This is it
Benvenute, questa é la seconda parte del Bad Journal che ho scritto dal 1993 al 2001,e poi ancora, con delle pause.
I capitoli potrebbero essere piùttosto lunghi, perciò li suddivderò spesso in due parti..non voglio annoiarvi, appesantirvi con dei papironi...questa seconda parte della storia si chiama This Is It, perché riguarda la parte in cui Michael diventa maturo, ma in realtà, prima di arrivare al 2009 ce ne vorrà..spero che vi divertiate..anzi..spero proprio che veniate rapite..buona lettura..
Foxy
BJ II PARTE :CAPITOLO I ON THE WAY BACK HOME
Prima parte:
Settembre 1994
Sola, davanti a quell’enorme cancello,in quella giornata così afosa e piena di sole, il cielo strillava il suo azzurro.
Lei era sudata, appiccicosa, aveva guidato dall’ aeroporto fin là con una macchina automatica presa a nolo, avrebbe potuto chiamare un taxi o farsi venire a prendere, ma no, la sfida era guidare, farcela da sola, come in un rito scaramantico, proprio perché guidare non era il suo forte. Il risultato era stato che si era persa due volte, e aveva sudato con tutta l’aria condizionata accesa per quanto si era innervosita . Ma se era riuscita ad arrivare lì da sola (come aveva immaginato tante volte di fare) sarebbe andato tutto bene.
Scese dall’auto, si sgranchì, suonò il citofono e le rispose una voce inedita, così si rese conto da quanto tempo mancava..
Foxy “ Ahm..sono Foxy..Francesca..non ho un appuntamento,ma..”
La voce la interruppe “ Entri pure, lasci la macchina nel viale..”
Lei si pulì le mani sui jeans, salì in macchina e per magia il primo cancello di Neverland si aprì, dando accesso al secondo cancello e quindi alla tenuta.
Mentre entrava nella proprietà pensò che l’ultimo ricordo di quando era stata fisicamente lì era più di due anni prima, e se ne stava andando.
In seguito era tornata a Los Angeles per vedere i suoi figli, ma mai nella tenuta, aveva affittato un appartamento apposta per i suoi turni di visita, ma non voleva contaminare il tempo con i suoi bambini con la presenza di suo marito o della sua numerosa famiglia. Le era costato una fortuna, ma sentiva che era l’unico modo per mantenere un equilibrio.
La villa si ergeva dopo poco di un paio di chilometri di viale, dietro la casa il parco divertimenti con la ruota panoramica e le giostre e le altre meraviglie che Michael aveva fatto aggiungere nel tempo, tutt’intorno ettari ed ettari di meravigliosa natura,nonché uno stagno e un maneggio.
Si fermò nel viale come le era stato detto, lasciò le chiavi nel quadro, scese, si ricompose un po’, in fondo non era poi tanto sciatta: indossava dei jeans che la valorizzavano senza essere attillati e una camicia bianca,si sentiva a posto,ma comunque nervosa. Prese la sua cartella di pelle dal sedile posteriore, la mise a tracolla, e s’incamminò verso la porta. Girò la maniglia ed entrò, nulla di più facile entrare nella casa del re del pop. Non c’era nessuno ad accoglierla, lei stessa aveva evitato di dare un orario preciso del suo arrivo, probabilmente anche perché pensando di guidare, temeva di farsi attendere chissà quanto.
Dall’ingresso si apriva un grande salone centrale, un ambiente paradossalmente accogliente per essere così ampio, in perfetto stile navaho: grandi tappeti etnici tessuti a mano sui pavimenti e su alcune pareti, mobili massicci in noce chiaro, un’enorme scala in legno portava ai piani superiori, e tutta quella luce data dalle ampie finestre che affacciavano sul parco.
Francesca avanzò cautamente, come fosse la prima volta a trovarsi lì,venne travolta da quell’odore inafferrabile di cui tutta la casa era pregna, come di zucchero filato,quell’odore che l’aveva seguita fin in Europa dentro alle sue valigie. Si sentì un’intrusa in casa sua, si sorprese a spiare quei luoghi che solo un paio di anni prima le erano appartenuti, forse per vedere se erano cambiati, o se erano stati contaminati da ‘altre presenze’. Passò accanto al pianoforte a coda nero situato al centro della sala,e una moltitudine di fotografie la chiamò:
erano per lo più foto dell’infanzia e della famiglia di Michael,i suoi migliori amici,poi c’erano le foto della loro famiglia, e un’unica foto in cui compariva anche lei che era con Michael jr, orgoglioso e sorridente. Sfiorò il vetro con due dita come per salutare suo figlio e sentì una fitta al cuore, pensò che era buffo che l’unica foto che Michael aveva tenuto esposta di lei era con il loro bellissimo figlio morto, come se anche lei lo fosse.
