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[dicono di lui] I ricordi di Talitha, una delle follower di MJ

Ultimo Aggiornamento: 09/09/2011 22:45
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24/08/2011 13:49
 
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Il sito di questa ragazza, dove racconta la sua esperienza come fan e follower di MJ, è online da qualche giorno, segnalato per prima (o almeno io l'ho visto tramite lei) dalla blogger Seven.

Non so a voi, ma a me la figura del "follower" ha sempre incuriosito... soprattutto mi incuriosiva come si rapportava MJ a queste persone che lo seguivano ovunque, cioè come le considerava veramente (amici, conoscenti, rompiscatole, fan esageratamente ossessivi?) per cui l'altro ieri sera ho iniziato a leggere il sito di Talitha. Man mano che andavo avanti ho iniziato a pensare che forse valeva la pena di condividere i ricordi di questa ragazza con il forum, per cui mi sono messa a tradurre le varie pagine (taaaanteeee [SM=g27825] ), indi poscia mò vi beccate la traduzione [SM=g27828] (lo dividerò in due post perché mi sa che in uno non c'entra tutto).

Ah, per correttezza di informazione vi anticipo che le ultime parti, quelle relative agli anni 2008-2009, sono già state tradotte dal sito "Truth 4 MJ" per cui mi risparmio un pò di lavoro e, citando doverosamente la fonte, riporto la loro traduzione.

Questo è il sito www.michaeljacksonthelastangel.com/ e questa è la traduzione: è abbastanza lunga per cui mettetevi comodi e magari fatevela a puntate (io non ho resistito, sono curiosa come una scimmia, e me la sono "sparata" tutta [SM=x47979] ). Per la precisione, non ho inserito tutte le foto che sono sul sito, per cui se vi interessano fatevi anche un giro fra le varie pagine. Buona lettura e le "perennemente indietro" (loro sanno a chi mi riferisco [SM=x47986] ) sono pregate di non maledire la traduttrice, grazie [SM=g27822]



Michael Jackson, un vero angelo



Avete mai incontrato un angelo? Io sì. Ha una presenza magnetica, un'aura abbagliante e un cuore d'oro.

Il mio nome è Talitha e sono cresciuta in Irlanda. Sono andata da Michael Jackson come fan, ma, come ha fatto con tanti altri, mi ha trattata come un'amica. Ho creato questo sito per condividere qualcosa di ciò che ho osservato e sperimentato nel corso degli anni, come tributo all'angelo che è e per tutti coloro che lo amano - per coloro che hanno trascorso del tempo con lui e hanno i propri ricordi speciali e quelli che non lo hanno fatto, perché sappiate che se foste andati da lui vi avrebbe accolti nel suo mondo e vi avrebbe amati. Perché questo è ciò che lui sa fare... amare (dove trovate il verbo coniugato al presente è perché lo ha usato Talitha, ndt).

Ho cominciato a viaggiare per vedere Michael nel 1996, ho trascorso una giornata con lui a Neverland nel 2003, sono stata vicino a lui ogni giorno per mesi, e sono andata a trovare lui e i suoi figli all'interno della loro casa di Los Angeles nel 2009.

Entrare nel mondo di Michael era come attraversare una porta segreta di Narnia o scivolare nella tana del coniglio nel Paese delle Meraviglie. Ogni volta che ero con lui mi sentivo come se fossi dentro una favola, portata via in una nuvola di magia e di gioia e di amore. Non potrò mai dimenticare la sua voce argentina e la luce della sua presenza, che mi portavano in paradiso ogni volta.

Tutto ciò che Michael ha fatto l'ha fatto per tutti noi, per i bambini, per gli animali e per il futuro del pianeta. Lui è un vero angelo. Chiunque dica il contrario o mente o sbaglia.



Ecco dove e quando ho visto Michael, e la coincidenza con eventuali eventi pubblici:

1992

Luglio, Dublino, Irlanda; concerto Dangerous

1996

settembre, Praga, Repubblica Ceca, concerto d'apertura dell'HIStory Tour

1997

luglio - settembre; Nove paesi europei; 16 concerti HIStory

1999

Luglio, Monaco, Germania; concerto Michael Jackson & Friends

2000

maggio, Monte Carlo, Monaco; World Music Awards
maggio, Londra, Inghilterra, Elizabeth Taylor Tribute Concert

2001

Febbraio, New York City; Seminario Heal the Kids
marzo, Londra, Inghilterra, discorso alla Oxford University
settembre, New York; concerti speciali per il 30° anniversario
ottobre, Washington DC, concerto United We Stand
novembre; New York City; incontro al Virgin Megastore

2002

Febbraio, Los Angeles; Art for Aids - A Tribute to Rock Hudson
marzo, New York; matrimonio di Liza Minnelli
Aprile, Los Angeles; 50th Celebration American Bandstand
Aprile, New York City, A Night at the Apollo
Giugno, Londra, Inghilterra; protesta Sony, Killer Thriller party
Agosto, New York City; MTV Video Music Awards
novembre, Berlino, Germania; Bambi Awards

2003

Febbraio; Neverland Valley
maggio; Indianapolis, Indiana; udienza programmata in tribunale
Agosto-Settembre, Los Angeles, Neverland Valley; 45° Festa di Compleanno
Ottobre-Novembre, a Las Vegas, Radio Music Awards
dicembre; Neverland Valley, USA; You Are Not Alone

2004

aprile, Santa Maria, Neverland Valley; udienza in tribunale
aprile, Washington DC; Ambasciata etiope
settembre, Santa Maria, Neverland Valley; udienza

2005

aprile-giugno, Santa Maria, Neverland Valley; Processo

2006

Novembre, Londra, Inghilterra; World Music Awards

2007



febbraio 2007; Las Vegas
marzo 2007; Tokyo, Giappone; VIP & Fan party
Marzo; Los Angeles
Marzo-Giugno, a Las Vegas, Los Angeles
novembre; Los Angeles, 66° compleanno di Jesse Jackson
dicembre; Las Vegas

2008

giugno-ottobre, a Las Vegas
dal Ottobre-Novembre; Los Angeles

2009



feb-Apr; Los Angeles
aprile; Las Vegas; visita di 3 giorni
Aprile-Giugno; Los Angeles





Un'altra voce della verità



Non è necessario che vi dica chi è Michael. Se lo amate tanto quanto me sapete già chi è, indipendentemente dal fatto che lo abbiate mai incontrato o no. Tutto ciò che posso fare è ribadire tutto quello che sapete, condividendo un po' della mia storia, del mio viaggio dall'essere una bambina che fissava i suoi poster al diventare parte del suo mondo.

Se vi siete imbattuti in questo sito e non sapete molto di Michael, vi consiglio di guardare il video di Earth Song, di ascoltare Heal The World e Childhood, di leggere Dancing the Dream... È tutto lì, ogni creazione artistica ed espressione della sua anima.

L'unica cosa difficile dell'amare Michael è dover vivere in questo mondo, sentire persone che raccontano bugie palesi su di lui, distorcendo la verità, o interpretando male qualcosa che ha detto o fatto in modo crudele o inclemente . E' sempre un conforto sentire qualcuno parlare di lui con amore, sia esso un amico, un familiare o un fan. Anche se non so se molte persone saranno interessate a quello che ho da dire, mi sento obbligata a dirlo, ad essere una voce in più della verità su Michael. Questo è il minimo che possa fare per lui. Dopo ogni incontro, in particolare nel 2007 , 2008 e 2009, andavo a casa e scrivevo tutto, ogni parola che io e lui (e i suoi figli, se erano presenti) ci scambiavamo, ciò che indossava, chi altro c'era, ecc. Ho oltre 250 pagine di trascrizioni, nonché fotografie private di Michael e me, alcune fatte dai suoi figli.

La maggior parte delle foto su questo sito sono foto della stampa che ho trovato on-line. Le storie e le citazioni che leggerete sono quelle che so che a Michael non dispiacerebbe se le condivido. Non posso andare da lui e chiedergli cosa fare o cosa dire o quanto condividere e questo è davvero difficile. Tutto quello che posso fare è seguire il mio cuore, come ho sempre fatto, e avere fiducia che sto facendo la cosa giusta per lui.


Michael Jackson, il mio sogno d'infanzia



Fin da quando ero una bambina, Michael era il mio Peter Pan della vita reale, che mi salvava dalla banale realtà e mi portava via in una terra di scintillante gioia magica. Ha mantenuto viva in me la meraviglia dell'infanzia, come ha fatto in tanti altri, e ha dato alla mia vita una qualità ed una ricchezza che è impossibile descrivere. Più fluttuavo nel suo mondo, più mi allontanavo dagli altri. Alla fine, il suo era tutto quello che conoscevo.

Se mi aveste chiesto all'età di 13 anni quello che volevo più di ogni altra cosa al mondo, avrei detto che volevo andare da Michael e essere sua amica. Avreste potuto dirmi che questo era impossibile, che ero uno dei milioni di fan e che non mi sarei mai potuta avvicinare a lui. Ho sentito la stessa cosa migliaia di volte. Fortunatamente non ho mai ascoltato nessuno tranne Michael, che ha sempre detto che bisogna credere nei propri sogni e che tutto è possibile. Come al solito, aveva ragione.

Il mio primo ricordo di Michael è all'età di sette anni quando vidi The Wiz per la prima volta a casa di mia nonna. Mia madre venne a prendermi prima che finisse e io piansi, perché volevo stare e guardare il resto del film per scoprire cosa accadeva allo Spaventapasseri. E' stato anni dopo che ho scoperto che Michael ERA lo Spaventapasseri. Ha catturato il mio cuore fin dal primo momento.

All'età di 13 anni, ho guardato Moonwalker per la prima volta - ed è successo. Tutti gli altri poster sono stati staccati dai miei muri e, nel corso del tempo, ho tappezzato ogni centimetro della mia camera da letto con la sua immagine. Sapevo che lo avrei amato per sempre e che lui sarebbe stato sempre una parte enorme della mia vita.

Dicono che non si dovrebbero mai incontrare i propri eroi. Sono sicura che è vero nella maggior parte dei casi. E' normale per i bambini a idolatrare e idealizzare le loro star preferite. Ma con Michael, quello che vedi è ciò che ottieni. Non c'era contraddizione tra l'uomo che ho visto in Moonwalker e l'uomo con cui ho parlato sotto un cielo stellato a Las Vegas nel 2007 .

Nel 2009 uno dei miei amici a Los Angeles mi ha soprannominato Dory, come il pesce smemorato di Alla ricerca di Nemo. Perché? Perché ero così euforica dopo ogni incontro con Michael, come se lo avessi appena incontrato per la prima volta. Non importa quante volte l'ho incontrato e quanto tempo ho trascorso con lui, non ho mai dimenticato il miracolo di chi è lui o la bambina che ero una volta, che guardava verso il cielo la notte e sognava che un giorno sarebbe stata in sua presenza.

Michael rendeva la fantasia realtà. Ha reso possibile l'impossibile. Ha preso la magia che esiste solo nelle favole e l'ha portata nel mondo reale. Era una porta su un'altra dimensione, quella in cui la possibilità è definita dalla convinzione e dalla fantasia, non da limitazioni concrete. Ci ha collegato a qualcosa di più grande, qualcosa di ultraterreno, qualcosa di divino. La gente dice che lui è diverso. Non è solo diverso. Lui è migliore.


Andare in tour

Il 25 Luglio 1992 è stato il giorno in cui Michael si è esibito nel suo concerto del Dangerous tour allo stadio Lansdowne Road di Dublino, in Irlanda, e lo vidi per la prima volta con i miei occhi. Ricordo che lo fissavo mentre eseguiva una canzone perfettamente coreografata dopo l'altra, cercando di convincermi che era umano, e non un personaggio di fantasia di un altro regno.



Nel settembre 2006 sono andata a Praga nella Repubblica Ceca per il concerto di apertura dell'HIStory tour. Questo viaggio è stata la prima volta per diverse cose: la prima volta che l'ho aspettato fuori dal suo albergo, la prima volta che sono stata a pochi passi da lui e, miracolosamente, la prima volta che sono stata in contatto con lui.

Una notte ero in piedi fuori dal suo hotel con un gruppo di persone con cui avevo fatto amicizia. Michael era stato a un negozio di giocattoli quel giorno e continuava a gettare peluche fuori dalla finestra, per la gioia dei suoi fan. Ad un certo punto ha puntato un binocolo su di noi e poi ha iniziato a indicarci eccitato. E' riapparso un attimo dopo con un drago gigante verde. Naturalmente ognuno ha cercato di afferrarlo mentre volava giù ed è finito in pezzi. Ero felice di vedere che uno dei miei amici, un ragazzo alto di Praga, aveva preso una delle sue gambe... e totalmente spiazzata quando me l'ha data, insistendo che la prendessi.

