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Gheddafi è morto

Ultimo Aggiornamento: 10/12/2013 23:22
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08/03/2012 23:04
 
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Re: Re:
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smelly79, 08/03/2012 22.00:

anche da noi ci sono problemi e anche gravi,ma i nostri governatori sono convinti che i loro Paesi invece non hanno nessun problema.. Poveri Illusi!!!

Secondo me se ne fregano e basta, tanto i problemi del popolo non li riguardano. "La rappresentanza è un'impostura" diceva Gheddafi e aveva ragione. Una volta che deleghi la tua volontà ad altri non ti resta che startene zitto. Chi riceve i voti necessari a conquistare la poltrona ovvero il posto ministeriale elevato all'ennesima potenza ha svoltato, e che gli altri tirino avanti come possono, mendicanti compresi, d'altronde il capitalismo non è che un mostro senz'anima.


08/03/2012 23:12
 
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Re: Re: Re:
Daniela(75), 08/03/2012 23.04:

[SM=g27838]
Secondo me se ne fregano e basta, tanto i problemi del popolo non li riguardano. "La rappresentanza è un'impostura" diceva Gheddafi e aveva ragione. Una volta che deleghi la tua volontà ad altri non ti resta che startene zitto. Chi riceve i voti necessari a conquistare la poltrona ovvero il posto ministeriale elevato all'ennesima potenza ha svoltato, e che gli altri tirino avanti come possono, mendicanti compresi, d'altronde il capitalismo non è che un mostro senz'anima.






parole sagge... A coloro che oggi governano del popolo non gliene frega una cippa l'importante è il dio denaro per il resto al diavolo tutto.... poi arriva qualcuno che invece vuole fare il bene per gli altri per il suo popolo e via.... tolto di mezzo... Bravi uomini continuate così!!!!
02/04/2012 20:48
 
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Ci sarà uno speciale sulla Libia tra poco su Rai 3, ma non lo vedrò. Non mi voglio rovinare la serata, davvero. Ho letto la descrizione della puntata sul sito di "Presa Diretta", direi che basta e avanza per preferire un bel film. Sono giunta alla conclusione che la causa africana non esiste. L'Unione Africana, che sussisteva grazie ai finanziamenti di Gheddafi, non ha combattutto per essa al suo fianco. Molti africani se ne vanno in giro con addosso quegli stracci in tema statunitense quando dovrebbero essere gli ultimi a indossarli. Per lavoro ne vedo molti. A una ragazza ho detto che trovavo assurda quella scelta da parte sua: "Vi bombardano e ti metti quella maglietta?!". Risposta: "Eh, vabbè!". Per il resto colgo moltissima invidia per la Libia di Gheddafi da parte dei non libici. Gli africani preferiscono livellarsi verso il basso anziché verso l'alto. E mi sono pure sentita dire che non sarebbe giusto che l'Africa si rendesse economicamente competitiva con l'Europa e gli Stati Uniti come sognava il Colonnello. Io non mi preoccuperò mai più per l'Africa. Se non gliene frega niente a loro, figuriamoci a me! Un altro Gheddafi non ci sarà mai più, se non c'è riuscito lui a realizzare determinati progetti non lo farà di certo qualcun altro, nessuno sfiderà mai più l'Occidente come ha fatto lui a costo di essere ferocemente attaccato, addirittura ucciso. Che dire... Cazzi loro!
20/10/2012 23:52
 
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In omaggio a Muammar Gheddafi (Sirte, 7 giugno 1942 – Sirte, 20 ottobre 2011), vittima della barbarie democratica, nell'anniversario della sua morte.

Dal libro "Il Viaggio del Leader. Muammar Gheddafi in Italia - Discorsi".

