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Lodo Mondadori: Fininvest dovrà risarcire 750 milioni a De Benedetti

Ultimo Aggiornamento: 08/10/2009 03:20
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03/10/2009 21:04
 
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3 ottobre 2009
Silvio Berlusconi e Cesare Previti in una foto del novembre 1999 (Ansa)
De Benedetti: giustizia dopo quasi vent'anni
La storia del Lodo Mondadori, vent'anni di Italia
DOCUMENTI / La sentenza civile sul Lodo Mondadori
Il bilancio 2008 di Fininvest
Nel 2007 la conferma della Cassazione per la condanna penale a Cesare Previti
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«La Cir ha diritto al risarcimento da parte di Fininvest del danno patrimoniale da 'perdita di chance' quantificato in circa 750 milioni». Lo scrive una nota che fa capo al Gruppo De Benedetti riferendo i contenuti della sentenza del Tribunale di Milano nella causa civile promossa contro la Fininvest per il risarcimento del danno causato dalla corruzione giudiziaria nella vicenda del Lodo Mondadori.

Nella nota si legge che «è stata depositata oggi la sentenza del tribunale di Milano nella causa civile promossa da Cir, assistita dagli avvocati prof. Vincenzo Roppo ed Elisabetta Rubini, contro Fininvest per il risarcimento del danno causato dalla corruzione giudiziaria nella vicenda del Lodo Mondadori. La sentenza che ha carattere esecutivo decide che Cir ha diritto al risarcimento da parte di Fininvest del danno patrimoniale da perdita da chance di un giudizio imparziale, quantificato in euro 749.955.611,93; Cir ha diritto al risarcimento da parte di Fininvest anche dei danni non patrimoniali sopportati in relazione alla medesima vicenda. La liquidazione di tali danni è riservata ad altro giudizio.

In questo modo, dopo la definitiva condanna penale per corruzione intervenuta nel 2007, anche il giudice civile porta luce su una vicenda che ha inflitto un enorme danno a carico di Cir, ferendo al contempo fondamentali valori di corretto funzionamento del mercato e delle istituzioni. Cir esprime soddisfazione per una sentenza che rende giustizia alla società e ai suoi azionisti».


La sentenza del Tribunale di Milano «non mi compensa per non aver potuto realizzare il progetto industriale che avrebbe creato il primo gruppo editoriale italiano, ma stabilisce in modo inequivocabile i comportamenti illeciti che l'hanno impedito» scrive l'ingegner Carlo De Benedetti, presidente onorario di Cir, commentando il pronunciamento del Tribunale nell'ambito della vicenda del lodo Mondadori. «Dopo quasi vent'anni dalla cosiddetta fraudolenta messa in atto per sottrarre al nostro gruppo la legittima proprietà della Mondadori - afferma - finalmente la magistratura, dopo la sentenza che ha confermato definitivamente in sede penale l'avvenuta corruzione di un giudice, ci rende giustizia anche sul piano civile».

Fininvest: «Faremo subito appello». La Fininvest «esprime tutta la propria incredulità di fronte alla sentenza del Tribunale Civile di Milano. Una sentenza profondamente ingiusta». E' quanto afferma la società in una nota, annunciando ricorso immediato in appello. «In attesa di conoscerne le motivazioni - si legge - la Fininvest ribadisce la correttezza del suo operato, la validità delle proprie ragioni e degli elementi che sono stati addotti per sostenerle. La Fininvest ricorrerà immediatamente in appello, assolutamente certa che la totale fondatezza delle sue tesi non potrà non essere riconosciuta».
3 ottobre 2009

www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2009/10/mondadori-cir.shtml?uuid=8e9fb880-b030-11de-8481-cd283fb0b2c0&DocRulesVie...



ECONOMIA






LA SCHEDA
Lodo Mondadori, le tappe
della vicenda giudiziaria

ROMA - Ecco le tappe principali della vicenda giudiziaria per il Lodo Mondadori che oggi ha visto il Tribunale civile di Milano emettere una provvedimento di condanna contro la Fininvest che dovrà versare a Cir circa 750 milioni a titolo di risarcimento per danno patrimoniale.

4 ottobre 2001. Davanti ai giudici della quarta sezione del tribunale di Milano comincia il processo per il Lodo Mondadori. Imputati sono Cesare Previti, Attilio Pacifico, Vittorio Metta e Giovanni Acampora. A giugno, i giudici della quinta sezione della Corte d'Appello di Milano hanno ritenuto che nei confronti di Silvio Berlusconi è ipotizzabile il reato di corruzione semplice e, grazie alla concessione delle attenuanti generiche, questo reato è stato dichiarato prescritto.

28 gennaio 2002. Il processo Imi-Sir, cominciato nel 2000, è riunito con quello sul Lodo Mondadori.