Potrebbe non sembrare un granché ora, ma significava così tanto per me al momento - avere qualcosa in mano che Michael aveva effettivamente toccato. E' stata la cosa più vicina a lui che avessi mai avuto. Ho ancora quel pezzo di giocattolo e penso spesso al ragazzo che me l'ha dato. Spero che, ovunque egli sia, stia avendo una vita meravigliosa.

Il primo contatto

Nella notte prima del concerto, Michael è partito per andare allo stadio Letná per una prova finale e siamo riusciti a entrare e guardare l'intero concerto da pochi metri di distanza. Così quando ho visto il concerto la notte seguente dalla seconda fila, sapevo cosa stava per succedere.

Quando Michael è uscito sul palco portando una valigetta, ho cominciato a gridare Billie Jean. La gente intorno a me deve aver pensato che fossi pazza perché non c'era alcuna indicazione che stava per cantare quella canzone. Ma non mi importava. Volevo catturare la sua attenzione e sapevo che questa era la mia unica possibilità. Michael ha messo la valigetta su uno sgabello, l'ha aperta e ha estratto un guanto di paillettes, al che tutti hanno capito cosa stava per succedere. Poco prima che iniziasse il ritmo di apertura, ha guardato dritto verso di me e mi ha fatto l'occhiolino (proprio come l'occhiolino che ha fatto a Katie in Moonwalker, che ovviamente è stata una parte enorme della mia infanzia). E' stato il momento più incredibile della mia vita. Non potevo credere che in una folla di 120.000 persone avevo trovato un modo per connettermi con la più grande superstar del pianeta e l'uomo che amo più della vita stessa. E' stato magico.


Michael Jackson HIStory Tour




Quando l'HIStory Tour di Michael Jackson è tornato in Europa nell'estate del 1997, ho finalmente realizzato il mio sogno di seguire un tour, anche se solo per un paio di mesi. Io e una delle mie amiche abbiamo viaggiato insieme e abbiamo finito per diventare 'le mascotte del tour'. Abbiamo viaggiato da un posto all'altro sui camion giganti che portavano tutto il palco e le attrezzature ed eravamo di fronte alle transenne ad ogni concerto prima che le porte venissero aperte al pubblico.

Il tour è faticoso anche per un fan! Eravamo spesso esauste dal viaggio e dovevamo aspettare ore che iniziasse ogni concerto, schiacciate contro la transenna frontale, soffrendo caldo e sete. Ma non appena Michael esplodeva sulla scena, ci dimenticavamo tutti i nostri disagi e ci fondevamo nella sua performance, affascinate e ipnotizzate.

Eravamo sempre in piedi nella stessa posizione, a destra di Michael, accanto agli altri 'regolari', alcuni dei quali avevano seguito l'intero tour, e una manciata dei quali avevano partecipato anche al Dangerous e al Bad tour. Michael sapeva dove trovarci e ci rispondeva in tanti modi, guardandoci, leggendo i nostri striscioni e indicando verso di noi.

In quasi tutte le serate io e la mia amica ce ne andavamo dal concerto poco prima della fine di Heal the World (che era la seconda ultima canzone), cercando di capire quale percorso Michael avrebbe fatto e camminando più che potevamo in quella direzione. Quando sentivamo l'esplosione dei fuochi d'artificio al termine del concerto, andavamo verso il semaforo più vicino e aspettavamo lì.

A volte il nostro piano falliva, o perché avevamo preso la strada sbagliata o perché il semaforo diventava verde quando arrivava (La Polizia lo accompagnava fino a quando lo stadio non era stato svuotato, ma lo lasciava prima che ci raggiungesse). Ma il più delle volte la vettura di Michael accostava vicino a noi e noi gli dicevamo attraverso il finestrino quanto lo amavamo.

Dopo il concerto a Hockenheim in Germania ci siamo imbattute nella chitarrista di Michael, Jennifer Batten, dietro le quinte (foto sopra). Ci ha detto che Michael ci aveva indicate una volta mentre guardava la folla su uno schermo prima di un concerto. Aveva pensato che eravamo bambine scappate di casa per seguire il tour :-).

Abbiamo dato a Jennifer un piccolo regalo per Michael con la nostra foto. Al concerto successivo, a Copenhagen in Danimarca, lui continuava a guardare e indicare verso di noi e durante Heal the World, si è inchinato a noi. Ci ha completamente mandate fuori di testa!!!

Non ho mai incontrato Michael durante l'HIStory tour, ma la connessione che avevo avuto a Praga è diventata più forte e quando l'ho salutato con la mano a Ostenda in Belgio, lui almeno sapeva chi ero e che lo amavo con tutto il cuore. Questa consapevolezza mi ha fatto fluttuare fino alla volta successiva in cui ho viaggiato per vederlo, che è stata a Monaco, in Germania, nel luglio 1999.

Ecco un elenco dei concerti HIStory a cui ho partecipato:

7 Settembre 1996, Praga, Repubblica Ceca
9 Luglio 1997, Sheffield, Inghilterra,
12 Luglio 1997, stadio di Wembley, Inghilterra,
15 luglio 1997; stadio di Wembley, Inghilterra,
17 luglio 1997, stadio di Wembley, Inghilterra
19 Luglio 1997, Dublino, in Irlanda
1 agosto 1997, Berlino, Germania
3 agosto 1997, Leipzig, Germania
10 Ago, 1997; Hockenheim, in Germania
14 Agosto 1997, la Danimarca, Copenaghen
16 agosto 1997, Gothenburg, Svezia
19 agosto, 1997, Oslo, Norvegia
22 Agosto, 1997, Tallinn, Estonia
24 agosto 1997, Helsinki, Finlandia
26 agosto 1997, Helsinki, Finlandia
29 Agosto 1997, la Danimarca, Copenaghen,
3 settembre 1997, Ostenda, Belgio


Il mondo meraviglioso di Michael Jackson

Nei primi anni 2000 mi sentivo come se vivessi in due mondi diversi, con un piede nel mondo reale e l'altro nel suo mondo, un regno segreto di stupore e di gioia.

Organizzavo le cose in modo tale che avrei potuto lasciare tutto in un minuto. Spesso riuscivo ad avere solo un giorno di preavviso per un evento a cui Michael avrebbe partecipato e volavo verso gli Stati Uniti dall'Europa per il fine settimana - sì, per il fine settimana - per vederlo.

Non è stato sempre facile, ovviamente. C'erano aspetti pratici da affrontare - pagare per tutto, ottenenere i giorni di permesso, fare organizzazioni dell'ultimo minuto - per non parlare delle condizioni economiche dei miei amici alle quali qualche volta facevo fronte.

Aspettavamo per ore al freddo (pensate a New York ai primi di marzo... brrr!) ma faceva tutto parte di questa avventura. Non importa quanto lontano abbiamo viaggiato o quanto tempo abbiamo aspettato o quanto è costato, ne è sempre valsa la pena. SEMPRE. Lo abbiamo incontrato in ogni viaggio, spesso diverse volte, e lui ha fatto in modo di farci sentire tutti speciali e amati.

Sicuri e protetti

Nel settembre 2001 fans da tutto il mondo sono arrivati a New York per vedere Michael esibirsi in due concerti di seguito al Madison Square Garden. La mattina dopo il secondo concerto, i terroristi hanno dirottato due aerei contro le Torri Gemelle devastando la città e il mondo.

Gli aeroporti sono stati chiusi, i voli sono stati riprogrammati e molti di noi sono rimasti bloccati, lontano da casa. Michael ha lasciato il Palace Hotel, dove aveva soggiornato, quella mattina, ma ha inviato le sue guardie di sicurezza di nuovo in città tutte le sere per assicurarsi che tutti noi avessimo abbastanza soldi e un posto sicuro dove stare.

Circa una settimana dopo gli attacchi, la sicurezza ha portato il bus del tour di Michael in città per recuperare i restanti fan, che consistevano in una dozzina di noi dall'Europa. Su ordine di Michael - e a sue spese - ci hanno portati da McDonalds e al cinema e poi ci hanno portati all'hotel in New Jersey, dove lui soggiornava. Non siamo riusciti a vedere Michael quella sera, ma lui continuava a chiamare per vedere come stavamo e ci ha invitati a passare la notte nel bus, che aveva delle file di letti a castello, ognuna con il suo schermo DVD.




In un luogo e un momento storico molto spaventosi, Michael ci ha fatto sentire sicuri e protetti. Non l'ho mai sentito parlare pubblicamente di ciò che ha fatto per noi, perché ovviamente lui non l'ha fatto per pubblicità o per essere lodato. Lo ha fatto per la sua gentilezza, la sua premura e il suo amore.


Il Neverland Valley di Michael Jackson



Neverland Valley era il regno magico di Michael, un paradiso di innocenza e beatitudine. Tutto era un prolungamento della sua anima - le statue in bronzo dei bambini raffigurati in un momento di giocosità, i sentieri sinuosi che brillavano di notte, il cinema dove le caramelle erano a disposizione e abbondanti, la fontana luccicante, gli animali esotici, il luna park, le dolci colline e i prati ...

Era un paradiso progettato per riflettere la sua essenza, per fare appello al bambino interiore in ognuno di noi e per fornire un rifugio per le numerose comitive di bambini malati terminali che invitava al suo interno.

Il 6 settembre 2003 sono stata una dei 13 molto fortunati - un gruppo di fans provenienti dall'Europa, che per caso era davanti al cancello di Neverland quando Michael si è presentato su uno scooter e ci ha invitati tutti a passare la giornata con lui dentro. Non era la mia prima visita a Neverland - era stato con quattro amici nel febbraio 2003 (vedi foto sopra) - ma è stata di gran lunga la più magica e indimenticabile.

Un monologo bellissimo

Dopo aver parcheggiato le nostre auto ed esserci rinfrescati con una battaglia con l'acqua, Michael ci ha chiamati in una stanza e ci ha fatti sedere attorno a lui in cerchio. Poi ha cominciato a farci domande uno per uno, chiedendoci come e quando siamo diventati fan, dove eravamo stati per vederlo, quali erano le nostre canzoni preferite...

Dopo averci ascoltato e fatto le domande, era il suo turno. E così ha cominciato un bellissimo monologo, passando da un argomento all'altro, parlando con una tale conoscenza, sapienza e intelligenza. Michael è così meravigliosamente espressivo. E' sempre un piacere sentirlo parlare.

Ha parlato della bellezza dell'Africa, dicendo: "Avete letto un sacco di cose sull'Africa, ma non sono vere. La gente vuole farvi credere che sia un paese povero pieno di crimine. Ogni paese del mondo ha povertà e criminalità. L'Africa è così bella, piena di ricche risorse".

Ha parlato dell'importanza dell'infanzia, dicendo: "I genitori non trascorrono abbastanza tempo con i loro figli. La Play station è diventata come il ciuccio. I bambini stanno chiedendo a gran voce di essere amati".

Ha parlato di come i media lo ritraggono, dicendo: "Non so perché i media dicono sempre che sono bizzarro e che sono strano e che non voglio parlare con la gente. Perché dicono queste cose quando non sono vere?"

Naturalmente gli abbiamo risposto con passione, assicurandogli che tutti quelli con più di mezza cellula cerebrale potevano vedere attraverso le bugie dei media. Quando la conversazione alla fine si è affievolita ci ha chiesto, come ha fatto più volte quel giorno, "Cosa facciamo dopo?" e poi si è presentato con un piano. Ci ha portati fuori alla sua auto e una manciata di noi ci si sono infilati dentro (mentre gli altri hanno viaggiato in un van).
Ci ha portati al cinema, poi ci ha mostrato una stanza segreta piena di strumenti di registrazione e costumi dei tour - tra cui il suo vestito dorato di Scream dall'HIStory tour. Ci ha detto che gli erano venuti in mente i ritmi di Stranger in Moscow e The Lost Children proprio in quella stanza, poi ha iniziato a cantare. Eravamo in PARADISO.



Surreale

Ci siamo diretti verso un enorme dipinto di Michael circondato da angeli, in cui vi erano immagini nascoste e simboli. Michael ha iniziato un piccolo gioco che avrebbe continuato poi in casa - dove c'erano molti altri dipinti sorprendenti. Diceva, "Trovate Macaulay Culkin", e trovavamo una figura sotto un albero con i capelli biondi, o "Trovate me", (indicando una parte del dipinto) e trovavamo un insieme di foglie a forma della sua posa di Billie Jean.

