Aggiornamento del 6/6/12: l'attentatore confessa, ha agito per vendetta personale, l'obiettivo era il tribunale vicino
Se lo stato (volutamente con la lettera minuscola) non fa qualcosa dopo questo attentato orribile contro ragazzi che andavano a scuola dove arriverà questo paese?
Tre ordigni, tre bombole di gas, sono esplosi alle 7.45 di oggi davanti all’Istituto professionale “Morvillo-Falcone” di Brindisi. Una ragazzina di 16 anni anni è morta e un’altra è in condizioni disperate. Altri sei studentesse sono rimaste ferite. A perdere la vita immediatamente è stata, Melissa Bassi. Sono disperate le condizioni di Veronica C., stata sottoposta un intervento a un lungo e delicato intervento chirurgico all’ospedale Perrino. La sedicenne è ancora in sala operatoria. Oltre alle ustioni, la deflagrazione le hanno provocato uno squarcio all’addome. Come lei ci sono altre due studentesse, tra cui Ilaria sorella di Veronica, in prognosi riservata che sono ricoverate al Centro grandi ustioni. Ferite anche altre due studentesse che necessitano di interventi di chirurgia plastica ma non sono considerate gravi. La vittima era di Mesagne, paese considerato culla della Sacra Corona Unita. Una delle studentesse, dall’interno del bar di fronte, ha visto tutta le scena. “Ho visto. C’era una ragazza con i capelli anneriti che chiamava Melissa, Melissa. Era la sua migliore amica”. Centinaia di ragazzi sono in lacrime davanti all’istituto.
Gli investigatori, in questo momento, privilegiano la pista mafiosa. Anche se nulla è escluso: “In un momento di grande difficoltà del sistema – fanno notare fonti di intelligence – le organizzazioni criminali vogliono far sentire la loro forza sul territorio. E’ la prima volta che viene colpita una scuola. E’ un segnale che loro, i criminali, ci sono ancora”. Le bombole erano parzialmente occultate da un vicino cartellone pubblicitario. Sul luogo dell’attentato sono al lavoro i tecnici della polizia scientifica e i vigili del fuoco. L’area vicino all’ingresso della scuola è piena di detriti, la zona è stata transennata per almeno 200 metri. Sul luogo dell’attentato è ben visibile la macchia nera sulla parete di recinzione dell’istituto. I detriti sono volati anche a decine di metri di distanza dal luogo dell’esplosione. Il fondo di una bombola di gas è volato a circa 50 metri di distanza sfiorando una Fiat Punto che stava transitando vicino alla scuola, mentre un pezzo di insegna di un esercizio commerciale è stato trovato a 250 metri di distanza. La gente che abita nelle vicinanze della scuola afferma di aver udito distintamente più botti in rapidissima successione. L’istituto si trova vicino al Tribunale. C’è mistero invece sul posizionamento del cassonetto sistemato ad una cinquantina di metri dalla scuola.
Secondo i primi accertamenti gli ordigni, probabilmente collegati a un timer i cui frammenti sono sotto esame da parte dei detective, erano sul muretto esterno della scuola. In un primo momento si era pensato che fossero state posizionate all’interno di un cassonetto. Un particolare questo del posizionamento delle bombole, sul muretto appunto, che fa ritenere che gli ordigni avessero come obiettivo l’istituto stesso. Le esplosioni, innescate con un telecomando, sono avvenute al momento dell’ingresso delle studentesse. L’attentato, sottolineano fonti investigative, potrebbe rappresentare una sorta di “strategia della tensione” come quella attuata dalla mafia, tra il 27 e 28 luglio 1993, fuori il territorio siciliano: strage dei Georgofili a Firenze con cinque morti; strage in via Palestro a Milano con cinque 5 morti e, infine, le bombe a Roma a San Giovanni in Laterano e a San Giorgio in Velabro.
