[OFFICIAL TOPIC] CHARLIE CHAPLIN

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Lavinia.Jackson
00giovedì 29 luglio 2010 15:46
Ho pensato di aprire questo topic in onore di un grande uomo. Un grande uomo a tutti gli effetti,sia in senso umanitario sia per le sue grandi doti da attore.

CHARLIE CHAPLIN







Sir Charles Spencer Chaplin, noto come Charlie Chaplin o Charlotte nato a Londra il 16 aprile 1889 e morto a Corsier-sur-Vevey il 25 dicembre 1977, è stato un attore,regista, sceneggiatore, compositore e produttore britannico, autore di oltre novanta film e tra i più importanti e influenti cineasti del XX secolo (in particolare dell'era del film muto).
Il personaggio attorno al quale costruì larga parte delle sue sceneggiature,e che gli diede fama universale, fu quello del "Vagabondo" (The Tramp in inglese,Charlot in italiano, francese e spagnolo): un omino dalle raffinate maniere e la dignità di un gentiluomo, vestito di una stretta giacchetta, pantaloni e scarpe più grandi della sua misura, una bombetta e un bastone da passeggio in bambù,tipici del personaggio erano anche i baffetti e l'andatura ondeggiante.
L'emotività sentimentale e il malinconico disincanto di fronte alla spietatezza e alle ingiustizie della società moderna,fecero di Charlot l'emblema dell'alienazione umana in particolare delle classi sociali più emarginate nell'era del progresso economico e industriale.
Tra gli attori più famosi dalla nascita dell'industria hollywoodiana figura, in tale ruolo, al decimo posto della classifica AFI dei 25 migliori attori di tutta la storia del cinema.






LA CELEBRITA'

Ebbe così iniziò la carriera cinematografica di Charlie Chaplin, il "Vagabondo" che nell'arco di cinque anni conquistò un posto d'onore nella storia della settima arte. La rapida ascesa di Chaplin va dal 1914 (quando con la Keystone esordì nel mondo del cinema con il corto Per guadagnarsi la vita), fino al 1919 (anno nel quale fondò la United Artists Corporation).
Per la californiana Keystone, nel 1914 Chaplin recitò in trentacinque corti. Da virtuoso della pantomima, comunicava al pubblico una vasta gamma di emozioni usando i muscoli facciali, che dimostrava di controllare appieno. Il suo personaggio era anticonvenzionale e a tratti sprezzante, diverso da come lo conosciamo oggi.
La prima volta che Chaplin indossò i panni di Charlot fu nel cortometraggio Charlot si distingue. Nel dicembre 1915, si trasferì a Chicago, dove lavorò per la Essanay in altre quattordici produzioni. La Essanay se lo aggiudicò offrendogli uno stipendio settimanale di 1.250 dollari.
on cachet adeguati ad una popolarità sempre più grande, Chaplin approdò alla Mutual Films, firmando altri dodici corti: Charlot fu di volta in volta cameriere, milionario, muratore e sfaccendato. Il pubblico lo stimava per la grossa carica di umanità che emanava attraverso le sue storie, disseminate di amore e di insidie.
Nel 1916 Charlie Chaplin era già un attore da oltre 600.000 dollari l'anno quando scritturò la diciannovenne Edna Purviance, facendone la sua primadonna in ben 35 film fra il 1916 e il 1923. I due vissero anche un intenso e travagliato legame affettivo, che si mantenne in amicizia anche dopo la fine della passione (1918) e della carriera artistica di lei (accelerata dagli eccessi dell'alcol): Chaplin continuerà a corrispondere con Edna fino alla sua morte, oltre a passarle una paga salariale da attrice.
Con la Mutual Film realizzò dodici film nel periodo 1916-1917 (uno dei più felici della sua carriera). Chaplin, non ancora trentenne, recitò e diresse quasi cento corti nell'arco di cinque anni. Chaplin non progettava mai su carta nessuna delle sue gag, né tanto meno "sceneggiava" l'intreccio delle sue comiche. Riusciva a tenere a mente un intero film per poi spiegarlo agli attori sul set man mano che lo girava.
Nel 1918 decise di mettersi in proprio e passò alla First National, con cui fece dieci film (fino al 1923). Fu proprio la First National – grazie anche all'interessamento del fratello Sydney, ormai suo procuratore — a corrispondergli il favoloso ingaggio di un milione di dollari, cachet mai guadagnato prima da un attore.
Nel 1919 Charlie Chaplin insieme ad alcuni colleghi (fra cui Mary Pickford, Douglas Fairbanks e David Wark Griffith) fondò la United Artists Corporation. Da allora in poi curerà da solo ogni fase della sua produzione cinematografica, attorniato da un gruppo di fedelissimi quanto preziosi e competenti collaboratori, tra cui spicca Alfred Reeves, inglese come lui, già manager della compagnia di Karno, che all'UA assunse il ruolo di direttore di produzione.
A un periodo professionalmente felice non corrispose, però, una vita privata altrettanto serena, anzi il "matrimonio riparatore" con la diciassettenne Mildred Harris gli procurò serie preoccupazioni. L'infelice nascita del primogenito gravemente malformato e sopravvissuto solo tre giorni, non contribuì certo a risollevare il rapporto, che si risolse in un divorzio.



