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[dicono di lui] Intervista a Joe Vogel

Ultimo Aggiornamento: 11/04/2011 11:59
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05/04/2011 21:58
 
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Nel settembre del 2011, Joe Vogel pubblicherà il suo nuovo libro, "Man in the Music: la vita creativa e l'opera di Michael Jackson". Joe ha meticolosamente fatto ricerche sull'arte di Michael per oltre cinque anni, parlando con molte persone che hanno conosciuto Michael e lavorato con lui durante la sua vita. Abbiamo potuto dare brevi occhiate a questo libro molto atteso, più recentemente attraverso la recensione e discussione di Joe su "Hollywood Tonight", nell'Huffington Post.

Molti dei fan e difensori di Michael sono ben consapevoli di certi tipi di pubblicazioni, propagandati libri 'verità' e articoli, scritti da presunti esperti della vita e della persona di Michael. Dato che noi manteniamo la rotta nella maratona della verità, siamo finalmente in grado di anticipare un libro che rivelerà chi fosse veramente quest'uomo attraverso i suoi testi e la musica, il suo profondo impegno e la sua dedizione alla sua arte, il nucleo interiore di Michael che raggiungeva tutti noi quando parlava di ingiustizia, di bigottismo e della necessità di fare un cambiamento reale nel mondo, il suo amore per tutti i bambini, i giovani e gli anziani, e la sua visione per un domani migliore.

Ringraziamo Joe per il suo impegno e per aver condiviso i suoi pensieri in questa intervista.



Lauren: Joe, ci puoi dire qualcosa del tuo background e come sei diventato uno scrittore?

Joe: Io ho sempre scritto. In realtà, per essere pubblicato c'è voluto tempo e comprensione: ho avuto il mio primo libro pubblicato nel 2006 (ironia della sorte, ho presentato una primissima versione del mio libro su MJ quell'anno, ma nessuno lo ha pubblicato).

Lauren: So che hai pubblicato due libri prima di Man in the Music. Puoi parlarcene?

Joe: Il primo, "Free Speech 101", narra la tempesta di fuoco che scoppiò quando invitai il regista Michael Moore a parlare in una università molto conservatrice. E' una esplorazione delle paure delle persone, polarizzazione, intolleranza, censura, ecc. Avevo 23 anni all'epoca, e ricevetti tutti i tipi di attacchi, tentativi di corruzione, minacce di morte, ecc, semplicemente per aver invitato qualcuno con punti di vista diversi a parlare. Il secondo libro, "The Obama Movement", è una raccolta di saggi sul movimento giovanile ispirato da Barack Obama nella sua corsa alla presidenza.

Lauren: Quando hai iniziato a interessarti della musica di Michael?

Joe: Ho scoperto Michael Jackson quando avevo circa 7-8 anni. Ho consumato la mia videocassetta de "La leggenda continua", l'ho guardata così tante volte. La prima volta che ho visto la performance al Motown 25, ero assolutamente al tappeto. Ha avuto un enorme impatto su di me. I miei interessi musicali si sono evoluti in tutte le direzioni da allora; Michael era quasi l'unico artista che mi portavo dietro fin dall'infanzia, perché potevo continuare ad apprezzare il suo lavoro su nuovi livelli.

Lauren: Cosa ti ha spinto ad affrontare la sfida di scrivere questo libro, investendo cinque anni nelle ricerche?

Joe: Beh, ad essere onesti, non avevo idea della portata di quello che mi stavo accollando quando ho iniziato. Ho iniziato nel bel mezzo del suo processo, perché ero frustrato del modo in cui la gente aveva dimenticato - o semplicemente non aveva mai veramente capito - il suo genio artistico. Il piano era solo quello di fornire l'interpretazione delle sue canzoni, e da lì si è evoluto.

Lauren: Quando parlavi con persone che hanno conosciuto o lavorato con Michael, hai riscontrato esperienze e impressioni in comune su di lui?

