Annozero scompare dai palinsesti Rai per l'autunno

Ultimo Aggiornamento: 17/09/2011 17:47
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10/06/2011 14:16
 
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Santoro record nel giorno dell'addio
Garimberti: "Sbagliato uso privato tv"


Ieri l'ultima puntata di Annozero è stata vista da oltre 8 milioni di spettatori, con lo share del 32%, un terzo degli italiani.

Finora quella più vista era stata quella del primo ottobre 2009, con Patrizia D'Addario in studio, intitolata "No Giampy no party". Rizzo Nervo: " Italiani stufi di palinsesti dettati dal governo"
Michele Santoro durante l'ultima puntata di Annozero
ROMA - Annozero ha fatto il record. Non è la prima volta ma gli ascolti per la puntata di chiusura dopo il divorzio dall'azienda 1, ieri sera su Rai2 hanno superato una media di 8 milioni 389 mila telespettatori, per registrare il 32.29% di share. Durante l'anteprima di Michele Santoro gli spettatori sono stati 6 milioni 174 mila pari al 22.82%. In tanti quindi hanno assistito alla sfida lanciata dal conduttore: "Vorrei capire: una trasmissione come questa, la volete o no?", ha detto Santoro ieri rivolgendosi al presidente della Rai, Paolo Garimberti. "Io non ho ancora firmato con nessun altro editore. Da domani, teoricamente, potrei essere disponibile a riprendere questo programma al costo di un euro a puntata nella prossima stagione". Ma il commento di Garimberti oggi è stato un secco: "Non condivido l'uso delle telecamere per parlare dei propri contrasti, lo trovo fuori regola".

VIDEO L'ultima puntata 2

Dopo l'annuncio del "divorzio" tra il giornalista e Viale Mazzini, la Rai il giorno dopo aveva negato l'uso dei locali 3 per la conferenza stampa. Santoro aveva quindi comunicato che avrebbe usato la sua ultima puntata per "salutare pubblico e colleghi". "Adesso capisco - ha proseguito il presidente della Rai - perché Santoro ha annullato la conferenza stampa: ieri sera ha potuto parlare a 8 milioni di spettatori". E a proposito della possibilità ventilata dal giornalista di rivelare il contenuto dei loro incontri, il presidente della Rai ha osservato: "Non so se è una minaccia, comunque non la temo". Dopo aver ricordato di avere dato la propria disponibilità a sostenere il conduttore sia nella prosecuzione di Annozero sia nella realizzazione di un nuovo programma, dichiarata già lo scorso anno, Garimberti ha detto di avere incontrato Santoro, per la seconda volta in due anni soltanto una settimana fa. In quella occasione, nell'ufficio del direttore generale Lorenza Lei gli è stata comunicata la trattativa in corso. Garimberti ha quindi concluso ricordando: "Anche mio padre è stato un ferroviere e questa è l'unica cosa che mi accomuna a Santoro".

E sulla proposta di Santoro di continuare Annozero anche al costo di un euro a puntata, Garimberti ha detto: "Io ho rispetto per lavoro mio e degli altri e lavoro va retribuito. Santoro è una star e non può essere retribuito con 1 euro. Il suo contratto va valutato secondo il mercato. Non scherziamo sul lavoro, tutto il resto è demagogia". Il presidente della Rai ha quindi osservato, citando i 'poeti maledetti', che Santoro con la sua proposta di "epater le bourgeois. Io non sono un santoriano e quindi non mi faccio epater. Santoro è un uomo della Rai e sa come funziona. Se ha un progetto lo presenti al direttore generale e quest'ultimo deciderà se portarlo avanti".

La riunione del Cda. L'addio di Santoro al pubblico di Annozero era arrivato infatti al termine di una giornata critica per la Rai. Che non riesce a dare il via libera in Cda ai nuovi palinsesti autunnali, malgrado il direttore generale Lorenza Lei abbia completato il lavoro di preparazione. Cinque consiglieri di maggioranza hanno disertato la riunione, perché contrari alle garanzie su rinnovi e contratti per i programmi di punta di Raitre, poste dall'opposizione come condizione indispensabile per il voto a favore dei palinsesti. Inutile è stato anche un tentativo di mediazione del presidente della Rai, Paolo Garimberti, prima della riunione del Cda, poi saltata, con rinvio a lunedi.

