro. Riuscire ad avvertire Michael di quello che comporteranno molte delle sue scelte. Gli racconterei dei giornalisti ingordi,della tristezza con la quale ha dovuto convivere tutto questo tempo. E magari si potrebbe fare qualcosa per intervenire. Forse se lui avesse saputo… A quest’ora sarebbe vivo.”
Laura interruppe il suo flusso di pensieri per riafferrare al volo la pallina. Il rumore secco della gomma a contatto con la sua mano la riscosse dalle sue riflessioni.
“Ma tutto questo non potrà mai succedere. Ovvio potremmo sempre tentare di esprimere un desiderio guardando una stella cadente o tentare di rubare un giratempo al Ministero della Magia,e se avessimo avuto cinque e sette anni sono sicura che probabilmente ci avremmo tentato. Ma di anni ora ne abbiamo 18 e quasi sedici e non penso sia più una cosa credibile,non trovi Vale?.....Vale?”
Laura sbattè le ciglia e voltò lo sguardo in direzione di sua sorella: le palpebre chiuse ed il respiro lento e regolare le annunciarono che la ragazza era felicemente appisolata.

“Non è una cattiva idea,sai?” borbottò Laura scoppiando a ridere voltandosi dall’altra parte e lasciando rotolare la pallina a terra:in una mano reggeva ancora il guanto di scena.
“Buonanotte sorellina”

Fu così che anche Laura si abbandonò tra le braccia di Morfeo,inconsapevole che al suo risveglio entrambe le ragazze sarebbero state catapultate in un avventura senza precedenti.
Una favola che avrebbe permesso di migliorare le aspettative di ben più persone di quanto avrebbero mai potuto immaginare.
Un avventura…Magica.

Note dell'autrice.

Innanzi tutto salve a tutti! è con grande entusiasmo,ma anche con ansia che decido di pubblicare questo mio racconto. è una storia che è nata un po' così,per gioco. Un regalo per la mia sorellina (la Valentina di questo racconto) alla quale voglio davvero molto bene.
Ed è quindi con un pizzico di imbarazzo e gelosia che mostro per la prima volta a qualcuno che non sia lei,questo mio "lavoro."
Per ora sono giunta al tredicesimo capitolo e ne ho ancora sei da stendere,spero con tutto il cuore di riuscirci.
Aggiungo ancora che anche se il caro Re del Pop in questo "prologo" non è presente,farà la sua comparsa nel prossimo,quindi non temete.
L'inizio non è un granchè lo so da me^^ Ma penso di potervi promettere che con il proseguire dei capitoli la storia si farà più interessante.
Consigli e pareri sono bene accetti (anzi,più che ben accetti. Diciamo che ci spero proprio).
Un bacione a tutti

Laura^^
Chiar@95
00sabato 3 luglio 2010 22:33
Ciao ho visto che hai fatto la tua.
Scusa ma ora devo rileggere un capy della mia,perchè ci saranno mille errori ma vengo subito a leggerlo.
A dopo.
marty.jackson
00sabato 3 luglio 2010 23:47
molto bello questo inizio, brava, continua [SM=g27811]
Chiar@95
00sabato 3 luglio 2010 23:51
Ho appena finito di leggere e devo dire che è bellissimoooooooooo!.
Non ho parole ora,figuriamoci per i prossimi.
Vabbhè aspetto il prossimo,con affetto Chiara.
BEAT IT 81
00domenica 4 luglio 2010 02:43
Ciao Laura!!!! Fino ad ora avevo solo letto le tue One Shot e mi erano piaciute molto, speravo che scrivessi anche tu una Ff. L'inizio è davvero intrigante e forse riesco ad immaginare cosa succederà alle 2 protagoniste ;-))))))))) . Nn vedo l'ora di leggere il seguito, sono curiosa!!!!!!!! Bacione Sara
LilyLuna
00domenica 4 luglio 2010 10:09
grazie mille ragazze <3 Davvero!
Continuerò il prima possibile.

Grazie ancora!
Chiar@95
00domenica 4 luglio 2010 14:17
Comlimenti,ho appena riletto il capy e devo dire che è un bellissimo inizio cntinua così.
Un bacio Chiara.
LilyLuna
00mercoledì 7 luglio 2010 12:40
Re:
marty.jackson, 7/3/2010 11:47 PM:

molto bello questo inizio, brava, continua [SM=g27811]




Ti ringrazio!Continuo fra poco.Un bacione!
LilyLuna
00mercoledì 7 luglio 2010 12:42
Re:
BEAT IT 81, 7/4/2010 2:43 AM:

Ciao Laura!!!! Fino ad ora avevo solo letto le tue One Shot e mi erano piaciute molto, speravo che scrivessi anche tu una Ff. L'inizio è davvero intrigante e forse riesco ad immaginare cosa succederà alle 2 protagoniste ;-))))))))) . Nn vedo l'ora di leggere il seguito, sono curiosa!!!!!!!! Bacione Sara




Ciao Sara!mi fa piacere che come inizio la mia storia ti piccia!E grazie per avere letto anche le one shot!alcune erano tratte proprio da questa storia!Un bacione!
LilyLuna
00mercoledì 7 luglio 2010 12:43
Re:
Chiar@95, 7/4/2010 2:17 PM:

Comlimenti,ho appena riletto il capy e devo dire che è un bellissimo inizio cntinua così.
Un bacio Chiara.




Ciao Chiara!Grazie mille per i tuoi commenti,mi hanno fatto davvero piacere!spero che ti piacerà anche il seguito della storia!Un bacione!
LilyLuna
00mercoledì 7 luglio 2010 12:55
Chapter 2
From Princes Charming to Thrillers (part 1)