Joe: La gente amava lavorare con Michael, amavano la sua passione e la sua gioia, la sua voglia di innovare e creare una grande opera. A partire dal periodo intorno all'album BAD i suoi collaboratori potevano percepire una nuova fiducia e autonomia nell'esecuzione della sua visione creativa.

Lauren: Hai una particolare traccia preferita, e perché?

Joe: Crescendo erano brani come "Billie Jean" e "Man in the Mirror". Ora tendo ad apprezzare di più i suoi brani più oscuri. Il mio album preferito è attualmente "HIStory". Penso che sia un capolavoro e sarà riconosciuto come tale in futuro.

Lauren: Nella storia della musica moderna, dove metteresti Michael per importanza e influenza culturale?

Joe: Culturalmente, penso che Michael sia al pari dei Beatles. Credo che stia davanti a Elvis. Michael e i Beatles non erano solo grandi nelle rispettive epoche, ma la loro musica ha il tipo di profondità e la diversità necessaria per ispirare generazione dopo generazione.

Lauren: Quanto dell'uomo trovi nella musica? Le tue impressioni e convinzioni su chi era sono cambiate in qualche modo?

Joe: Michael credeva che il modo migliore per farsi capire dalle persone fosse attraverso la sua arte. Per me era davvero così. Tutto l'essenziale veniva fuori nel suo lavoro.

Laura: C'è stato qualcosa che hai scoperto nelle tue ricerche che ti ha sorpreso? Come ha inciso su di te?

Joe: Ci sono state molte sorprese. Ciò che succede è che quando metti davvero a fuoco un brano singolo e l'album, strato dopo strato dopo strato si rivela. Avrei potuto scrivere interi libri su ogni album.

Lauren: So che insegni presso l'Università di Rochester. Come reagiscono gli studenti alle tue intuizioni su brani come "Man in the Mirror" o "Black or White"? Riscontri grande interesse in loro per una particolare canzone o cortometraggio?

Joe: I miei studenti hanno davvero apprezzato molto l'apprendimento su Michael. Dal suo lavoro vengono fuori così tante questioni importanti / idee. Spesso confrontiamo "Black or White" con "Songs of innocence and Experience" di Blake. Penso che molto del lavoro di MJ può essere interpretato fruttuosamente attraverso questa lente, dove c'è una costante tensione / interazione tra questi stati contrari.

Lauren: Hai avuto qualche ostacolo da parte della tua facoltà, degli studenti o dei genitori degli studenti per ciò che insegni su Michael e la sua musica?

Joe: No, affatto.

Lauren: Quale pensi sia l'importanza di continuare l'eredità di Michael? Quali vedi come le cose principali che la gente comune può imparare e prendere dal suo lavoro?

Joe: La mia risposta più completa a questa domanda è nel mio libro, ma in breve, credo che il lavoro di Michael sia sulla liberazione. Lui rifiutava di accettare il mondo così com'è, lui voleva che fosse più consapevole, in sintonia, connesso, giusto, amorevole, creativo e libero.

Lauren: Come ti ha influenzato a livello personale la tua lunga ricerca?

Joe: Sono ispirato dai grandi artisti e dalla grande arte, perciò esplorare uno dei grandi artisti del nostro tempo con questo tipo di profondità ha avuto un profondo impatto su di me. C'è voluto un sacco di tempo e sacrificio, ma mi ritengo fortunato di averlo fatto. E' stato molto gratificante.

Lauren: Sei consapevole della fame che i fan hanno per le ricerche positive, approfondite su Michael, sul suo lavoro e sui suoi contributi?

Joe: Assolutamente! I fan di Michael sono spesso rappresentati come insensati e folli. E mentre ci sono certamente alcuni che corrispondono a questo stereotipo, la stragrande maggioranza con cui sono venuto in contatto sono riflessivi, intelligenti e desiderosi di andare oltre l'infatuazione per la celebrità, verso l'arte e l'essere umano.

Lauren: Cosa pensi del Michael attivista sociale?