29 aprile 2003. La Corte di Appello di Milano condanna a 13 anni Vittorio Metta, 11 anni Cesare Previti e Attilio Pacifico, 8 anni e 6 mesi Renato Squillante, 6 anni Felice Rovelli, 5 anni e 6 mesi Giovanni Acampora, 4 anni e 6 mesi Primarosa Battistella. Assolto Filippo Verde.

7 gennaio 2005. Comincia a Milano, davanti alla seconda Corte d'appello, presieduta da Roberto Pallini, il processo di secondo grado per i casi Imi-Sir e Lodo Mondadori.

23 maggio 2005. I giudici confermano la condanna di Cesare Previti per la sola vicenda Imi-Sir, assolvendolo per quella Lodo Mondadori. Previti e Attilio Pacifico hanno avuto una riduzione della condanna da undici a sette anni. Riduzioni delle pene per gli altri imputati: Vittorio Metta da 13 a 6 anni, Renato Squillante da 8 anni e 6 mesi a 5 anni, Felice Rovelli da 6 a 3 anni, Primarosa Battistella da 4 anni e 6 mesi a 2 anni.
Per la vicenda Lodo Mondadori l'avvocato Giovanni Acampora, Metta, Pacifico e Previti sono stati assolti "perché il fatto non sussiste".

4 maggio 2006. Per la vicenda Imi/Sir, la Corte di Cassazione riduce a 6 anni la condanna per Previti e Pacifico, conferma la condanna a 6 anni per Metta, riduce la pena per Acampora a 3 anni e 8 mesi, annulla senza rinvio la condanna per Squillante e Battistella e considera prescritta l'accusa per Felice Rovelli. Per il lodo Mondadori, la Cassazione accoglie il ricorso della Procura Generale di Milano e della parte civile Cir, contro le assoluzioni del maggio 2005.

18 dicembre 2006. Davanti alla terza sezione della Corte d'appello di Milano, comincia il nuovo processo d'appello per il lodo Mondadori.

23 febbraio 2007. I giudici condannano Previti, Acampora e Pacifico ad un anno e 6 mesi, Metta a due anni e otto mesi. Le condanne vanno aggiunte in continuazione con quelle del processo Imi-Sir, ormai diventate definitive.

3 ottobre 2009. La I sezione del Tribunale di Milano dà ragione ha dichiarato che la Cir ha diritto al risarcimento di 750 milioni da parte di Fininvest per il danno patrimoniale da 'perdita di chance' subito nella vicenda per la 'battaglia di Segrate'. Il provvedimento civile è arrivato alla luce dalla definitiva condanna penale per corruzione del 2007.
(3 ottobre 2009)


www.repubblica.it/2009/10/sezioni/economia/cir-fininvest/scheda-lodo/scheda-l...


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La storia del Lodo Mondadori
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3 ottobre 2009
"Dai nostri archivi"
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Dalla fine degli anni Ottanta la Fininvest di Silvio Berlusconi acquisisce progressivamente quote della Arnoldo Mondadori Editore. Nel 1988, acquistando le azioni di Leonardo Mondadori, Fininvest dichiara che da quel momento in poi prenderà un ruolo di primo piano nella gestione della società editoriale. L'editrice, quindi, è in mano a tre soggetti, la Fininvest di Silvio Berlusconi, la CIR di Carlo De Benedetti e la famiglia Formenton (gli eredi di Arnoldo Mondadori). De Benedetti non approva la volontà di Berlusconi di amministrare personalmente la società e stipula un'alleanza con la famiglia Formenton, che decide di vendere a De Benedetti le sue azioni entro il 30 gennaio 1991.

Ma nel novembre 1989 la famiglia Formenton cambia idea e si schiera dalla parte di Berlusconi, consentendogli di insediarsi come nuovo presidente della compagnia il 25 gennaio 1990; De Benedetti protesta, forte dell'accordo scritto stabilito pochi mesi prima con i Formenton, ma i vari schieramenti non trovano un accordo soddisfacente per tutti e decidono quindi unanimemente di ricorrere ad un lodo arbitrale.

I tre arbitri sono scelti di comune accordo da De Benedetti, i Formenton e la Corte di Cassazione. Il 20 giugno 1990 si ha il primo verdetto: l'accordo tra De Benedetti e i Formenton è ancora valido a tutti gli effetti, le azioni Mondadori devono tornare alla CIR. Silvio Berlusconi, allora, lascia la presidenza Mondadori e i suoi dirigenti Fininvest lo imitano, venendo rimpiazzati da quelli dell'ingegner De Benedetti (Carlo Caracciolo, Antonio Coppi e Corrado Passera).

