Quando pensiamo ad un progetto musicale con finalità umanitarie, non può non venirci in mente lui:
Sir Bob Geldof.
Senza la sua intuizione, forse la straordinaria esperienza di
'USA for Africa' non ci sarebbe mai stata... e se il tocco di
Michael Jackson in
"We Are The World" ha poi aperto una strada completamente nuova, non si può dimenticare chi abbia posto il
primissimo mattone di quell'iniziativa solidale ormai passata alla storia.
Colui che, nello stesso
1985, ha avuto il merito di organizzare e mettere in scena l'
evento di maggior risonanza negli annali del Pop, una manifestazione senza precedenti nell'intera storia della TV e della musica: il memorabile
'Live Aid'.
Proprio a
Bob Geldof toccò il compito di consegnare a Michael, durante la XVI edizione dei
BRIT Awards, il
19 Febbraio 1996, un
Premio speciale in omaggio alla sua carriera, che era stato pensato apposta per lui: l'
"Artist of a Generation Award".
«
È probabilmente la persona più famosa del pianeta», disse in quell'occasione. «
...Che Dio lo aiuti».
E all'indomani della sua tragica scomparsa, ecco le testimonianze che il grande cantautore e attivista irlandese ha voluto rilasciare alla stampa: la prima in un'intervista a
"La Repubblica", e la seconda nell'edizione commemorativa della rivista
"TIME" pubblicata nel Luglio 2009.
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«MICHAEL CANTAVA CON LA VOCE DEGLI ANGELI»
«La sua perdita è stata un grande dolore.
25 anni fa, proposi a
Michael Jackson di realizzare quella che sarebbe diventata
"We Are The World", con
Lionel Richie e
Quincy Jones: se non fosse stato per Michael, il
'Live Aid' non sarebbe stato quel che è stato.
In Inghilterra avevamo inciso
"Do They Know It's Christmas?": era andato benissimo, avevo già messo in piedi gran parte del concerto londinese a
Wembley, ma quando Michael aderì, l'intera operazione fece un salto di qualità.
Il successo di
"We Are The World" fu incomparabile, l'eco della collaborazione di Michael con tutti i grandi della musica americana fu enorme. E aggiungemmo poi il concerto al
JFK Stadium, riuscendo a convincere tantissimi artisti a partecipare.
Cantava con la
voce degli angeli...
Quando muoveva i piedi, era come se ballasse una
divinità».
-
Da un'intervista a "La Repubblica", 28 Giugno 2009.
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«SEMPRE PRONTO A PORTARE IL SUO AIUTO»
«Ricordo quando gli consegnai un Premio ai
BRIT Awards a
Londra: stavo leggendo la motivazione, e, ad un certo punto, semplicemente non sono più riuscito a proseguire con quella presentazione... mi fermai.
Dopo la premiazione, lui eseguì
"Earth Song", ma
Jarvis Cocker si alzò a sua volta e fece quel suo "intervento".
Michael non riusciva a comprendere perchè certe persone avessero riso di lui. Mi telefonò alle 3 di notte per chiedermelo.
Io gli dissi soltanto:
"Va' a dormire, non preoccupartene...".
"Earth Song" era un brano molto ambizioso, però è una canzone estremamente attuale. E lui era un
artista pop, non è che avesse inventato la penicillina.
Ma che cosa ti aspetti, quando hai un bambino che non ha mai vissuto come gli altri gli anni della scuola, e che già allora si è ritrovato intrappolato nella sua esistenza fuori dal comune?
Il mio brano preferito del suo repertorio è
"Don't Stop 'Til You Get Enough", però il più importante è
"We Are The World".
Musicalmente, la canzone in sé non mi ha mai fatto impazzire, ma se consideriamo che all'epoca la maggior parte degli americani non sapeva neppure dove si trovasse l'Africa...
Non credo che Michael avesse grandi competenze nelle questioni di politica e di economia: non era questo che gli interessava... però, quando gli veniva chiesto di portare un
aiuto, lui lo dava
senza esitazioni».
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Da "TIME - Special Commemorative Edition: Michael Jackson 1958 - 2009", Luglio 2009.
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Due riflessioni che, se lette con attenzione e soprattutto fra le righe, ci rivelano su Michael molto più di quanto non possa sembrare ad un primo sguardo, non solo sul suo
talento eccezionale che riusciva a lasciare il
segno in qualunque circostanza, ma anche sulla sua
sensibilità fuori dal comune, che tuttavia ben pochi hanno saputo comprendere appieno.
Una sensibilità che, invece, ad un uomo altrettanto fuori dal comune come
Bob Geldof non poteva di certo passare inosservata.
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A cura di
Francesca De Donatis per il
Michael Jackson FanSquare.
[Modificato da francesca.dedonatis 06/10/2021 16:05]