“Ci sono troppe coincidenze in questa vicenda… Mi auguro che siano solo tali, anche se in questo momento la nostra unica preoccupazione è quella dei ragazzi. Un attacco della criminalità organizzata senza precedenti” dice il sindaco della città pugliese Mimmo Consales. Nel territorio brindisino, in particolare quello di Mesagne, solo dieci giorni fa è stata portata a termine dalla polizia una imponente operazione contro i clan per associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione consumata e tentata, porto e detenzione illegale di arma da sparo, danneggiamento aggravato e incendio aggravato. Tra le ipotesi infatti c’è anche il possibile collegamento a una serie di episodi avvenuti nella zona nei giorni scorsi. Innanzitutto, un attentato avvenuto nella notte tra l’1 e il 2 maggio proprio a Mesagne ai danni del presidente della locale associazione antiracket, Fabio Marini. L’auto di Marini venne completamente distrutta da un ordigno e ora gli investigatori vogliono capire se ci sono similitudini tra quell’ordigno e le bombole di gas esplose davanti alla scuola. Qualche giorno dopo, la notte tra l’8 e il 9 di maggio, sempre a Mesagne, proprio l’operazione di polizia denominata “Die Hard” che ha portato all’arresto di sedici persone. L’operazione contro esponenti della Scu si è in parte anche basata sulle dichiarazioni di un pentito. Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza stanno facendo perquisizioni nelle abitazione di noti pregiudicati della città e stanno controllando i loro alibi riguardo ai movimenti delle ultime ore.
Nelle ultime settimane c’è stata una recrudescenza di fenomeni criminali con un attentato al presidente della commissione antiracket di Mesagne e l’allarme lanciato dalle istituzioni locali che ha anche portato a un incontro con il ministro dell’Interno. Lo scorso 8 maggio un gruppo di esponenti politici pugliesi, guidati da Alfredo Mantovano (Pdl) era stato ricevuto al Viminale dal ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, alla quale avevano segnalato l’allarme criminalità nel brindisino. La richiesta dell’incontro faceva seguito proprio alla bomba fatta esplodere nell’auto del presidente dell’Associazione antiracket di Mesagne (Brindisi) e ad una serie di altri episodi criminali.
C’è grande sgomento e paura tra gli abitanti della zona. Tutti fanno notare come ricorra in questi giorni il ventennale dell’attentato di Capaci al giudice Falcone e come oggi sia previsto nel brindisino il passaggio della Carovana antimafia. I genitori brindisini hanno portato via da tutte le scuole di ogni ordine i figli. “E’ stato fatto per uccidere: a quell’ora le ragazze entravano, proprio a quell’ora. Fosse accaduto alle 7,30 non ci sarebbe stata nessuna conseguenza – osserva Angelo Rampino, il preside dell’Istituto professionale -. E’ stato tutto di una violenza inaudita. Preparare un botto di questo tipo può essere stato preparato solo da chi ha le conoscenze per farlo”. Con gli occhi pieni di lacrime Rampino non ha dubbi: “Sta per arrivare l’anniversario della morte di Falcone. La scuola è posizionata nel centro di Brindisi, a poca distanza dal tribunale e si trova in viale Aldo Moro, angolo via Galanti: è tutta una coincidenza? A me non sembra. Segnali che abbiano potuto mettere in allarme nei giorni scorsi non ce ne sono stati, la nostra è una scuola tranquilla”.
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, informato dal ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, del bilancio dell’esplosione, sta seguendo gli sviluppi delle indagini con apprensione e partecipe vicinanza ai familiari della vittima, ai feriti e all’intera collettività brindisina. Il ministro dell’Interno, che parla di “fatto anomalo”, sta seguendo personalmente la vicenda ed è in contatto diretto con il prefetto del capoluogo pugliese. Lunedi’ alle 15 il titolare del Viminale sarà in città per un vertice con le forze di sicurezza. Martedì la Cancellieri riferirà al Senato. A Brindisi è intanto in arrivo il vicecapo della polizia, Francesco Cirillo, con rappresentanti degli organismi investigativi centrali di polizia e carabinieri. Sul posto arriveranno anche gli investigatori dello Sco, il servizio centrale operativo della Polizia e quelli del Ros dei carabinieri. “E’ un attentato bestiale – dice Cirillo -. Mi ha inviato sul posto il ministro dell’Interno Cancellieri e il Capo della Polizia Manganelli, ai quali riferirò immediatamente: vogliamo fare subito chiarezza e verità. C’è grande dolore per la morte della ragazza e per i feriti dell’espolosione. Gli studenti sono la speranza, non si può morire così…”. Il procuratore nazionale anti mafia Piero Grasso, che era Milano per la firma di una convenziona tra l’Università Cattolica e l’Università di Palermo per un corso di alta formazione per amministratori giudiziari di aziende e beni sequestrati e confiscati, si sta precipitando nella città pugliese. Monti che si trova al G8 negli Stati Uniti, informato dell’accaduto, ha espresso il suo “dolore”. Condanna durissima della Santa Sede: “E’ un fatto assolutamente orribile e vile, tanto più degno di esecrazione in quanto avvenuto nei pressi di una scuola”. Il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, invita “tutto il Paese a reagire con decisione alle tentazioni di violenza e alle provocazioni terroristiche”.