Rizzo Nervo: "Ascolti segno di referendum popolare". "La Rai non può perdere Annozero nella prossima stagione", ha dichiarato Nino Rizzo Nervo, consigliere di minoranza Rai, commentando il record di ascolti. "Se non c'è il pubblico il servizio pubblico non ha ragione d'essere. Questa affermazione - ha detto - è così elementare che la Bbc nell'affrontare in questi mesi un rigoroso piano di risanamento ha definito una rigida asticella degli ascolti perché sotto quell'indice, che i dirigenti nel mercato inglese hanno fissato nel 30% di share, persino la regina dei servizi pubblici televisivi non ha più ragione di continuare a esistere anche se i conti fossero in ordine. Ieri lo straordinario e senza precedenti ascolto di Annozero ha fatto capire con chiarezza quale servizio pubblico pretende questo Paese e il vertice della Rai non può non tenerne conto. Il 32,29% di share su rai2, con un ascolto medio di 8 milioni 389 mila telespettatori, con punte di oltre nove milioni, hanno il significato di un referendum popolare: gli italiani sono stufi di palinsesti dettati dal governo".

Mentana: "Pressioni anche su Telecom". "Oggi La7 si trova nella condizione di poter agire come elemento di mercato senza farsi troppo, e qui ci metto un avverbio, troppo condizionare", ma "io voglio vedere, perché secondo me pressioni stanno arrivando anche su Telecom, che è il nostro editore". Lo ha dichiarato oggi a 'Radiorai3' Enrico Mentana, direttore del Tg La7. "E' ovvio - ha sottolineato Mentana - che scardinare la logica del duopolio è molto di più e molto peggio che intaccare il servizio pubblico. Qui stiamo parlando di colossali aspetti economici e pubblicitari e anche, ovviamente, di controllo dell'informazione".

Gli ascolti di Santoro. La puntata è stata la più vista di Rai2 ma anche tra le migliori in assoluto della serie dei programmi di Michele Santoro. Finora la puntata più vista della storia di Annozero, era stata quella del primo ottobre 2009, con Patrizia D'Addario in studio, intitolata "No Giampy no party", che fu seguita da 7.338.021 con il 28,92% di share. Per il programma di Rai2 ora in terza posizione c'è la serata dello scorso 27 gennaio, proprio quella con lo scontro in diretta con il dg Mauro Masi, dedicata al caso Ruby. La puntata, dal titolo "Vincere", aveva ottenuto il record della stagione in corso con 7 milioni e 87 mila spettatori e il 25,72% di share, superando la puntata precedente, che si occupava sempre del caso Ruby, vista da 6 milioni 557 mila spettatori e uno share del 24.63%. Ora è stata decisamente scalzata. Per il giornalista ascolti massimi nella sua storia - in termini di share - con la puntata di Samarcanda (Raitre), del 28 maggio 1992, subito dopo la strage di Capaci. In quell'occasione, fu seguito da 7.721.000 telespettatori, con il 32,98 di share quindi solo di share leggermente superiore al risultato di ieri sera.


www.repubblica.it/politica/2011/06/10/news/record_per_santoro_nel_giorno_dell_addio_oltre_8_milioni_di_spettatori_32_di_share-17487893/?ref...
[Modificato da angelico 10/06/2011 14:16]

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Santoro, record di ascolti nella puntata d’addio
Garimberti: “Scorretto il suo uso della tv”

Durante la puntata di ieri, seguita da oltre 8 milioni di spettatori (32,29% di share),

il conduttore ha detto: "Se volete Annozero sono pronto a condurlo a un euro a puntata". Oggi risponde il presidente Rai Paolo Garimberti: "Demagogia"

Nell’ultima puntata Annozero ha fatto il record. Il programma di Michele Santoro è stato visto da una media di 8 milioni 389 mila telespettatori pari al 32.29% di share.