Il momento più surreale della mia vita (fino a quel momento almeno) è venuto un po' più tardi, quando ero seduta accanto a Michael nel teatro a guardare i suoi video sul grande schermo e a condividere il suo pop-corn. Smooth Criminal era sempre stato il mio video preferito, quello che io e i miei fratelli avevamo registrato dal televisore e guardato più e più volte ogni giorno dopo la scuola, così quando è arrivato sullo schermo, tutto questo mi ha colpito... ero seduta accanto a Michael Jackson a Neverland Valley a guardare i suoi video mentre mangiavo popcorn dalla sua ciotola. Ho provato a dirgli come mi sentivo, ma ero troppo sopraffatta per parlare. Mi ha stretto la mano. Penso che abbia capito.


Sogni di Neverland Valley

Michael ci ha lasciato al teatro e siamo stati portati allo zoo per una visita di 10 minuti, dopo di che siamo stati convocati di nuovo a casa. La porta si è aperta e dentro c'era Michael che teneva Blanket tra le braccia, orgogliosamente raggiante. Un padre orgoglioso. Un dolcissimo bimbo che in quel momento stava imparando a camminare.

Con Blanket che stringeva il bordo dei suoi pantaloni, Michael ci ha guidato attraverso la sua casa, prima in cucina, dove tutto il personale ci ha accolto, poi nella sala da pranzo. Ha indicato le fotografie, comprese quelle dei suoi figli che aveva fatto, e splendidi dipinti, compresi alcuni di quelli che compaiono nel suo libro Dancing the Dream.

Ad un certo punto una porta si è spalancata e Prince e Paris si sono precipitati dentro, chiamando 'papà'. Michael ha preso ognuno di loro e li ha abbracciati strettamente. Era chiaro già allora che lui e i suoi figli erano il mondo l'uno per gli altri.

La casa era finemente arredata, con tocchi qua e là della loro vita familiare insieme. Su una bacheca vicino alla porta c'erano note che i bambini avevano scritto al padre dicendogli quanto lo amano. Sotto c'erano le loro scarpe, abbandonate dopo una giornata di gioco fuori.

Dentro la mente di Michael

"Se volete sapere che cosa stimola la mia mente, date un'occhiata in giro" ha dichiarato Michael mentre ci guidava in una serie di camere ingombre di tutte le cose che lo ispirano - ritagli di cartone di Peter Pan, Harry Potter e Charlie Chaplin, dipinti giganti dei suoi figli, fotografie ingrandite di bambini, memorabilia di film, regali dei fan (tra cui quello che gli avevo dato una settimana prima, il giorno del suo compleanno - ci ha detto che conserva TUTTO ciò che gli diamo), giocattoli, soprammobili...

Lo abbiamo seguito in una cabina armadio che era piena di giacche, compresa quella d'argento che aveva indossato a New York nel settembre 2001 e la bandiera americana che aveva indossato a United We Stand, un mese dopo. Me ne ha passate alcune - erano PESANTI!

"Oh, sono così pesanti," ho detto sorpresa. "Come fai a ballare indossandole?"

"Questo è quello che non vedete quando mi guardate esibirmi" ha risposto. "Non avete idea di quanto pesino. Ma quando ballo non ci penso. Mi sciolgo nella musica. Se vedi una ballerina e la vedi contare, 'Uno, due, tre,' lei non sta davvero danzando. Quando si danza, si diventa la musica. Si diventa il ritmo e si dimentica tutto il resto".

Ho scritto ogni parola che ha detto il giorno dopo, per poterle conservare per sempre.

"Avete visto la mia camera da letto?" ci ha chiesto un po' più tardi. Noi tutti abbiamo scosso la testa, i nostri occhi spalancati per l'emozione, mentre lo seguivamo per una breve scalinata in camera sua, che aveva uno schermo cinematografico appeso al soffitto, un copriletto ricoperto di strass e un ratto domestico chiamato Sparkles in una gabbia. Dopo aver atteso che fossimo tutti dentro ha spento le luci - tutto scintillava e tutti noi facevamo oooh e aaah pieni di stupore.


Macchiata dalle tenebre

Non lo sapevamo, al momento, ma quello è stato uno degli ultimi giorni felici a Neverland, prima che fosse razziata dalle tenebre per la seconda volta e macchiata in modo irreparabile. La tenuta è diventata una prigione per Michael nel 2005 e dopo la fine del processo, si è trasferito per non tornare mai più.

Ha parlato con me e i miei amici di Neverland diverse volte nel 2007 e nel 2008 e ha sempre giurato che, anche se non avrebbe mai più vissuto lì, non l'avrebbe neanche mai venduta. Il regno di fantasia che aveva creato ora esiste solo in fotografie e video, nella memoria di coloro che ha invitato nel suo paradiso e nei cuori di tutti coloro che possono ancora andarci nei loro sogni.


Nella sua ora più buia



Michael non riesce a riconoscere l'inganno negli altri perché è incapace di inganno. Vede solo la bontà nelle persone, anche se quella bontà è solo un riflesso della propria.

Nella notte del 5 settembre 2008, Michael mi ha chiamato e abbiamo parlato per molto tempo. Parlando del processo, ha detto (come ho scritto il giorno dopo):

"Quello che ho passato, mi ha mostrato che c'è tanto male nel mondo, ma c'è anche tanta bellezza. Tu eri lì per me. Ho scritto una canzone su di te, sui fans, su come eravate lì per me nella mia ora più buia, nella mia più profonda disperazione..."

Ha continuato dicendo: "Mia madre me lo ha sempre detto, Katherine mi ha sempre detto che era solita guardarmi attraverso la stanza e dire: 'Sei proprio come me. Ti faranno del male. Ti useranno. Ci sono persone che ti useranno'. Non sapevo che ci fossero persone così al mondo, così cattive. Pensavo che fossero solo nei film. Non sapevo che esistessero nella vita reale. Ho fiducia nella gente. Vedo sempre il meglio nelle persone. Posso essere così ingenuo. Ma durante il processo c'erano persone cattive, ma c'erano anche tante belle persone che sono venute fuori, belle persone come te".

Io non so ciò che il mondo ha visto nel mese di gennaio 2005, quando Michael è salito sulla sua auto fuori dal tribunale di Santa Maria e ha salutato i suoi fan. Quello che ho visto io è stato un gesto d'amore di una bellezza struggente, un uomo che, anche nelle sue ore più buie, sentiva ancora il bisogno di riconoscere e ringraziare coloro che si erano riuniti per sostenerlo.

Durante il processo, durato da febbraio a metà giugno, la gente veniva a Santa Maria da tutto il mondo, prendendo molte settimane o addirittura mesi di permessi al college o al lavoro e vivendo in alberghi nelle vicinanze. Alcuni di noi erano seduti in aula, una presenza silenziosa di amore e di sostegno dietro di lui, mentre altri stavano fuori tenendo striscioni che dichiaravano la sua innocenza e condannavano coloro che cercavano di distruggerlo. E ogni giorno sulla via del ritorno dal tribunale, Michael si fermava al cancello di Neverland per salutarci e scambiare parole d'amore.

Puro fino alla fine

Una delle cose più orribili che io abbia mai dovuto fare è stata sedermi in quell'aula giorno dopo giorno ad ascoltare gente vile dire cose vili su Michael, contraddicendosi, inventando storie scandalose che in seguito si sono dimostrate del tutto prive di fondamento, e, nel caso di un individuo malato, perseguire una vendetta personale che era la conferma di un'ossessione contorta. Per quanto sia stato difficile per me e i miei amici, non riesco a immaginare cosa fosse per lui.

Il processo ha rivelato i molti modi in cui Michael era stato tradito, ingannato, manipolato e usato da persone opportuniste, venute in guisa di soci e amici. Questo gli dava tutte le ragioni per diventare risentito e arrabbiato. Ma negli anni a venire, anche se deve aver provato rabbia e amarezza a volte, ha continuato a vivere nello spirito dell'amore.

Il guerriero più coraggioso non va in battaglia con la sua armatura. Il guerriero più coraggioso va in battaglia senza armatura, inerme e vulnerabile. Anche dopo tutto quello che aveva sofferto, Michael è rimasto aperto e fiducioso, la sua essenza incontaminata dal buio, pura fino alla fine.


La copertura del processo di Michael Jackson

La più grande ipocrisia che io abbia mai visto è stata al processo nel 2005, durante il quale i media hanno influenzato la percezione pubblica di quanto stava accadendo all'interno del tribunale riportando solo le dichiarazioni fatte dalla parte della procura - a prescindere da qualsiasi confutazione o dalla credibilità del testimone - e ignorando il caso della difesa. Attenti solo agli indici d'ascolto hanno giudicato e condannato Michael nella pubblica piazza, senza alcun riguardo per la giustizia o la verità.

Immorali

Durante le pause al palazzo di giustizia, i giornalisti si riversavano in una zona sul retro per preparare le storie e afferrare qualcosa da mangiare. Una volta ho sentito due di loro criticare la squadra dell'accusa e chiamare il caso una farsa. Quegli stessi giornalisti sono andati in televisione quella sera lodando l'accusa e dicendo che una condanna sembrava inevitabile. La stessa cosa è accaduta più volte quando i notiziari si dimostravano parziali e davano false opinioni che cercavano di soddisfare un appetito percepito per il sensazionalismo a scapito di ogni altra cosa.

Nel mese di maggio ho parlato con una giovane reporter di un giornale britannico. Mi ha detto che era stata occupatissima nel trasmettere le notizie durante la prima parte del processo (quando l'accusa presenta il suo caso), ma non aveva niente da fare ora, perché il redattore del giornale era interessato solo allo scandalo e alle polemiche - e non a riportare le prove presentate che hanno dimostrato l'innocenza di Michael. Ho detto, questo non è immorale? Lei si è stretta nelle spalle e ha detto, sì, probabilmente lo era.

Un giorno di giugno il procuratore capo ha fatto un'osservazione razzista verso una celebrità testimone della difesa. Tutti in aula erano senza fiato. Mi aspettavo che questo andasse sulle prime pagine dei giornali il giorno dopo. Non è stato nemmeno menzionato. Se fosse stato un avvocato della difesa che aveva fatto l'osservazione (non che questo sarebbe mai accaduto), potete scommettere che ogni giornalista nel paese sarebbe stato pronto.

Manipolare

Sembra di vivere in una società tipo 1984 (mi riferisco al libro di George Orwell con quel titolo), dove si può riscrivere la storia su base quotidiana, contraddicendo cose dette in passato e ignorando fatti concreti. Solo perché qualcuno dice qualcosa, non rende quel qualcosa una verità. Ma questo non ferma i media dallo stampare dichiarazioni vuote (anche quelle che sono esposte un attimo dopo come i deliri di un pazzo e truffatore) come titoli, dando loro un peso che non hanno.

La verità è immutabile, costante e coerente. Le bugie sono fluide. Esse vengono manipolate, cambiandole al bisogno. C'era una sola verità presentata al processo, che è stata provata oltre ogni dubbio. C'erano un milione di bugie, a molte è stato dato un falso senso di credibilità da parte dei media, mentre venivano esposte in aula come del tutto infondate .

Coloro che diffondono menzogne farebbero bene a ricordarsi che la vita di CHIUNQUE può essere distrutta dalla parola di un bugiardo. E' successo a lui. Potrebbe accadere a voi o a qualcuno che amate. Una volta che l'accusa è stata fatta, il danno è fatto. Non importa con quanta veemenza lo neghi o quali prove presenti in tua difesa, il seme del dubbio è stato piantato. Le bugie distruggono la vita.


Un dono dell'universo



Il 2007 è stato quando ho cominciato a incontrare Michael da solo e a stare attorno a lui giorno dopo giorno, per mesi. Questa fase si è verificata in parte per una serie di circostanze felici, un dono dell'universo forse, un ultimo dono prima della fine di tutte le cose.

L'anno è stato pieno di esperienze da favola, tra cui un incontro da sogno presso il Wynn nel mese di febbraio, una serata con lui e circa otto altri fan a Disneyland Tokyo nel mese di marzo, un giro in limousine con lui e i suoi figli per Las Vegas nel mese di giugno e la notte più magica della mia vita, presso l'Hotel Green Valley a dicembre.

Nel marzo 2007 Michael mi teneva tra le braccia al VIP Party a Tokyo. Gli ho chiesto: "Sai quanto ti vogliamo bene?" Ha risposto: "Noooo".

Penso che allo stesso modo in cui noi, come fans, troviamo così difficile credere che ci ami veramente, voglio dire che ci AMI veramente, lui stenti a credere che lo amiamo veramente, non il personaggio o il performer o l'idea di lui, ma l'essenza di chi egli sia, umano e fragile e reale.

Il nostro amore per Michael è più di quello che la maggioranza delle persone abbiano mai sperimentato - e questo è il motivo per cui così pochi possono capire e rapportarsi ad esso. Non chiede nulla in cambio. Anche se non l'avessi mai incontrato o non mi avesse dato alcuna attenzione speciale, lo amerei ancora tanto quanto lo amavo all'età di 13 anni, esattamente come faccio ora. L'amore è stato assoluto fin dal primo momento e rimarrà sempre così.