Il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo è in partenza per Brindisi. L’ex ministro della Pubblica istruzione, Beppe Fioroni, ha sollecitato “una risposta coesa nella lotta al terrore” dopo “l’atto ignobile. Lascia sconcertati e profondamente addolorati – ha detto Fioroni – il gravissimo attentato davanti l’Istituto professionale Morvillo-Falcone a Brindisi. Più studenti feriti, una morta e una in gravi condizioni. Colpire gli studenti e la scuola è un atto ignobile, vergognoso, contro il quale occorre una straordinaria risposta coesa nella lotta al terrore. Occorre una indignazione delle coscienze che parta dai nostri giovani e dalla scuola italiana, che nei momenti difficili hanno sempre rappresentato il cemento di unità del Paese, una risposta che richiami tutti al fatto che nel dramma della crisi economica c’è posto per la speranza e non ce ne è alcuno per la violenza e il terrore che verranno rapidamente repressi e fermati”.
Una scuola nella periferia di Brindisi il Morvillo Falcone, dove “in trent’anni non si è mai verificato nulla di tanto terribile” dice uno dei collaboratori della scuola si trovava lì per sistemare le aule. “Ho sentito un potente scoppio ma c’erano pochi ragazzi perché non era ancora orario di lezione – ha raccontato -. La nostra è una scuola nella periferia della città, un istituto professionale molto tranquillo. Non credo ci possano essere collegamenti con la Carovana della legalità organizzata oggi in città: noi stiamo nell’estrema periferia. Un fatto davvero inspiegabile”. L’istituto aveva vinto il primo premio della prima edizione del concorso sulla legalità ricorda il portale studentesco Universinet.it che chiede con forza “una immediata reazione dello Stato contro la barbarie terroristica di stampo mafioso che ha colpito un istituto da sempre impegnato in prima linea per promuovere la cultura della legalità contro tutte le mafie”. Gli studenti chiedono che siano “finalmente attuate le idee e proposte di Giovanni Falcone, anche per dare un senso a morti di giovani studenti, caduti in una guerra troppo spesso tradita da chi l’avrebbe dovuta combattere con loro: potenziamento dei pool antimafia; sequestro immediato dei beni dei mafiosi; esclusione di proventi di attività criminali dalla scudo fiscale; carcere duro per tutti i boss e affiliati di mafia, camorra e ‘Ndrangheta”. Don Pietro, il parroco del paese da dove proveniva Melissa e paese considerato la culla della Scu parla di “Vile attentato. Purtroppo è una triste natalità quella della Sacra Corona Unita. Questo episodio ha colpito i giovani, la speranza, la voglia di vivere. Sono vicino alle vicino alle famiglie. Una città mortificata, abbiamo perduto l’intelletto. Bisogna gridare con tutto il cuore che siamo dalla parte di chi si adopera per la liberà e la legalità”.
La notizia dell’attentato ha fatto scatenare immediatamente la reazione della società civile e sono previste fiaccolate in diverse città. A Brindisi alle 18 in piazza Vittoria i cittadini si riuniranno in presidio. Come alle 18,30 in piazza del Pantheon a Roma. La notte dei musei prevista stasera è stata rinviata. E’ fissata alle 17 in piazza San Fedele a Milano la manifestazione per far “sentire la propria voce, il proprio sdegno e la propria ferma condanna”. A organizzare l’appuntamento sono stati il presidente del Consiglio Comunale Basilio Rizzo, il presidente del comitato di esperti antimafia di Palazzo Marino Nando Dalla Chiesa e il presidente della commissione antimafia David Gentili. Il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, ha espresso il cordoglio alla città pugliese e chiesto a tutta l’organizzazione dell’America’s Cup World Series, ai team, agli spettatori di osservare un minuto di silenzio prima delle regate programmate oggi in laguna. Palermo abbraccerà il suo palazzo di giustizia la sera del 22 maggio, alla vigilia dell’anniversario della strage di Capaci, ricordando la tragedia pugliese.
