Il 18 settembre 1992, alle ore 22:00 in punto,
l'uragano Michael Jackson si abbatteva sullo Stadio Olimpico Lluís Companys di Barcellona, travolgendo con un'esplosione di luci, musica e pirotecnica i 42.000 spettatori giunti sulla collina del Montjuïc per assistere alla prima tappa spagnola del leggendario
Dangerous World Tour.
Come per il precedente concerto di Tolosa,
anche di questo show abbiamo a disposizione soltanto una versione amatoriale e in bassa qualità; eccezion fatta per alcune riprese di
Jam e
Wanna Be Startin' Somethin', che verranno trasmesse da reti TV come
Antenna 3 e
Telecinco.
Ciononostante,
siamo in grado di raccontarvi dieci curiosità su questo concerto,
compresa una toccante testimonianza.
- Il concerto amatoriale integrale di Barcellona -
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LE CURIOSITÀ DI BARCELLONA 🔥
📌 Il concerto si svolge nello stesso stadio che, dal 25 luglio al 9 agosto di quell'anno,
aveva ospitato la venticinquesima edizione delle Olimpiadi, il cui inno nazionale era stato composto e cantato da
Freddie Mercury, scomparso il 24 novembre precedente.
Proprio in vista dei Giochi Olimpici, tra il 1989 e il 1992
lo stadio di Montjuïc fu oggetto di una massiccia ristrutturazione che ampliò la capienza complessiva da 20.000 a 56.000 posti a sedere, trasformandolo nel più grande centro sportivo della città dopo il
Camp Nou dell'
FC Barcelona.
📌 Da questa premessa nacque la polemica dei giorni immediatamente precedenti al concerto del Re del Pop.
Infatti,
nonostante i 56.000 posti disponibili, furono venduti ai botteghini "soltanto" 42.000 biglietti. Un dato che spinse i media ad associare la parola "flop" ad uno show che invece si sarebbe rivelato fantasmagorico.
📌 E arriviamo ora alla cronaca del concerto.
Durante l'esibizione di apertura, quella della mitica
Jam, la chitarra appare molto più decisa del solito, nonché prevalente nel mix degli strumenti.
I passi di danza sono fluidi e la performance, dopo oltre trenta concerti di rodaggio, è ormai all'apice della perfezione coreografica.
📌 Durante il verso «
say, you wanna be startin' somethin'?» della quasi omonima canzone, Michael non canta le ultime due parole, lasciandole ai coristi.
Una particolarità, questa, che varia da concerto a concerto.
📌 Il Re del Pop accusa un po' di stanchezza nel corso della splendida
Human Nature: la tonalità è diversa dal solito e Michael tende a saltare alcune parole.
Ciò non basterà a privare la performance della sua proverbiale magia.
📌 Visivamente, l'esibizione di
Smooth Criminal risulta molto simile a quella della celebre tappa di Bucarest, che si terrà il 1° ottobre successivo.
📌 Per questo concerto non è stato montato lo
split stage, ovvero sia il secondo livello di palco sollevabile.
Di conseguenza, lo spettacolo risulterà privo di vari effetti, come la bara volante di
Thriller.
📌 In
Black or White, il sintetizzatore è più alto del solito e la chitarra più bassa rispetto agli altri strumenti.
Inoltre, il primo verso del rap di metà canzone non si sente, in quanto il microfono non viene acceso in tempo.
📌 Grande tripudio di applausi e acclamazioni durante la meravigliosa
Man in the Mirror.
Michael canterà la parte finale della canzone con sorprendente potenza ed energia, prima di congedarsi dal suo pubblico sorvolando il cielo nero di Barcellona.
(Sì, sappiamo che si tratta di una controfigura, il cosiddetto
Rocket Man, ma ci piace sognare).
📌
Mark Atchison, meglio conosciuto come
Bov, è un ballerino di Warrington (Cheshire, Regno Unito) che, per una fortunata coincidenza tra etichette discografiche,
si è ritrovato ad aprire le date europee del Dangerous World Tour.
Ecco la sua testimonianza:
«
Partecipai a 39 concerti in 15 diversi Paesi nell'arco di tre mesi. E passammo dal ballare davanti a 10.000 persone alle 110.000 di Parigi.
Quando terminammo il nostro spettacolo a Barcellona, ci dissero che Michael Jackson voleva vederci.
Mi ringraziò per aver partecipato al suo tour, il che fu abbastanza divertente. Mi disse che mi aveva visto ballare e che era stato fantastico.
Avevo 21 anni all'epoca, e non sapevo cosa dire.
Poi scattammo una foto con lui, che è ancora oggi uno dei miei beni più preziosi. Fu uno di quei momenti che è impossibile dimenticare».
A cura di Vincenzo Compierchio ed Eric Di Scenza per il Michael Jackson FanSquare.