Michael jr. era un ragazzo particolare, era stato forse il più grande fan di suo padre.
Aveva 17 anni quando era morto, e fino ad allora, anche sfruttando la forte somiglianza con un Michael Jackson adolescente, si era vestito,pettinato e mosso come lui,pur mantenendo la sua personalità che lo portava ad essere un giovane curioso e sportivo, forse quello che sarebbe potuto essere suo padre se fosse stato un ragazzo come tutti gli altri.
Michael non aveva mai vessato i suoi figli perché intraprendessero la carriera artistica,anzi, li aveva tenuti lontani dal mondo dello spettacolo, fatta eccezione dei suoi tour e della lavorazione dei suoi album per cui il parere della sua famiglia era indispensabile. Michael, con l’aiuto di sua moglie, era riuscito a crescere dei ragazzi normali, persino goffi e stonati. Quella di Michael jr era una scelta, dovuta al suo talento del tutto naturale per la danza . Lo avevano così iscritto a una scuola di danza dopo che aveva insistito per lungo tempo . Lui non scimmiottava suo padre, lui era qualcosa di diverso, oltre che ad essere portato per il classico data la struttura esile e asciutta del suo corpo,cosa inusuale per un ragazzo nero, ma amava identificarsi in lui come per darsi coraggio. Indossava i vestiti smessi da Michael quando aveva la sua età, ripescati a casa di nonna Katherine, certe felpe storiche della Disney con cui suo padre aveva creato il suo stile. Talvolta sembrava che Michael fosse tornato dal passato, invece era solo suo figlio.
La fragilità di Michael jr, la sua spontaneità, e bontà preoccupavano Michael, che temeva per lui una forte delusione prima o poi, incontrando difficoltà come ballerino nero e come suo figlio, ma quel ragazzo incarnava solo una gran voglia di vivere e un ’ ottimismo sconfinato . La sua ingenuità lo aveva portato a mettere a rischio la propria vita nel quartiere sbagliato in una notte in cui era talmente pervaso di euforia da dimenticarsi di essere un ragazzino nero a spasso di notte nei bassifondi di Los Angeles. Michael aveva scacciato spesso il pensiero che era stato proprio perché aveva abituato i suoi figli ad essere come chiunque altro che Michael jr era morto.
Impossibile per Francesca non essere colta da un senso di nostalgia misto a malinconia e irritazione, quante cose sospese aveva lasciato e l’avevano aggredita tutte contemporaneamente. Continuò ad aggirarsi in quella casa vuota. Si diresse nella parte di servizio del piano terra, in cucina per prendersi da bere,dopo qualche istante sentì l’avvicinarsi di alcune voci dall’esterno, Charlie e Miko entrarono dalla porta di servizio della cucina, ridacchiavano..
Lei era interdetta,
Charlie “ Francesca!!! ”
Il colosso si precipitò ad abbracciarla e così anche Miko Brando che quasi la sollevò da terra, Francesca era commossa e contenta di rivederli, Miko e Charlie oltre ad essere le guardie personali di Michael erano stati i suoi angeli custodi..
Foxy “ Ragazzi! Come va? Vi trovo in splendida forma..Charlie sei dimagrito!!”
E lei accennò un gesto verso la sua pancia, Charlie sghignazzò inorgoglito dal suo paio di etti in meno,
Charlie “ Che bello che sei qui..Michael é voluto tornare di corsa..”
Miko gli lanciò un’occhiataccia, Michael era stato subito avvisato del suo arrivo, come aveva fatto lei a non immaginarlo? Era stata via così tanto che non ricordava più che non scureggia una puzzola nel ranch senza che Michael ne sia informato?!!..
Miko “ Quanto resti con noi?!”
In quel momento Michael e Bill Bray entrarono dalla porta, Michael se la trovò davanti e le piantò gli occhi addosso, Foxy evitò il suo sguardo e salutò Bill, Michael le si avvicinò accennando un a sorta di semi abbraccio impacciato
Mike “ Ehi, potevi chiamarmi..”
Foxy “ Beh, sono qui..”
Bill “ Mike, credo sia meglio rimandare la nostra cena..”
Mike “ Se non ti spiace Bill..”
Foxy “ Ma non ce n’ é bisogno!!!”