E in 6 milioni 174 mila (22.82%) hanno seguito, durante l’anteprima del programma, il conduttore lanciare la sfida a Paolo Garimberti: ”Io non ho ancora firmato con nessun altro editore – ha detto il conduttore rivolto al presidente Rai -. Da domani, teoricamente, potrei essere disponibile a riprendere questo programma al costo di un euro a puntata nella prossima stagione”. Ma il commento di Garimberti oggi è stato secco: “Questo uso delle telecamere del servizio pubblico per parlare dei suoi contratti non lo condivido, è fuori regola. Ora ho capito perché ha annullato la conferenza stampa, lì avrebbe avuto un manipolo dei giornalisti, ieri ha parlato ad otto milioni di persone”. Il presidente Rai risponde anche sulla proposta di compenso: ”Santoro è una star e non può essere retribuito con 1 euro. Il suo contratto va valutato secondo il mercato. Non scherziamo sul lavoro, tutto il resto è demagogia”. E ancora: ”Non facciamo giochini come l’anno scorso, queste sono cose serie. Santoro è uomo Rai e conosce le procedure: faccia un progetto e lo presenti al direttore generale, è lei che decide”.

Questa la risposta a Santoro, che ieri sera ha messo alle strette viale Mazzini: “Vorrei che lei, presidente Garimberti, scegliesse in libertà se in questa azienda una trasmissione così la volete o no”. Il conduttore ha scelto il prologo dell’ultima puntata di Annozero per il suo affondo, forse non finale. “Caro presidente Garimberti, se fossi in lei non mi preoccuperei di quello che sto per dire, ma di quello che lei sta per fare – ha iniziato il conduttore -. Chi è il vero artefice del destino della Rai? Io sono un giornalista della Rai. Anche Celentano è della Rai. Chi è che gli impedisce da anni di fare un programma sulla tv pubblica?”. E proprio durante una telefonata in diretta del Molleggiato scoppia la polemica.


Il ministro Roberto Castelli, ospite in studio, si dice democratico ma anche “stufo di pagare Travaglio con i mie soldi”. A queste parole, Santoro non si contiene: “Adesso basta. Noi non prendiamo un euro dal canone – urla -. Dovete lasciare libera la Rai, fuori i partiti!”. “Dovete capire che c’è gente che non si compra – continua -, noi siamo del mercato”. E mentre Santoro mette nell’angolo i vertici Rai, Antonio Verro, consigliere di maggioranza di viale Mazzini, va a trovare Silvio Berlusconi a Palazzo Grazioli. Lo stesso consigliere che in giornata si era espresso negativamente contro un’altra trasmissione Rai, ‘Ballarò’, chiedendo più pluralismo.


“Nella mia visione della vita c’è la dignità del lavoro – spiega Santoro – che è la condizione della libertà”. Perché il giornalista, ricorda lui stesso, oltre ad essere “della Rai” è anche figlio di un ferroviere. “Quando si attacca la gente come me – continua – offende la gente come mio padre, perché gli impedisce di avere un sogno”. Eppure, adesso è stanco. ”Non si può sempre resistere resistere resistere”, spiega. Il conduttore è in attesa del giudizio della Cassazione sul suo reintegro, già disposto dai giudici in primo grado e in appello, che hanno anche rigettato il ricorso dell’azienda. Un contenzioso che “si è ritenuto di far cessare per recuperare la piena reciproca autonomia decisionale”, spiegava la Rai tre giorni fa in una nota, annunciando il divorzio “consensuale” dell’azienda da Santoro. Una fuoriuscita, quella del conduttore, posta come condizione per qualunque accordo da viale Mazzini. ”Io non voglio più andare in onda perché lo decidono i giudici – sottolinea il conduttore -. Ma anche se avessi vinto in Cassazione, non sarei stato contento. Perché non sarei stato considerato uno della Rai, ma uno graziato dai giudici di sinistra”.