Vale si svegliò di soprassalto.
Un tenue bagliore s’insinuò fra le sue palpebre,mentre la giovane si alzava a sedere con il fiato corto; un leggero strato di sudore freddo le imperlava la fronte.
Un incubo. Doveva aver avuto un incubo.
Si stropicciò gli occhi con fermezza e a tastò la superficie sulla quale era sdraiata riscontrando con stupore il contatto con qualcosa di gelido e per nulla confortevole: sicuramente non un letto.
Finalmente la ragazza si decise a mettere a fuoco il circondario e a sollevarsi: ciò che vide la fece sussultare una seconda volta.
Si trovava sui gradini di una graziosa villetta con piscina circondata da un recinto di siepi.
Ma la cosa più strana erano i cartelli seminati lungo il perimetro della stradina che si apriva all’ingresso della villa: tutti in inglese.
“Che cosa?” pensò fra sé la ragazza grattandosi la testa e tentando di riscuotersi,convinta di essersi intrufolata in uno di quei sogni insoliti privi di alcun significato.
“Ahy!” improvvisamente la ragazza avvertì un’incredibile dolore sulla nuca ed istintivamente si portò le mani alla testa; si voltò: la porticina di una vecchia cassetta delle lettere in perfetto stile americano era la colpevole della suo inaspettato incidente.
“Maledetto…coso!” borbottò prima di allontanarsi dalla cassetta.
“Colpa mia,non l’avevo vista signorina,mi scusi!” .
Il postino fece capolino da dietro un bidone della spazzatura e sollevò il berretto in un piccolo cenno di scusa.
Vale impiegò qualche minuto a rispondere,stordita com’era per via del dolore e dalla confusione portata dal brusco risveglio
“Non importa..” borbottò massaggiandosi la nuca e spalancando gli occhi una frazione di secondo dopo.
“Ma lei mi ha parlato in inglese!” esclamò la ragazza indicando il postino che si stava già incamminando verso la villa successiva.
L’uomo la scrutò con espressione al tempo stesso scettica e divertita.
“In americano…Ed in egual maniera lei ha rivolto la parola a me.” Spiegò con un sorrisino di scherno dipinto in viso prima di scuotere il capo incredulo e di svoltare l’angolo.
Vale non capiva. Solo qualche ora prima si trovava a casa sua (in Italia) a discorrere amabilmente (rigorosamente in italiano) con sua sorella (ovviamente italiana anche lei) comodamente accoccolata fra le coperte (devo aggiungere italiane?) mentre ora si trovava circondata da gigantesche ville multi milionarie, cassette della posta assassine ed americani antipatici in una certa…
“2300 Jackson Street” lesse la ragazza. E giusto la sera prima lei e sua sorella avevano discusso a proposito dell’omonimo Re del Pop.
“Mah..Assurdo…” fu il semplice commento della ragazza appoggiandosi con il gomito alla cassetta delle lettere (prestando bene attenzione allo sportello malevolo).
“..E di grazia..Cosa ci sarebbe di tanto assurdo nella mia umile dimora?”
La voce la raggiunse a pochi centimetri di distanza.
Valentina sobbalzò nello stesso istante in cui lo sportelletto si apriva. Il ferro colpì il gomito della ragazza che imprecò.
“Ahy uffa di nuovo!” esclamò massaggiandosi l’arto ferito.
“Mi hai spaventato” aggiunse voltandosi nella direzione dalla quale era provenuta la voce.
Scoprì che quelle parole appartenevano ad un bel giovanotto dall’espressione sospettosa,all’apparenza poco più grande di lei.
Il ragazzo si scostò un ciuffo castano dagli occhi e Vale si trovò a fare i conti con un penetrante sguardo nocciola.
“Tu invece mi irriti” replicò il giovane con un tono di voce composto e pacato. In effetti tutto in quel ragazzo, a partire dalla postura, terminando con gli abiti che indossava, rendeva un’incredibile idea di ordine e compostezza.
Eppure vi erano alcuni tocchi, una sorta di errori intenzionali, come il nodo della cravatta allentato ed il ciuffo ribelle,che concedevano al giovane un’aria di distratta eleganza.
“Che cosa ci fai appoggiata sulla mia cassetta delle lettere?”
Valentina rispose con la più sincera delle verità.
“Non ne ho la minima idea!” esclamò allargando le mani sfinita.
Le labbra del ragazzo si innacquarono a formare un sorrisetto ironico.
“Bella questa” commentò giocherellando con il nodo sfatto della cravatta.
“E sentiamo… Ti ha portato fin qui una qualche strana forma di alieno? E magari frugavi nella nostra cassetta della posta alla ricerca di impronte digitali”.
Vale fece per ribattere,ma con un piccolo gesto della mano il ragazzo le lasciò intendere che non aveva ancora finito.
“Beh,per tua informazione, gli alieni non lasciano impronte digitali. Ma anche se lo facessero, trovo difficile che uno scienziato sia già riuscito ad inventare una tecnica per prelevarle. Dopotutto,siamo solo nel 2014…”
“E per tua informazione, gli alieni non mi interessano e nemmeno le tue spocchiose spiegazioni… Un momento cosa intendevi dire con “siamo solo nel 2014”?”
Il ragazzo scosse la testa incredulo. Dopodiché si picchiettò l’indice sulla tempia e sussurrò:
“Mai pensato di far visita ad uno psichiatra?”.
La ragazza sgranò gli occhi e spalancò la bocca a metà fra lo stupito e l’offeso. Le sue gote si tinsero di un rosso acceso e se fosse stata in un cartone animato,le sue orecchie avrebbero preso a fumare.
“Razza di maleducato, presuntuoso saccente…”
“Hai intenzione di attribuirmi tutte le voci correlate alla parola “arroganza” presenti nel dizionario di sinonimi e contrari?” la interruppe il ragazzo facendosi aria con un guanto annoiato (lui,non il guanto!).
