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Berlusconi continua col bung bunga

Ultimo Aggiornamento: 15/06/2011 00:53
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15/06/2011 00:53
 
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Nelle telefonate Santanchè e Briatore bocciano senza appello Scajola e La Russa Dure critiche per il "vaffa" del ministro della Difesa al presidente Fini in aula a Montecitorio. E sull'ex titolare del Viminale: "L'80% dei nostri elettori non lo vuole, figurati se ritorna"Se raccontassero in pubblico quello che pensano – e dicono – in privato, la politica italiana, ci apparirebbe diversa. Per conoscere il vero pensiero del sottosegretario Daniela Santanché e dell’imprenditore Flavio Briatore, c’è voluta però un’indagine della Guardia di Finanza e, soprattutto, la trascrizione delle loro intercettazioni. Si scopre così, per esempio, che entrambi “bocciano” il comportamento del ministro Ignazio La Russa e il ritorno in campo di Claudio Scajola. Dopo aver criticato il comportamento di Silvio Berlusconi – come hanno anticipato il Fatto quotidiano e il Secolo XIX il 3 giugno – definendolo “malato” per la sua mania con i “bunga bunga”, oggi scopriamo che non c’è stima neanche per il comportamento del ministro della Difesa e per il rientro in politica di Scajola. E non l’avremmo mai saputo se la procura di Genova, con il nucleo operativo della Guardia di Finanza, non avesse intercettato Briatore: è sospettato d’evasione fiscale, a causa del suo yacht da sessanta metri e una dozzina di marinai, che a quanto pare – battendo bandiera delle Cayman – non paga le tasse come dovrebbe.

“Scajola non lo vuole nessuno”
Ed ecco cosa pensano Briatore e la Santanché (che non è indagata) del ritorno in campo di Claudio Scajola dopo le vicissitudini giudiziarie che l’hanno portato alle dimissioni. Sebbene non sia mai stato indagato dalla procura di Perugia, nell’inchiesta sui Grandi Eventi e la Protezione Civile, il nome di Scajola è emerso nell’indagine per l’ormai famosa casa al Colosseo, comprata “a sua insaputa”, con i soldi dell’imprenditore Diego Anemone versati dall’architetto Angelo Zampolini.

Briatore. “E poi vedi … io li leggo i giornali … poi adesso Scajola che ritorna … quello che ha venduto il … (incomprensibile) …”

Santanché “Ma figurati! Ma Figurati se Scajola ritorna …”

B. “No, ma … ma non c’è niente da stupirci lì, eh…”

S. “Ma scherzi?! Ma che dici?! Non possiamo farlo! Ma i nostri ci mandano … l’80 per cento della nostra gente non lo vuole …”.

I casini di La Russa
Briatore e la Santanché commentano anche il comportamento del ministro della Difesa Ignazio La Russa. Si riferiscono a due situazioni ben precise. La prima: i calci – ripresi dalle telecamere – che La Russa diede al giornalista di Annozero Corrado Formigli. La seconda: la seduta sospesa alla Camera, il 30 marzo, alla quale seguirono, fuori da Montecitorio una dura contestazione della gente con lancio di monetine. Il 30 marzo, alla Camera, si discuteva del disegno di legge sulla “prescrizione breve” e la seduta fu sospesa perché il presidente Gianfranco Fini fu offeso proprio dalle parole, oltre che dai gesti, di La Russa. Mentre la contestazione era in corso, La Russa urlò verso i banchi dell’opposizione, parlando con Dario Franceschini: “Bravo, bravo, bravo”. Fini lo richiamò a essere più “rispettoso verso l’assemblea” e, per risposta, si vide rifilare un esplicito “vaffa”. Ben altro senso delle istituzioni dimostra la Santanché, ma solo in privato e al telefono, parlando dell’episodio con Briatore.

B. “Sì, ma anche La Russa non può fare questi casini qui …! Io ho visto sul…

S. Ma lui li ha fatti in aula…! Quello è sbagliato! È sbagliato!

B. “eh, ma anche quando dà i calci ai giornalisti … lui non può far…

S. “Ma dai! Non si può!

B. “Ma perché … è proprio … un ministro della Difesa. Io capisco tutto … ma è sempre un’istituzione …! Tu non puoi dare dei calci nelle caviglie alla gente …! E uscire … quando avete visto quel casino lì voi, perché siete usciti? Dovevate star dentro!

S. “Ma no, io non son mica uscita …! Io stavo entrando per andare a fare il mio dovere …! Io non c’entro niente…! Io mica ero con La Russa!

B. “Ah no, perché… io quando ho letto poi volevo chiamarti, sembrava che tu fossi con La Russa…

S. “Ma figurati! Io ero per i fatti miei, sono uscita dal mio ministero che è di fronte a Montecitorio e andavo a fare il mio dovere…! Io… ma a me manco sapevo … io quando …

B. “Ma La Russa era dentro, è uscito, sapeva che c’era la gente lì davanti, no?

S. “Sì, lui è uscito, ma io non sapevo niente, perché ero al mio ministero a lavorare … io poi sono andata per i fatti miei …”

B. “Ah”.

S. “Io sono entrata, lui è usciva … io non l’ho neanche visto …!”

B. “Ma lui ha cercato lo scontro … perché se lui non usciva non succedeva niente…!”

S. “Sì, sì, ho capito lui … ma io non c’entravo un cazzo! Io mi sono trovata lì nella piazza…”

B. “Sì, ma anche in aula non puoi mandare a fare in culo Fini …! Cioè … adesso, ci sono dei limiti, eh …! Perché ha dato proprio un’immagine non … non felice …

S. “Brutta”.

B. “Brutta”

S. “Molto brutta”.

Eppure in pubblico la Santanché sul vaffa di La Russa al presidente della Camera commentò così: “Può scappare, La Russa ha già chiesto scusa e Fini ha chiuso i lavori perché aveva un impegno”.

Da Il Fatto Quotidiano del 14 giugno 2011

www.ilfattoquotidiano.it/2011/06/14/daniflavio-bocciano-scajola-e-la-russa...


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