Una battaglia che parte da lontano. E che ha il suo scontro principale nel 2002, quando il presidente del Consiglio emana quello che è passato alla storia della televisione come ’Editto bulgaro’. “Biagi, Luttazzi e Santoro hanno fatto un uso criminoso della televisione pubblica”, dice il premier da Sofia. Risultato: i tre vengono allontanati dalla Rai. E Santoro apre il suo contenzioso con l’azienda, ancora non concluso. In mezzo ci sono polemiche, una telefonata in diretta dell’ex direttore generale della Rai Mauro Masi e uno scandalo. “Uno scandalo mondiale”, lo definisce oggi Santoro. ”Presidente Napolitano – è l’appello del conduttore – ci rendiamo conto che siamo l’unico Paese in cui l’arbitro della comunicazione è espresso direttamente dai partiti?”. Il riferimento è all’Agcom che, tra i numerosi attacchi alla trasmissione, ha un posto di rilievo. Quello nel fascicolo della procura di Trani, in cui compaiono le telefonate tra un ex dipendente dell’Autorità garante per le Comunicazioni, Giancarlo Innocenzi, e il premier. Conversazioni in cui Berlusconi chiede di mettere fine a programmi come ‘Annozero’ e commenta che se l’Agcom non ne è capace allora fa davvero “schifo”.

“C’è una cosa che ha urtato la mia sensibilità – ha aggiunto il giornalista -. Voi dicevate che ero in onda per giudici, ma mentre ‘Annozero’ incassava milioni di euro, questi erano spesi da avvocati per portarmi in tribunale fino in Cassazione”. ”Se la mia andata via serve ad evitare il bombardamento di ciò che rende grande il servizio pubblico, come Fazio, Gabanelli, Dandini, Iacona - prosegue Santoro – preferisco andare via”. “Ora al diavolo ‘Annozero’ – conclude – comincia l’Annonuovo”.

Aggiornato il 10 giugno 2011 alle 13:20

www.ilfattoquotidiano.it/2011/06/09/santoro-laddio-alla-rai-nellultima-puntata-di-annozero...

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La replica di Santoro non si fa attendere: ”Visto che non ha nemmeno il coraggio di sottoporre al voto del Consiglio la mia proposta di continuare la collaborazione con la Rai, lo rassicuro sulla mia volontà di finire qua la polemica. E’ inutile continuare il dialogo con chi cerca di imitare Ponzio Pilato senza averne la statura”.

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IL CASO
Ascolti record, Annozero finisce in bellezza
C'erano 8.389.441 spettatori di media per l'ultima puntata di Annozero. Pari al 32,3 per cento di share. L'entusiasmo della redazione su Twitter

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E' scontro tra Garimberti e Santoro

APPROFONDIMENTI
La web diretta dell'addio
ROMA – Il 32,29% di share su Rai2, con un ascolto medio di 8 milioni 389 mila telespettatori e con punte di oltre nove milioni. Questo il risultato dell’ultima puntata di Annozero, condotto da Michele Santoro.
Come accade sempre più spesso, la notizia degli ascolti record appare prima che sulle agenzie di stampa su Twitter, confermata dalla redazione stessa di Annozero, che scrive “E’ online la puntata di ieri e tutti gli estratti video, 32.30% share, 8.389.441 ascoltatori, record assoluto grazie a tutti!!!”.

Tre punti esclamativi per un risultato eccezionale. E i protagonisti della puntata sono sui social network, anche questa mattina, a commentare il grande risultato. Che dimostra, come affermato ieri da Michele Santoro, che la trasmissione non solo è sul mercato, ma anche con ottimi risultati. Ringraziano il pubblico e gli utenti di Twitter la redazione di Annozero e Sandro Ruotolo, che esclama “Siete tutti fantastici”.
“Ribadiamo il GRAZIE a tutti voi che avete seguito e commentato #annozero su twitter, VI VOGLIAMO BENE! e che ora cominci l’Anno Nuovo… :)” è il tweet del profilo ufficiale della trasmissione.

