Non è da tutti diventare un’icona; ed è ulteriormente raro generare una determinata sensibilità artistica e culturale (al di là del giudizio che possiamo dare ad essa).
Non si tratta tanto di essere “espressione” di un’epoca, che significherebbe “arrivare dopo”, essere mera produzione di ciò che già era andato preparandosi nell’insondabile movimento dello spirito; si tratta di “originare” l’orizzonte culturale, crearlo, fondarlo e generare l’apertura.
Essere qualcuno dopo il quale nulla sarà più lo stesso: ne sono stati capaci, tra i tanti, Andy Warhol, Kurt Cobain, Pier Paolo Pasolini… e la maggior parte di loro hanno pagato il prezzo con la vita, con l’auto-dissoluzione, col sacrificio.
Michael Jackson è uno di questi “miti fondatori” voglio iniziare così questo post riportando un pezzo dell’articolo di guida di filosofia ( vi consiglio di leggerlo tutto ).
Michael Jackson è e rimarrà una leggenda non solo della musica. Con un libro che traccerà i momenti salienti della sua vita (dall’esordio con i Jackson 5 alla sua morte, passando per la via che lo ha consacrato “King of Pop”), la Bluewater Productions ad ottobre offrirà al pubblico uno tributo alla sua memoria.