La ragazza scosse la testa incredula.
“è incredibile,parli come un principe viziato!” lo accusò fissandolo in cagnesco.
Stranamente l’espressione del giovane parve addolcirsi leggermente.
“In effetti non sei poi così lontana dalla verità” affermò indirizzandole un’ occhiata penetrante ed enigmatica che inspiegabilmente la fece arrossire.
“Prince?Con chi parli?”
Un uomo anziano fece capolino dalla porta di ingresso della villa e si avvicinò con passo instabile ai due ragazzi. La prima cosa che Valentina notò nello sconosciuto era lo sguardo: i penetranti occhi azzurri spiccavano in un incredibile contrasto per via della carnagione color cioccolata. Ma il risultato era uno sguardo terribilmente inquietante:cattivo. Questa è la parola perfetta per definirlo. Quell’uomo aveva uno sguardo cattivo.
Il giovane sorrise affabile.
“Con chi parlo nonno? Ho avuto il piacere di discorrere con questa.. “incantevole” signorina la quale giaceva appoggiata alla nostra cassetta delle lettere in attesa probabilmente che il fulmine della anormalità si scagliasse su casa Jackson. Non è vero signorina giornalista?” domandò il ragazzo improvvisando un inchino.
Troppe informazioni insieme le attraversarono il cervello ad una velocità inverosimile,senza che lei ebbe il tempo per afferrarle a pieno. Doveva rispondere in fretta e con lo sguardo di quel vecchio puntato contro simile ad una canna di una pistola, la cosa non era affatto facile come sembrava.
“Io..Non sono una giornalista.” Scelse di dichiarare infine avvertendo un improvviso giramento di testa.
“Io sono…”
“La nuova corista di tua sorella” completò la frase per lei il vecchio lasciando sia Valentina,sia il ragazzo a bocca aperta.
“Io sono cosa?”
“Lei è cosa?” domandarono entrambi all’unisono scambiandosi un’occhiata diffidente.
“Ah non fate gli idioti” li rimbeccò il vecchio freddandoli con una delle sue occhiate intimidatorie.
“Signorina, io sono Joseph Jackson, il manager di Paris, ma le sarei grata se continuasse a chiamarmi signor Jackson in futuro. Mi correggo,le ordino di rivolgersi a me come signor Jackson. So tutto delle circostanze speciali,secondo le quali lei sarebbe stata invitata da mia nipote a soggiornare nella stanza degli ospiti a Villa Jackson per l’intera durata delle vacanze estive. Ma la prego di ricordarsi che questo non è un albergo e che noi non siamo la sua servitù. Sono stato chiaro?”
“Ma io…” tentò di spiegare la ragazza interrompendosi non appena l’ennesima occhiataccia del signor Jackson le raggelò il sangue nelle vene.
“Si signore” acconsentì mordendosi il labbro nervosa. Con la coda dell’occhio individuò lo sguardo del ragazzo rilassarsi in un espressione chiaramente divertita.
“Molto bene” affermò Joe Jackson scrutandoli entrambi con attenzione prima di dirigersi verso i gradini di ingresso.
“Prince,mostrale la sua camera.”
La porta di Casa Jackson si chiuse con un sonoro tonfo e i due giovani furono di nuovo da soli al numero 2300 di Jackson Street.
“E così, sei una corista?” domandò il giovane esibendo un sorrisetto sghembo da far invidia al più malandrino dei malandrini: Valentina avrebbe tanto voluto schiaffeggiarlo.
“Proprio così!” ribatté scontrosa seguendo il ragazzo lungo i gradini d’ingresso pensando che se le cose andavano fatte,tanto valeva farle per bene.
“E tu sei davvero un principe uh?Il signor Jackson ti ha chiamato così” aggiunse avvertendo una strana sensazione attanagliarle lo stomaco ad ogni parola che diceva.
Il giovanotto scoppiò a ridere. Una risata pura,cristallina in perfetta antitesi con l’immagine matura e composta del ragazzo.
“Io non sono un Principe” spiegò scostandosi un ciuffo castano dall’occhio destro e sorridendo sornione.
“Io sono Prince Michael Jackson”.
Il mondo prese a tremarle sotto i piedi. La ragazza lasciò andare la maniglia della porta boccheggiando spaventosamente.
“Primo…” aggiunse il giovane con una nota di orgoglio impressa nel suo tono di voce.
“Il figlio di Michael Jackson?” domandò Vale a bruciapelo avvertendo d’istinto un desiderio irrefrenabile di svegliarsi dal più bizzarro dei suoi sogni,prima che iniziasse a crederlo sul “serio” reale.
“Pare di si” fu il commento di Prince che si limitò ad aprire la porta e scostarsi da bravo cavaliere per lasciare entrare Vale. Ma la ragazza rimase immobile.
“Quanti anni hai?” domandò frugando lo sguardo del giovane alla ricerca di qualche indizio a proposito dell’assurdità che le stava passando davanti gli occhi.
Prince le scoccò un’occhiata infastidita attraverso la cortina di capelli castani.
“Diciassette” rispose infine facendole cenno di entrare.
“Che giorno è oggi?” domandò ancora la ragazza pallida come un cencio.
Prince roteò gli occhi e la spinse dentro con poca gentilezza.
“Lunedì 30 giugno. 2014 come ti ho accennato pochi minuti fa. Possibile che tu sia così schizzata? Non so se a Paris farà bene stare a contatto con una come te!”.
In quel momento i muri incominciarono a vorticarle attorno. Fece appena in tempo ad individuare un visetto bruno spuntare dalla porta del soggiorno che si sentì schiacciare verso il pavimento.
“Tutto bene?” domandò Prince sorreggendola abbandonando l’espressione scettica e mordendosi un labbro visibilmente preoccupato.
“Pos…Posso fare una telefonata?” fu l’ultima flebile richiesta della nostra giovane eroina prima di perdere definitivamente i sensi.