L'isola di smeraldo

Quando Michael è tornato a Los Angeles dall'Inghilterra nel mese di marzo, sono andata all'aeroporto per salutarlo. Mi ha invitato nella sua auto e lui e i suoi figli hanno parlato con me del periodo che avevano trascorso in Irlanda l'anno precedente. Parlavano dei giorni spensierati in collina, di far volare aquiloni e cavalcare e della mitologia irlandese e della musica.

Nel corso dei mesi e anni successivi, Michael avrebbe spesso parlato di questo periodo della sua vita, sempre con calore e affetto. Mi ha detto che era innamorato del popolo e della cultura irlandese, che sognava di possedere un castello in Irlanda e che aveva scritto un certo numero di canzoni mentre era lì, che non vedeva l'ora di condividerle con il mondo.

Mentre parlava con me il 9 dicembre 2007, ha detto (come estratto dalla mia trascrizione di quella sera):

"Sai, ho sempre sentito un'affinità speciale per l'Irlanda, prima ancora di esserci andato. Come si fa a non amare quella splendida isola di smeraldo? E' così verde e lussureggiante e ha degli alberi così belli. E io amo tutto il folklore delle fate e degli elfi e dei folletti".

La mia terra (sono nata e cresciuta nella contea di Cork) è stata un rifugio per Michael e i suoi figli, un posto dove poter fuggire dalle luci della ribalta dei media e vivere in una relativa oscurità. Vorrei con tutto il cuore che fossero rimasti lì per sempre.


Un incontro da sogno



Coincidenze altamente improbabili e sconcertanti remote possibilità spesso mi hanno portato da Michael. Forse la più sorprendente di queste si è verificata nel febbraio 2007.

Ero a Las Vegas per un paio di giorni e sapevo che Michael era fuori sulla Strip da qualche parte, ma non avevo idea dove. Era stato avvistato al ristorante Lei Weng al Wynn il fine settimana precedente, così ho deciso di cominciare da lì. Ho lasciato la mia macchina e ho percorso una via dopo l'altra, a volte ritrovandomi nella stessa - era proprio un labirinto.

Finalmente sono arrivata al ristorante Lei Weng ma non ho visto alcun segno di lui. Oh, beh, c'erano molti altri luoghi dove provare. Ho aperto una porta laterale per uscire e là, tutto solo che camminava verso di me, c'era Michael che indossava una giacca nera scintillante e sembrava avesse appena lasciato un set cinematografico. Il mio primo pensiero è stato: "Oh no. Pensavo di essere sveglia, ma sto sognando. Questo è solo un sogno".

Sdolcinatissima

E' stato il momento più surreale della mia vita - sì, ancora più surreale che guardare Smooth Criminal con lui a Neverland. Non l'avevo mai incontrato da solo o anche visto da solo in pubblico. (In realtà c'era una guardia giurata con lui, ma era ancora in macchina e non è apparso per qualche altro istante).

C'erano alcune persone alla fine del corridoio. Hanno detto, "Ciao Michael!" e lui ha risposto: "Ciao!". Poi ho detto con un filo di voce, "Ciaooo!" Ha alzato gli occhi, ha dato un'altra occhiata e ha detto: "OOOOOOoooooooh ciaaaaooooo!", si è avvicinato e mi ha dato un abbraccio enorme.

Abbiamo chiacchierato per un po' e sono stata sdolcinatissima, dicendogli quanto mi era mancato e che aspetto fantastico avesse. Non avevo parlato a fondo con lui dal processo - l'avevo incontrato un paio di volte all'hotel Hempel di Londra nel novembre precedente, ma solo molto brevemente - ed ero felicissima di vederlo felice e in salute. Ha tenuto la mia mano, era molto dolce e amorevole e, come sempre, mi ha fatto sentire come una principessa in una favola ;-).

- fine prima parte -
24/08/2011 13:56
 
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[Modificato da Anto (girl on the line) 24/08/2011 13:57]
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- seconda parte -

Notte magica



Il 9 dicembre 2007 è stato il più magico della mia vita. E' successo al termine di quello che era stato, fino ad allora, l'anno più incredibile della mia vita. Solo pochi giorni prima, avevo avuto una bella sorpresa nella posta, una foto di Michael e me che lui aveva firmato e mi aveva spedito con amore.

E' stato con il cuore pieno di gratitudine che sono andata a comprare dei regali di Natale per lui e per i suoi figli e li ho avvolti in una carta scintillante. A volte nel mondo di Michael sembrava che se credevi abbastanza in qualcosa, quel qualcosa sarebbe successo. Sapevo che Michael era a Los Angeles, ma ero a Las Vegas e sarei partita per l'Europa in pochi giorni quindi non avevo tempo di andare a trovarlo.

Desideravo ancora una volta qualcosa di apparentemente impossibile, un miracolo che mi avrebbe permesso di consegnargli i miei doni, ed ecco, ho scoperto che era appena arrivato all'Hotel Green Valley (a Las Vegas). Sapevo che manteneva un basso profilo e non volevo far saltare la sua copertura, così ho deciso di lasciare i doni presso la reception dell'hotel.

Come sono arrivata ho notato una guardia di sicurezza di nome Bill, che aveva lavorato nella casa di Monte Cristo dove Michael aveva vissuto quell'estate ed era sempre stato molto gentile con me. Ha parcheggiato la sua auto ed è sparito in albergo, prima che avessi la possibilità di parlare con lui. Così ho deciso di scrivergli una nota. Gli ho chiesto se per favore potevo dare a lui il mio regalo per Michael e i bambini, gli ho detto che avrei passato la giornata nello shopping plaza nelle vicinanze, ho aggiunto il mio numero di telefono e ho fatto scivolare il biglietto sotto il tergicristallo della sua auto.

Quando i negozi hanno chiuso, alle 6 del pomeriggio, ho deciso di andare via, nella speranza che Bill avrebbe letto la nota e mi avrebbe chiamato. Stavo camminando verso la mia macchina quando ho visto una jeep che sembrava la sua girare nel parcheggio quasi vuoto. Ha guidato lungo una corsia dopo l'altra, poi ha parcheggiato di fronte alla mia auto. L'ho liquidata come una coincidenza e stavo per andarmene, ma qualcosa mi ha tenuta lì. Ho deciso di aspettare fino a quando il conducente fosse sceso così potevo essere sicura che non fosse lui.

Non è successo niente per qualche istante e, infine, la porta si è aperta ed era lui. Era Bill. Ero così felice. Poter consegnare i regali a Michael e ai bambini era un privilegio e il miglior regalo di Natale che potessi sperare. Bill mi ha detto che Michael aveva letto la nota e ha detto che mi conosceva. Ho detto, "Davvero? Lui ti ha detto che mi conosce? Cos'altro ti ha detto?";-) Gli ho dato i doni, ringraziandolo ripetutamente e ribadendo quanto significava per me.

Favola

Bill è tornato alla macchina e proprio quando stavo per partire per la seconda volta, il clacson ha iniziato a suonare. Quando ho alzato gli occhi, ho visto una mano che salutava dal finestrino sul retro. Non semplicemente una mano. LA SUA MANO. ERA LUI! ERA MICHAEL!!! Sono saltata fuori dalla mia macchina e sono corsa verso il finestrino. Michael era lì, con i suoi tre figli accanto a lui, tutti raggianti nei miei confronti. Oh mio Diooooo!

Questa doveva essere una favola. Questo non poteva essere reale. Il cielo era trafitto da un milione di stelle. Il suono di canti natalizi fluttuava nell'aria. E lui lì, la sua voce che scorreva nella notte come una melodia perfetta, la sua mano avvolta intorno alla mia, che a volte mi accarezzava la guancia. Gli ho detto che non potevo credere di essere in un parcheggio a parlare con lui perché lui non apparteneva al mondo reale, lui apparteneva alla dimensione della meraviglia. Gli ho detto che brillava di magia e che anche quando ero lontana da lui, non l'ho mai sentito lontano perché illuminava il mio mondo e manteneva a distanza le tenebre. Gli ho detto che mi aveva dato la speranza nel futuro dell'umanità e che era un conforto averlo sul nostro pianeta perché aveva raggiunto il cuore di tutti quelli aperti abbastanza per riceverlo.

E per quanto amore gli avessi dato, mi era stato restituito un migliaio di volte. Mi ricordo la sensazione che sarei potuta scoppiare in un milione di scaglie di luce se avesse detto una parola di più. Era troppo. Era tutto quello che avevo sempre sognato - e altro ancora.

Ecco un estratto dalla nostra conversazione (come ho scritto più tardi quella notte):

(Parlando dei film di Harry Potter:) Io: ... mi sono piaciuti troppo quei film. Sono andata a vedere l'ultimo cinque volte al cinema.
MJ: CINQUE VOLTE?
Io: Sì, non ne ho mai abbastanza! Amo così tanto la fantasia. Ehi ragazzi, avete visto Come d'incanto?
MJ e i bambini tutti insieme: YEAAAAAAAAAAH!
MJ: Oh ci è piaciuto tantissimooo.
Parisi: E' stato grande.
Prince: E' un film cool. (Tutto questo nello stesso momento, eccitati )
Io: Lo sapevo che vi sarebbe piaciuto. L'ho amato troppo. E' stato come entrare in una favola. Vorrei poter vivere in Andalasia. Beh, diciamo che lo faccio. Voglio dire che sei la mia favola Michael.
MJ: Ooooh!
Io: Lo sei. Mi ricordo che quando ero piccola non pensavo che tu fossi reale. Pensavo che ci fossero Babbo Natale, Peter Pan e Michael Jackson. Voglio dire, reali sì, ma che vivevano in un'altra dimensione. Non nel mondo reale... Sei troppo magico per vivere nel mondo reale.
MJ: Aww, avete sentito? Questo è così bello. Sei molto dolce.
Me: No, no, TU lo sei ...

Mi è capitato spesso di trascorrere più tempo con Michael e i suoi figli di quanto ho fatto quella sera, e in un ambiente molto più intimo. Ma nel mio scrigno di ricordi questa volta è la più brillante. Perché per la prima volta nella mia vita, non sono andata io da lui. Per la prima volta, è venuto lui da me.


Giorni felici

(le traduzioni di questi paragrafi del resoconto di Talitha sono tratte dal sito Truth 4 MJ )



"Il 2008 è stato l’anno più felice della mia vita perché è stato quello in cui ho visto Michael felice come mai prima di allora. Stava conducendo ancora una vita tranquilla, come un papà per i suoi figli. Uscivano insieme tre o quattro volte alla settimana, spesso a vedere uno spettacolo sulla Las Vegas Strip, al cinema al The Palms o a cena al Planet Hollywood. Stava lavorando senza sosta e sembrava più entusiasta che mai di pubblicare nuova musica e riconnettersi con i suoi fans.

Due cose vorrei ricordare, anche se sono piuttosto ovvie alla maggior parte dei fan.
La prima: per Michael non c'era NULLA di più importante del suo essere padre e NESSUNO sul pianeta che lui amasse più dei suoi tre figli. Erano il suo mondo e lui era il loro. Quando parlava di progetti per il futuro, del tipo dove gli sarebbe piaciuto andare o vivere nel futuro, ha sempre usato il pronome "noi", mai "io". Erano una cosa sola, legati dall’amore.

La seconda: Michael non ha MAI smesso di creare. MAI. Creare per lui è come respirare. L'espressione artistica fluiva da lui tutto il tempo, non importa dove fosse o cosa stava accadendo nella sua vita. Deve aver scritto centinaia o addirittura migliaia di canzoni l'anno, ma pubblicato solo il meglio di ciò che ha creato. Lui è un genio e un perfezionista, in tutto e per tutto.

La casa di Michael nel 2008 era in una tranquilla strada residenziale chiamata Palomino Lane a Las Vegas. Ogni volta che usciva o rincasava, si fermava ed io chiacchieravo con lui ed i suoi figli, a volte da sola, a volte insieme ad altri - con gli alunni delle scuole vicine oppure con i fan di Las Vegas e/o con i follower in visita dall'Europa. A volte, parlava con noi dai 20 ai 30 minuti, spesso ci chiedeva quali fossero le nostre canzoni preferite, i video che ci piacevano di più e in che cosa avremmo voluto più di tutte vederlo esibirsi.

E’ stato un anno da sogno, che ha superato tutti gli altri, non solo perché sono arrivata a trascorrere più tempo che mai insieme a Michael, ma anche perché ho avuto modo di conoscere i suoi tre bellissimi bambini, con i quali ho avuto lunghe conversazioni, scambio di doni e lettere, sono andata a un proiezione privata di un film (con il papà) al Palms, e scambiato racconti sui nostri animali domestici, i nostri libri e film preferiti e sulla nostra vita quotidiana.

