Pareggio di bilancio: pensione a 70anni, meno detrazioni e deduzioni, aumento dell IVA, risparmi per i piu ricchi....

Ultimo Aggiornamento: 20/10/2011 16:57
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06/08/2011 16:19
 
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Angelico, ma tu ferie niente?
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Re:
lisalovemichael, 06/08/2011 16.19:

Angelico, ma tu ferie niente?
Dopo un anno di resoconti ti ci vuole!!! [SM=g27827]




no, ce la crisi!

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07/08/2011 13:48
 
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La disoccupazione è progresso!
pubblicato da claudio.raccagni il Sab, 06/08/2011 - 17:14

Parole pesanti, quasi aliene, ma che sostituiscono la, a volte, fantasiosa realtà costruita sulla crisi del mercato, che causa disoccupazione e quindi la necessità di trovare programmi industriali atti ad assorbire manodopera.
La disoccupazione è progresso! Molti urlano all'eresia delle parole, ma nessuno smentisce che il progresso industriale porti continuamente disoccupazione*.
Dove c'è una crescita di lavoro meccanico, c'è una normale diminuzione di lavoro manuale. Le macchine erano le urla di successo del passato. Quelle che avrebbero portato la capacità di effetuare lavori pesanti e quindi velocizzare lo sviluppo di un paese in crescita, ma poi, arrivati alla saturazione dello sviluppo, il pensiero dell'imprenditoria non si è fermato; cosi come il lavoro di chi sviluppa nuove tecnologie per aumentare la qualità e la velocità del lavoro.

Un esempio concreto, facile da spiegare ed assimilare, sono l'inserimento delle macchine smistatrici, nel settore logistico, gli spedizionieri per intenderci.
Una ditta, quindici anni fa, effetuava il lavoro giornaliero utilizzando 10 persone, di cui 6 a tempo pieno e 4 part-time di 5 ore.
La prospettiva concreta di un aumento di lavoro, portava gli imprenditori ad osservare il mercato delle machine industriali, per poter affrontare l'aumento del lavoro, utilizzando lo stesso numero di operai, quindi aumentare gli introiti, grazie ai nuovi contratti con i clienti, ma senza aumentare i costi del lavoro, se non affrontando il normale ammortamento del costo della nuova macchina acquistata. In definitiva: aumentare i propri profitti.

L'aumento del lavoro viene cosi affrontato e risolto, ma la realtà è diversa da come si pensava. Gli operai sono scesi da 10 a 6, tra cui 4 a tempo pieno (da 7 ore) e 2 a part-time da 2-3 ore. In questo caso la disoccupazione ha toccato quasi il 50% degli operai e le ore degli operai rimasti sono comunque calate, a fronte però di un aumento di lavoro considerevole.

La disoccupazione è sempre legata alla ricerca di un maggiore guadagno, anche al di fuori delle proprie possibilità, che porta l'imprenditoria a voler diminuire i costi del lavoro e fare concorrenza, al limite della legalità, per rubare clienti alla concorrenza. Questo è il pensiero dell'imprenditoria. Il problema della disoccupazione non è un loro problema, ma è legato a loro. Confindustria non studierà mai un progetto a tutela dei lavoratori, anche se si troverebbe in una nazione al limite del collasso.

Il progresso è studiare macchine sempre più utili ad agevolare un maggior guadagno all'imprenditore, che, nel caso abbia un reparto macchine al completo, dirigerà la sua attenzione su contratti di lavoro agevolati, quindi a minor costo, o alle assunzioni al limite dello sfruttamento, utilizzando, a dovere, tutte le leggi anti-crisi presenti sul mercato.
Ultima strada da percorrere, nel caso l'imprenditoria sia sotto attacco da concorenza spietata, o voglia ulteriormente diminuire il costo del lavoro, sarà il guardare all'estero, sempre dove sia possibile guadagnare sul costo degli operai, aumentando cosi la disoccupazione della propria nazione.

Ma una delle cause prime della disoccupazione è proprio la nuova e sempre migliorata tecnologia, che limita l'uso umano sul luogo di lavoro.
La disoccupazione, c'è poco da fare, è anche progresso... aspettando di rivedere un vecchio film:"Il mondo dei robot", del 1973.
Quelli si, erano begli anni, in cui ci si divertiva a guardare bei film; mentre ora si guarda la realtà.


www.nuovademocraziaeuropea.eu/
[Modificato da angelico 07/08/2011 13:49]

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07/08/2011 15:23
 
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Quasi quasi mi trasferisco nello Zambia!Chissà che lì, dove non c'è progresso economico, riesca a lavorare un pò di più!

@ Angelico..Hai sentito? Di che ti lamenti..Tutta salute! Sei progredito!!!:)


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08/08/2011 01:55
 
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Fratelli d”italia
l”europa ce pesta
con l”elmo di draghi
ci rompon la testa
dovӏ la Brambilla(m.Victoria)
ci sughi la chioma
che Parca di Roma
0-nan la creò.