***

Laura sbadigliò.
Immagini confuse aleggiavano nella sua testa, ma per quanto si sforzasse, non riusciva a collegarle per il verso giusto.
“Succede sempre così quando faccio questi cavolo di sogni strani…” commentò a bassa voce grattandosi la testa. Tentò di fare mente locale,in un vano tentativo di richiamare alla mente il sogno che l’aveva svegliata: era stato un sogno piuttosto bizzarro…
“Dunque mmmh… C’era una specie di tunnel…Oddio sono morta?Nah dev’essere stato il riflettore di ieri… Oppure la troppa pizza…. Sapevo che non avrei dovuto rubare quella fetta a mia sorella…”
TONK
“Ahy!” la ragazza si massaggiò la testa dolorante.
“Ma che diavolo…” imprecò tastando la superficie del suo guanciale.
“Incredibile,mi sono addormentata al pianoforte!” constatò riconoscendo il legno levigato dello strumento musicale.
“Questo spiegherebbe anche il dolore lancinante che provo al posteriore… Questo sgabello uccide le parti del corpo troppo soffici…” commentò ridacchiando poi fra sé a bassa voce.
Si guardò attorno: la luce era troppo fioca,perché la sua visuale potesse spaziare più in la di qualche metro.
Eppure in lontananza riconobbe una luce accesa.
“Mi sa che anche Vale ha avuto un incubo” borbottò fra sé avvertendo uno strano malessere mentre le parole pronunciate le vorticavano fastidiosamente nella testa.
“Un momento… Vale non era qui vicino a me? Non stavamo chiacchierando?Io…”
Lo sguardo della ragazza cadde nuovamente sul pianoforte. Un sottile raggio di luna filtrava pallido dalle persiane della finestra illuminandone la superficie lattiginosa.
“Ma questo non è il mio pianoforte” commentò tastandone il legno con un brivido.
Con il corpo tremante di esitazione, la giovane si sollevò in piedi e sbirciò attraverso una delle fessure di una persiana: l’incantevole visione di un fragile sole che dava vita ai primi respiri della giornata la travolse piacevolmente infondendole una sensazione di conforto.
“Ok, è l’alba, non ho la minima idea di dove mi trovi, né di cosa ci faccia qui, però…Uh…Mi sento a mio agio…Mmmh penso di stare definitivamente impazzendo” furono i pensieri di Laura mentre la giovane prendeva posto al piano.
“Però questo pianoforte è magnifico” commentò accarezzando i tasti d’avorio con un sorriso affascinato dipinto in viso.
Del tutto dimentiche dell’ora poco appropriata e della luce accesa a qualche camera di distanza,la ragazza si fece coraggio ed incominciò a suonare.
Una delle sue canzoni preferite si materializzò nell’aria,mentre le prime note presero a librarsi in volo circondando Laura con dolcezza ed una piccola punta di malinconia.
La ragazza chiuse gli occhi e si lasciò andare. Rapita dalla struggente melodia che scivolavano dalla sua mente all’aria vibrante grazie alle sue dita, Laura si lasciò avvolgere dalle note e permise alle parole della canzone di far breccia mediante la sua voce.
Lentamente incominciò a cantare.