Università La Sapienza, giovedì 11 giugno 2009


"Buonasera. E' un grande onore per me incontrare i docenti e gli studenti di questa antica università. Poiché questa è la mia prima visita in Italia ci tenevo molto a parlare con persone importanti, con le figure efficienti e fondamentali della società italiana: gli studenti e i professori.
Ormai siamo entrati in una nuova fase delle nostre relazioni bilaterali e quindi dobbiamo parlarci e dialogare e concordare insieme perché abbiamo pattuito di stringere un'amicizia, di essere sinceri gli uni verso gli altri e di camminare insieme per superare gli effetti di un odioso passato.
Forse la generazione attuale non sa quello che è stato commesso in Libia dagli italiani durante l'epoca coloniale, però i libici hanno dovuto bere quel calice amaro. Ogni famiglia libica ha sofferto a causa del colonialismo. Non c'è una famiglia in Libia in cui non ci sia stata una persona uccisa, ferita o deportata oppure vittima dello scoppio di una mina. Se si domandasse a qualsiasi libico, racconterebbe questo. Se tu gli chiedessi di suo nonno, ti direbbe che è stato ferito o ucciso o deportato come traditore. Ma, purtroppo, l'attuale generazione italiana probabilmente non conosce questo passato, al punto che molti italiani quando sentono parlare di "indennizzo" o di "scuse" al popolo libico chiedono "Perchè mai ci dobbiamo scusare, che cosa mai dobbiamo indennizzare?". Il popolo italiano deve sapere, studiare la storia, affinché non si ripetano gli errori commessi in passato. Se uno Stato che ha colonizzato un altro Stato poi indennizza quel popolo colonizzato, questo fa in modo che non si ripeta il colonialismo in futuro. Finché chi colonizza un altro Stato è costretto a indennizzare, i colonizzatori si asterranno dal colonizzare gli altri. Capiranno finalmente che il progetto colonialista è un progetto fallimentare e condannabile: quindi perché mai ripeterlo nuovamente? Il nostro scopo è proprio quello di impedire che il colonialismo si possa ripetere un'altra volta, perché, come ho detto, le nuove generazioni non conoscono il colonialismo e quindi potrebbero commettere lo stesso errore nuovamente. E' doveroso che i testi scolastici insegnino questa lezione. Il proverbio dice "Per ogni situazione, un detto", ed è in tale prospettiva che dobbiamo affrontare questo discorso, parlare di queste cose, sia alla presenza dei docenti universitari sia degli studenti universitari. I libri di testo, di qualunque istituto di educazione nel mondo, devono impartire questa lezione. Però questa lezione e questo programma di studi devono essere neutrali, scientifici e non di parte, faziosi; non devono essere allineati, altrimenti insegneremmo alle nostre generazioni l'errore. Se dovesse riapparire un'altra volta Mussolini e lo giudicassimo, potrebbe darci una lezione sbagliata, non dovremmo ascoltarlo, perché non sarebbe imparziale. Dobbiamo ascoltare lo storico veramente neutrale, che si trova dalla parte della scienza pura. E quando noi insegniamo la storia nella sua verità ne possiamo trarre un utile per la nostra vita; se invece impartissimo dei programmi di insegnamento sbagliati, sarebbero apprese nozioni sbagliate che porterebbero a comportamenti sbagliati, e quindi falliremmo. Voi non sapete che il popolo libico nel 1911 non conosceva neanche dove si trovasse l'Italia né che vi fossero ostilità o problemi con l'Italia. Fu sorpreso dal fatto che un Paese come l'Italia lo bombardava con i cannoni dalle navi, arrestava i libici a migliaia e li deportava verso i luoghi di esilio. Il popolo libico si meravigliò, si domandò cosa avesse mai fatto per meritare questa punizione. "Chi sono questi che ci vengono a bombardare con le navi?". Hanno risposto che erano italiani. "E da dove sono venuti?". Hanno detto che erano venuti dall'Europa. "Ma che cosa hanno a che fare con noi, perché ci bombardano?". E hanno detto loro che l'Italia voleva occupare la Libia quindi non ebbero alternativa che resistere. Se voi veniste sorpresi da un bombardamento nelle vostre strade e nelle vostre case e chiedeste chi vi sta bombardamento e vi rispondessero, ad esempio, che sono i greci, naturalmente cerchereste di resistere. Vi chiedereste che colpa avete commesso per essere aggrediti da loro. Questo è avvenuto per tutti i popoli che sono stati colonizzati: nei Paesi arabi, nei Paesi africani, in Asia, nel Terzo Mondo, in tutti i continenti. Popoli tranquilli e pacifici nelle loro case sono stati aggrediti dalla Francia, dalla Gran Bretagna, dalla Germania, dall'Italia, dalla Spagna, dal Portogallo, dall'Olanda e infine dagli Stati Uniti. Questa è un'ingiustizia e andrebbe studiata e capita; quindi questi popoli hanno diritto a richiedere un indennizzo. Non solo la Libia all'Italia ma tutti gli altri Stati, affinché non si ripeta più il fenomeno del colonialismo.