Ma Berlusconi e i Formenton non gettano la spugna: impugnano il lodo arbitrale davanti alla Corte di Appello di Roma, che stabilisce che ad occuparsi del caso sarà la I sezione civile, presieduta da Arnaldo Valente e con giudice relatore Vittorio Metta. Il 14 gennaio del 1991 si chiude la camera di consiglio e la sentenza viene depositata e resa pubblica il 24 gennaio, cioè 10 giorni dopo la chiusura della camera di consiglio. La sentenza annulla il precedente verdetto del lodo arbitrale e consegna nuovamente le azioni della Mondadori in mano alla Fininvest di Berlusconi.

Ma direttori e dipendenti di alcuni giornali si ribellano al nuovo proprietario; nella vicenda interviene l'allora presidente del consiglio Giulio Andreotti che convoca le parti e le invita a trovare un accordo di transazione: è così che "la Repubblica", "L'Espresso" e alcuni giornali periodici locali tornano alla CIR, mentre "Panorama", "Epoca" e tutto il resto della Mondadori restano alla Fininvest, che riceve anche 365 miliardi di lire di conguaglio.

Nel 1995, in seguito ad alcune dichiarazioni di Stefania Ariosto, antiquaria milanese vicina agli ambienti di Forza Italia, la magistratura inizia a indagare sulla genuinità della sentenza della Corte di Appello di Roma. Stefania Ariosto dichiara che sia il giudice Arnaldo Valente che il giudice Vittorio Metta erano amici intimi di Cesare Previti e frequentavano la sua casa. Inoltre la Ariosto testimoniò di aver sentito Previti parlare di tangenti a giudici romani. Il pool di giudici milanesi si mise in moto e riuscì a rintracciare dei sospetti movimenti di denaro che andavano dalla Fininvest ai conti esteri degli avvocati Fininvest – fra i quali Cesare Previti - e da questi arrivarono al giudice Metta.

Cesare Previti parlò di quelle somme definendole come ricompensa per semplici servizi e prestazioni professionali che in qualità di avvocato di Finivest egli avrebbe svolto. Il giudice si difese asserendo di aver ricevuto una importante somma di denaro in eredità.

Il 19 giugno 2000 il gup di Milano Rosario Lupo proscioglie dall'accusa di concorso in corruzione «perché il fatto non sussiste» Silvio Berlusconi, gli avvocati Cesare Previti, Attilio Pacifico e Giovanni Acampora e il giudice romano Vittorio Metta. Il 26 settembre la Procura di Milano impugna il proscioglimento. Il 25 giugno 2001 la quinta sezione della Corte d'Appello di Milano emette la sentenza sul ricorso e proscioglie Silvio Berlusconi per intervenuta prescrizione, perché i fatti contestatigli risalgono al 1991, mentre rinvia a giudizio Previti, Pacifico, Acampora e Metta, tutti accusati di concorso in corruzione in atti giudiziari. Il proscioglimento di Berlusconi viene confermato dalla Cassazione il 17 novembre 2001.
A gennaio 2002 il processo Lodo Mondadori é riunito a quello Imi-Sir.

La Corte di Cassazione nel luglio 2007 ha stabilito la condanna di Previti, Pacifico e Acampora a 1 anno e 6 mesi di reclusione, mentre Vittorio Metta a 1 anno e 9 mesi. Oggi il Tribunale di Milano ha emesso la sentenza nella causa civile promossa dalla società Cir contro Fininvest, condannata a pagare 375 milioni di euro come risarcimento al danno causato dalla corruzione giudiziaria nella vicenda. Cir ha diritto anche al risarcimento da parte di Fininvest dei danni non patrimoniali, la cui liquidazione «è riservata ad altro giudizio». (Rielaborazione da Wikipedia)
3 ottobre 2009

www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2009/10/lodo-mondadori-storia.shtml?uuid=af719a78-b036-11de-8481-cd283fb0b2c0&DocRulesVie...

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ECONOMIA






L'azienda di Berlusconi dovrà pagare 750 milioni di euro per il danno patrimoniale
da "perdita di chance" di un giudizio imparziale. La replica: "Ingiusto, faremo appello"
Cir: maxi risarcimento da Fininvest
De Benedetti: sentenza fa giustizia
L'ingegnere: "Stabiliti in modo inequivocabile gli illeciti che mi hanno impedito
di realizzare il progetto industriale che avrebbe creato il primo gruppo editoriale italiano"
Cir: maxi risarcimento da Fininvest De Benedetti: sentenza fa giustizia

Carlo De Benedetti

ROMA - Fininvest è stata condannata dal tribunale di Milano a risarcire Cir del danno patrimoniale da "perdita di chance" di un giudizio imparziale, (in merito al Lodo Mondadori) quantificato in circa 750 milioni (749.955.611,93, per l'esattezza). Ma Fininvest non ci sta: "Sentenza ingiusta, faremo appello".