Michael ed i suoi figli lasciarono la loro casa di Las Vegas il 20 ottobre 2008. Io ero lì in quel momento insieme ad un caro amico in visita dall'Inghilterra e una ragazza di una scuola vicina. Avemmo una conversazione divertente e spensierata e Michael ci disse che sarebbe andato a Los Angeles per qualche giorno, ma sarebbe tornato presto.
Purtroppo, i suoi piani presto cambiarono e lui non tornò mai più.


Il suo muro d'amore



A Los Angeles ho incontrato un intero nuovo gruppo di fan, alcuni dei quali sarebbero diventati i miei amici più cari.

Nel 2007, Michael a Las Vegas mi disse (parlando di me e di una mia amica dall'Inghilterra):

"Adoro guardare fuori e vedere voi ragazze che mi aspettate. Mi fa sentire meno solo"

Bene, quando ti dice una cosa simile, cosa hai intenzione di fare? Essere lì tutto il giorno tutti i giorni, naturalmente! Ed è quello che abbiamo fatto. E quando ci ha invitate a seguirlo da luogo a luogo, abbiamo fatto anche questo. Eravamo sempre lì per lui. Eravamo il suo muro d'amore, qualcosa per lui da utilizzare quando si sentiva stressato o stanco o triste, una collezione di volti sorridenti ed affettuosi in attesa di salutarlo, dargli regali e lettere e inondarlo d’amore.

Mentre a Las Vegas vivevamo una situazione informale e privata, a Los Angeles divenne ben presto un affare pubblico, con gruppi di fan, paparazzi e cacciatori di autografi (gente che raccoglie autografi di celebrità per venderli) spesso mescolati insieme, soprattutto nei primi mesi (ottobre,novembre e dicembre del 2008) mentre si trovava al Bel Air Hotel e le ultime settimane (giugno 2009). Eppure, c’erano ancora molte opportunità per vederlo e parlare con lui in privato.

Naturalmente, adoravo vedere Michael (ed i suoi figli) da sola. Ma ho anche amato vederlo insieme ad altri fan. Purtroppo, c’erano state occasioni nel corso degli anni in cui lui era venuto a parlare con noi e una persona aveva rovinato tutto per tutti, o dando di matto o parlando più di tutti per cercare di monopolizzare la conversazione.

Il miglior tipo di persone

Le persone con le quali ho fatto amicizia a Los Angeles erano del miglior tipo. Condividevamo tutto l’uno con l’altro e questo ha creato una tale atmosfera piacevole, senza la solita competitività e gelosia che purtroppo sono sempre state una (forse inevitabile) parte del mondo dei fan.
Ci tenevamo reciprocamente al corrente di quanto stava accadendo - dove si trovava, quello che stava facendo, ecc. Nelle nostre lettere a lui, parlavamo l’uno dell'altro e dell'amicizia che condividevamo. E quando era lui a darci delle lettere, facevamo una lotteria per stabilire chi avrebbe tenuto l'originale e fatto una copia per tutti.

Nei mesi di aprile e maggio 2009, Michael andava al CenterStaging Studios di Burbank poche volte a settimana per provare gli spettacoli del This Is It. Quando la sera usciva, si fermava a parlare con noi, a volte per un minuto, a volte per dieci. Tutti ci raccoglievamo intorno a lui facendo moine e ridacchiando e facendogli domande.

Se sapevamo che qualcuno voleva chiedergli qualcosa, ma era troppo timido per parlare, richiamavamo la sua attenzione verso di loro cosicché tutti si sentissero coinvolti e nessuno escluso. A volte non avevamo più cose da dirgli, allora per un po' c'era silenzio e poi uno dei miei amici mi sfiorava col gomito e mi diceva: "Dì qualcosa, Talitha" solo per tenerlo lì ancora un altro po'.

Così grato

La prima volta che sono andata a trovare Michael (ed i suoi bambini) all'interno della sua casa di Carolwood, il 23 febbraio 2009, lui parlò più volte dei fan e del modo in cui lo facevano sentire.

Lui disse (estratto dalla mia trascrizione di quella sera):

"Sono così grato a tutte le ragazze che mi inviano regali e lettere. Siete voi che mi ispirate ... Sento tutto quell'amore e lo assorbo e poi immediatamente lo ridò indietro. Leggo tutto quello che voi ragazzi mi date. C'è un posto speciale nella casa in cui la sicurezza mette le cose. Leggo tutto e lo mostro ai bambini."

Ci sarà sempre un posto molto speciale nel mio cuore per quelle deliziose ragazze di Los Angeles, non solo per il modo in cui mi hanno trattato me e ci siamo trattate l’una con l'altra, ma soprattutto per il modo in cui hanno trattato LUI. Grazie a loro (e agli altri splendidi fan che venivano di tanto in tanto), Michael ha avuto modo di sentire un’abbondanza di bontà, stima e amore in quelli che sarebbero diventati gli ultimi mesi, settimane e giorni della sua vita.


Il This Is It



Nel 2007, e soprattutto nel 2008, Michael mi parlò spesso di tour. Diceva sempre la stessa cosa - che non voleva fare un grande tour, ma piuttosto una serie di grandi concerti nelle principali città di tutto il mondo, come Londra, Tokyo, Sydney e New York.
Il suo annuncio del This Is It tour a Londra il 5 marzo 2009 fu una sorpresa enorme per tutti, me compresa. Nel corso delle settimane successive, il numero dei concerti lievitò dagli iniziali dieci ad un incredibile numero di 50. 50 concerti in una sola città. Cosa che era molto diversa da quello di cui lui aveva parlato negli ultimi due anni.

Molti di noi erano preoccupati che i concerti fossero troppi, che il tour fosse troppo faticoso e impegnativo, anche per lui. Ma lui all’inizio sembrava positivo ed entusiasta.

Quando tornò da Londra l'8 marzo 2009, ci chiese:

"E’ stata una sorpresa? Siete rimasti sorpresi? "

E nei mesi successivi, ci parlò spesso delle prove e ci chiese quali canzoni avremmo voluto che lui eseguisse. Parlò anche di continuare il tour in altre città, tra le quali New York e Tokyo. Quando andammo a trovarlo all'interno del CenterStaging Studios il 16 aprile 2009, mi disse che era molto eccitato perché gli era appena venuta in mente la sequenza di chiusura per lo show.

Quando Michael non era alle prove, spesso lavorava a della nuova musica in uno studio dietro casa sua. La sera del 22 maggio 2009 rimanemmo affascinati sentendolo riprovare più e più volte una parte di una canzone a tutto volume. Aveva una base come Smooth Criminal e si sviluppava su un coro drammatico. Aveva un suono così meraviglioso. Michael venne a parlare con noi cinque volte quella sera e sorrideva così tanto.

Sembrava andare tutto bene. Per mesi, sembrava andare tutto bene.


"Hanno sbagliato a fare il programma"

Il primo segnale che non fosse del tutto soddisfatto del tour lo ebbi il 29 maggio 2009, che era il suo ultimo giorno di prove al CenterStaging. Michael parlò con un fan europeo che gli disse che non eravamo riusciti a comprare i biglietti per tutti i concerti del This Is It tour, in primo luogo perché tutti avevano il limite di poter comprare solo quattro biglietti con una carta di credito e anche perché tutti i biglietti migliori erano stati venduti ad una società di prevendita secondaria chiamata Viagogo, che li rivendeva per centinaia o addirittura migliaia di sterline.

Normalmente, i più grandi fan sono nelle primissime file perché arrivano prima e aspettano più a lungo, non perché sborsano più soldi. Ma gli unici biglietti che noi potevamo acquistare al valore nominale, dalle 50 alle 75 sterline, erano per i posti più lontani dal palco. (Si noti che gli artisti di solito ottengono una percentuale del valore nominale dei biglietti venduti quindi Michael avrebbe potuto ottenere 20 sterline per un biglietto venduto per 1.000!)

Dopo aver parlato con questo fan riguardo ai biglietti, Michael chiamò altri nove di noi nel suo camerino. Questa è la conversazione che ebbe luogo, come la scrissi quella sera:

MJ: vi amo, vi amo, vi amo. Volevo dirvi che io non sapevo che per i concerti ci fossero posti a sedere. Non lo sapevo e ho intenzione di fare qualcosa al riguardo. Hanno agito senza il mio consenso. Lo hanno fatto per ovvie ragioni.

Tutti noi: per fare soldi, lo sappiamo. Sappiamo che non è colpa tua.

Jill: Sappiamo quanto tutto questo sia complicato e quante persone siano coinvolte.

MJ: Hanno anche sbagliato la programmazione. Doveva essere spettacolo, giorno di riposo, spettacolo, giorno di riposo, spettacolo, giorno di riposo.

Jill: Siamo preoccupati che non saremo in grado di starti dietro.

MJ: (ridendo) Ho messo tutto quello che ho nello show. Lavoro così duramente. Ma io sono una sola persona. C’è un limite a quello che posso fare. (emozionandosi)

Io: Michael, perfavore non sforzarti troppo. Perfavore, abbi cura della tua salute. Tu sei più importante di tutto. Non devi fare tutti i 50 spettacoli. Se sono troppi, semplicemente cancellali. Non permettere a nessuno di pressarti a fare qualcosa che non vuoi fare. Fai solamente quello che vuoi. Sei TU che noi amiamo.

MJ: Oh, grazie, sei così dolce, grazie. Dio vi benedica tutti. Volevo anche dirvi che mi dispiace che non abbassiamo il finestrino a volte ma è per motivi di sicurezza. So che tutti aspettate me e vi amo così tanto.

Tutti noi: non ti preoccupare, lo capiamo Michael. Ti amiamo. Ti amiamo di più.

MJ: Grazie per il vostro amore e grazie per la vostra fedeltà.

Giunse le mani, chinò il capo, e rimase lì in silenzio per un po'. Potemmo sentire la sua energia protendersi verso di noi e riempire la sala.

Purtroppo qualcuno tradì Michael vendendolo ad un tabloid britannico, che riportò alcune delle cose che lui aveva detto a noi (e io credo a quest’altro fan) il giorno successivo. AEG si affrettò a rilasciare una dichiarazione negando la validità della storia.


Scende il buio



Lo stesso giorno che Michael ci aveva chiamati nel camerino al CenterStaging, il 29 maggio, andò in un altro edificio, uno studio di postproduzione penso. Quando uscì, noi tutti avemmo modo di posare per delle foto con lui. Scivolai nella macchina accanto a lui e ci tenemmo a vicenda per molto tempo. Questo è il mio ultimo ricordo veramente da favola. Dopo di che, le cose iniziarono a cambiare.

In primo luogo, io ed i miei amici non avemmo più lo stesso accesso a lui che avevamo avuto nei mesi precedenti. Ci sono diverse possibili ragioni per questo. Una è che si stava preparando per andare in tour a luglio ed era quindi più impegnato che mai. Un’altra è che le cose intorno a lui stavano diventando sempre più frenetiche, con il numero di paparazzi, cacciatori di autografi e fan in aumento. Ancora un’altra è che i poteri coinvolti non volevano persone intorno a Michael che avessero più cura di lui che del tour e che lo incoraggiavano a rinviarlo o annullarlo, se necessario.

Avemmo ancora modo di vederlo, naturalmente, ma le nostre interazioni erano spesso interrotte e le nostre conversazioni ridotte a poche parole qua e là. Comunque, eravamo molto grati per ogni momento vissuto con lui e usavamo ogni occasione per esprimergli il nostro amore, dargli doni e lettere e chiedergli se stava bene – lui ci ha sempre assicurato di sì.. Quando le cose erano caotiche, restavamo sulla strada alzando cartelli con messaggi d'amore.

Il 12 giugno 2009, la sicurezza ci aveva messi in fila fuori al Forum, dove lui stava provando per il This Is It, permettendoci di accostarci alla sua auto, uno per uno, per parlare con lui. Ecco la conversazione che io ebbi con lui quella notte:

Io: Ciao Michael.

MJ: Ciao!

Io: Come stai?

MJ: Sto bene, grazie. Tu come stai?

Me: sto bene, grazie. Come stanno andando le prove?

MJ: Oh, stanno andando alla grande. Sto arrivando a molte cose fatte ora.

Io: Stai lavorando molto duramente in questi giorni. Per favore, abbi cura di te.

MJ: Oh, sei così dolce. Avrò cura di me. Te lo prometto.

Me: Ti amo Michael.

MJ: Anch’io ti amo. Dio ti benedica.


Il 16 giugno 2009, cominciammo a vedere i segni del deterioramento della salute di Michael e del suo benessere. A volte sembrava stesse bene, ma in altri momenti, sembrava stressato ed esausto. Non abbiamo avuto mai più la possibilità di parlare con lui adeguatamente, cosa che è stata molto frustrante considerando tutte le volte che gli avevamo parlato a lungo (nei mesi precedenti). Invece, mettevamo le nostre parole in lettere, che gli consegnavamo ogni volta che potevamo.