Another day has gone
I'm still all alone
How could this be
You're not here with me


La voce del cantante originale di quella canzone echeggiarono con leggiadria dentro la sua testa, incalzandola a continuare. Le parole pronunciate la mossero così tanto a tal punto che quasi le parve di udire quella stessa voce da qualche parte,dietro di lei.



You are not alone
For I am here with you
Though you're far away
I am here to stay


Una mano si adagio sulla sua spalla. Il contatto fu così delicato,che la pressione dell’arto fu appena percettibile.
Laura smise di suonare e si voltò verso la persona alle sue spalle. Le bastò un’occhiata per rendersi conto che qualcosa decisamente non andava in quel soggiorno.
“Stai suonando il mio pianoforte.” Mormorò l’uomo in un tono di voce molto soffice e delicato. Non era una domanda.
Laura si alzò a sedere di scatto e quasi scivolò.
“Io, non so cosa ci faccio qui, chiedo scusa!” esclamò arretrando verso la finestra. L’assurdità della situazione la stava lentamente capovolgendo ora che la stanza stava prendendo una forma più naturale illuminata da un neonato sole che filtrava attraverso le persiane.
E quel ragazzo dalla voce docile e sottile…. Laura sgranò gli occhi, mentre il cuore incominciava a batterle all’impazzata.
“Non voglio farti del male” la tranquillizzò il ragazzo sorridendo con tenerezza: aveva un sorriso splendido, candido ed etereo: un sorriso da fanciullo. Laura rabbrividì ed arretrò ancora di più avvertendo il sudore freddo che le imperlava la fronte. Si rendeva conto che doveva apparire decisamente terrorizzata,ma come altro poteva sentirsi?
La sera prima si trovava in camera sua reduce di un’entusiasmante gara di ballo a chiacchierare con sua sorella,mentre il mattino dopo era seduta ad un magnifico pianoforte circondata dalle tenui luci dell’alba e rivolgeva alla parola a quello che sembrava in tutto e per tutto …
“Mi sa che sono morta davvero” mormorò la ragazza cercando di controllare i tremiti, ma non riuscendo a staccare lo sguardo da lui: pelle liscia e levigata di un delizioso color caffelatte. Occhioni profondi e penetranti da cerbiatto che la fissavano incuriositi e rassicuranti. E poi quel sorriso, un sorriso che avrebbe fatto sciogliere qualsiasi ghiacciaio sulla faccia della terra.
Era lui… Era Michael?
“Torno subito” mormorò il ragazzo concedendole un ultimo sorriso incoraggiante,prima di sparire in un'altra camera.
Laura respirò forte e si lasciò cadere a terra accoccolandosi sul pavimento fresco.
Non aveva senso… Non aveva senso, eppure qualcosa di strano era successo quella notte. Il sogno che aveva fatto poteva aiutarla a ricordare.
Ma c’era una soluzione più semplice alla sua situazione.
“Sto ancora sognando” mormorò fissando il Display del suo cellulare e dando un’occhiata all’ora: un quarto alle sei.
“Sto solo sognando e fra poco mi sveglierò trovandomi nel mio letto. Come sempre.”
“Una prospettiva confortevole” il ragazzo era tornato ed in mano reggeva una tazza di porcellana raffigurante il volto etereo di un ragazzino.
“Dai bevi questo” le consigliò il giovane porgendole la tazza di latte e prendendo posto accanto a lei sedendo a gambe incrociate.
“Ci ho messo del miele. Mia madre mi preparava sempre una tazzona come questa quando ero giù di tono. E tu mi sembri davvero un po’ confusa.” Aggiunse sorridendole incoraggiante.
Quel ragazzo era incredibile: lei si era appena (se aveva capito bene) intrufolata in quello che pareva essere il soggiorno del suo appartamento e lui le offriva una tazza di latte?
“Scusa se ti ho disturbato” mormorò Laura ancora scossa, fissando il latte schiumare nella tazza.
“Io davvero non ricordo come mai mi trovo qui.”
“Io invece penso di saperlo” mormorò il giovane fissandola assorto, prima di indicarle la tazza.
“Coraggio bevi,guarda che non l’ho mica avvelenata!” scoppiò a ridere. Una risata di bimbo.
Doveva chiederglielo… Doveva assolutamente chiederglielo…
“Tu…Tu sei Michael?” quasi balbettò la ragazza arrossendo visibilmente.
Il ragazzo annuì e con delicatezza le spinse la tazza verso le labbra convincendola finalmente a bere un sorso della bevanda.
“Sì sono Michael. Ti piace il latte?” domandò osservandola incuriosito,quasi come se dalla risposta potesse dipendere tutta la sua felicità.
“Sì sì mi piace” si affrettò a rispondere Laura sorridendo debolmente. Ma dentro di lei il cuore prese a batterle all’impazzata.
Il cervello cominciò a ripeterle la stessa frase all’infinito.