IL SUCCESSO


Nel 1921 Chaplin lavorò al film che gli diede la definitiva consacrazione come star affermata. Il capolavoro fu Il monello, che Chaplin diresse e interpretò e nel quale fece debuttare il piccolo-grande attore Jackie Coogan.
Nello stesso anno Chaplin ritornò nella madrepatria dopo undici anni. A Londra fece una visita nei quartieri di Lambeth, Kennington ed Elephant and Castle per rivedere i luoghi che gli furono familiari da bambino.
Dal 1923 al 1952 Chaplin lavorò costantemente per la United Artists, e girò otto film, i più importanti della sua carriera. Il primo lavoro fu La donna di Parigi nel 1923, primo film nel quale non figurò come interprete (si ritagliò una piccola comparsa nel ruolo di facchino). Il film, pur ampiamente apprezzato dalla critica, non ebbe l'atteso successo di pubblico, ma i capolavori successivi lo proiettarono nel firmamento della cinematografia. La febbre dell'oro del 1925 è considerato per molti una delle sue opere meglio riuscite. La produzione del film successivo, Il Circo (1928) fu però travagliata a causa dei problemi sorti nella vita privata: proprio in quel periodo divorziò dalla ventenne Lita Grey che aveva sposato quattro anni prima.
L'affermazione del sonoro (a partire dal 1927) colse in contropiede Chaplin, e fece gol dritto nell'angolino alto della porta che aveva pensato e costruito Charlot solo per il cinema muto. Chaplin decise di andare avanti proponendo il suo personaggio.
Nel 1929 l'assegnazione del suo primo premio Oscar alla carriera, lo consacrò come la prima star a vincere tale premio (e a tutt'oggi il più giovane regista ad averlo vinto).
Chaplin girò nel 1931 Luci della città, un film muto accompagnato dalla musica. Fu il primo film di Chaplin con sonoro e musiche sincronizzate. All'inizio del film la voce delle persone è resa con il suono degli strumenti musicali. Nello stesso anno l'attore/regista ricevette l'onore dell'attribuzione della Legione d'onore francese. Cinque anni dopo girò un altro capolavoro del cinema muto, Tempi moderni.
Ecco come Chaplin descriveva il suo personaggio nel 1931:
« All'inizio Charlot simboleggiava un gagà londinese finito sul lastrico. All'inizio lo consideravo soltanto una figura satirica. Nella mia mente, i suoi indescrivibili pantaloni rappresentavano una rivolta contro le convenzioni, i suoi baffi la vanità dell'uomo, il cappello e il bastone erano tentativi di dignità, e i suoi scarponi gli impedimenti che lo intralciavano sempre »
Nel 1932 aveva conosciuto l'attrice ventunenne Paulette Goddard, che aveva già avuto qualche esperienza marginale nel cinema in parti minori. I due s'innamorarono, e Paulette recitò con Charles in Tempi moderni (1936), l'ultimo film in cui compare Charlot. Si sposarono nel 1936 e divorziarono nel 1942.
Per realizzare i suoi successivi film Chaplin decise di abbandonare il personaggio che gli aveva donato la popolarità.
« Non poteva parlare, non saprei che voce usare. Come riuscirebbe a mettere insieme una frase? Per questo motivo Charlot ha dovuto darsela a gambe »

