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Svezia, condannata Pirate Bay un anno ai quattro responsabili

Ultimo Aggiornamento: 17/04/2009 13:57
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IL PROCESSO
Svezia, condannata Pirate Bay
un anno ai quattro responsabili
La sentenza nei confronti di uno dei maggiori siti di scambio di file via internet al mondo emessa da un tribunale di Stoccolma. Colpevole di complicità nella violazione di diritti d'autore

Svezia, condannata Pirate Bay un anno ai quattro responsabili
STOCCOLMA - Quattro responsabili di Pirate Bay, uno dei maggiori siti di scambio di file via internet al mondo, sono stati condannati stamani a un anno di prigione per complicità nella violazione di diritti d'autore. Lo ha reso noto un tribunale di Stoccolma. I quattro sono Fredrik Neij, 30 anni, Gottfrid Svartholm, 24 anni, Peter Sunde, 30 anni, il fondatore di Pirate Bay, e Carl Lundström, 48 anni, accusato di aver investito dei fondi nelle attività del sito.

Il tribunale - accogliendo la richiesta dell'accusa, pronunciata il 2 marzo scorso - ha condannato il sito a versare 30 milioni di corone (2,7 milioni di euro) di danni e interessi all'industria del disco, dei del cinema e dei videogiochi. Il colossi dell'entertainment, dalla Sony alla Warner Bros, avevano chiesto 117 milioni di corone (106 milioni di euro) di risarcimento e interessi per le perdite causate dalle decine di milioni di download illegali tramite il sito.

I quattro, che fino all'ultimo hanno negato ogni addebito, avevano fatto sapere di voler ricorrere in appello in caso di condanna in primo grado. La Corte ha motivato la sentenza affermando che i condannati "sono a conoscenza che sul sito venga scambiato materiale protetto da copyright". La pena di un anno di carcere è quindi giustificata "dall'estesa accessibilità" del portale e "dal fatto che l'operazione sia stata condotta in modo organizzato per scopi commerciali". Il sito ha infatti raggiunto i 22 milioni di utenti in tutto il mondo.

In Italia thepiratebay.org era stato bloccato per alcuni giorni nell'estate del 2008 da un provvedimento del gip del Tribunale di Bergamo. La censura era stata però revocata dal Tribunale del Riesame che accettò il ricorso della società. A oggi il sito risulta ancora attivo. "Il tribunale di Stoccolma sembra aver accolto in pieno le prove, tra le quali anche i dati sui danni provocati da Pirate Bay a produttori ed artisti italiani, dando un efficace segnale che l'illegalità non è tollerata", commenta Enzo Mazza, presidente della Fimi, la Federazione di Confindustria che raggruppa le principali aziende discografiche italiane.

The Pirate Bay, pur non detenendo direttamente i file protetti da diritto d'autore, mette in collegamento gli utenti attraverso la popolare tecnologia dei BitTorrent che consente di scambiarsi i file.

Il processo che si è concluso oggi - e che è durato dopo tre settimane - è considerato come uno dei più importanti nella battaglia che da anni contrappone l'industria dell'intrattenimento culturale alla pirateria.

(17 aprile 2009)


www.repubblica.it/2009/01/sezioni/tecnologia/p2p/sentenza-pirate/sentenza-pir...

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