Le sue principali guardie di sicurezza ci assicurarono che stava bene e che era solo occupato e concentrato sul tour. Non sapevamo a cosa credere. Fu un momento di grande confusione. Avevamo fiducia nelle nostre osservazioni, ma continuavamo anche a chiedere a loro, perché sicuramente, se noi potevamo vedere che qualcosa non andava, con il nostra accesso molto limitato, anche tutti quelli intorno potevano, per fare qualcosa a riguardo.

Se non era felice con il numero di concerti e la programmazione del tour, doveva solo dire una parola e sarebbero stati cambiati. Giusto? Non esisteva che qualcuno avesse l'audacia di negarglielo, o peggio fare pressione su di lui per costringerlo a fare qualcosa che non voleva fare. Giusto? E se lui non si sentiva bene, il tour sarebbe stato posticipato fino a quando lui non stava meglio, o annullato, se necessario, senza fare domande. Giusto? GIUSTO?!?!?!?!?!


Tendere la mano



Domenica 21 giugno 2009, io sono stata una delle numerose persone a ricevere una email da una fan in Europa, che diceva di aver contattato una persona di fiducia che lavorava con Michael e gli era amica, e che era coinvolta nel tour, in merito alle preoccupazioni per la sua salute. Questa persona aveva risposto confermando che Michael non stava bene - lei non specificò cosa non andava bene - rassicurandola che stava facendo tutto quanto in suo potere per aiutarlo.

Io risposi a tutti quelli della lista e-mail - tutti i fan follower che Michael conosceva e riconosceva - suggerendo che noi entrassimo in contatto con lui tutti insieme, scrivendogli delle lettere per esprimergli le nostre preoccupazioni. Chiesi a tutti di inserire una fotografia di sé stessi in modo che le nostre parole sarebbero state accompagnate da volti familiari e amorevoli.
Nel giro di poche ore, raccolsi lettere da tutto il mondo, tutte (almeno quelle che lessi su richiesta del mittente) che esprimevano profondo amore e preoccupazione per lui, chiedendogli di non subire pressioni a fare qualcosa che lui non voleva fare e di mettere la sua salute per prima.

Michael sarebbe dovuto partire per Londra nel giro di pochi giorni per il concerto di apertura del This Is It Tour il 13 luglio 2009. Sapevamo che dovevamo consegnargli le nostre lettere alla prima occasione. I fan di Los Angeles scelsero me e la mia amica Jill per recapitarle nelle mani di Michael.

Eravamo nervose naturalmente. Non avevamo granché per andare avanti, semplicemente la parola di qualcuno che non conoscevamo personalmente secondo la quale lui non stava bene. E se ci stavamo sbagliando e ci mostravamo paranoici o invadenti? Ma l'epilogo possibile, se non facevamo nulla, era di gran lunga peggiore.

Se avessimo agito, il peggio che poteva capitare era che perdessimo parte della sua fiducia e rispetto, che avevano un valore altissimo. Se non avessimo agito, il peggio che poteva capitare era che sarebbe stato spinto fino al punto di crollare e finire in ospedale. Non potevamo rischiare una cosa simile.

Forse raggiungendolo adesso, potevamo evitare che accadesse qualcosa di brutto rassicurandolo che se avesse cancellato alcuni o tutti i concerti, NON sarebbe stato deluso dai suoi fan più devoti, perché tanto quanto amavamo vederlo esibirsi, avevamo a cuore la sua salute, il suo benessere e la sua felicità milioni di volte in più di quanto avessimo qualsiasi tour.

La nostra decisione di agire era basata non solo sulle informazioni che avevamo ricevuto e le nostre osservazioni, ma anche su una intuizione, un senso di terrore che molti di noi condividevano.

Ecco un estratto dalla mia ultima lettera a Michael:

"Non ci permetterai di aiutarti a portare sulle spalle questo fardello adesso, come abbiamo fatto tante volte in passato? Non ascolterai le nostre preoccupazioni per capire finalmente che noi amiamo TE Michael e non solamente l'artista, il performer. Noi amiamo la tua anima, la tua luce, il tuo cuore e moriremmo se ci lasciassi. So che accadrebbe. MORIREI DENTRO".

La prima occasione per me e Jill di dare le lettere a Michael si presentò mercoledì 24 giugno 2009.


L'ultima notte



Quel giorno, l'ingresso alla casa di Michael era gremito di curiosi e cacciatori di autografi. Jill ed io sapevamo che non avremmo avuto alcuna possibilità di parlare con lui lì. Così mettemmo a punto un piano.

La sera precedente, Michael per la prima volta era andato a provare allo Staples Center - avendo finito al Forum la settimana prima. Decidemmo di agire assumendo che sarebbe andato di nuovo lì, circa alla stessa ora.

Guidammo fino allo Staples Center dirigendoci all'ingresso. Allo Staples c’erano due guardie di sicurezza e su brillante suggerimento di Jill, noi dicemmo loro che eravamo lì per salutare Michael quando sarebbe arrivato e che avevamo delle lettere da dargli, ma rassicurandoli sul fatto che da parte nostra non ci sarebbe stato alcun tentativo di avvicinarlo se non fosse stato lui a chiamarci. Questo sembrò bastare alle guardie che ci permisero di aspettare insieme a loro.

I nostri amici ci chiamarono non appena Michael partì da casa sua, tenendoci aggiornati su ogni tappa del percorso. Di solito, quando lui arrivava, tutti saltavano fuori a vederlo. Ma quella notte rimasero in disparte, per dare a me e a Jill la possibilità di parlare con lui da sole. Per quanto volessero vederlo - come tutti noi tutte le volte - il loro amore per lui era puro e disinteressato. Grazie al loro enorme sacrificio, noi tutti avemmo modo di entrare in contatto con Michael collettivamente un'ultima volta.

Alle 18:50, io e Jill vedemmo voltare la macchina di Michael verso la Chick Hearn Court e guidare verso di noi. Lo salutammo ed io tenevo le lettere, che avevamo messo in un sacchetto di plastica trasparente. Michael si sporse in avanti tra i due sedili anteriori ed il sole gli illuminò il volto, facendolo brillare.

Le auto girarono in direzione dell’ingresso, fermandosi poi per uno stop. Una delle principali guardie di sicurezza, Faheem, era alla guida e ci salutò. Ci sporgemmo verso il finestrino davanti e vedemmo Michael seduto sul sedile posteriore con il suo assistente personale, Michael Amir, accanto a lui.

Io misi le lettere direttamente nelle mani di Michael dicendogli che erano state scritte dai fan di tutto il mondo e che era veramente importante che lui le leggesse. Glielo ripetei più volte mentre lui le rigirava fra le mani e ci assicurò che l'avrebbe fatto.

Poi io chiesi che ci venissero concessi 30 secondi per leggergli un comunicato - quello che avevamo preparato perché Jill glielo leggesse e che sostanzialmente riassumeva le stesse preoccupazioni espresse nelle nostre lettere. Michael ce li accordò, ma Amir intervenne dicendo che questo potevamo farlo telefonicamente. Jill consegnò a Michael una foto che aveva fatto, una delle tante che aveva condiviso con lui e che a lui era sempre piaciuta.

Mentre l'auto si immetteva nel garage, il mio telefono squillò. Ma quando risposi, tutto quello che riuscivo a sentire erano interferenze. Questo successe più volte, con nostra grande frustrazione. Tuttavia, eravamo contente di essere riuscite almeno a consegnargli le lettere a nome nostro e di tutti gli altri affettuosi fan ansiosamente in attesa di notizie da Los Angeles. Era stata un’enorme responsabilità sulle nostre spalle.

Eravamo tutti d'accordo di aspettare una risposta da Michael prima di intraprendere ogni ulteriore iniziativa. Se lui ci avesse detto che stava bene ed era felice con il tour, ci saremmo fermati alle sue parole e avremmo continuato a sostenere lui e a credere in lui, come avevamo sempre fatto. Se ci avesse detto che non era felice e aveva bisogno di aiuto, avremmo fatto tutto quanto in nostro potere per sistemare le cose, compreso contattare familiari ed amici, se necessario, chiedendo loro di intervenire. Non avremmo mai fatto questo senza l'approvazione di Michael. Noi rispettiamo anzitutto la sua vita privata e rispondiamo solamente a lui.

Ad un certo punto, Jill ed io passeggiavamo intorno allo Staples con un amico quando scorgemmo una finestra che ci dava una visuale direttamente sul palco. Michael era lì ad esibirsi in Dangerous indossando una maglietta che una delle nostre amiche - una bella ragazza di New York - gli aveva dato il giorno prima che diceva "Riccioli per le mie ragazze", in riferimento ai suoi capelli da poco arricciati.

Non riuscivamo a credere ai nostri occhi. Avevamo sentito le canzoni previste per il tour, prima al CenterStaging e poi al Forum, ma nessuno di noi lo aveva visto esibirsi. Sembrava che lui eseguisse una routine piuttosto che dare tutto sé stesso, ma era ancora SPETTACOLARE. Alla fine della performance, comparve un angelo che avvolse attorno a lui un paio di ali dorate e lo portò giù per il palco.

Quando Michael lasciò lo Staples Center, verso mezzanotte e mezza, tirò giù il suo finestrino lungo tutta la strada e si sporse regalandoci un enorme sorriso. E quando tornò a casa sua, noi eravamo allineati su ciascun lato dell'ingresso come al solito per salutarlo. Abbassò il finestrino appena pochi centimetri per sporgere fuori la mano. Io strinsi le sue dita come la sua auto passò, facendo scivolare un biglietto per ricordargli del comunicato. Poi tutti noi gli facemmo un cenno di buonanotte.

Quando Amir poco dopo lasciò Carolwood, gli chiesi cosa era successo con la telefonata. Mi rispose che la ricezione allo Staples era scarsa e poi aggiunse che Michael gli aveva chiesto di ricordargli di telefonarmi la mattina seguente. Il 25 giugno 2009 io mi svegliai in attesa della chiamata di Michael.

Niente più chiedersi se stasera lui chiamerà. Niente più attese che lui pronunci il mio nome, avvolgendo la sua voce vellutata intorno ad ogni sillaba, facendo cantare il mio cuore. Niente più sciogliermi fra le sue braccia mentre mi sussurra dolcezze nell'orecchio. Niente più diademi e cuori scintillanti d’amore. Niente più LUI... Niente più ME. Solo un oceano di dolore e un'eternità di sofferenza. Per quanto sono stata benedetta così io sono maledetta. Torna da me mio angelo, mio amore, mio re.

Talitha, luglio 2009



Qui finisce il resoconto cronologico, ma ci sono altre pagine con altri pensieri e ricordi di Talitha su vari argomenti che vi posto di seguito (qui la traduzione è mia):


Bambini

"Io sono pazzo di loro. Morirei per loro. Sono pazzo di loro e glielo dico. Guardo nei loro occhi ogni giorno. Mi assicuro di farlo. Dico,'Guardami, ti amo tantissimo'" Michael Jackson, parlando dei suoi figli in una intervista che ha fatto con Martin Bashir, trasmesso come parte di Take Two: i filmati che non avreste dovuto vedere, febbraio 2003.

Ho trascorso del tempo con i figli di Michael, Prince, Paris e Blanket, in diverse occasioni nel corso degli anni ed ho avuto il privilegio di conoscerli a Las Vegas nel 2008. Ci scambiavamo doni e lettere e chiacchieravamo per tutto il tempo dei film più recenti, di quali libri leggevano e dei loro amati animali domestici. - un cane, due gatti e un pappagallo.

A volte, soprattutto quando c'erano gli altri fan lì, io parlavo più con loro che con lui. Non c'è nessun altro sul pianeta che potrebbe distogliere la mia attenzione da lui, nemmeno per un secondo. Ma loro potevano. Ecco quanto sono fantastici.

Prince e Paris sono stati sempre molto loquaci e socievoli - Michael li chiamava i suoi piccoli chiacchieroni ;-) - mentre il piccolo Blanket era tranquillo e timido. Erano tutti molto gentili e ben educati, sicuri di sé ma MAI arroganti, protetti ma molto consapevoli, informati e molto intelligenti. Ho visto in Paris una profondità che andava oltre i suoi anni e ho visto in tutti loro una purezza che è così rara.

Il suo cuore si scioglie

Ecco un estratto di una conversazione che ho avuto con Michael a Las Vegas, nel settembre 2008:

"...Dovresti sentire le preghiere che dice Blanket. Lui è così dolce. Dovresti sentire quello che dice, Talitha Lui mi dice che sono un grande papà. E ringrazia Dio che mi ha per padre. E dice questo ogni notte. Ed è un tale dono. Mi si scioglie il cuore".