Il consigliere Rai, Nino Rizzo Nervo, commenta: “Se non c’è il pubblico il servizio pubblico non ha ragione d’essere. Questa affermazione è così elementare che la BBC nell’affrontare in questi mesi un rigoroso piano di risanamento ha definito una rigida asticella degli ascolti perchè sotto quell’indice, che i dirigenti nel mercato inglese hanno fissato nel 30% di share, persino la regina dei servizi pubblici televisivi non ha più ragione di continuare ad esistere anche se i conti fossero in ordine”.
Rizzo Nervo conclude: “Ieri lo straordinario e senza precedenti ascolto di Annozero ha fatto capire con chiarezza quale servizio pubblico pretende questo Paese e il vertice della Rai non può non tenerne conto. Il 32,29% di share su Rai2, con un ascolto medio di 8 milioni 389 mila telespettatori, con punte di oltre nove milioni, hanno il significato di un referendum popolare che lancia questo messaggio: gli italiani sono stufi di palinsesti dettati dal governo. Non so adesso con quali strumenti Michele Santoro possa essere trattenuto in Rai, credo però che amministratori pubblici che hanno il dovere di difendere i bilanci aziendali e di rispettare tutti coloro che pagano per aver in cambio un servizio, non possono permettersi di non avere Annozero nella prossima stagione televisiva”.

La puntata di ieri sera che chiudeva il ciclo di Annozero è la più vista della trasmissione di Rai2 e tra le migliori in assoluto della serie dei programmi di Michele Santoro. Finora la puntata più vista della storia di Annozero, era stata quella del primo ottobre 2009, con Patrizia D’Addario in studio, intitolata No Giampy no party, che fu seguita da 7.338.021 con il 28,92% di share. Per il programma di Rai2 ora in terza posizione c’è la serata dello scorso 27 gennaio, proprio quella con lo scontro in diretta con il dg Mauro Masi, dedicata al caso Ruby. La puntata, dal titolo Vincere, aveva ottenuto il record della stagione in corso con 7 milioni e 87 mila spettatori e il 25,72% di share, superando la puntata precedente, che si occupava sempre del caso Ruby, vista da 6 milioni 557 mila spettatori e uno share del 24.63%. Ora è stata decisamente scalzata.
Per il giornalista ascolti massimi nella sua storia – in termini di share – con la puntata di Samarcanda (Raitre), del 28 maggio 1992, subito dopo la strage di Capaci. In quell’occasione, fu seguito da 7.721.000 telespettatori, con il 32,98 di share quindi solo di share leggermente superiore al risultato di ieri sera. Al secondo posto c’è la puntata di TempoReale mandata in onda sempre su Raitre il 13 aprile 1995.
Ottenne il 31,85% di share e 8.197.000 telespettatori. Il titolo era: ‘Alla ricerca del leader: Silvio Berlusconi’.
Altro record venne segnato da Il Rosso e il Nero (Raitre) con la puntata del 25 novembre del 1995 vista da 7.978.000 telespettatori con uno share del 29,07%. In studio c’erano quattro protagonisti del ballottaggio alle elezioni amministrative di Roma e Napoli, Francesco Rutelli e Gianfranco Fini; Antonio Bassolino e Alessandra Mussolini. ‘Si rischia meno a puntare sul rosso o sul nero?’, era il titolo della puntata e il quesito girato agli ospiti.

(10 giugno 2011)

www.kataweb.it/tvzap/2011/06/10/santoro-record-assoluto-di-ascolti...

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16/06/2011 20:28
 
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Santoro: 100 per cento a La7 se fossero liberi Michele Santoro “al cento per cento” a La7. Con uno solo “se”. Il conduttore ha confermato ai microfoni di Radio24 la trattativa in corso con la rete, ponendo una sola condizione: “se le loro intenzioni fossero buone, concrete e rispettose delle nostre prerogative”. “Bisogna soltanto aspettare”, ha ribadito il giornalista. Le voci su un suo possibile passaggio a La7 si susseguivano già prima del suo abbandono alla Rai. Un divorzio tra le polemiche, poco “consensuale” come invece scriveva l’azienda in un comunicato. Una condizione, pare posta dallo stesso presidente Paolo Garimberti, per chiudere la vertenza in corso tra il conduttore e viale Mazzini senza attendere il giudizio della Cassazione. Santoro, che dopo il reintegro ordinato dal Tribunale, aveva continuato a lavorare tra le polemiche, aveva commentato: “Non si può sempre resistere, resistere, resistere”. Rifiutandosi di condurre un programma solo per ordine dei giudici, il giornalista aveva rilanciato: “Conduco la prossima stagione di ‘Annozero’ a un euro”. Ma la sua provocazione era caduta nel vuoto.