”La coscienza civile collettiva siribella a questi attentati che vogliono colpire lo Stato e tutti i suoi cittadini – dicono insieme Cgil, Cisl, e Uil – dunque, si mobilitano invitando a realizzare fiaccolate o sit-in davanti a tutte le Prefetture italiane nella giornata di mercoledì 23 maggio, anniversario della morte di Giovanni Falcone, di Francesca Morvillo e della scorta”. I sindacati “esprimono lo sdegno di tutti i lavoratori italiani per l’efferato attentato che ha colpito inermi alunne di una scuola di Brindisi. Spetta agli inquirenti accertare la matrice dell’atto criminale ma tutti gli elementi fanno propendere, sin da ora, per un attentato di natura mafiosa. Nell’esprimere vicinanza alle famiglie colpite, condannano duramente l’accaduto e si affidano alle forze investigative affinché autori e colpevoli del vile delitto siano prontamente assicurati alla giustizia”.
www.ilfattoquotidiano.it/2012/05/19/brindisi-ordigno-esplode-scuola-cinque-studenti-feriti-gravi...
Una bomba e 16 arresti di mala nell’arco di pochi giorni. Tutto a Mesagne, la ‘patria’ di Pino Rogoli, fondatore della Sacra Corona Unita detenuto in regime di 416 bis nonché centro nevralgico di tutta la mala salentina. E proprio a quanto accaduto recentemente nella cittadina messapica, secondo le prime indiscrezioni investigative, potrebbe essere collegato l’attentato di oggi a Brindisi. Nelle ultime settimane, del resto, a Mesagne si era registrata una recrudescenza di criminalità organizzata. Nella notte tra il 4 e il 5 maggio, in particolare, la Mercedes di Fabio Marini, presidente della locale Associazione antiracket e imprenditore attivo nel settore dei servizi dello spettacolo, era andata completamente distrutta in un attentato. L’episodio, ultimo di una serie di intimidazioni, aveva spinto una delegazione di parlamentari e degli enti locali a chiedere e ottenere un incontro con il ministro Cancellieri, svoltosi il pomeriggio dell’8 al Viminale. Il 9 maggio, invece, in un maxi blitz della polizia – sempre a Mesagne – c’erano stati 16 arresti con l’accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, porto illegale di armi da fuoco, danneggiamento aggravato e incendio aggravato.
Secondo gli inquirenti, che hanno chiamato l’operazione ‘Die Hard’, le indagini hanno consentito di delineare i nuovi assetti della criminalità organizzata e stabilire chi sono i nuovi capi sul territorio. Fondamentale, in tal senso, la collaborazione del pentito Ercole Penna, che avrebbe fatto emergere e ricostruito la responsabilità di vari esponenti dei clan mafiosi nelle azioni delittuose.
Proprio per questo motivo, secondo chi indaga dietro l’attentato all’istituto Morvillo-Falcone potrebbe celarsi un ‘messagio’ della Sacra Corona Unita. L’ipotesi investigativa prende sempre più corpo a poco più di tre ore dall’esplosione. Negli ambienti investigativi si fa notare che la SCR è un’organizzazione che ha una grande disponibilità di armi ed esplosivo grazie ai collegamenti con la criminalità organizzata dei Paesi dei balcani. Proprio da qui, dall’Albania, del resto, proverrebbero i 47 chilogrammi di esplosivo rinvenuti per caso la mattina del 17 marzo da un pescatore sulla spiaggia di Torre Rinalda, vicino Squinzano, al confine tra le province di Brindisi e Lecce. Quasi cinquanta chili di tritolo suddivisi in 235 panetti da 200 grammi l’uno, sistemati all’interno in due buste lasciate sull’arenile parzialmente nascoste sotto una duna: a cosa serviva una tale potenza di fuoco? Altro particolare da non sottovalutare: da qualche mese a San Pancrazio Salentino, centro a una manciata di chilometri da Mesagne, vive Maria Concetta Riina, 36 anni, figlia del capo dei capi di Cosa Nostra: a marzo la donna ha lasciato Corleone e si è trasferita nel Brindisino insieme al marito (Tony Ciavarello, personaggio già noto alle forze dell’ordine) e ai suoi tre figli.