Sì sono Michael

Sì Sono Michael

Sì sono Michael


Era con Michael Jackson. Era davvero con Michael Jackson.
Le spiegazioni plausibili erano solo due: o quello era il sogno più bello e bizzarro che le fosse mai capitato di sognare oppure una jet aveva effettuata il suo atterraggio di fortuna in camera sua in stile e ora lei si ritrovava nel paradiso dei ballerini.
Mentre era assorta da questi pensieri, si accorse che Michael sorrideva sempre più vistosamente.
Poi incominciò a ridere. Rise e si coprì la bocca con una mano, come fanno i ragazzini colti in fragrante.
“Che succede?” domandò una preoccupata Laura scrutando il volto sereno di Michael: era un sollievo vederlo così rilassato.
“Hai un baffone di latte tutto qui” spiegò il ragazzo indicandosi la parte superiore delle labbra.
“Oh” Con le gote in fiamme per l’imbarazzo,la giovane si ripulì come poteva ed abbandonò la tazza vuota sul pavimento,mentre Michael continuava a sghignazzare.
Forse era stato il latte, forse il sorriso confortevole di quell’uomo-bambino e la sua immensa dolcezza, ma qualcosa di caldo e rilassante si sistemò attorno al cuore di Laura,permettendole finalmente di rilassarsi.
“Sembri stare meglio adesso.” Notò Michael sorridendo soddisfatto della sua opera buona.
Laura annuì.
“Già ma continuo a pensare che tutto questo sia solo uno strano sogno.” Spiegò riuscendo finalmente ad abbandonare le preoccupazioni e sciogliersi in un piccolo sorriso rilassato.
Michael le lanciò un’occhiata penetrante alla “io so qualcosa che tu non sai”, dopodiché scoppiò a ridere.
“Sei una fatina?” domandò tirandole per scherzo un boccolo biondo.
“Io…Che cosa?” esclamò Laura stupita rabbrividendo al contatto della mano di Michael che ora le stava sfiorando il naso.
“Mi ricordi una fatina”.
“Io…Certo che no,sono una ragazza!” lo contraddisse Laura stupita avvertendo improvvisamente il proprio sguardo incatenato a quello dell’uomo.
Michael la fissò intensamente per qualche istante prima di sorridere e mormorare:
“Peccato!Mi sarebbe piaciuto avere come amica una fatina!” sorrise divertito e si sollevò in piedi porgendole la mano per aiutarla a sollevarsi.
“Magari mi avrebbe aiutato a far avverare qualche desiderio. Le fatine si sa, se la cavano in questo.”
“E sentiamo…” incominciò Laura sollevando la tazza da terra e voltandosi per osservare il Re del Pop.
“Quale desiderio vorresti esprimere?Caso mai incontrassi una fatina?”
Michael si morse il labbro come a trattenere un sorrisetto amaro.
“Beh ma non è ovvio?” domandò forse a Laura, forse a sé stesso, appoggiandosi al pianoforte e sollevando lo sguardo verso il soffitto.
“Caso mai un giorno incontrassi una fatina… beh, allora esprimerei lo stesso desiderio che fece Pinocchio…. Il desiderio di diventare un bambino… Un bambino vero…”.
Laura rimase immobile ad osservare il profilo bruno di Michael che si stagliava di fronte a lei in aperto contrasto con il legno chiaro del pianoforte.
Era in quella stanza sola con il suo idolo, la sua musa, il suo sogno fin da quando era bambina.
Ma mai, nemmeno nella sua immaginazione, il Re del Pop le era mai apparso così fragile. Così vulnerabile.
Eppure Michael era davvero così: un eterno bambino sognatore che per tutta la vita aveva atteso l’inizio di una favola. Una favola che, Laura rabbrividì al solo pensiero, purtroppo non avrebbe mai avuto un lieto fine.
In quel momento Michael si riscosse dai suoi pensieri ed esordì in un adorabile sorriso imbarazzato.
“Mi credi matto,non è vero?” domandò prendendo posto al pianoforte ed accarezzando i tasti con riguardo.
“Beh non fa niente. Ci sono abituato. Io so di non essere matto e questo mi basta” sorrise,ma dal tono di voce traspariva tutt’altra espressione.
Laura si avvicinò al pianoforte e prese posto accanto a lui.
“Io non penso che tu sia matto” mormorò inducendolo a rivolgere lo sguardo verso di lei.
“Davvero?” domandò Michael tuffando i suoi occhioni da cerbiatto in quelli azzurri della giovane. La ragazza ebbe un tremito.
“Davvero” confermò tentando di distogliere lo sguardo da quei lineamenti così angelici e allo stesso tempo accattivanti.
“Davvero, io penso che tu sia belliss…. Volevo dire bravissimo!Un bravissimo ballerino,davvero!”
“Azz…” Pensò fra sé accorgendosi del terribile strafalcione.
Abbandonò lo sguardo verso il pavimento con le gote in fiamme per l’imbarazzo. Ma bene,pure nei sogni adesso si doveva fare le figuracce?
La risatina imbarazzata di Michael la raggiunse subito dopo, riuscendo a sciogliere il rossore delle sue guancie trasmettendole un’immensa ondata di benessere. Lo guardò: un sorriso timido,ma dolce le scaldò il cuore.
“Anche tu sei molto bella fatina” mormorò imbarazzato accarezzandole una guancia con delicatezza.
“Mi chiamo Laura” rispose la giovane sorridendo avvertendo qualcosa dentro di lei che si librava verso l’alto con la leggerezza di un palloncino.
“Ma anche fatina va benissimo” aggiunse abbandonando lo sguardo sui tasti del pianoforte.
Michael,che lo notò, incominciò a suonare.

Era una tiepida mattinata estiva e lei sedeva ad un meraviglioso pianoforte a coda color neve a fianco di un ventiquattrenne Jackson, agli apici della sua carriera musicale.
Un ammontare di stranezze che avrebbero fatto vorticare la testa a qualsiasi persona dotata di un po’ di buon senso.
Ma in quel momento,tutto ciò che importava per Laura era quella voce, quello sguardo ingenuo, quel sorriso da fanciullo.
Il resto si volatilizzò in uno sbuffo di fumo argenteo, come nebbia illuminata da un pallido sole di settembre.
Stava vivendo una favola.
(martiii)
00mercoledì 7 luglio 2010 16:30
:) Sai che adoro la tua FanFiction *-*
Quindi rileggere i primi capitoli è sempre un piacere.
Prometto che mi rimetterò in pari sull'altro sito e continuerò a recensire U.U
LOOOVE !
BEAT IT 81
00mercoledì 7 luglio 2010 17:47
Oh my God!!!!!! Bellissimo!!!!! Anche Prince 17enne e Paris che x manager ha il nonno mi hanno messo un po' di tristezza e malinconia :-((( . Bravissima Lily, davvero, continua così, ok? Bacione sara
Chiar@95
00mercoledì 7 luglio 2010 22:06
Bellissimo,non so cosa dire mi hai fatto vivere nel futuro,immaginando i piccoli Jackson cresciuti.
Cmq,bellissimoooo!.
Chiara.
LilyLuna
00lunedì 12 luglio 2010 17:24
Re:
(martiii), 7/7/2010 4:30 PM:

:) Sai che adoro la tua FanFiction *-*
Quindi rileggere i primi capitoli è sempre un piacere.
Prometto che mi rimetterò in pari sull'altro sito e continuerò a recensire U.U
LOOOVE !




Martyyyyy!
Quanto tempo!è da un po' che non leggo le tue recensioni, pensavo che la storia ti avesse deluso o che comunque avvessi smesso di seguirla.

Spero di vederti presto nell'alto sito allora!Un bacio!
LilyLuna
00lunedì 12 luglio 2010 17:27
Re:
BEAT IT 81, 7/7/2010 5:47 PM:

Oh my God!!!!!! Bellissimo!!!!! Anche Prince 17enne e Paris che x manager ha il nonno mi hanno messo un po' di tristezza e malinconia :-((( . Bravissima Lily, davvero, continua così, ok? Bacione sara




grazie Sara! Continuerò appena possibile. So che il personaggio di joe mette un po' di tristezza, ma era necessario per lo svolgersi della storia. grazie davvero!
LilyLuna
00lunedì 12 luglio 2010 17:28
Re:
Chiar@95, 7/7/2010 10:06 PM:

Bellissimo,non so cosa dire mi hai fatto vivere nel futuro,immaginando i piccoli Jackson cresciuti.
Cmq,bellissimoooo!.
Chiara.