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08/08/2011 11:43
 
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Re:
angelico, 06/08/2011 15.37:

riaprono le camere per la crisi:







Riaprono perche' i media hanno riportato l'indignazione della gente,loro se ne fregavano e stavano andando tranquillamente e incoscientemente in vacanza!Berlusconi e' stanco,l'annata devo dire che per lui e' stata alquanto impegnativa sotto tutti i profili,poverino!C'e'qualcuno che lo vuole coccolare un po'? [SM=g27830]
08/08/2011 14:47
 
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Re: Re:
rossijack, 08/08/2011 11.43:






Riaprono perche' i media hanno riportato l'indignazione della gente,loro se ne fregavano e stavano andando tranquillamente e incoscientemente in vacanza!Berlusconi e' stanco,l'annata devo dire che per lui e' stata alquanto impegnativa sotto tutti i profili,poverino!C'e'qualcuno che lo vuole coccolare un po'? [SM=g27830]




c e sempre la minetti e le ragazze del bunga bunga....si consola da solo!

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08/08/2011 16:35
 
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L RETROSCENA
Ecco la lettera di Trichet e Draghi Cessioni, liberalizzazioni e lavoro
Le condizioni per l'intervento sui titoli italiani

Se non è un programma di governo, poco ci manca. Ci manca per l'esattezza giusto l'intenzione di pubblicare quel testo, nel quale Jean-Claude Trichet e Mario Draghi hanno di fatto indicato all'Italia la strada da prendere. La lettera dell'attuale presidente della Banca centrale europea e di colui che gli succederà dal primo novembre è stata scritta e recapitata fra giovedì e venerdì. L'accordo fra le parti era di mantenerla riservata, ma più ne emergono i dettagli, più è chiaro che c'è un limite al segreto che si può stendere su un programma di governo.


Perché nel messaggio che i due banchieri centrali europei hanno recapitato a Silvio Berlusconi non c'è solo l'accenno a una direzione di marcia. Era chiaro da giorni che la Bce era in grado di dettare il passo all'Italia, se il governo voleva l'aiuto di Francoforte con interventi sui titoli di Stato. Ma il livello di dettaglio della lettera deve aver stupito anche chi l'ha ricevuta: ci sono le misure da prendere, c'è il calendario secondo cui andrebbero applicate e non mancano neanche gli strumenti legislativi che la Bce chiede che il governi adotti: i più celeri e i più efficaci. Del resto la stessa dichiarazione franco-tedesca di Nicolas Sarkozy e Angela Merkel di ieri sera chiede all'Italia di varare in parlamento le misure già annunciate «entro settembre».


Sulle liberalizzazioni in tutta la struttura dell'economia italiana, si scopre così che l'Eurotower suggerisce a Berlusconi di procedere per decreto, in modo da accelerare. Si tratta di un punto sensibile, perché molti a Francoforte trovano che proprio sull'apertura del mercato l'impegno del premier e del ministro dell'Economia Giulio Tremonti resti debole, generico e imperniato su tempi troppo lunghi. Altrettanta urgenza emerge nella lettera di Draghi e Trichet sul tema delle privatizzazioni: si parla di cessioni anche per le società pubbliche locali e si chiede di avanzare il più rapidamente possibile. Con ogni probabilità non è furia ideologica, quella di Draghi e Trichet: è una constatazione di opportunità.

Un anno e mezzo fa la Grecia, già sotto attacco, evitò di mettere mano alle cessioni delle partecipazioni dello Stato per non affrontare l'opposizione dei sindacati e delle clientele politiche. Così Atene perse tempo prezioso e, quando di recente si è arresa all'obbligo di privatizzare, le attività da mettere sul mercato valevano ormai la metà di ciò che il governo avrebbe potuto incassare un anno prima. Anche per l'Italia privatizzare da subito o farlo dal 2013 non è uguale, manda a dire la lettera della Bce a Berlusconi. Perché il 2013 è un anno importante: da venerdì scorso è per allora che il governo, convinto dall'Eurotower, punta al pareggio di bilancio. Si tratta di uno sforzo paragonabile a quello compiuto per l'ingresso nell'euro nel '96-97. Ed è chiaro che la Bce vuole che il governo lo distribuisca su più anni, senza lasciare gran parte dell'impegno ai nove mesi successivi alle elezioni politiche, se la legislatura arriverà al suo termine naturale.


C'è poi un punto in più, nella lettera «segreta» recapitata da Trichet a Berlusconi. È forse il più delicato perché riguarda il mercato del lavoro, un settore storicamente rimasto fuori dalle competenze europee. Ma stavolta Trichet ci entra e lo fa nei dettagli: meno rigidità nelle norme sui licenziamenti dei contratti a tempo indeterminato, interventi sul pubblico impiego, superamento del modello attuale imperniato sull'estrema flessibilità dei giovani e precari e sulla totale protezione degli altri, una contrattazione aziendale che incentivi la produttività.



È un programma di governo, quello di Trichet, che non ha nulla di improvvisato. È una sintesi delle analisi sull'Italia che moltissimi, non solo a Francoforte, condividono da tempo. Ma ha un potente strumento di persuasione: se l'Italia disattende il merito della lettera, può scordarsi l'intervento della Bce per sostenere i titoli di debito del Tesoro. Se ne applica i «suggerimenti», può invece sperarci. Non è una garanzia, ma è tutto ciò che resta sul piatto quando ci si è trascinati fino a questo punto.