Charlie Chaplin e Paulette Goddard nel "Grande Dittatore"
Il grande dittatore (1940) fu il primo film completamente sonoro di Chaplin, girato e distribuito negli Stati Uniti poco prima dell'entrata nella Seconda guerra mondiale. Nel film, Chaplin interpreta due personaggi: Adenoid Hynkel, il dittatore di Tomania, esplicitamente ispirato ad Adolf Hitler, e un barbiere ebreo perseguitato dai nazisti. Dopo la guerra, quando l'internamento e lo sterminio degli Ebrei furono noti, Chaplin dichiarò che non avrebbe realizzato il film se solo avesse potuto sapere che cosa era realmente accaduto. Il film ebbe due candidature agli Oscar, come miglior regia e miglior sceneggiatura, ma non vinse alcuna statuetta.
Dopo questo film Chaplin interruppe la sua attività cinematografica per circa sette anni.
Nel 1942 conobbe la diciassettenne Oona O'Neill, figlia del celebre drammaturgo Eugene O'Neill, terzo e ultimo dei suoi grandi amori, che divenne sua moglie nel 1946, e da lei ebbe otto figli, tre nati negli Stati Uniti e cinque in Svizzera.
Nel 1947 uscì un nuovo film, Monsieur Verdoux ispirato alla famosa storia
di Henri Landru, su un soggetto di Orson Welles.




LA MORTE

Charles Chaplin morì a Corsier-sur-Vevey, (Vevey), in Svizzera, la notte di Natale del 1977 e lì fu sepolto. Tre mesi dopo la sua morte, il 1º marzo 1978, il suo corpo fu trafugato in un tentativo di estorsione ai danni dei suoi familiari. Il piano tuttavia fallì: i malviventi chiesero 600.000 franchi svizzeri ma la moglie di Chaplin, Oona O'Neil, difesa dall'avvocato di famiglia Jean-Felix Paschoud, disse che si rifiutava di trattare con dei ladri di cadaveri, forse le ritornò in mente il comportamento inflessibile di suo marito in situazioni del genere. I ladri, a quanto pare, avevano trafugato il corpo per il semplice fatto che serviva loro del denaro per costruirsi un garage. Furono catturati e la salma venne localizzata e recuperata nei pressi del lago di Ginevra.






tinafanMJJ
00giovedì 29 luglio 2010 17:06
Grazie Lavinia per aver aperto questo topic [SM=x47938] ...Pensavo già ci fosse!!
Stimo molto questo grande artista.... Mi piacciono tantissimi i suoi film [SM=g27836]
°°°miss J°°°
00giovedì 29 luglio 2010 17:21
ah,Charlie Chaplin...the king of phatos come diceva Michael....sapeva farti ridere e piangere allo stesso momento,aveva un cuore grandissimo... [SM=g27817] mi piace molto sia come artista che come uomo,bel topic [SM=g27823]
Lavinia.Jackson
00giovedì 29 luglio 2010 18:22
Sono contenta che c'è gente come me che lo ammira. E' stato davvero un grande uomo [SM=g27817]
MelJ
00domenica 1 agosto 2010 10:53
Io lo adoro!!! La prima volta che ho visto un suo film era alle medie e,nonostante il muto, rimasi piacevolmente colpita! Affrontare la vita con i suoi insegnamenti non è male!
marilola
00giovedì 9 settembre 2010 18:50
Adoro Chaplin, i suoi film, muti ed in bianco e nero, reggono il giudizio del tempo e non hanno nulla da invidiare ai mille effetti speciali che ci propone oggi Holliwood..
Qualche giorno fa ho scritto questo raccontino che, in 900 battute, doveva raccontare una gionata perfetta.
Spero vi faccia sorridere...SMILE!