Adesso Santoro commenta la metafora usata dall’amministratore delegato della rete, Giovanni Stella, per spiegare la sua campagna acquisti in Rai. Stella diceva di attendere “sotto il banano Rai” i “macachi-conduttori che pensano di scendere”. Santoro, quindi, ma non solo. “I quattro macachi – risponde il giornalista – sarebbero i programmi sgraditi. Lui (riferito a Stella, ndr) diceva ‘io non faccio niente per andare sugli alberi ad offrire cesti di banane a questi macachi perché abbandonino la loro azienda, ma se mi cadono addosso, cosa posso fare se non farli lavorare per forza?’”. Cioè lo stesso conduttore, Milena Gabanelli, Giovanni Floris e Fabio Fazio. Un’espressione, quella usata da Stella, che secondo Santoro è “la più straordinaria descrizione del conflitto di interessi che io abbia mai sentito”. In sostanza, secondo il giornalista, l’ad dice: “Io sono in una tv che fa parte di un grande gruppo telefonico, la Telecom, sarebbe un guaio se Telecom usasse le sue risorse per andare a fare una campagna acquisti nel campo dei concorrenti di Berlusconi”.

Secondo Santoro, la Telecom non sarebbe libera di scegliere i conduttori che vuole, “perché altrimenti il governo potrebbe usare tutti i mezzi a sua disposizione per sparare su Telecom”. La “più straordinaria descrizione del conflitto di interessi” che il giornalista abbia mai sentito, racconta lui stesso. In un ambito di manovra così stretto, l’ad di La7 può solo aspettare e “dire a qualcuno: ‘lavora, fatti tu i soldi da solo e ti ripaghi da solo’”, spiega il conduttore. “Nella situazione italiana mi sembra un atto di straordinario coraggio – aggiunge – che ci fa capire qual è la nostra situazione, in cui Mediaset perde tutte le gare degli ascolti ma continua a guadagnare denaro”. “E’ un mistero a livello mondiale – conclude Santoro – tra un po’ metteranno il monoscopio e continueranno a fare soldi”.


www.ilfattoquotidiano.it/2011/06/16/santoro-cento-per-cento-a-la7-se-fossero-liberi...



ecco un MONOSCOPIO:


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Re:
angelico, 16/06/2011 20.28:

Santoro: 100 per cento a La7 se fossero liberi Michele Santoro “al cento per cento” a La7. Con uno solo “se”. Il conduttore ha confermato ai microfoni di Radio24 la trattativa in corso con la rete, ponendo una sola condizione: “se le loro intenzioni fossero buone, concrete e rispettose delle nostre prerogative”. “Bisogna soltanto aspettare”, ha ribadito il giornalista. Le voci su un suo possibile passaggio a La7 si susseguivano già prima del suo abbandono alla Rai. Un divorzio tra le polemiche, poco “consensuale” come invece scriveva l’azienda in un comunicato. Una condizione, pare posta dallo stesso presidente Paolo Garimberti, per chiudere la vertenza in corso tra il conduttore e viale Mazzini senza attendere il giudizio della Cassazione. Santoro, che dopo il reintegro ordinato dal Tribunale, aveva continuato a lavorare tra le polemiche, aveva commentato: “Non si può sempre resistere, resistere, resistere”. Rifiutandosi di condurre un programma solo per ordine dei giudici, il giornalista aveva rilanciato: “Conduco la prossima stagione di ‘Annozero’ a un euro”. Ma la sua provocazione era caduta nel vuoto.

