Prima di salutare l'Italia con l'ultimo concerto del
Bad World Tour a
Torino, città in cui arrivò in auto la mattina del 28 maggio 1988,
Michael Jackson si concesse un breve passaggio nella Firenze dei Medici, dove nelle
Gallerie degli Uffizi e dell'Accademia ebbe la possibilità di trovarsi nuovamente a tu per tu con
i capolavori del suo amatissimo Michelangelo: primo fra tutti,
il monumentale David.
Michael sentiva dentro di sé una profonda affinità con il genio del nostro Rinascimento.
Molto significativa l'analogia con cui nel 2002, in un'intervista a
Vibe Magazine, cercò di spiegare
la propria tecnica di scrittura:
«
Credo che sia già lassù ancor prima di nascere, e poi arriva. È la cosa più spirituale del mondo.
Quando questo accade, la canzone arriva con tutti gli accompagnamenti, i violini, il basso, i tamburi, i testi... E tu sei solo il mezzo attraverso il quale essa viene, il 'canale'.
Come quando Michelangelo, davanti a un enorme pezzo di marmo dalle cave d'Italia, diceva: "Dentro c'è una forma dormiente". Prendeva un martello e uno scalpello, e la liberava. "È già lì dentro. È già lì"».
Entrambi, Michael e Michelangelo, mettevano cuore e anima nel proprio lavoro.
E ad entrambi va riconosciuto
l'impegno di tutta una vita nel perfezionare la propria arte.
E come Michelangelo fu talmente drastico da decidere di ricominciare da capo gli affreschi della Cappella Sistina che non lo convincevano, così anche Michael, quando ascoltò per la prima volta l'album completo
Thriller, sentì che non avrebbe funzionato.
Come raccontato da lui stesso in
Moonwalk, dopo un paio di giorni di riposo decise insieme alla sua squadra di mixare nuovamente l'intero album.
«
È stato bellissimo quando abbiamo finito. Ero così eccitato che non vedevo l'ora che venisse pubblicato».
Per Michelangelo, il risultato di ricominciare gli affreschi fu
il capolavoro immortale della Cappella Sistina.
Per Michael, fu
l'album più venduto di tutti i tempi.
Ad uno dei suoi più apprezzati ritrattisti personali,
David Nordhal, il Re del Pop avrebbe poi commissionato in particolare
un ritratto che lo raffigurasse proprio nell'iconografia del David, come a voler sigillare per sempre il suo legame con uno dei suoi miti più ammirati e artisticamente più ispiranti.
Quasi, un segno del destino.
Post di Francesca De Donatis e foto di Eric Di Scenza per il Michael Jackson FanSquare.