Joe: Beh, lui ovviamente ha fatto molto e in una varietà di modi. Nonostante il suo presunto narcisismo, non riesco a pensare ad un'altra pop star che si guardava intorno in modo più coerente e che abbia veramente cercato di cambiare il mondo. Qualcun altro del mondo dello spettacolo è stato un così feroce critico dei media, un difensore più forte dei bambini? "Earth Song", a mio parere, è l'inno più significativo della nostra epoca. Pensate a come quella canzone era preveggente e potente (e continua ad esserlo).

Lauren: Hai incontrato risposte negative al tuo impegno o stai trovando menti aperte e interesse al tuo lavoro?

Joe: C'è sempre la negatività, ma sono rimasto sopraffato da come la reazione è stata positiva.

Lauren: Come fai a confrontare "Michael" con le precedenti pubblicazioni di MJ? Pensi che i suoi collaboratori ed amici abbiano fatto un buon lavoro?

Joe: Un album postumo non si potrà mai paragonare agli album di MJ completati quando era vivo. Personalmente vorrei vedere tutta la sua opera incompiuta pubblicata esattamente come l'ha lasciata lui, poi non mi importerebbe di quello che succede da lì in termini di nuovi mix, remix, ecc. Mi piace sentire diverse registrazioni. La trasparenza è la chiave, soprattutto quando si parla di qualcuno con l'importanza storica di Michael.

Lauren: Ti sei fatto un'idea sul perché i media abbiano concentrato i loro sforzi per riportare tutti gli aspetti percepiti come negativi della vita di Michael, bypassando le sue realizzazioni artistiche, e ignorando il suo impegno umanitario?

Joe: Parlo molto di questo nel libro. Le ragioni sono complesse, ma essenzialmente Michael era così diverso e unico, sia come artista che come persona, che molta gente non riusciva assolutamente a capirlo. Lui non rientrava nelle caselle in cui ci piace adattare le persone. Perciò lo hanno sminuito, ne hanno fatto una caricatura, lo hanno sfruttato e hanno negato la sua complessità, la profondità, l'umanità e l'arte.

Lauren: Quando parli di come la gente e i media non abbiano capito Michael e di come sia stato trattato così ingiustamente ed emarginato, qual è la tua opinione su come la questione del razzismo possa essere stata uno dei fattori?

Joe: Penso che c'erano certamente dei segni di razzismo. Anche se lui ha spezzato le barriere su MTV e nelle radio, c'era ancora un doppio standard su come la critica musicale prevalentemente di bianchi valutava lui e il suo lavoro. E' stato spesso liquidato come un intrattenitore "commerciale" piuttosto che un artista, che è uno stereotipo con una lunga storia razzista. Stessa cosa con la percezione che lui fosse un cantante, ma non un cantautore. Stessa cosa con la "musica dance / R & B" contro il rock. L'assunto di alcuni critici è che gli artisti neri non sono così cerebrali o creativi. Alcune persone, tra cui dirigenti, si sentivano anche minacciati dai suoi enormi successo e potere, in particolare dopo la sua acquisizione del catalogo Beatles / ATV. Certo, è più complicato della semplice razza, ma non c'è dubbio per me che la sua razza abbia avuto un ruolo.

Lauren: Cosa pensi dei fan che si sono uniti dalla morte di Michael e dei loro sforzi per ripristinare la sua reputazione e il suo nome, e che stanno lavorando duramente per continuare tutti gli aspetti della sua eredità?

Joe: Michael ha una fan base molto efficace e impressionante, quando persegue un obiettivo. Per quelli che pensano a Michael come una semplice celebrità o pop star, il fatto che i suoi fan continuino a lottare per tutte le cause che sono state importanti per lui, dalla giustizia sociale, alla pace, alla giustizia dei media, alle questioni ambientali fino ai diritti dei bambini parla da solo.

Lauren: E, infine, cosa ti auguri che i tuoi lettori conoscano ed apprezzino di Michael e del suo lavoro, rivelato attraverso il tuo libro?

Joe: Voglio che Michael sia riconosciuto per quello che era ed è: uno degli artisti più significativi del secolo scorso. Spero che il libro darà alle persone uno sguardo in profondità sui motivi.


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[Modificato da 4everMJJ 05/04/2011 22:44]
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