Grazie Chiara! (per inciso adoro il tuo nome. Se mai avrò una figlia si chiamera proprio Chiara ù.ù).
Spero che i capitoli successivi ti piacerennao alla stessa maniera!
marty.jackson
00lunedì 12 luglio 2010 21:56
bellissimo questo capitolo!! sei davvero brava!! non vedo l'ora di leggere il seguito!
baci [SM=x47938]
huhu91
00lunedì 12 luglio 2010 23:30
[SM=g27836] [SM=g27836] [SM=g27836] mi piace...e tanto!!!

aspetto il continuo!! (spero presto [SM=g27838] )
tati-a4ever
00martedì 13 luglio 2010 13:56
Anche se so questi capitoli a memoria quasi, io li leggo tutti di nuovo con gran piacere ù___ù (sono Ambra, se non avessi capito chi è la sottoscritta pazzoide XD)
Sposta, sposta... Che io sto qua a leggere e aspetto i tuoi nuovi capitoli ò.ò
Sei stupendamente brava, ma non c'è bisogno che te lo dica io u.u Continua così perchè sei meravigliosa! <3
LilyLuna
00mercoledì 14 luglio 2010 10:42
Re:
marty.jackson, 7/12/2010 9:56 PM:

bellissimo questo capitolo!! sei davvero brava!! non vedo l'ora di leggere il seguito!
baci [SM=x47938]



Grazie mille Marty!Il seguito rriva fra poco!Un bacio!
LilyLuna
00mercoledì 14 luglio 2010 10:43
Re:
huhu91, 7/12/2010 11:30 PM:

[SM=g27836] [SM=g27836] [SM=g27836] mi piace...e tanto!!!

aspetto il continuo!! (spero presto [SM=g27838] )




Ciao!Mi fa davvero piacere che la storiati piaccia!Ora pubblico il seguito: spero che continui ad interessarti!Un bacio.
LilyLuna
00mercoledì 14 luglio 2010 10:43
Re:
tati-a4ever, 7/13/2010 1:56 PM:

Anche se so questi capitoli a memoria quasi, io li leggo tutti di nuovo con gran piacere ù___ù (sono Ambra, se non avessi capito chi è la sottoscritta pazzoide XD)
Sposta, sposta... Che io sto qua a leggere e aspetto i tuoi nuovi capitoli ò.ò
Sei stupendamente brava, ma non c'è bisogno che te lo dica io u.u Continua così perchè sei meravigliosa! <3




Ambraaaa *spupazza la poveretta*
Che bello sei anche qui!
Grazie di tutto *.*

Ho appena postato il nuovo capitolo di là! Un bacione grande!
LilyLuna
00mercoledì 14 luglio 2010 10:46
From Princes Charming to Thrillers (part2)


Nello stesso istante, ma in uno spazio e tempo completamente differente dalla realtà nella quale Laura era dolcemente atterrata, un’altra persona era stata catapultata in una favola senza nome,né volto.
Ma di una cosa Valentina era certa: il suo Principe Azzurro era un totale disastro.
“Devo chiamare mia sorella” fu la prima cosa che le venne in mente una volta rinvenuta.
Non appena si svegliò incontrò un paio di splendidi occhi azzurri ricambiare il suo sguardo: ma questi non erano freddi e glaciali come quelli del signor Jackson. Erano due occhi tiepidi e affettuosi. Occhioni carichi di sogni e di meraviglie. Occhioni di principessa,seppur velati da una leggera patina di tristezza.
“Come ti senti?” la proprietaria degli occhi azzurri fece sedere Valentina e le appoggiò un cuscino sotto la testa:aveva una voce molto dolce.
“Meglio,grazie” mormorò Valentina ancora scossa lanciandole un’occhiata indagatrice.
La ragazza che se ne accorse,sorrise.
“Sono Paris” si presentò adagiandole un fazzoletto imbevuto di acqua fresca sulla fronte.
Paris Jackson era una ragazza dai lineamenti dolci e gentili. Era bella almeno quanto suo fratello, e proprio come per Prince, la cosa che più colpiva nell’aspetto di Paris erano i suoi giganteschi occhi azzurro cielo. I capelli castano scuro erano legati in una lunga e graziosa treccia che le raggiungeva la vita.
“Sei la nuova corista, vero?” domandò con gentilezza Paris voltandosi per imbevere un altro fazzoletto.
“Mi fa piacere che tu sia venuta stare qui. Questa casa è molto grande e da quando nonna è morta, ci sono delle volte in cui mi sento un po’ sola…”
Valentina tentò di alzarsi a sedere,ma con una ferma dolcezza, Paris glielo impedì.
“Katherine Jackson è morta?” domandò Vale stupita fissando in tralice il viso inespressivo di Paris.
“Manca da tempo ormai. Ci ha lasciati un anno dopo la morte di papà” spiegò non riuscendo ad evitare un leggero tremolio della voce pronunciando la parola “papà”. Ma il suo volto non diede alcun segno di debolezza.
“Mi dispiace terribilmente,non lo sapevo.” Si scusò Valentina sinceramente shockata dalla notizia.
A quanto ne sapeva lei, Katherine Jackson avrebbe dovuto occuparsi dei tre piccoli Jackson alla morte del padre,ma se tale caso fosse stato impossibile,sarebbe dovuta subentrare Diana Ross, persona molto cara per Michael.
“Quindi voi siete passati dalla custodia di Katherine a quella…”
“A quella di nonno Joe” spiegò gravemente Paris alzando gli occhi al cielo.
“Non si sa come, il nonno è riuscito ad evitare che la nostra custodia passasse a Diana Ross o a , la nostra vera madre. Zia Janet qualche anno fa,ha perfino tentato di adottarci, ma in un qualche sconosciuto modo nonno è riuscito a tenerci tutti e tre. ”
Paris sorrideva,ma il suo tono di voce non era più dolce,e c’era una nota di amarezza nel modo in cui pronunciò l’ultima frase. Vale sentì che per il momento sarebbe stato meglio cambiare discorso.
“Tuo fratello mi è sembrato un tipo… Un pelino viziato” commentò guardandosi fugacemente intorno per assicurarsi della sua assenza.
Inaspettatamente Paris scoppiò a ridere.
“Prince ultimamente si sta comportando in maniera sempre più spocchiosa. Gli piace darsi delle arie, ma in realtà è un grande insicuro,vedrai. Se c’è una cosa che amo di mio fratello è l’affetto che ci lega. Darebbe l’anima per me o per Blanket. Il problema di Prince si trova nella scorza. La sua pelle è dura da scalfire,ma vedrai che con il tempo ti permetterà di conoscere la sua parte migliore.”
Mentre Paris parlava, un ragazzino aveva fatto quietamente ingresso nella stanza degli ospiti camminando furtivamente.
“Quante volte ti ho detto che devi bussare?” lo rimproverò la ragazza permettendo finalmente a Vale di sollevarsi a sedere.
Il bambino fece spallucce.
“Ma la porta era aperta!” tentò di scusarsi prima di rivolgere un’occhiata furtiva a Valentina che gli sorrise.
“Lui è mio fratello Blanket” spiegò Paris scompigliando i lucidi capelli corvini del ragazzino.
“Ha undici anni e si muove come un serpentello. Perciò se te lo vedi arrivare improvvisamente davanti senza avere la minima idea di dove possa essere spuntato, non ti preoccupare. Lui è fatto così”
Blanket era l’ennesima conferma che tutti i fratelli Jackson possedevano come caratteristica degli occhi particolari.
Quelli di Blanket erano forse i più intensi e profondi che Vale avesse mai visto.
Blanket aveva la carnagione leggermente più scura dei fratelli maggiori, lunghi capelli corvini ed un adorabile nasino allungato. Non sembrava molto diverso dal Blanket del 2009. Quello che aveva intravisto in qualche foto esclusiva scoperta in rete. In effetti, per avere undici anni, Blanket appariva molto piccolo e mingherlino. Ma il portamento,come quello dei suoi fratelli era posato e regale: un perfetto piccolo Principe.
“Tu come ti chiami?” non riuscì a trattenersi dal chiedere Blanket mentre Vale ringraziava Paris e si levava il fazzoletto umido dalla fronte.
“Valentina” rispose Vale con un sorriso intenerito.
“Valentina… Che strano nome!Sei americana?” domandò ancora Blanket girando attorno al divano con le mani incrociate dietro la schiena, simile ad un piccolo detective.
“No, sono italiana. Vivo lì da… Beh da sempre, assieme alla mia famiglia.”
“Però l’americano lo parli splendidamente bene” si congratulò Paris buttando gli altri fazzoletti nel cestino.
“Ti ringrazio” commentò una pensierosa Valentina mordicchiandosi il labbro nervosa.
In effetti la cosa sorprende anche me: pensò fra sé con ironia.
“Adesso sarà meglio che ti riposi un po’. Il viaggio che hai fatto è lungo è sarai stanca immagino. Deve essere questo che ti ha provocato il mancamento. Prince dice che quando ti ha rivolto la parola gli sei parsa un po’ confusa…” spiegò Paris esponendo le sue parole con molto tatto.
Blanket saltò su per ribattere.
“Veramente Prince ha detto che eri una pazza e che avresti bisogno di uno psi…”
Paris da brava sorella maggiore tappò la bocca di Blanket e lo trascinò via.
“Se hai bisogno di qualsiasi cosa chiamami, io sono in soggiorno con questa piccola peste. Prince mi ha anche detto che avresti bisogno di un telefono. C’è n’è uno lì sul comodino. Sentiti libera di usarlo.”
Con un ultimo sorriso, Prince II e Paris sparirono in corridoio.