L’attentato di oggi, sottolineano fonti investigative, potrebbe rappresentare una sorta di ‘strategia della tensione’ come quella attuata dalla mafia, tra il 27 e 28 luglio 1993, fuori il territorio siciliano: strage dei Georgofili a Firenze (5 morti); strage in via Palestro a Milano (5 morti) e, infine, le bombe a Roma a San Giovanni in Laterano e a San Giorgio in Velabro (che non provocarono vittime).
www.ilfattoquotidiano.it/2012/05/19/indaga-sulla-matrice-mafiosa...
A questo link le manifestazioni previste per oggi in tutta Italia. La lista è in aggiornamento continuo.
06/06/2012
Attentato a Brindisi, fermato un benzinaio
Ha confessato: "Vendetta contro la giustizia"
E' lui, ha confessato. E' un uomo di 68 anni l'autore della strage della Morvillo Falcone. Nei suoi confronti è scattato poco dopo le 22 un provvedimento di fermo firmato dai magistrati Cataldo Motta e Milto De Nozza. E' il proprietario di un deposito di carburanti di Copertino, in provincia di Lecce. Si chiama Giovanni Vantaggiato. E' accusato di strage, aggravata dalla finalità di terrorismo. Avrebbe agito per vendetta nei confronti della giustizia: secondo le ultime ricostruzioni, l'obiettivo dell'uomo sarebbe stato il tribunale non lontano dalla scuola.
La sua automobile, una Fiat Punto, è stata filmata a più riprese nei pressi dell'istituto Morvillo Falcone quel sabato 19 maggio, quando alle 7,45 l'esplosione di tre bombole del gas causò la morte della sedicenne Melissa Bassi e il ferimento di altre cinque studentesse, e nei giorni precedenti. Ma altri riscontri hanno indirizzato gli inquirenti sulle sue tracce. In primo luogo la somiglianza spiccatissima con la persona ripresa dalle telecamere del chiosco vicino alla scuola. E poi una contraddizione che sarebbe stata verificata tra alcune delle sue affermazioni agli inquirenti e il contenuto dell'intercettazione di un dialogo con la moglie. Tra le immagini registrate dalle telecamere - secondo indiscrezioni - anche quella di un'altra auto, riconducibile alla famiglia del fermato.
FOTO LE IMMAGINI DEL KILLER
DOSSIER TUTTO SULLA VICENDA
Vantaggiato avrebbe agito per colpire la giustizia, perché in passato aveva sostenuto un processo per una truffa subita, senza però riavere il denaro che aveva perso. Le tre bombe avrebbero dunque dovuto colpire il Tribunale di Brindisi. La scuola Morvillo si trova a 200 metri dal Palazzo di Giustizia.
Tra le prime ipotesi circolate, anche quella di una vendetta nei confronti del preside Angelo Rampino, che raggiunto al telefono dai cronisti aveva subito scartato questa possibilità: "Non c'è nessuno che possa aver motivo di avercela con me... Non ho nemici, e di sicuro non ho come nemico nessun titolare di pompe di benzina". Rampino ha sempre escluso che la scuola fosse l'obiettivo dell'attentatore, “la scuola non c’entra”, aveva detto ai giornalisti mentre gli inquirenti scavavano nelle stanze, nei registri, nella storia dell'istituto alla ricerca di un possibile movente. Per Rampino è già stato disposto l'allontanamento dall’istituto.
LEGGI L'INTERVISTA Il preside: "Anch'io massacrato"
Che qualcosa si stesse muovendo sul fronte delle indagini l'aveva lasciato trasparire stamattina il capo della Polizia Antonio Manganelli, mettendo una serie di paletti alle ipotesi che circolavano sull'attentato. "Non c'entrano né la mafia né gli anarchici", aveva esordito rivelando che il giorno della tragedia "i detenuti della Sacra corona unita hanno inviato un telegramma di solidarietà alla famiglia di Melissa: un segnale specifico per dire noi non ci entriamo". E anche per quanto riguarda la Fai, "faccio fatica a immaginare - aveva detto Manganelli - che sia opera loro un attentato così vigliacco". "Arriveremo a chi è stato", aveva però garantito il capo della Polizia. Una previsione che evidentemente era qualcosa di più che una speranza.
Fonte:
Repubblica.it