Il 7 marzo 1985, veniva ufficialmente pubblicato
l'inno umanitario per eccellenza, la straordinaria e sempre attualissima
We Are The World.
Scritto da Michael Jackson e Lionel Richie e messo a punto presso il
Lion Share Recording Studio di
Kenny Rogers, a Beverly Hills, il brano era stato registrato il 28 gennaio precedente da un super gruppo di 45 artisti, sapientemente coordinati dal produttore
Quincy Jones e uniti sotto il nome comune di
USA For Africa.
Gli oltre 100 milioni di dollari ricavati dalle vendite del disco, superiori alle 20 milioni di copie,
furono infatti interamente destinati alla popolazione dell'Etiopia, afflitta in quel periodo da una disastrosa carestia.
Un successo filantropico e commerciale che vide la sua consacrazione definitiva il 25 febbraio 1986; giorno in cui, durante la 28ª edizione dei
Grammy Awards,
We Are The World si aggiudicò ben quattro premi su sei candidature:
Canzone dell'anno,
Disco dell'anno,
Miglior performance pop di gruppo e
Miglior video musicale.
«Quando Quincy mi chiese di scrivere questo pezzo per la fame nel mondo, ci misi tutto me stesso. È difficile dire qualcosa, perché per me è molto più facile parlare attraverso la canzone.
Io comunico così».
È ciò che possiamo ascoltare dalla viva voce di
Michael Jackson nel nuovissimo documentario
The Greatest Night in Pop, che - diretto dal regista Bao Nguyen - dallo scorso 29 gennaio ci racconta su
Netflix l'avvincente ed emozionante storia della creazione del brano.
E ancora, dalla voce di
Quincy Jones:
«L'aspetto interessante di Michael è che in un primo momento voleva solo scrivere la canzone.
All'inizio, non desiderava cantare o apparire nel video. Non voleva mettersi in mostra.
Poi lo convinsi.
Sarebbe stato un errore madornale non apparire.
Alla fine venne, e non solo per fare presenza».
Il risultato?
Il singolo di beneficenza più venduto nell'intera storia della musica. 🤍
Post di Vincenzo Compierchio e Francesca De Donatis con foto di Eric Di Scenza per il Michael Jackson FanSquare.