Valentina sospirò e si gettò sul divano sfinita.
Gli avvenimenti di quella mattina le si riversarono addosso con una violenza inaudita: l’incontro con Prince ed il signor Jackson, le dichiarazioni di Paris, gli occhioni da cerbiatto di Blanket… Quegli occhioni dolci l’avevano talmente incantata che quasi le pareva di trovarseli ancora li davanti…O forse c’erano per davvero?
“Blanket?” il ragazzino sobbalzò ed arretrò di qualche passo verso la porta.
“Vo-volevo solo dirti che io non penso che tu sia pa-pazza. Io penso che tu sia simpatica Val…Valenti…”
“Chiamami Vale” gli propose la ragazza sorridendo dolcemente.
“E anche tu mi stai simpatico Blanket.”
Il visetto teso di Blanket si sciolse in un incantevole sorriso di bimbo.
“Buon riposo!” esclamò allegramente prima di sparire mentre dal soggiorno la voce di Paris lo richiamava con insistenza.

Vale tornò a stendersi sul letto sorridendo intenerita al pensiero di Blanket.
“Ma che tenero… Balbetta quando è agitato” notò avvertendo un improvviso sfrigolio all’interno della sua tasca.
“Me ne ero completamente dimenticata!” esclamò estraendo il cellulare ed aprendolo in tutta fretta.
Alla vista del nome di sua sorella quasi tirò un sospiro di sollievo.
“Pronto?” mormorò un po’ titubante crollando per la terza volta in quel pomeriggio sul divano.
“Era ora!” esclamò la voce dall’altra parte del telefono che riconobbe come quella di Laura.
“Saranno ore che tento di chiamarti, ma il telefono mi dava sempre “numero irraggiungibile” e….”
“è assurdo Laura!Semplicemente assurdo!” sbottò Valentina che aveva urgente bisogno di commentare la sua buffa mattinata con qualcuno. A quanto pareva,Laura era della stessa idea.
“Condivido sorellina è assurdo. Mi sono svegliata questa mattina e dopo una serie di accadimenti del tutto strabilianti, ho scoperto di essermi catapultata nel…”
“2014. Lo so, pensa come ci sono rimasta io. Figurati che Prince…”
“Aspetta aspetta aspetta che stai dicendo? 2014? Prince? Vale io mi trovo nel 1983!”
La ragazza fece cadere a terra il cellulare. La voce di Laura arrivò distorta dal pavimento.
“Vale?Ci sei ancora? Sorellina sei in linea?”
Con la mano tremante, la ragazza sollevò il cellulare.
“Come…Diavolo..Sei finita..nel 1983?” chiese piano scandendo ogni parola. La sorella sbuffò.
“Beh potrei chiedere la stessa cosa a te”
“Aspetta aspetta sto realizzando solo ora…1983?Che noia!A quell’epoca non c’erano neanche gli ipod.”
La sorella scoppiò in una risatina forzata.
“E sai che cosa me ne frega degli ipod lo sai da dove ti chiamo?”
Vale roteò gli occhi e tornò sul divano.
“Sorprendimi!” borbottò annoiata.
“Tienti forte sorellina. Ti chiamo dalla camera da letto di un signorino da niente. Un certo Michael Jackson,non so se ho reso l’idea”
Per un pelo Vale non fece cadere il telefono di nuovo.
“Tu cosa?”
Ci avrebbe potuto giurare, sua sorella stava sorridendo.
“1983: l’era di Thriller Baby!Con un Michael vivo e vegeto nel fior fiore degli anni. Beh non proprio fior fiore,poiché recentemente ha dovuto subire un intervento al naso,ma per il resto…”
“Non posso crederci! Tu sei nel 1983 a spupazzarti il Re del Pop, mentre io me ne sto qui a fare da balia a quello spocchioso di Prince Jackson e i suoi frate…”
“Aspetta un attimo hai detto Prince?Mi sa che mi sono persa qualcosa…”
Vale roteò gli occhi.
“Pronto? Giugno 2014, 2300 Jackson street. Prince è un diciassettenne presuntuoso e scorbutico, Paris una popstar di fama internazionale e Blanket un adorabile bimbetto dagli stupendi occhioni da cerbiatto. Qua tutti credono che io sia una corista.”
Il ricevitore rimase silenzioso per qualche istante,prima di riprendere a trasmettere la voce di Laura.
“Vale tutto ciò ha dell’incredibile. Più ci rifletto su e più mi viene da pensare che centri qualcosa con quello che abbiamo fatto ieri sera. Ti ricordi la nostra conversazione? Ti ricordi cosa ci siamo dette ieri?”
“Chiaro che si. Tu dicevi che avresti tanto voluto avvertire Michael di ciò che gli sarebbe successo se non fosse bla bla bla…”
“Esatto!” taglio corto la sorella con evidente eccitazione scolpita nella sua voce.
“E tu mi stavi dicendo quanto ti sarebbe piaciuto poter fare qualcosa per i bambini di Jackson in maniera che non soffrissero più e…”
“Oh porca miseria. Stai dicendo che è per questo se siamo finite nel passato e nel futuro?Oddio ora che lo sto dicendo ad alta voce mi sento alquanto scema…Se mi sentisse Prince…”
“Forse vogliono che sistemiamo le cose. Forse possiamo salvare Michael!”
“Un momento,se è solo per salvare Michael io che diavolo ci faccio qui? Se Michael nel 2014 sarà vivo, non ci sarà bisogno di un supporto ai ragazzi,perché non saranno costretti a dover vivere con Joe Jackson e…”
“Un momento hai detto Joe?I bambini non dovevano stare con Katherine?”
“è morta…” tagliò corto Vale con una nota d’impazienza della voce.
“Ma Diana…”
“Joe ha trovato il modo di tenerseli, ascolta questo è il piano. Io vivrò a casa Jackson per un po’ ed esaminerò il comportamento dei tre piccoli Principi vedendo di capire che cosa si può fare per migliorare le loro condizioni. Dopodiché riferirò a te in maniera che tu possa lavorarti Michael al fine di salvare lui e i bambini da un futuro triste e desolante per tutti.”
“Vedrò cosa posso fare. C’è solo un problema” Vale ormai era pronta a tutto.
“Spara!” esclamò appoggiandosi il ricevitore su una spalla mentre sbirciava fuori dalla finestra.
“Ha due occhi stupendi…Mi disarmano…” ammise Laura sospirando sognante. Vale scosse la testa irritata.
“Pensa che io lo stesso problema moltiplicato per tre. Quattro se conti anche gli occhi di Joe Jackson che però mettono molta,molta paura”.
Qualcuno bussò alla porta.
“Devo andare” sussurrò piano la ragazza al ricevitore.
“Ve bene”
“Ci sentiamo sta sera in ogni caso. Mi raccomando abbi cura di Michael.”
“E tu della sua prole. Fai attenzione sorellina." Vale ridacchiò.
“Cosa vuoi che mi facciano?Tu piuttosto fai attenzione. Sai cosa possono fare le fan imbizzarrite.”
“Lo so… Ricordo ancora come è andato a finire l’ultimo concerto dei Jonas Brothers…. Tre fratelli terrorizzati da un putiferio di bimbeminkia imbizzarrite. A sta sera sorellina. Ti voglio bene!”
“Ti voglio bene anch’io!” attaccò il telefono e lo ripose in tasca il più nascosto possibile. Non era sicura che i semplici Nokia fossero ancora in voga nel 2014.
“Avanti!” esclamò tornando a sedere sul divano.
Con sua sorpresa fu Prince ad aprire la porta anche se appariva decisamente contrariato all’idea di trovarsi lì con lei.
“Il pranzo sarà in tavola fra venti minuti” spiegò scuotendo il capo per allontanare un ciuffo ribelle da un occhio.
“Ma prima Paris mi ha incaricato di mostrarti il resto della villa. Perciò, se vuoi seguirmi…” e le mostrò l’uscita con un cenno elegante.
Vale non poté evitarlo: nonostante l’eccessiva arroganza che la faceva andare in escandescenza, nonostante i modi di fare spocchiosi ed il portamento regale, nonostante il fatto che lui la considerasse una pazza emotivamente instabile…. Prince era decisamente il ragazzo più affascinante che avesse mai incontrato.
“E va bene!” dichiarò infine sollevandosi per l’ennesima volta e seguendo Prince lungo il corridoio.
“Ti seguo”.

E così il sipario si era aperto e nelle vite di Laura e Vale due Principi erano entrati in scena trasportandole verso nuovi indimenticabili scenari.
Ma i due Jackson non erano Cavalieri senza macchia e le due ragazze l’avrebbero scoperto molto presto.
Una cosa però è certa:l’avventura era appena incominciata.


ANGOLO DELL'AUTRICE: Ed eccoci ritrovati alla mia terza postata!Questa parte era un po' cortina,ma le prossime saranno tutte più lunghe,quindi non vi preoccupate^^ Così abbiamo concluso il capitolo numero 2. Un grazie di cuore a tutti coloro che hanno recensito. Mi rendere davvero felice!Un bacio, Lily (Laura ^^).
marty.jackson
00mercoledì 14 luglio 2010 11:01
bravissima Laura!! la tua storia è stupenda! continua così! [SM=g27811]
Chiar@95
00mercoledì 14 luglio 2010 20:56
Scusa ma oggi non posso leggere ma ti prometto che leggerò,domani,ti lovvo,un bacio chiara.
BEAT IT 81
00mercoledì 14 luglio 2010 21:54
Laura bellissima anche la seconda parte del capitolo 2!!! Oddio Prince spocchioso proprio nn ce lo vedo, chissà Vale cosa riuscirà a fare e se il fascino del giovane Jackson farà breccia nel suo cuore ;-)))))) . Spero davvero che Laura riesca a mettere in guardia Michael da ciò che potrebbe (e che purtroppo è successo) nel futuro... Bravissima Laura!!!!!!! Continua così, nn vedo l'ora di leggere già il capitolo nuovo ;-)))))) . Baci Sara
Chiar@95
00martedì 20 luglio 2010 22:26
Ecco,finalmente commento,non vedevo l'ora di leggere ma sono impegnatissima,un bacio e Complimenti,sei bravvissima.
Chiara.
LilyLuna
00giovedì 22 luglio 2010 12:09
Re:
marty.jackson, 7/14/2010 11:01 AM:

bravissima Laura!! la tua storia è stupenda! continua così! [SM=g27811]




Grazie mille Marty!Sei gentilissima!Un bacio
LilyLuna
00giovedì 22 luglio 2010 12:10
Re:
BEAT IT 81, 7/14/2010 9:54 PM:

Laura bellissima anche la seconda parte del capitolo 2!!! Oddio Prince spocchioso proprio nn ce lo vedo, chissà Vale cosa riuscirà a fare e se il fascino del giovane Jackson farà breccia nel suo cuore ;-)))))) . Spero davvero che Laura riesca a mettere in guardia Michael da ciò che potrebbe (e che purtroppo è successo) nel futuro... Bravissima Laura!!!!!!! Continua così, nn vedo l'ora di leggere già il capitolo nuovo ;-)))))) . Baci Sara



Grazie Sara!Mi fa piacere che anche questa parte ti sia piaciuta. Prince spocchioso, eh eh mi ha divertito molto scrivere la sua parte,lo ametto.

A presto cara!Un bacione
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