Successivamente abbiamo parlato di nuovo dei suoi figli e Michael mi ha detto che voleva che provassero l'esperienza dell'amore dei suoi fans in prima persona, a cui ho risposto:

Io: "Noi siamo un riflesso di ciò che hai dato al mondo Noi siamo il riflesso di tutto quello che hai tirato fuori e tutte le persone a cui hai toccato le vite. Questo è quello che rappresentiamo, noi vediamo chi sei veramente Sei proprio un padre meraviglioso, Michael"

MJ: "Oh, grazie, grazie Mio padre era portato per la disciplina, ma non molto per crescere i figli. Non era molto affettuoso. Così cerco di dare questo ai miei figli. Li porto fuori, li porto al cinema, li porto alle sale giochi. Voglio che si divertano. Voglio che abbiano l'infanzia che non ho mai avuto".

Un paradiso di amore

Michael voleva dare ai suoi figli un'infanzia normale - quello che ha dato loro era oltre il normale. Ha creato per loro un ambiente sano e rassicurante, un paradiso di innocenza e di amore.

Mentre gli altri bambini stavano collegati a Internet 24 ore su 24, i bambini di Michael trascorrevano ore del loro tempo a leggere ed essere creativi - disegno, pittura, costruzione di modelli di navi... Mi hanno detto che non erano autorizzati ad andare su Internet, tranne che su siti per bambini, sotto supervisione, e guardavano sempre film per la famiglia insieme, scegliendo il titolo a turno.

Michael proteggeva i suoi figli dalla durezza del mondo. Lui non permetteva loro l'accesso ai mezzi di informazione perché non voleva che leggessero di lui nei tabloid. E li teneva nascosti alla vista del pubblico perché non voleva che fossero sottoposti ai medesimi controlli che aveva dovuto sopportare per tutta la vita.

Uno dei più grandi complimenti che Michael mi ha fatto è stato quando mi ha detto che voleva che i suoi bambini imparassero chi è lui per il mondo attraverso di me. Ho capito che voleva dire non solo me, ma tutte le persone che vedono attraverso le distorsioni propagate dai media la verità di chi è veramente, una bellissima anima brillante e abbagliante.

I figli di Michael sono un riflesso del carattere del padre, ognuno brilla della stessa luce che lui ha portato in questo mondo. Io li amerò per sempre.


I fans di Michael Jackson

Michael ha un rapporto speciale con i suoi fans, basato sull'amore e la comprensione reciproca. Ci ha espresso tutto ciò collettivamente, dedicando così tanto ai suoi fan, e singolarmente, riempiendo di attenzioni e amore quelli di noi che hanno avuto la fortuna di incontrarlo.

Non importa dove andava o quello che stava facendo, si prendeva il tempo per fermarsi a parlare con noi, accettare regali e lettere per i quali era sempre così riconoscente e fare tutto il possibile per farci sentire speciali e amati. Eravamo lì solo per fargli vedere quanto lo amiamo e lui ci restituiva tutto quello che facevamo e molto altro ancora. Il risultato è stato uno scambio bello e sincero, tutto questo amore e ammirazione in una continua effusione. Era molto di più di quanto ognuno di noi si sarebbe mai sognato o immaginato o aspettato.

Come molte persone ero grata per l'opportunità di esprimergli quanto lo amo e ringraziarlo per tutta la magia e la gioia che aveva portato nella mia vita. Non ho mai avuto bisogno di nulla in cambio, e non mi aspettavo nulla. Ogni momento con lui, ogni parola che mi diceva, ogni parte di lui che ha condiviso è stato un dono che io custodirò per sempre.

Una forza essenziale

Michael non sapeva dire di no. Ecco perché io, come molti dei miei amici, non gli ho chiesto nulla. Quando faceva delle cose dolci per noi, significava molto di più. E ne ha fatte così tante - ci invitava ad accompagnarlo a fare shopping, a fare giri in limousine e nei parchi a tema, scrivendoci note dolci e lettere, abbracciandoci e facendoci sentire speciali... Ha reso tutti i nostri sogni realtà ancora e ancora e ancora.

Michael aveva molti cari amici che avevano l'accesso a lui che noi potevamo solo sognare, persone come Elizabeth Taylor (RIP) e Diana Ross, che hanno parlato di lui amorevolmente. Ma purtroppo, ci sono stati molti che sono entrati nella sua vita con motivi egoistici, al fine di utilizzarlo per favorire le loro carriere e riempirsi le tasche. Molti di loro lo hanno ingannato e poi tradito, vendendolo ai media o cospirando contro di lui per gelosia e avidità.

Credo che i fan nel suo complesso rappresentino una forza potente ed essenziale nella vita di Michael. Riflettevamo la luce e l'amore che ci trasmetteva attraverso la sua arte. Eravamo una affermazione che quello che stava facendo era stato ricevuto in modo puro e incontaminato. Eravamo un costante richiamo di come lui trasformi le vite, commuovendo le persone attraverso la sua musica perché vivano in spirito di amore e di pace e tolleranza e ad abbraccino il suo messaggio per guarire il mondo.


I follower di Michael Jackson

Michael crede nel destino. Durante una conversazione telefonica, nel settembre 2008 , mi ha detto: " E' tutto cosmico, sai. Siamo collegati tra di noi. Siamo attratti l'un l'altro. Anche stasera, questa telefonata, è cosmica. Tu volevi parlare con me e io volevo sentire la tua voce. Ed è per questo che stiamo parlando ora. L'universo l'ha fatto accadere".

Credo che Michael fosse nel mio destino, amarlo con tutto il cuore e sostenerlo in ogni modo che potevo.

Più che fortunati

Ci sono stati alcuni fans, forse 50 o giù di lì, che hanno viaggiato per vedere Michael diverse volte all'anno per oltre un decennio o più ed erano quindi noti gli uni agli altri e a lui. Ci si è spesso riferiti a noi nei circoli dei fan come "followers". Questo NON è un termine elitario. Sappiamo tutti che Michael AMA tutti i suoi fan e che ci sarebbero stati molti di più di noi se avessero avuto i mezzi per viaggiare. Siamo stati più che fortunati e sono sicura che tutti noi ne siamo coscienti.

Perciò come lo abbiamo fatto - e perché?

Prima di tutto, abbiamo tutti iniziato nello stesso modo, amando Michael da lontano. Poi in qualche modo, abbiamo scoperto che era possibile vederlo, non solo sul palcoscenico, ma anche al di fuori di esso. Il momento in cui ho realizzato è stato quando avevo 13 anni e ho visto uno speciale sui super-fan, alcuni dei quali avevano effettivamente incontrato i loro idoli. Una di loro era una grande fan di MJ che era stata ad alcuni dei concerti del Bad tour e aveva anche foto di lui scattate mentre aspettava fuori dal suo albergo a Londra. Ho deciso che quando fossi cresciuta avrei viaggiato anch'io per vederlo.

Successivamente abbiamo scoperto che c'erano fans che viaggiavano per vederlo TUTTO IL TEMPO, fans che lui riconosceva e a cui rispondeva con forza. E abbiamo anche incontrato persone che volevano viaggiare per vederlo. Ho incontrato la mia carissima amica dell'HIStory tour andando a Wembley la notte prima del primo concerto lì. Pochi giorni dopo, ha comprato un biglietto aereo last-minute per l'Irlanda, quindi siamo potute andare al concerto di Dublino insieme. Mentre eravamo sedute in un McDonalds locale, abbiamo deciso di seguire il più possibile del tour, ciascuna dicendo: "Lo farò se lo farai tu", pregando e sperando che i nostri genitori ci avrebbero permesso di andare, cosa che hanno fatto.

Ben presto siamo state trasportate in questo altro mondo, dove ogni momento era un'avventura. Abbiamo avuto modo di conoscere più persone e costruire una rete di follower-fan-amici. Abbiamo imparato i trucchi del mestiere - come trovare le informazioni, come andare agli eventi, dove andare, cosa fare... E quando vedevamo Michael ci ricambiava con tanto amore e apprezzamento, ringraziandoci per ogni piccolo dono e lettera, dicendoci quanto lo faceva felice vederci, invitandoci all'evento successivo, ad andare a fare shopping con lui, a Neverland...

Restituire

Ci siamo divertiti insieme, anche quando Michael non era nei paraggi. Ma alla fine, era la sua risposta che ci faceva fare quello che facevamo. Ci faceva sentire che tutto ciò che facevamo per lui valeva la pena, che era importante e significativo, che arricchiva la sua vita. Dopo tutti quegli anni passati a ricevere il suo amore da lontano, avevamo finalmente il privilegio di dare qualcosa in cambio. Cosa si può desiderare di più?!

Per essere un follower ci voleva una quantità enorme di determinazione (essere lì, il resto non importa), di perseveranza (aspettare ore per vederlo, a volte a temperature estreme) e di fortuna (avere i mezzi e la libertà di viaggiare). Alcune delle mie esperienze più belle le ho avute semplicemente perché mi è capitato di essere nel posto giusto al momento giusto, che fosse fuori da Neverland o in una hall di un hotel. Potevi aspettare due settimane al suo albergo e andare via proprio il giorno prima che venisse a parlare con tutti per un'ora - o potevi arrivare giusto per un giorno ed era proprio quel giorno. Non si sapeva mai cosa sarebbe accaduto o quando. E questo aggiungeva quel senso di avventura e di possibilità.

So che ci sono molte persone nel mondo che amano Michael tanto quanto me, ma non hanno mai avuto la possibilità di vederlo, a causa di restrizioni finanziarie, della famiglia o degli impegni di lavoro, o perché gli sarebbe sembrata un'intrusione e così rimanevano lontani, e molti altri che erano in attesa di vederlo a Londra nel luglio 2009, forse per la prima volta. Il mio cuore è con tutti loro, per tutti i loro sogni rubati, per la prossima generazione di follower truffati del loro destino.

Ogni fan

Ogni volta che Michael parlava dei suoi fan, parlava di TUTTI i suoi fans. Lui non escludeva, bensì includeva. Diceva che poteva sentire la nostra energia e l'amore da lontano e questo lo toccava profondamente. Eravamo tutti lì per lui, ognuno di noi... ogni fan che gli era fedele e lo difendeva, ogni fan che lo ha sostenuto durante il processo, ogni fan che si trovava fuori dal suo albergo reggendo uno striscione, ogni fan che gli abbia scritto una lettera o gli abbia dato un dono, ogni fan che lo acclamava ad un concerto, ogni fan gli faceva gli auguri, ogni fan che lo ama con tutto il cuore, ogni fan a cui manca profondamente... ogni fan.


Con le sue parole

Una notte a Las Vegas, nel settembre 2008 , Michael mi ha parlato dell'amore che nutre per i suoi fans. Ha detto:

"So che voi mi aspettate e mi sento così male quando guardo giù fuori dalla mia stanza d'albergo e vi vedo tutti al freddo. E vorrei prendere le coperte dal mio letto e darvele perché mi sento così male. E vi facio arrivare la pizza perché mi sento così male. Ma sono così timido. Sono cresciuto sul palco. Perciò quando sono sul palco, sono a casa, sono forte, posso muovere le montagne. Ma fuori dal palco, sono così timido, sono così timido, Oh Talitha, sono così timido... voglio vedere voi ragazzi. Mi piacerebbe essere in grado di stare davanti a voi e dire tutto queste cose ma non riesco a farlo".

Messaggi

Eppure l'ha fatto. Ha sconfitto la sua timidezza più volte per stare in contatto con noi. Per due volte mi ha chiesto di trasmettere i suoi messaggi alla comunità dei fan, una volta nel dicembre 2007. Ecco il messaggio che ho postato sui siti dei fans:

Ciao a tutti,
Ero con Michael ieri e mi ha chiesto di dire a tutti i suoi fans che vi ama tutti! Ha detto: "Dì a tutti i fan che li amo molto... Dì loro che ero molto dispiaciuto di aver dovuto rimandare l'evento che stavo per fare con Al Gore a Londra. Abbiamo dovuto rimandare, ma speriamo di farlo il prossimo anno... ho così tanti eventi interessanti in programma per il prossimo anno in Europa. Vi darò tutti i dettagli molto presto". Lui dice che sta lavorando sulla musica e sta scrivendo nuove canzoni per tutto il tempo e prevede di rilasciare una serie di singoli, piuttosto che un album l'anno prossimo - "perché l'industria musicale è cambiata molto e non è più il tempo di andare in un negozio di dischi e comprare un album". Lui e i suoi figli sono in attesa di trascorrere un magico Natale in famiglia insieme.
Buone vacanze!
Talitha

Una seconda volta, nel settembre del 2008:

Michael mi ha chiesto di dare a tutti voi questo messaggio. In particolare mi ha chiesto di metterlo su Internet in modo che tutti lo vedano - ed è quello che sto facendo. Dice: "Vi amo tutti dal profondo del mio cuore. Siete una parte fondamentale di tutto ciò che faccio, di tutto ciò che creo. Sento la vostra purezza e innocenza da tutto il mondo. Sento il vostro amore e mi ispira per creare musica ogni giorno. Vi amo tutti così tanto ".
XO Da Talitha



Michael Jackson, la reazione del pubblico


C'è stata qualche volta in cui invece di provare ad interagire con Michael, sono rimasta in disparte a guardare come gli altri si comportavano con lui.

