Cesare Ragazzi, La storica azienda dei capelli finti verso il fallimento.

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angelico
00domenica 4 ottobre 2009 01:24
Cesare Ragazzi, in crisi l'«idea meravigliosa»
La storica azienda dei capelli finti verso il fallimento. Sindacati in allarme: cerchiamo un compratore
Cesare Ragazzi in una pubblicità

Cesare Ragazzi in una pubblicità

Cesare Ragazzi è a un passo dal fallimento. I conti del gruppo non tornano più e l’impero del capello made in Bologna rischia di chiudere i battenti. Una situazione di difficoltà acclarata tanto che due giorni fa il Tribunale di Bologna ha nominato un curatore fallimentare. A rischio quasi cento posti di lavoro (in maggioranza donne) nello stabilimento del gruppo a Zola Predosa. Lunedì il liquidatore incontrerà i sindacati per fare il punto della situazione. I primi provvedimenti dovrebbero riguardare «la ricerca di un eventuale compratore e l’attivazione della cassa integrazione straordinaria per tutti i dipendenti del gruppo», ha spiegato Giacomo Stagni, il segretario della Filtea-Cgil di Bologna. La prossima, dunque, sarà una settimana decisiva per Cesare Ragazzi. Lui che, quasi come vendetta contro la calvizie che l’aveva colpito in gioventù, ha creato un impero per sconfiggere i capelli che cadono.

LA STORIA - Oltre quaranta anni di attività e 900 mila clienti per il più grande gruppo a livello europeo nel settore degli infoltimenti non chirurgici. E poi la televisione. Cesare Ragazzi è diventato un mito della pubblicità degli anni novanta. La sua chioma fluente che usciva perfetta dall’acqua rappresentava l’Eldorado dei calvi di tutta Italia. Capelli, tv, sport e anche politica nella vita avventurosa dell’imprenditore bolognese. Lo scorso maggio, prima delle elezioni amministrative, Cesare Ragazzi aveva reso pubblico il suo endorsement per Alfredo Cazzola, sedendo in prima fila al Paladozza durante la convention del candidato sindaco del centrodestra.

L'INIZIO DELLA FINE - Proprio in quei giorni il Tribunale aveva nominato un commissario giudiziario che aveva il compito di controllare i conti del gruppo. In questo contesto, tre mesi fa l’azienda aveva completato le procedure per l’attivazione della cassa integrazione a rotazione. Una riduzione d’orario che aveva riguardato trenta dipendenti del gruppo. Ora dopo qualche mese di verifiche, il verdetto del giudice arrivato due giorni fa è stato una sentenza annunciata. I conti del gruppo fanno acqua, e ora sarà il curatore fallimentare ad avere il compito di salvare la compagnia. A lui toccherà cercare eventuali nuovi acquirenti e fare i conti con i creditori. L’unico modo per garantire l’occupazione dei quasi cento dipendenti dello stabilimento di Zola. Allo stato attuale, infatti, l’azienda rischia grosso. Per questo lunedì i sindacati incontreranno il curatore fallimentare per cercare di trovare una soluzione. La prima richiesta che le organizzatori dei lavoratori porteranno al tavolo riguarda l’attivazione della cassa integrazione straordinaria (della durata di un anno) per tutti i dipendenti del gruppo. Una manovra per prendere tempo in attesa che si faccia avanti un compratore. «Noi chiederemo la disposizione dell’esercizio provvisorio — ha affermato Giacomo Stagni — si tratta dell’unico modo per mantenere non solo l’occupazione ma anche i clienti. Inoltre con questa procedura potremmo trovare eventuali compratori interessati a rilevare un’azienda che produce un prodotto unico nel suo genere».

Marco Madonia
03 ottobre 2009

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