Una giornata perfetta.


Dalla finestra vedo tre uomini in giardino.
Portano tutti il cappello e questo conferisce loro dignità e mistero.
Quel copricapo poggia sulle loro teste e sulle loro esistenze.
Camminano una danza ipnotica che coinvolge ogni muscolo; testa, collo e spalle si muovono con la libertà che solo il pensiero può conferire.
La scioltezza dei movimenti parla del loro modo di saper interpretare il mondo attraverso il corpo.
Esco sul terrazzo per ascoltare i loro discorsi: sussurrano della ricerca di un’infanzia che qualcuno ha rubato in cambio di oro.
Si guardano l’un l’altro con tenerezza, hanno occhi che sanno penetrare i segni del tempo e vedere i bambini che non smetteranno mai di essere.
Nel momento in cui li riconosco, corro in giardino per cercare di trattenerli, ma quando arrivo se ne sono già andati; attaccato al ramo di un albero trovo un cappello a bombetta, nell’aria sento il rumore di una risata e sul prato vedo l’impronta di un passo di danza inventato da chi sa camminare sulla luna.
Ora sono sicura che non se ne sono andati davvero: Charlie Chaplin, Totò e Michael Jackson vivranno per sempre.

MJ Junior
00giovedì 16 settembre 2010 21:38
Strabello il topic, brava Lavi



Uno dei miei film preferiti di Chaplin
Scena geniale :)
MJ Junior
00giovedì 16 settembre 2010 21:41
Notavo di recente un incredibile somiglianza tra le battute di Chaplin e quelle di Woody Allen!
Se Woody Allen si inspirava a Chaplin, e Michael Jackson si è inspirato a Chaplin...
Michael apprezzava Woody Allen?
Oddio sarebbe il top, i miei tre miti che prendono assieme il caffè al tavolino del Genio.
(posso considerarlo un psuedo-sillogismo inconsapevole?)
Lavinia.Jackson
00giovedì 16 settembre 2010 21:53
Grazie Isa.

Luci della ribalta ! [SM=g27836]


Si ho notato anche io che si ispira molto agli aforismi e ai paradossi di Wilde (uomo che ammiro)..


Comunque tra tutti i suoi film,i miei preferiti sono : Il grande dittatore (la scena del discorso all'umanità? non ha bisogno di commenti),Il monello,e Tempi moderni. Intramontabili !



marilola
00venerdì 17 settembre 2010 16:30
Mi piace molto questo topic Chaplinianamente Chapliniano...
e...allora parliamo di Chaplin!
Ho rivisto “Il grande dittatore”, il primo film con il sonoro di Chaplin e le immagini mi sono rimaste appiccicate anche nei sogni durante la notte.
È la parodia di Hitler e la Germania nazista, che per l’occasione diventano Adenoyd Hynkel e la Tamania a cui si aggiungono Bonito Napoloni (Mussolini) e la Batalia (povera Italia…).
Impressionante la somiglianza fisica tra Chaplin ed Hitler che, secondo indiscrezioni, si fece crescere i baffetti alla Charlot proprio per raccogliere simpatie in uno scenario internazionale.
Il film porta in scena la parodia dei rapporti di potere tra Hitler e Mussolini, sbeffeggiandoli a più non posso sui loro atteggiamenti autoritari.
Impareggiabile il discorso di Hynkel fatto di parole incomprensibili, dove, tra le risate, passa il messaggio che non è importante quello che si dice quanto l’arroganza e la cattiveria con le quali lo si urla…
“Il grande dittatore” esce nel 1940, agli albori della seconda guerra mondiale, nel massimo splendore .- se di splendore si può parlare…- del nazi-fascismo, infatti fu osteggiato perfino in America, dove venne fatto rimbalzare da una città all’altra per la prima, nessuno voleva osare…
Accattivante il modo in cui Chaplin decide di impersonare sia Hitler che la figura di un barbiere ebreo, dando lo stesso volto alle due facce della medaglia.
Il discorso finale al mondo – tenuto dal barbiere in luogo di Hitler – è sempre stato molto controverso; molti lo accusano di intollerabile retorica, di fare la morale come in un sermone, ma forse dimenticano cosa stava vivendo il mondo in quel preciso momento: andava a suicidarsi nella seconda guerra mondiale ed apriva le porte ai lager nazisti.
Penso ci sia voluto coraggio a parlare di libertà, democrazia, comprensione delle diversità in quel periodo e, a dire il vero, ci vuole sempre coraggio a farlo, perché siamo abituati ai sofismi, abbiamo gusti troppo raffinati per riconoscere i diritti primari dell’uomo.
In sunto: un grande Chaplin capace – come in una delle scene più gustose del film – di giocare, con grande grazia, con il mondo.