Per il compleanno di Paris, il 3 aprile 2007, ho incontrato Michael al ristorante Weng Lei al Wynn. Mi ha presentato alle sue guardie del corpo dicendo loro "Lei è inoffensiva, è così dolce. Non vi ricordate di lei? E' la ragazza che era in aeroporto . Vi ho detto tutto di lei. Ve l'ho detto. E' dolceeeeeee".

Oddio, da sciogliersi Ha sempre detto cose così belle per farci sentire i benvenuti nel suo mondo. Ho chiacchierato con lui per un po' e ha dato a Paris il suo regalo di compleanno, e lui mi ha invitato ad aggregarmi. Quando lui e Paris passeggiavano per il centro commerciale dell'hotel, io li seguivo guardando la gente con la bocca spalancata e gli occhi fuori dalle orbite mentre realizzavano che era lui.

Qualcuno gli ha detto con voce tremolante quanto lo amase e quanto la sua musica aveva influenzato la sua vita, mentre altri se ne stavano lì a fissarlo. Ad un certo punto, un uomo di mezza età gli ha chiesto un abbraccio. Chi altro potrebbe evocare quel tipo di reazione? Nessun altro. Solo Michael.

Mania in Rodeo Drive

Forse la più grande isteria che Michael ha generato negli ultimi anni è stata in Rodeo Drive a Beverly Hills il 9 aprile 2009, quando è andato a fare shopping presso il negozio di antiquariato Lladro. C'era andato molte volte in passato e io ei miei amici lo salutavamo dal fondo quando andava via. Ma questa volta un paio di curiosi lo hanno individuato e la notizia si è diffusa rapidamente.

Questa è Rodeo Drive, una zona satura di celebrità, dove si vedono spesso persone di spicco come Tom Cruise, Paris Hilton e Lindsay Lohan. Sono stata intorno ad altre celebrità - in occasione di eventi e show di premiazione di MJ - e ho visto come le persone reagiscono nei loro confronti, con interesse e apprezzamento. Ma quando Michael è nei paraggi le persone si comportano come se stessero vedendo qualcosa che non credono esista nel mondo reale.

Mi aspetterei di vedere una simile reazione se Babbo Natale solcasse il cielo su una slitta o un astronave atterrasse e uscisse ET. Michael ha un alone di misticismo e la gente non può fare a meno di eccitarsi alla prospettiva di vederlo con i propri occhi.Quando ha lasciato il negozio di Beverly Hills, quel giorno, le strade erano così piene che i poliziotti sono dovuti venire a controllare la folla.

Michael ha una presenza infantile che è molto disarmante. Quando le persone sono intorno a lui mettono da parte le loro cinismo e si connettono con quella parte di loro che è pura. Ricordano con perfetta chiarezza la prima volta che hanno sentito la sua voce e sapevano che era la voce di un angelo, prima che il mondo li indurisse e li facesse dubitare, ridicolizzare e giudicare.

In tutti gli anni che sono stata intorno a Michael posso tranquillamente dire che non ho mai visto nessuno reagire nei suoi confronti con qualcosa di diverso dal restare affascinati, adularlo e amarlo. Ho incontrato molte persone che lavoravano per lui, compreso il personale della casa di Neverland e alcuni dei ballerini del This Is It, così come conoscenze casuali, che parlavano di lui con un senso di timore reverenziale.

Nel marzo del 2002 ricordo di aver chiacchierato con uno dei i fattorini che lavoravano al Palace Hotel di New York, dove Michael risiedeva in quel momento (e aveva spesso soggiornato in passato). Mi ha detto: "Non mi importa cosa dicono di lui. Quando lo vedi, tu sai che è bello. Ha un'aura belissima". Bello. Aura. Sono le parole che la gente usa per descrivere Michael.


Un migliaio di menzogne ​​non possono cambiare la verità

Uno dei più grandi mali della vita di Michael sono stati i tabloid e ancora di più, gli avvoltoi che si spacciavano come giornalisti etici ed equilibrati, per poi pugnalarlo alla schiena.

Ipocrisia

Quando Michael ha fatto il primo dei due concerti al Madison Square Garden a New York nel settembre 2001, io e la mia migliore amica del tempo (che era la stessa ragazza con cui sono andata all'HIStory tour - smise di seguirlo nel 2003 per proseguire gli studi) ci siamo messe nell'area dei media vicino al tappeto rosso. Abbiamo aspettato per ore mentre fotografi e giornalisti si affollavano intorno a noi. Infine gli ospiti celebri e gli artisti sono arrivati, ognuno fermandosi per posare per i fotografi e rispondere alle domande.

Mentre si avvicinava l'orario di inizio del concerto i membri della stampa hanno cominciato a speculare se Michael avrebbe camminato sul tappeto rosso. (Siamo andate lì, nella speranza che lo facesse naturalmente, ma nessuno lo sapeva con certezza.) Molti di loro parlavano con aria cinica e facevano delle osservazioni sprezzanti, che noi contrastavamo con commenti positivi. Ricordo che ero preoccupata che se lui fosse venuto, si sarebbero comportati in modo indifferente verso di lui perché era certamente il modo in cui agivano ora.

Beh, lui è arrivato. Ed è stato caos totale. Le stesse persone che erano state così arroganti pochi istanti prima si spingevano l'uno con l'altro, lottando per arrivare a lui, urlando il suo nome e chiedendo la sua attenzione. Lui, naturalmente, ha reagito come sempre con garbo, umiltà e rispetto, molto più di quanto meritassero.

Questo è stato il mio primo assaggio dell'ipocrisia dei media che avrei sperimentato in prima persona di nuovo al processo del 2005 .

Ignorare la verità

"Ho una malattia della pelle che distrugge la pigmentazione della pelle. E' qualcosa che non posso controllare. OK. Ma quando le persone inventano storie che io non voglio essere quello che sono mi fa male" Michael Jackson, in un'intervista che ha fatto con Oprah Winfrey a Neverland Valley nel febbraio 1993.

Dopo anni di accuse di essersi sbiancato la pelle e di vergognarsi della sua razza, finalmente (e molto dolorosamente) ha rivelato che aveva una malattia della pelle che distrugge la pigmentazione della sua pelle. Ricordo di aver provato un tale sollievo al pensiero che finalmente i media avrebbero dovuto smettere di fissarsi sul suo colore della pelle e si sarebbero scusati per le loro accuse infondate. Naturalmente questo non è accaduto.

Ha affrontato di nuovo l'essere ridicolizzato nei primi anni 2000 perché copriva i volti dei suoi figli quando era in pubblico. Ecco cosa ha detto a proposito di questo in un'intervista a Martin Bashir - che Bashir ha omesso nel suo tentativo di documentario squallido, ma è stato incluso nel video di confutazione Take Two: i filmati che non avreste dovuto vedere:

"Non voglio che la gente li veda. La stampa può essere molto malvagia. Non voglio che crescano psicologicamente pazzi a causa delle cose cattive che possono dire loro. Voglio che siano normali. Questo ha senso, no?"

Michael poi ha quasi pianto ammettendo che aveva il terrore che se la gente poteva riconoscere i suoi figli, potevano essere rapiti e torturati. Sicuramente ogni genitore al mondo - qualsiasi persona al mondo - può capirlo.

Dura e crudele

Ancora una volta, nulla è cambiato. Ogni volta che Michael ha spiegato la ragione del comportamento che era stato etichettato come bizzarro, i media semplicemente hanno ignorato la sua spiegazione e sono andati avanti stampando le loro critiche aspre e le bugie infondate. Ogni celebrità affronta un certo livello di scrutinio, ma nel caso di Michael è sembrato particolarmente duro e crudele. Non importa quello che faceva o diceva, sarebbe stato riportato in modo negativo.

Parlando dei media una volta, Michael mi ha chiesto perché dicono cose così orribili su di lui. Gli ho detto che era perché lui era oltre la loro comprensione, che la sua luce splende troppo intensamente perché alcuni la vedano. Mentre confermo questa dichiarazione, ho imparato da allora che anche alcuni di coloro che vedono - che lui ha veramente a cuore - lo avrebbero comunque venduto per il "giusto prezzo".

Le bugie possono avere contaminato il nome di Michael e offuscato la sua immagine. Ma niente in questo mondo potrebbe attenuare la luce che risplende dalla sua anima. La verità di chi lui sia davvero rimarrà sempre percettibile per quelli con la mente e il cuore aperti.


[Modificato da 4everMJJ 24/08/2011 14:36]
24/08/2011 14:01
 
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Re:
Anto (girl on the line), 24/08/2011 13.56:

Oddio Cri,stai traducendo proprio tutto tutto [SM=g27819]
Mi preparerò i kleenex allora,già leggendo qualcosa in inglese me ne sono serviti parecchi...
Grazie tesora [SM=g27838]




Puoi togliere lo "stai" davanti al traducendo, a parte la pagina dove c'è la poesia che Talitha ha scritto per MJ dovrei aver tradotto e/o postato tutto! [SM=g27838] (se ho saltato qualcosa fatemelo sapere che rimedio [SM=g27822] )



[Modificato da 4everMJJ 24/08/2011 14:02]
24/08/2011 14:58
 
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ussignur Cri .... altro che fazzolettini Kleenex, qua ci vogliono le lenzuola ... sai che fo' stampo tutto e tranquilla (uhmmm) voglio leggere bene ogni parola stasera a casa ...

24/08/2011 15:07
 
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Grazie Cri! avevo letto su fb le pagine tradotte da Truth 4 MJ e non il resto. Come ho commentato lì dico che vorrei tanto abbracciare questa ragazza per ringraziarla dell'amore che ha dato a Michael e per averlo fatto sentire meno solo e amato...

Di tutte le cose che farai la gente ricorderà solo le peggiori e se non le hai mai fatte le creerà dal nulla!
Michael Jackson

I love you more

La morte, per chi muore, è la fine di tutto; per chi resta è l'inizio del ricordo.
24/08/2011 15:18
 
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Ho finito di leggere in questo momento, e... non ho parole.

A volte sembra che il dolore sia quasi del tutto svanito, sembra che sia rimasta solo una ferita che ogni tanto si riapre.

Invece no, è solo un'illusione. Forse è una sistema che il mio subconscio adotta per soffrire di meno, ma in realtà nulla è passato.

All'improvviso è come se venissi sbattuta con violenza nel mondo reale e mi accorgo che non posso fare niente per cambiare questa realtà, non ho neanche più il coraggio di sognare, di evadere con la mente, perchè è assolutamente inutile. Dovrebbe far sentire meglio, invece a volte è completamente l'opposto.

Non riesco a dire nulla. Sto male, tanto.

Dimenticavo [SM=g27819] Grazie Cristiana [SM=g27822]
[Modificato da {marti} 24/08/2011 15:29]
24/08/2011 15:26
 
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Io avevo già letto tutto sul blog, ma ri-leggere è stato un immenso piacere. Bellissimo! Qualcuno che parla con cognizione di causa, zittendo tanti saputelli, e le loro considerazioni, sparsi nel mondo...

Grazie CristIna, come tuo solito... un lavorone immenso e utile!! Se non ci fossi tu...
24/08/2011 16:44
 
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Re:
JIre, 24/08/2011 15.26:

Grazie CristIna, come tuo solito... un lavorone immenso e utile!! Se non ci fossi tu...



....io avrei meno ansie da prestazione [SM=x47954] [SM=x47954] !!
Non mi basterà tornare fisicamente dalle ferie per spararmi tutto, perchè il mio cervellino rimane perennemente in vacanza, come quello di Homer [SM=x47979] .


24/08/2011 16:56
 
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Re: Re:
(Miss Piggy), 24/08/2011 16.44:



....io avrei meno ansie da prestazione [SM=x47954] [SM=x47954] !!
Non mi basterà tornare fisicamente dalle ferie per spararmi tutto, perchè il mio cervellino rimane perennemente in vacanza, come quello di Homer [SM=x47979] .






Ecco....mi associo alla grande eh....ahahahah

grazie mille Cri sei veramente unica......me lo leggerò con calma

Miss pure il mio cervello ancora non risponde....(bisogna che qualcuno lo avverta che son scesa dalle piste da sci....ahahaha)
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