Federico Fubini
08 agosto 2011 08:44

www.corriere.it/economia/11_agosto_08/lettera-trichet_238bf868-c17e-11e0-9d6c-129de315fa...

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12/08/2011 22:53
 
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Dopo 17 anni B. presenta il conto
"Metterò le mani in tasca agli italiani"




Cade il tabù, Berlusconi: “Abbiamo dovuto mettere le mani nelle tasche degli italiani” “Non potevamo fare diversamente, abbiamo deciso di ottemperare alle richieste della Bce”. Così il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha aperto la conferenza stampa dopo l’approvazione da parte del consiglio dei ministri del decreto legge sulla manovra fiscale. Un Berlusconi quasi funereo, di fronte alla necessità di fare l’annuncio per anni negato, esorcizzato e rimandato: il suo governo imporrà più tasse.

Il premier ha confermato i saldi della manovra: 20 miliardi nel 2012 e 25,5 nel 2013, approvati all’unanimità dal consiglio dei ministri. “Il provvedimento è equilibrato – ha detto – si compone di tagli e imposizioni (guai a dire “tasse”), salvo poi finalmente ammettere: “Il nostro cuore gronda sangue nel pensare che avevamo il vanto di non avere mai messo le mani nelle tasche degli italiani, ma non potevamo fare diversamente”. Il premier ha poi ritrovato slancio ricordando l’intervento sull’ormai famigerata casta: “Sui costi della politica per la domanda dell’opinione pubblica, ci sono numerosi interventi, credo anche eccessivi rispetto a ciò che sarebbe giusto ma abbiamo seguito i desiderata dei cittadini che guardando alle loro condizioni e ritengono che i politici abbiano entrate eccessive”. In totale, ha assicurato il premier saranno tagliate “54mila poltrone della politica”, dimezzando consiglieri comunali, provinciali e regionali.

E’ toccato poi al ministro Tremonti spiegare le misure, salvo rimandare ad un successivo incontro con i giornalisti i dettagli. Il ministro dell’Economia ha spiegato che fuori dai tagli sono stati lasciati “scuola, sanità e 5xmille”. La previsione di rapporto deficit/pil passa all’1,4% per il 2012. Per Tremonti si tratta in realtà di numeri “sottostimati” per prudenza. Insomma, la manovra potrbbe fruttare anche più del previsto e i conti potrebbero essere riassestati con maggiore facilità.

Quando la parola è tornata al presidente del Consiglio, il discorso si è fatto nuovamente politico. Il premier, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha confermato che sulla manovra non ci sarà voto di fiducia, anche “perché l’opposizione ha mostrato un comportamento responsabile”. Siamo “addolorati – ha detto il Cavaliere – di avere dovuto fare questa manovra, ma siamo anche contenti di avere svolto il nostro lavoro fino in fondo. E credetemi – ha concluso – non è stato facile”.

Le Reazioni

Calma ritrovata, almeno apparentemente, nella maggioranza. Lega soddisfatta sulla manovra. Secondo quanto si apprende, i tre ministri del Carroccio sono “contenti” perché le pensioni di anzianità sono salve, non sono state toccate. Ora è tutto ok, viene fatto notare. E la quadra sarebbe stata raggiunta nel corso dei numerosi contatti tra Silvio Berlusconi e Umberto Bossi, per ultimo in un faccia a faccia tra i due leader a palazzo Chigi che si è tenuto nel pomeriggio prima della riunione del Consiglio dei ministri. Unico motivo di irritazione degli esponenti del Carroccio, viene riferito, sarebbe stato a causa della decisione di sopprimere più province rispetto a quanto deciso in precedenza.

Di opinione diametralmente contraria l’opposizione che attacca con il segretario del Partito Democratico Pierluigi Bersani. ”Vi indicheremo noi le cose difficili da fare, quelle che non volete fare perchè colpirebbero i vostri, quelli cioè che non pagano le tasse. Senza fare le cose difficili che voi non volete fare questo Paese non si salvera”. Il riferimento, indiretto, è alla scarsità di misure, almeno stando alle indiscrezioni, destinate al recupero dell’evisione fiscale. In particolare il passaggio sulla tracciabilità spiegato dal ministro Tremonti, che scatta solo per importi superiori ai 2500 euro.

Ancora più dure se possibile le parole di Nichi Vendola: “Un atto di guerra contro l’Italia”. Così il presidente di Sinistra Ecologia Libertà, bolla la manovra del governo Berlusconi-Tremontì. “Misure punitive per gli Enti Locali – prosegue il leader di Sel – devastante riduzione di servizi sociali e di diritti, un colpo alla civiltà del lavoro. E nessuna scelta per la crescita e lo sviluppo. Occorre – conclude Vendola – una reazione durissima”


www.ilfattoquotidiano.it/2011/08/12/berlusconi-lo-ammette-abbiamo-dovuto-mettere-le-mani-nelle-tasche-degli-italiani...
[Modificato da angelico 12/08/2011 22:56]

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