Lavinia.Jackson
00venerdì 17 settembre 2010 17:04
Re:
marilola, 17/09/2010 16.30:

Mi piace molto questo topic Chaplinianamente Chapliniano...
e...allora parliamo di Chaplin!
Ho rivisto “Il grande dittatore”, il primo film con il sonoro di Chaplin e le immagini mi sono rimaste appiccicate anche nei sogni durante la notte.
È la parodia di Hitler e la Germania nazista, che per l’occasione diventano Adenoyd Hynkel e la Tamania a cui si aggiungono Bonito Napoloni (Mussolini) e la Batalia (povera Italia…).
Impressionante la somiglianza fisica tra Chaplin ed Hitler che, secondo indiscrezioni, si fece crescere i baffetti alla Charlot proprio per raccogliere simpatie in uno scenario internazionale.
Il film porta in scena la parodia dei rapporti di potere tra Hitler e Mussolini, sbeffeggiandoli a più non posso sui loro atteggiamenti autoritari.
Impareggiabile il discorso di Hynkel fatto di parole incomprensibili, dove, tra le risate, passa il messaggio che non è importante quello che si dice quanto l’arroganza e la cattiveria con le quali lo si urla…
“Il grande dittatore” esce nel 1940, agli albori della seconda guerra mondiale, nel massimo splendore .- se di splendore si può parlare…- del nazi-fascismo, infatti fu osteggiato perfino in America, dove venne fatto rimbalzare da una città all’altra per la prima, nessuno voleva osare…
Accattivante il modo in cui Chaplin decide di impersonare sia Hitler che la figura di un barbiere ebreo, dando lo stesso volto alle due facce della medaglia.
Il discorso finale al mondo – tenuto dal barbiere in luogo di Hitler – è sempre stato molto controverso; molti lo accusano di intollerabile retorica, di fare la morale come in un sermone, ma forse dimenticano cosa stava vivendo il mondo in quel preciso momento: andava a suicidarsi nella seconda guerra mondiale ed apriva le porte ai lager nazisti.
Penso ci sia voluto coraggio a parlare di libertà, democrazia, comprensione delle diversità in quel periodo e, a dire il vero, ci vuole sempre coraggio a farlo, perché siamo abituati ai sofismi, abbiamo gusti troppo raffinati per riconoscere i diritti primari dell’uomo.
In sunto: un grande Chaplin capace – come in una delle scene più gustose del film – di giocare, con grande grazia, con il mondo.