Bill “ Non temere tesoro, va bene..é importante che sei qui..”
Le sorrise
Bill “ A proposito, sei uno schianto”
Foxy si nascose il viso con le mani
Foxy“ Sono un disastro..”
Bill le diede un bacio sulla guancia
Bill” Spero di rivederti presto tesoro..allora ragazzi, mi date uno strappo? Ah Mike, non dimenticarti di fare quella telefonata..”
Bill Bray se ne andò com’era arrivato, con Miko e Charlie.
Lei e Michael rimasero soli, lei seduta su di uno sgabello e lui poco distante, in piedi, il silenzio pesava come piombo, erano passati due anni, lei era lì dinanzi a lui,che aveva pregato migliaia di volte perché lei tornasse, era bastato farle una telefonata, parlarle, essere calmo e convincente e lei aveva finalmente accettato di incontrarlo.
Lui le sorrideva e la guardava..
Mike “ Sono così contento che sei qui..non ci speravo più..”
Foxy “Ti avevo detto che sarei venuta, eccomi qui.. ma..i ragazzi?!!”
Lui era distratto, scosso, non riusciva a smettere di guardarla, le guardava la borsa, i jeans, quella camicia, sicuro di non averglieli mai visti prima, non c’era niente in lei di uguale, erano passati due anni, un’attesa interminabile, e lei ora era di nuovo in quella cucina con lui..lei che era sempre stata così compita e raffinata ed era diventata come...‘selvatica’..indossava un abbigliamento sportivo, i capelli non erano più lisci e raccolti, ma naturali e mossi e sciolti,il trucco eliminato, i suoi occhi verdi sembravano più grandi e chiari..
Foxy “ Allora, cosa c’è?”
Mike “ Sei diversa..”
Ora era lei che lo scrutava: aveva i capelli molto più lunghi,
sciolti sulle spalle, raccolti solo quelli sulle tempie, aveva una camicia azzurra di cotone tipo oxford dentro un paio di jeans neri attillati..
Mike “Stai bene...sei così..”
Foxy tagliò corto
Foxy “Sudata..e impaziente di rivedere i miei figli..”
Mike “ Posso darti un bacio?”
Lei s’irrigidì,lui rapidamente la baciò sulla guancia
Mike “ Ci sei mancata..”
Foxy era un po’ spiazzata,non le era piaciuta quella frase, non era tornata da un viaggio, era solo lì in visita..
Mike “ I ragazzi saranno qui per cena..rimani vero?!”
Foxy “Come va con loro?”
Lei fu attraversata da un brivido all’idea di passare lì la notte
Mike “ Si sono abbastanza adattati..i piccoli me li porto dappertutto..”
Foxy “ Michael no, non va bene!”
Mike “Lo so, lo so non ti piace, ma loro sono contenti, si divertono..e poi c’è la tata, mia madre..stanno bene , vedrai..”
Foxy provò l’impulso irrefrenabile di stringere a sé subito i suoi cuccioli
Foxy “ Ma dove sono?”
Mike “I grandi non lo so esattamente..i piccoli sono con i miei, ma staranno per tornare..”
Foxy era nervosa, voleva vederli, silenzio
Foxy “Anch’io ti trovo bene..forse sei un po’ troppo magro..”
Mike “ No, va bene..sto bene..”
Foxy “ Sei troppo magro..ma va bene così, sono affari tuoi..”
Lei era stata distaccata, perché lo era, non era più affar suo se lui digiunava o passava le notti in bianco, purché non influisse sui bambini.
Michael aveva afferrato il messaggio,era più difficile del previsto riavvicinarsi a lei, non c’erano appigli, lei non l’amava più.
Dal corridoio arrivò Alexandra tutta bagnata e gocciolante dalla piscina, avvolta in un asciugamano,
Foxy appena la vide corse ad abbracciarla..
Alex’ “ Mammaaaaaa!!Quando sei arrivata?!”
Foxy baciandole il viso
Foxy “ Poco fa..come sei bella..non é bella Mike?”
Lui la guardò
MIke “Oh si,é una signorina ormai..”
Alex’ abbracciò anche suo padre bagnandolo , e li costrinse in un abbraccio di gruppo
Alex’ “ Ho tante cose da dirti..”
Foxy le levò i capelli dal faccino
Foxy “Si piccina mia, ora però vai ad asciugarti..”
Alex’ l’afferrò per un braccio
Alex’ “ Si però vieni con me..”
Foxy si girò a guardare Michael mentre si lasciava trascinare dalla figlia, lui sembrava triste, ma le sorrise.
