Il
6 marzo 2001, nonostante la frattura al piede causatagli da una caduta di cui era stato vittima nel mese precedente,
Michael Jackson si recò nella prestigiosa Università di Oxford - la più antica del mondo anglosassone -
per ricevere la sua Laurea honoris causa in Lettere e Pedagogia.
In quella occasione, davanti a un uditorio di circa 300 persone tra studenti e autorità dell'Ateneo,
il Re del Pop pronunciò un discorso che tuttora merita di restare patrimonio della memoria collettiva, per la profondità dei temi affrontati e per il suo altissimo valore culturale e umano.
Un discorso volto principalmente a sottolineare l'importanza di impegnarsi a livello globale per la salvaguardia dei diritti dei bambini, fin dalla loro nascita; e col quale il Re del Pop volle anche illustrare gli obiettivi della sua nuova iniziativa umanitaria: la
Heal The Kids Foundation, appena istituita come ulteriore progetto della
Heal The World Foundation.
Un'attenzione, quella ai problemi dell'infanzia, che aveva radici ben profonde, nate in seguito alle esperienze che egli stesso aveva vissuto da bambino: ancora oggi, le confessioni contenute in quel discorso ci dicono molto di lui, e di ciò che dolorosamente si portava nel cuore.
Eccone qui uno stralcio, tra i più significativi:
«
Quando stavo per iniziare il Bad Tour, un ragazzino venne a visitarmi con i suoi genitori a casa, in California. Stava morendo di cancro, e mi disse quanto amasse me e la mia musica.
I suoi genitori mi dissero che era destinato a morire, e che sarebbe potuto succedere da un giorno all'altro... e io gli dissi: "Fra tre mesi aprirò il mio tour proprio nella tua città, Kansas. Voglio che tu venga allo show. Ora ti regalerò una giacca che ho indossato in uno dei miei video".
I suoi occhi si illuminarono, e mi chiese: "Vuoi regalarla a me?".
Io gli dissi di sì... "ma mi devi promettere che la indosserai al concerto".
Stavo cercando di fargli tenere duro.
Gli dissi che, quando sarebbe venuto allo show, avrei voluto vederlo con quella giacca e quel guanto, e gli regalai uno dei miei guanti di paillettes. E non sono solito regalare quei guanti.
Era in Paradiso... ma forse lo era già fin troppo; perché, quando andai a Kansas, era già morto.
L'avevano seppellito con la giacca e il guanto. Aveva solo 10 anni.
Dio solo sa, e io so, quanto abbia cercato di vivere. Però almeno, quando è morto, sapeva di essere amato non solo dai suoi genitori, ma anche da me, un perfetto sconosciuto.
Io gli volevo bene.
E con tutto quell'amore, sapeva di non essere venuto al mondo da solo, così come non se n'è andato da solo.
Se vieni al mondo sapendo di essere amato e lo lasci allo stesso modo, allora di tutto ciò che sarà accaduto nel frattempo sarà valsa la pena».
Di seguito,
il discorso integrale con sottotitoli in italiano.
Post a cura di Francesca De Donatis e foto di Eric Di Scenza per il Michael Jackson FanSquare.