Dio solo sa quante volte ho visto questo film,e tuttora continuo ..
La cosa che mi affascina di questo grande uomo,è che con la sua ironia,il suo giocare riusciva a far vedere cosa realmente ci circondava. La cruda e pura verità.
Il pezzo del discorso,non ha bisogno di parole .. Ogni volta che sento quelle parole,mi viene la pelle d'oca.
In quegli anni,l'uomo era sovrastato dall'avidità e dal potere .. senza dar conto a cosa realmente stava accadendo,e a cosa si stava andando in contro,soprattutto quello che stavano causando,e giusto un grande uomo come Charlie,è riuscito a ricomporre questa opera riportando questa verità.
Che tra l'altro è uscito nel 194O,ovvero in piena Seconda Guerra Mondiale,quindi anche il coraggio,che ha avuto nel creare e nel proiettarlo .. un film dove Hitler e Mussolini vengono comunque beffeggiati ..
Infatti se non ricordo male venne vietato in quasi tutta l'Europa dal 194O al 1945,a causa del potere nazifascista che ne proibì la proiezione.
E in Italia infatti uscì con la caduta del fascismo nel 1945,mentre a Londra fu mandato nel 1941,dato che comunque l'Inghilterra e la Germania in parole povere,non se potevano vedè,l'Inghilterra se ne fregò e lo mando ugualmente.




marilola
00giovedì 23 settembre 2010 18:00
TEMPI MODERNI!

Già il titolo fa capire che gli uomini di tutte le epoche pensano di essere moderni…
Chaplin si conferma un grande “osservatore del mondo”; critica fordismo e stacanovismo allo stesso modo: facendo finire Charlot in mezzi agli ingranaggi di una mostruosa macchina.
Anticipa i tempi facendo prendere un bell’esaurimento nervoso al povero Charlot che lotta contro un mondo che proprio non lo capisce, che lo vuole più conformista.
La sua grande forza è la tenerezza del suo sorriso di fronte alle avversità e la scena finale che lo vede allontanarsi con la “monella” all’alba di un nuovo giorno e di una lunga strada, è la più significativa; la ciliegina sulla torta è rappresentata dalle note di Smile…
I critici lo accusano di sentimentalismo, io lo ringrazio per il suo modo di rappresentare i sentimenti e –ismo- lo lascio agli intellettuali!



marilola
00giovedì 14 ottobre 2010 22:39
IL MONELLO

I bambini mi commuovono sempre e il monello in questione ha una faccetta e delle movenze davvero irresistibili (sembra impossibile che parecchi anni dopo sia diventerà lo zio Fester…).
Se a queste scene si unisce lo sguardo limpido e coraggioso di Charlot, il gioco è fatto, le immagini non possono che rimanere nel cuore.
Le risate per i loro giochi e stratagemmi rincorrono lo strazio di vederli separati. A volte si scambiano i ruoli e si fa fatica a riconoscere il bambino!
Sullo sfondo scorre un mondo difficile da vivere perché la satira di Chaplin fa tenere lo sguardo alto ma i piedi da terra non li stacca mai.
Sono passati giusto ottant’anni e ci troviamo a piangere, ridere e commuovere sempre per le stesse cose. I sentimenti non diventano obsoleti e forse questa è la forza del’uomoo.


°°°valemj°°°
00giovedì 21 ottobre 2010 13:20
Charlie Chaplin lo amo...è davvero una persona fantastica. quel suo modo di vedere la vita mi affascina...
i suoi film poi li adoro specialmente la fine di Citylight quando lui incontra di nuovo la ragazza, un tempo cecha ma dopo l'operazione non più, e rimane lì con quello sguardo da cucciolo...puro e ingenuo! quella scena non la scorderò mai...è pura perfezione!
oppure la fine di Modern times quando lui fa capire che la vita va affrontata..che in qualsiasi situazione bisogna sempre avere la forza di sorridere...
credo che tutti i soi film siano stra stra belli!!
marilola
00sabato 16 aprile 2011 15:39
Auguri Charlie!
Ieri Chaplin ha compiuto 122 anni eppure le sue idee, i suoi messaggi e la sua arte non invecchiano. Anzi, sono di continua ispirazione agli artisti del terzo millennio.
Spero che il bridisi più intimo ieri Charlie lo abbia fatto con Michel, forse, ballando sulla luna...
Chaplin ha lasciato un sorriso destinato a non spegnersi mai.


IloveU.
00sabato 16 aprile 2011 17:19

I suoi film sono capolavori che non invecchieranno mai; dopo tanti anni continuano a regalarci momenti di grande comicità e di pura poesia.

Grandissimo. [SM=x47963]


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