Nel bagno della camera di Alexandra..sua madre le asciugava i capelli lunghissimi,
Foxy “ E queste ciocche bionde?”
Alex’ “ Mi sono venute col sole..”
Alex’ era scura come suo padre, ma capelli ed occhi chiari erano di sua madre
Foxy “ Lo sai che sei diventata proprio carina?!”
Alex’ “ Non sono grassa?”
Foxy “ Oh no Alex’,non dire scemenze..e non smettere di mangiare..”
Alex’ “ Non c’è pericolo! E poi se smetto, smette anche papà ce mangia solo con me..”
Foxy la guardò nello specchio
Foxy “ Come va a casa? Tuo padre come sta?”
Alex’ “ Vacci piano con lui..non é in forma ,é molto giù..”
Foxy avvertì una leggera coda di paglia, Alex’ gettò il costume bagnato nel lavandino e infilandosi le mutandine pulite aggiunse
Alex’ “Comunque va bene..papà non ci fa mancare niente, non siamo mai soli, e ha sempre tempo per noi..”
Foxy “ Dovete essere bravi con lui, sono certa che fa del suo meglio perché tutto vada bene..”
Alex’ “ Si lo so”
Foxy “Scommetto che ti sta addosso,sei l’unica femmina e stai crescendo così in fretta..”
Alex’ “ Mi dice spesso che gli ricordo tanto te..che sono uguale a te..”
Foxy “ Ma tu sei più bella di me !”
Foxy l’abbracciò
Alex’ “ Quanto rimani?”
Foxy “ Non saprei..non ho ancora parlato con tuo padre..”
Alex’ alzò improvvisamente la voce, c’era qualcosa che non andava,
Alex’ “Ma questa é anche casa tua..puoi tornare quando vuoi!”
Foxy “ Abbassa la voce..non é così semplice..”
Alex’ lagnandosi
Alex’ “ Cosa c’è di difficile?Basta che torni a stare qui!”
Foxy “ Sei troppo giovane..”
Alex’ senza ascoltarla
Alex’ “Tutto si aggiusterebbe se tornaste insieme, tutto tornerebbe uguale a prima..”
Foxy “Non sarà mai più come prima..avanti, finisci di vestirti e poi scendi..”
Alex’ “Mamma, ti sei arrabbiata?”
Foxy “ No, ma non voglio che ti fai delle illusioni su di me e tuo padre..sono qui
perché mi ha chiesto di venire e per stare un po’ con voi..”
Alex’ sommessamente
Alex’ “ Capito”
Foxy uscì poi tornò indietro con in mano delle mutande di Hello Kitty
Foxy “Me le presti queste?”
Alex’ rise.
Francesca si ritrovò nel corridoio delle camere da letto, il cuore le batteva forte,e sentiva l’odore di quella casa che le rimescolava l’animo, l’odore che caratterizza le tue mattine quando ti svegli nel tepore delle tue coperte, che senti dopo aver fatto la doccia, le riportava a galla ricordi lievi, micidiali..lì in fondo c’era la camera di Michael e la sua, staccata dalle altre, dietro di lei invece c’era la camera di Michael jr...Foxy senza accorgersene entrò, e prima che la porta si aprisse le sembrò di sentire lo stereo acceso di suo figlio, tutto era intatto, immobile: entrava una luce tenue dalle tende socchiuse, i poster di Nureiev erano ancora alle pareti, a terra i manubri da palestra, sulla panca sotto la finestra la borsa della scuola di danza, sullo scaffale un paio di trofei per meriti sportivi, i suoi libri e il letto rifatto e vuoto...Foxy si portò una mano alla bocca come per soffocare un grido, si girò ed uscì in fretta,chiuse la porta e si trovò davanti Michael, sobbalzò per lo spavento
Foxy “ Vuoi farmi morire?!!”
Mike “ Scusami, volevo avvisarti che i piccoli sono giù con mia madre..”
Foxy “Grazie,vado subito..”
Lei restò lì in piedi un attimo, lui la fissò, lei aveva le lacrime agli occhi, respirò profondamente..anche per questo non era più voluta tornare in quella casa, perché tornare dove si é stati tanto felici e tanto infelici?
Foxy con un gesto si asciugò gli occhi e si precipitò giù per le scale, Michael rimase davanti a quella porta ancora qualche momento.
Mamma Katherine era sul divano con i piccoli
Foxy “Ecco i miei cuccioli!”
