Al Bano è meglio di Jackson?
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10 luglio 2009
Michael Jacson Will be There
I cigni di Bakala
Chi è meglio, Michael Jackson o Al Bano? Se la domanda vi pare ridicola, o assurda, è perché non vi ricordate che il cantante pugliese, una decina di anni fa, vinse addirittura una causa per plagio contro il ballerino pop, che dovette sborsare 4 milioni di lire. D'accordo, non è una gran cifra. Il pretore di Roma comunque sentenziò che «tra I cigni di Balaka di Al Bano e Will you be there di Michael Jackson tema e ritmo sono "uguali"». Jackson si era persino presentato in tribunale per difendere la sua creazione, ma non risultò convincente. Del resto basta che andiate su Youtube, digitiate i titoli delle due canzoni, per fare direttamente i vostri confronti. È un piccolo esercizio di valutazione estetica quello che propongo. Ma anche morale.
Ricordo per inciso che Al Bano non avrebbe voluto esasperare il conflitto, e fece varie proposte di pacificazione, mai prese in considerazione. Tra l'altro dichiarò che avrebbe devoluto in beneficenza i propri eventuali introiti; o che gli bastava che il suo nome venisse indicato tra gli autori della canzone, grazia et amore dei. C'è qualcosa di profondamente ingiusto nel modo in cui è stato snobbato e umiliato dalla grande star. E con lui il nostro intero Paese, dove Al Bano è rispettatissimo. Pensate che un'istituzione importante come l'ospedale San Raffaele di Milano ha chiamato lui, proprio lui, per scrivere il proprio inno. Parole e musica, che potete ascoltare sempre su Youtube. E a chi voglia sostenere – nel contesto del nostro esercizio estetico-morale – che la grandezza di Jackson non sta in una singola canzone, copiata o no, ma nell'aver saputo incarnare senza pari lo spirito dei tempi, noi dovremmo rispondere, in nome dell'italianità, che Al Bano non è certo da meno. Versi immortali come «l'uomo prima di tutto è un essere umano», che si possono ascoltare nel suo inno, sono in prefetta sintonia con le tautologie morali che ogni giorno ascoltiamo da autorevoli predicatori, che ci convincono che siamo «persone umane», o che dobbiamo fare il bene invece del male.
Quei versi, e l'italianissima melodia che li sorregge, rappresentano anch'essi qualcosa di culturalmente significativo. Eppure, ogni volta che riascolto «I cigni di Balaka» e «Will you be there» mi convinco di due cose contemporaneamente: 1) che davvero ritmo e melodia sono praticamente identici 2) che comunque non posso credere che davvero Michael Jackson abbia copiato da Al Bano. Tanto è radicato il pregiudizio che ci spinge ad essere, in tante occasioni della vita, profondamente ingiusti. Tutto ciò non vi pare perlomeno irritante?
10 luglio 2009
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