Alle ore 17:30 in punto del
15 luglio 1992, sotto un cielo soleggiato e con una temperatura di circa 20 gradi,
Michael Jackson accese i 35 mila spettatori della Valle Hovin di Oslo dando il via all'unica tappa norvegese del suo mitico
Dangerous World Tour.
Ecco a voi qualche
curiosità sul concerto.
📌 Lo show, come detto, si tenne alla
Valle Hovin di Oslo.
Si tratta di una pista di pattinaggio, con capienza massima di 40 mila persone, che nei mesi più caldi viene tuttora utilizzata per ospitare concerti musicali. Situata in una zona residenziale, è interamente circondata da alberi.
Una location davvero insolita per uno spettacolo di Michael Jackson,
che il 19 agosto 1997 vi sarebbe ritornato un'ultima volta per esibirsi col suo HIStory World Tour.
📌 Durante la performance di
Jam, il volume del playback si alzò e abbassò più volte:
per un breve lasso di tempo, si può perfino ascoltare la voce di Michael dal vivo che, preso alla sprovvista, si confonde e canta la seconda strofa della canzone anziché la prima.
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Il concerto si tenne interamente alla luce del giorno, e ciò diede vita a qualche episodio piuttosto curioso.
Ad esempio, il fotografo ufficiale dello show approfittò della luce naturale per eseguire qualche scatto suggestivo, inquadrando Michael di spalle col pubblico acclamante sullo sfondo.
È inoltre possibile vedere all'opera lo staff di MJ: dai membri della band, ai coristi, ai cameramen, al fotografo, agli addetti alle pulizie.
Visibili anche i vari membri dell'informazione che, da sotto al palco, si dirigono verso l'uscita al termine di
Wanna Be Startin’ Somethin’.
📌 Sempre a causa della luce naturale,
non fu utilizzato il classico telone bianco all'inizio di Smooth Criminal, durante l'esecuzione della quale si verificò qualche errore coreografico.
In compenso, l'
anti-gravity di Michael Jackson fu da 110 e lode.
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Memorabile, in questo concerto, fu l'esibizione di Man In The Mirror, durante la quale il Re del Pop offrì una delle interpretazioni più energiche dell'intero tour.
Michael, infatti, si fece talmente trascinare dal flusso del momento che, a un certo punto,
arrivò a strapparsi volontariamente la maglietta con scollo a V che indossava sotto la camicia bianca.
Poi, alla fine della performance, un piccolo imprevisto: poco prima di lasciare il posto al "
Rocket Man"
Kinnie Gibson - ovverosia la controfigura di MJ che aveva il compito di chiudere il concerto spiccando il volo sopra la folla tramite un Jet Pack - il piedistallo su cui erano posizionati il casco e i guanti da astronauta venne urtato accidentalmente.
Il piedistallo, con sopra ancora il casco, finì sulla gamba sinistra di MJ, che prontamente lo raddrizzò; mentre i guanti caddero a terra.
A quel punto,
Michael Bush - che aveva il compito di infilare i guanti al Re del Pop -
ci mise qualche secondo di troppo per capire quale fosse il destro e quale il sinistro, e per poco Jackson non scoppiò a ridergli in faccia.
A cura di Vincenzo Compierchio ed Eric Di Scenza per il Michael Jackson FanSquare.