Adesso Santoro commenta la metafora usata dall’amministratore delegato della rete, Giovanni Stella, per spiegare la sua campagna acquisti in Rai. Stella diceva di attendere “sotto il banano Rai” i “macachi-conduttori che pensano di scendere”. Santoro, quindi, ma non solo. “I quattro macachi – risponde il giornalista – sarebbero i programmi sgraditi. Lui (riferito a Stella, ndr) diceva ‘io non faccio niente per andare sugli alberi ad offrire cesti di banane a questi macachi perché abbandonino la loro azienda, ma se mi cadono addosso, cosa posso fare se non farli lavorare per forza?’”. Cioè lo stesso conduttore, Milena Gabanelli, Giovanni Floris e Fabio Fazio. Un’espressione, quella usata da Stella, che secondo Santoro è “la più straordinaria descrizione del conflitto di interessi che io abbia mai sentito”. In sostanza, secondo il giornalista, l’ad dice: “Io sono in una tv che fa parte di un grande gruppo telefonico, la Telecom, sarebbe un guaio se Telecom usasse le sue risorse per andare a fare una campagna acquisti nel campo dei concorrenti di Berlusconi”.

Secondo Santoro, la Telecom non sarebbe libera di scegliere i conduttori che vuole, “perché altrimenti il governo potrebbe usare tutti i mezzi a sua disposizione per sparare su Telecom”. La “più straordinaria descrizione del conflitto di interessi” che il giornalista abbia mai sentito, racconta lui stesso. In un ambito di manovra così stretto, l’ad di La7 può solo aspettare e “dire a qualcuno: ‘lavora, fatti tu i soldi da solo e ti ripaghi da solo’”, spiega il conduttore. “Nella situazione italiana mi sembra un atto di straordinario coraggio – aggiunge – che ci fa capire qual è la nostra situazione, in cui Mediaset perde tutte le gare degli ascolti ma continua a guadagnare denaro”. “E’ un mistero a livello mondiale – conclude Santoro – tra un po’ metteranno il monoscopio e continueranno a fare soldi”.


Infatti,Mediaset e' al primo posto per guadagni,l'interesse e' che Santoro vada via perche' un alto share allontana da quei programmi di m.. di Mediaset e quindi faccia scendere i ricavi(oltre che gli sta sui marroni perche' realizza le puntate sul caso Ruby e D'Addario).
Ormai la Rai e' tutta monopolizzata da Berlusconi ,anche la nuova presidentessa e' dalla sua parte....fossi in Santoro mi prenderei la soddisfazione ,invece di fare puntate ad un euro, di trasmettere da Internet come fece per una puntata ed essere veramente libero lui ed i suoi ospiti di dire quello che gli pare senza nessuno che poi rompa e faccia censura...ormai ha incassato 2 milioni e mezzo di euro,a questo punto io me lo toglierei lo "sfizio",come si dice a Napoli!!


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Masi ammette: “La lettera di licenziamento per Santoro la scrisse Bisignani”

i pm di Napoli che indagano sulla loggia P4 l'ex direttore generale della Rai dice di essersi rivolto al lobbysta "perché è dentro al mondo istituzionale". Il 26 gennaio scorso Masi chiama Annozero per dissociarsi e il giorno dopo ha una conversazione con Bisignani: "Come sono andato?". La risposta: "Bella figura di merda" E’ stato l’ex piduista Luigi Bisignani, finito mercoledì scorso agli arresti domiciliari perché considerato a capo di una rete che forniva notizie sulle indagini ai potenti sotto inchiesta e pilotava nomine negli enti pubblici riuscendo anche a condizionare i giornali, a scrivere la lettera di licenziamento di Michele Santoro. Un tentativo sventato ma che svela il potere reale del lobbysta a capo della P4, vicino a Gianni Letta. Lo ammette lo stesso ex direttore generale della Rai durante un teso interrogatorio del febbraio scorso davanti ai magistrati di Napoli del quale il Fatto Quotidiano può svelare il contenuto. I magistrati che indagano sulla P4 fanno ascoltare a Masi una telefonata con Bisignani dell’ottobre 2010. Santoro ha appena fatto infuriare Masi con l’ormai famoso “vaffan … bicchiere” in tv. Durante la telefonata l’allora numero uno della Rai si fa dettare la lettera dal lobbysta. Messo di fronte all’evidenza, l’ex direttore della Rai ammette: “Mi si chiede perché mi sono fatto scrivere la lettera di licenziamento di Santoro da Bisignani e chi sia la persona dalla quale avrei dovuto fare prima un passaggio. Rispondo che mi sono rivolto a Bisignani perché addentro al mondo istituzionale in ragione delle sue conoscenze nel mondo politico”. Insomma il condannato a tre anni e 4 mesi per la tangente Enimont era l’uomo giusto per scrivere una lettera che normalmente una grande azienda pubblica affida al capo dell’ufficio legale.