Il piccolo Nii Amaa di appena tre anni si voltò verso di lei e scoppiò in un pianto disperato, Johnny di 2 anni era carponi sul divano che tentava di tirarsi su e lo seguì scoppiando in lacrime anche lui, subito Katherine li prese in braccio per calmarli, inutilmente, li dondolava sulle sue ginocchia, Francesca rimase impalata, i suoi figli non la riconoscevano, il suo dispiacere e il suo imbarazzo nei confronti di sua suocera crebbero, si rincontravano dopo due anni e lei risultava essere una madre poco presente, una cattiva madre
Foxy “ Vorrei avvicinarmi, ma ho paura di peggiorare le cose..”
Katherine le fece segno di sedersi accanto a lei, i bambini con gli occhi pieni di lacrime continuavano ad agitarsi
Kate “ Non te la prendere, anche Michael faceva così con suo padre quando tornava dall’acciaieria, e si vedevano tutte le sere!..Ci vuole tanta pazienza..”
Foxy era a disagio, malgrado Kate fosse gentile,
Kate” Johnny ha avuto un po’ di febbre ieri..ma niente di serio, appena qualche linea..si sono un po’ scalmanati con i cugini..”
Nii e Johnny cominciavano a calmarsi, ma guardavano la madre spaventati,
Foxy “La ringrazio mamma Jackson, per come si prende cura dei miei figli..”
Kate “Puoi ancora chiamarmi Kate, sono sempre tua amica..”
Foxy “Non so come comportarmi con te..”
Kate le sorrise
Kate “Normalmente!”
Foxy “ So che non sei stata favorevole alla separazione..per questo non sapevo come mi avresti accolto..”
Kate “Non posso appoggiare una separazione,meno che mai quando sono coinvolti dei bambini così piccoli...ma non posso nemmeno intromettermi e dirvi cosa fare..posso solamente darvi il mio sostegno..”
Foxy guardò i piccoli
Foxy“ Mi dispiace così tanto per loro..”
Kate “ Beh, però,sei a casa adesso no?”
Foxy “Non per sempre..”
Kate “Dici davvero?!!”
Foxy “ Sono qui perché Michael ha chiesto di vedermi..e per stare con i bambini..”
Si accorse di ripeterlo come una litania,
Kate “ Il tempo aggiusta tutto..”
Foxy “Mah..sono passati due anni, ci siamo fatti il vero male..”
Kate “Ciò che Dio ha unito non si può sciogliere..”
Foxy “Forse era qualcosa che non doveva essere unito..”
Kate “ Perché quest’amarezza? Avete avuto la benedizione di trovarvi, di avere 5 bellissimi figli..non rinnegare questo, anche se sei in preda al dolore..”
Gli occhi di Foxy s’inumidirono
Foxy “ Dopo quello che é successo nulla ha avuto più ragione di essere..”
Kate “ Ma l’amore non se n’è andato..”
Foxy “ Niente é riuscito a farlo tornare..”
Kate le sorrise con il suo grande senso materno
Kate“ Ma tesoro, lo vieni a dire a me?! Tante volte Joe se n’è andato,ma abbiamo sempre ricominciato con un altro bambino..e se ci fossimo fermati prima che arrivasse Michael?! Non saremmo qui a parlarne..tutto accade per una ragione, ma non ci é dato di sapere, ma se sei qui c’è un motivo..”
Foxy “ E’ diverso..”
Kate “ Si, altre persone, altri tempi..ma solo il fatto di stare qui ti ha già cambiata..non é così?”
Foxy sentiva che aveva ragione e questo le faceva paura
Kate “ Credi che non conosca mio figlio? Michael é molto orgoglioso, ma alla fine ammette quando sbaglia..”
Foxy “Non voglio litigare con te e mancarti di rispetto, ma ci sono cose che non conosci, che sono difficili da spiegare..”
Kate “ Non voglio convincerti..sai meglio di me ciò che senti, ma voglio vederti più serena..”
I piccoli si erano rilassati
Kate “ Che dici di provare?”
Prima che potesse rispondere Kate le sistemò i bambini in grembo, non erano entusiasti, ma almeno non piansero
Foxy “ E adesso?!”
Kate “ Adesso, voglio che ti godi i tuoi bambini, la tua famiglia..ci vuole tanta pazienza, ricordalo..”
Foxy era nel panico e temeva che da un momento all’altro se ne accorgessero anche i suoi figli
Kate si alzò
Kate “Vedrai, Michael ti aiuterà..”
Foxy “ Grazie ancora..”
La guardò con gratitudine, Kate la baciò sulla fronte ed uscì.
Grazie
Foxy