La Cir. Nella nota della Cir si legge che "è stata depositata oggi la sentenza del tribunale di Milano nella causa civile promossa da Cir, assistita dagli avvocati professor Vincenzo Roppo ed Elisabetta Rubini, contro Fininvest per il risarcimento del danno causato dalla corruzione giudiziaria nella vicenda del lodo Mondadori. La sentenza che ha carattere esecutivo decide che Cir ha diritto al risarcimento da parte di Fininvest del danno patrimoniale da 'perdita da chance' di un giudizio imparziale, quantificato in euro 749.955.611,93; Cir ha diritto al risarcimento da parte di Fininvest anche dei danni non patrimoniali sopportati in relazione alla medesima vicenda. La liquidazione di tali danni è riservata ad altro giudizio".

La sentenza di oggi nasce da quella penale del 2007 nella quale Cesare Previti (legale della Fininvest) e altri vennero condannati per "corruzione in atti giudiziari". In sostanza, allora venne riconosciuto un comportamento fraudolento di persone legate a Finivest contro la Cir. Oggi il gruppo di Berlusconi è chiamato a risarcire i danni causati da quei comportamenti.

"In questo modo - si legge ancora nella nota della Cir - dopo la definitiva condanna penale per corruzione intervenuta nel 2007, anche il giudice civile porta luce su una vicenda che ha inflitto un enorme danno a carico di Cir, ferendo al contempo fondamentali valori di corretto funzionamento del mercato e delle istituzioni. Cir esprime soddisfazione per una sentenza che rende giustizia alla società e ai suoi azionisti".

De Benedetti. La sentenza del Tribunale di Milano "non mi compensa per non aver potuto realizzare il progetto industriale che avrebbe creato il primo gruppo editoriale italiano - scrive l'ingegner Carlo De Benedetti - ma stabilisce in modo inequivocabile i comportamenti illeciti che l'hanno impedito". Per il presidente onorario di Cir "dopo quasi vent'anni dalla condotta fraudolenta messa in atto per sottrarre al nostro gruppo la legittima proprietà della Mondadori - aggiunge De Benedetti - finalmente la magistratura, dopo la sentenza che ha confermato definitivamente in sede penale l'avvenuta corruzione di un giudice, ci rende giustizia anche sul piano civile".

La replica. Ma la Fininvest non ci sta ed "esprime tutta la propria incredulità di fronte alla sentenza del Tribunale Civile di Milano". "Una sentenza profondamente ingiusta - si legge in una nota - In attesa di conoscerne le motivazioni, la Fininvest ribadisce la correttezza del suo operato, la validità delle proprie ragioni e degli elementi che sono stati addotti per sostenerle". La Fininvest "ricorrerà immediatamente in appello, assolutamente certa che la totale fondatezza delle sue tesi non potrà non essere riconosciuta".

La vicenda processuale. Cesare Previti, nel 2007, venne condannato (a titolo definitivo) a un anno e mezzo di reclusione al termine del secondo processo d'appello celebrato a Milano nell'ambito del caso lodo-Mondadori. La Terza corte d'appello di Milano aveva accolto tutte le richieste di condanna avanzate dal sostituto pg Pietro De Petris anche per gli altri imputati. La pena più alta era stata per il giudice Vittorio Metta, condannato a 2 anni e 9 mesi di reclusione in continuazione con i 6 anni riportati per Imi-Sir. L'avvocato Attilio Pacifico aveva invece subito la stessa condanna di Cesare Previti, mentre l'avvocato Giovanni Acampora era stato condannato a 1 anno e 6 mesi. L'assoluzione dei quattro imputati dal parte della Corte d'appello di Milano era stata annullata dalla Cassazione che aveva disposto un nuovo processo.

In particolare il giudice Metta, secondo l'accusa, sarebbe stato corrotto dagli altri imputati per annullare, attraverso una sentenza di cui fu relatore, il lodo arbitrale che assegnava a Carlo De Benedetti il controllo azionario della Mondadori, a favore di Silvio Berlusconi. Non a caso, all'inizio del processo l'ex presidente del Consiglio figurava tra gli imputati, ma nel 2001 la Cassazione stabilì nei suoi confronti la prescrizione dei reati contestati.
(3 ottobre 2009)

www.repubblica.it/2009/10/sezioni/economia/cir-fininvest/cir-fininvest/cir-fininv...

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07/10/2009 15:04
 
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la conoscevo
era ovvio che finisse cosi', il problema pero' rimane sempre la durata degli atti processuali, se non riusciremo a riformare il sistema giudiziario in modo tale da rendere piu' veloce e concreto il lavoro della magistratura, avremo sempre una giustizia spesso inconcludente

cmq basta silvio vai a casa! corruttore 2 volte prima mills e ora questa basta
08/10/2009 03:20
 
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