Ma il misterioso uomo da sentire prima di fare il passo chi è? Masi fornisce questa versione: “la persona dalla quale volevo andare a fare un passaggio è il prefetto Pecoraro (Giovanni Pecoraro, prefetto di Roma, ndr) perché temevo per la mia incolumità personale, cosa che ho fatto”. A sentir Masi, insomma, nessun potente ispiratore. Solo la paura della rabbia dei facinorosi fan di Annozero privati del loro programma. Anche se poco dopo Masi stesso dice ai pm: “Bisignani mi era utile per capire il clima politico… insomma per dirla ancora più chiaramente io utilizzavo Bisignani per avere un’idea di cosa pensava il sottosegretario Gianni Letta”.

Quel licenziamento poi non si è materializzato perché i consiglieri berlusconiani della Rai non se la sono sentita di farlo proprio. Ma quando i pm chiedono se fosse ispirato dai suoi referenti politici, Masi ha la risposta pronta: “Santoro aveva insultato me, non il governo, per questo volevo licenziarlo”. Un’offesa personale che continuerà ancora per molto a ossessionarlo. Come dimostrano le stesse intercettazioni. Il 26 gennaio lo scontro tra Masi e Santoro raggiunge il culmine. Il dg telefona all’inizio della trasmissione e davanti a milioni di telespettatori dice a Santoro: “Mi dissocio”. La conversazione assume toni e linguaggio surreali: “Le sto dicendo – continua Masi – che ritiro me stesso e l’azienda dal tipo di trasmissione che sta facendo”. “Se ritira se stesso mi pare anche buono. Buonanotte”, conclude Santoro lasciandolo di sasso. Ma la telefonata più surreale è di qualche minuto dopo, quando Masi parla con Bisignani, per avere conforto. “Mi hai visto?”, gli chiede, “Come sono andato?”. E Bisignani: “Una figura di merda”. Dopo la prima telefonata i magistrati fanno ascoltare a Masi altre conversazioni con Bisignani su Serena Dandini, Paolo Ruffini, Monica Setta, Anna La Rosa e Giovanni Minoli. Al telefono Masi e Bisignani parlano di “fregare Ruffini”. “Cosa intendeva dire?”, chiedono i pm. E Masi spiega che stava parlando del direttore della terza rete Rai e aggiunge che si discuteva del programma di Serena Dandini, Parla con me, ma aggiunge subito però che comunque le cose sono andate diversamente. Masi si dipinge come un censore un po’ pasticcione. Nonostante volesse ostacolarlo, Parla con me è rimasto nella programmazione della Rai.

L’ex direttore generale della Rai nelle conversazioni con Bisignani, intercettate dalla Guardia di Finanza di Napoli, si lamenta anche di Roberto Saviano. Il motivo? Il protagonista di Vieni via con me – spiega Masi ai pm – aveva dichiarato pubblicamente di aver subìto un cattivo trattamento da parte della Rai. E questo non era vero, dice Masi in procura, spiegando anche le pressioni, ricevute da molti politici, per favorire invece due conduttrici che aveva lasciato in ombra: Monica Setta (molto amica di Bisignani) e Anna La Rosa, sponsorizzata, secondo Masi, da politici di tutti gli schieramenti.

di Marco Lillo e Antonio Massari

da il Fatto quotidiano del 17 giugno 2011


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