Siamo nell'anno 2005. la società intorno a noi è cambiata: adesso esiste realmente la parità dei sessi, la donna lavora, non è più succube dell'uomo, nè tantomeno dipendente da esso.
Beninteso che tutto cio' è senz'altro cosa buona e giusta: tuttavia questo fenomeno (insieme ad altri) ha portato al progressivo aumento delle convivenze a discapito delle unioni consacrate (che spesso naufragano dopo poco tempo..)
alla luce della realtà sopra citata, che pensate a riguardo? la convivenza (magari con figli) puo' essere considerata a tutti gli effetti un unione? è giusto che alcuni genitori vietino ai figli la convivenza col partner, in nome di una "reputazione"?
personalente, mi trovo nella situazione di desiderare una convivenza (che puo' essere una prova del 9 per il matrimonio che potrebbe venire dopo. infatti, nella convivenza verrebbero fuori tutte le magagne che si celano dietro un rapporto del tipo io a casa mia e tu a casa tua).
tuttavia ho chi mi mette i bastoni tra le ruote in questo (ovviamente i genitori di lei). essi mettono in mezzo una "morale" vecchia di trent'anni, che oggi a mio avviso non esiste più. forse allora una donna che usciva di casa senza la fede al dito era considerata un mignottone; ma non siamo più nel medioevo, anche se onestamente mi pare che talune persone ci siano rimaste.