Questa è l'origine, la causa dei problemi che dobbiamo affrontare adesso. Attualmente c'è il problema del terrorismo. Qual è il motivo di questo problema? Naturalmente l'azione terroristica è condannabile: la maggior parte delle vittime sono degli innocenti disarmati, ma la causa dell'esistenza di questo terrorismo qual è? Penso che sia una conseguenza che deriva dall'esperienza del colonialismo. Il mondo islamico, per esempio, è stato colonizzato da parte di Stati che professavano il Cristianesimo. Cristo è innocente per questi atti, Cristo è un profeta di pace, un messaggero di pace. Cristo diceva "A chi ti colpisce sulla guancia destra tu porgi la guancia sinistra", "A chi ti chiede una parte del tuo vestito daglielo tutto". E ancora "Se qualcuno fa un passo per riconciliarsi con te, tu fanne cento". Diceva "Amate i vostri nemici perché è scontato che i vostri amici vi amino e che voi li amiate". Eppure l'aggressione è avvenuta proprio da parte di Stati che professavano il Cristianesimo. Successivamente è stata imposta la dipendenza dagli Stati colonialisti. Ogni Stato che ha colonizzato un Paese del Terzo Mondo gli ha imposto una totale dipendenza. "Quelli che governeranno questo Paese che ho occupato devono essere miei agenti, devono dipendere da me. Se vi sono cittadini di questo Paese che sono dei rivoluzionari, dei ribelli che non amano il colonialismo, li dobbiamo far fuori". Così, ad esempio, hanno cercato di liberarsi di tanti leader anticolonialisti, come Nasser perché desiderava che il proprio popolo fosse libero, non voleva il colonialismo, aveva restituito il canale di Suez all'Egitto; hanno ucciso Patrice Lumumba che voleva liberare il Congo, e così tanti altri. Adesso c'è un altro tipo di colonialismo, successivo al colonialismo diretto. I governanti dei Paesi decolonizzati devono dipendere dalle nazioni colonizzatrici, devono essere dei loro agenti. Gli americani volevano uccidere Gheddafi perché non voleva sottomettersi all'America, voleva che il proprio Paese fosse libero e voleva aiutare i popoli che combattevano per la libertà; ma l'America invece non vuole la libertà dei popoli, vuole colonizzare il globo terrestre, perciò voleva uccidere Gheddafi. E poi c’è la corsa ad accaparrarsi le risorse: tuttora i Paesi colonialisti si impossessano delle risorse dei Paesi ex colonizzati, e questo dà vita a una reazione. C'è quasi una derisione verso i popoli che sono stati colonizzati, un'aggressione alle loro risorse, una mancanza di rispetto per la loro indipendenza. Si vuole imporre loro ancora una dipendenza. Si deridono i loro valori, le loro tradizioni, la loro moralità. Abbiamo visto che in Danimarca qualcuno ha raffigurato Maometto usando immagini, fumetti ridicoli. Perché questo? Che cosa c'entra la Danimarca con Maometto? E poi Maometto mica l'abbiamo creato noi. L'ha creato il buon Dio. Vai a litigare con Dio che ha creato Maometto e ne ha fatto un profeta! Tu credi in Gesù? Certo, se tu credessi davvero in Gesù non avresti mai insultato Maometto perché è stato Gesù ad annunciare che ci sarebbe stato un profeta dopo di Lui e che si sarebbe chiamato Maometto. Allora non credi in Gesù se non credi anche in Maometto. La fede dei seguaci di Maometto, come lo siamo noi, sarebbe incompleta se non credessero anche in Gesù, in Mosè e in altri profeti. Quelle immagini realizzate contro Maometto quale risultato potevano portare se non una reazione rabbiosa dei musulmani? Era nel loro diritto farlo, malgrado Maometto sia un profeta per tutti i credenti perché è l'ultimo profeta. E' stato mandato da Dio per indirizzare tutti i popoli, quindi è un profeta anche per gli abitanti danesi. Quello che avviene comporta una reazione ed ecco che è nato il terrorismo, sono apparsi dei musulmani estremisti. Ma chi è responsabile di provocare il terrorismo e l'odio è proprio chi ha cominciato per primo a comportarsi in modo odioso.
Il popolo palestinese è un popolo disperso, disarmato: quattro milioni dispersi nel mondo, le loro fattorie e le loro case sono adesso occupate dagli israeliani. Perché non accettiamo il popolo palestinese? Ha subito un'ingiustizia, è stato il popolo palestinese a essere cacciato via dalla propria terra, è il popolo palestinese che è disarmato e disperso; invece si è contro questo popolo ridotto alla miseria e si appoggiano gli israeliani.
Allora c'è una reazione da parte del popolo palestinese disperso: il popolo palestinese dovrà resistere e resisterà. Purtroppo c'è una deformazione scientifica della realtà. Tutto quello che ci viene detto proviene da una parte faziosa, non neutrale. Voi sentite dire che i palestinesi bombardano dalla Striscia di Gaza i villaggi israeliani. Se la notizia viene presentata così, ci si domanda: "Perché i palestinesi della Striscia di Gaza bombardano gli israeliani?". Abbiamo diritto di farci questa domanda, non conoscendo la verità. La verità è la seguente: i villaggi che vengono bombardati dai palestinesi erano in origine villaggi palestinesi che avevano anche dei nomi arabi; poi sono stati occupati dagli israeliani che hanno cacciato via gli abitanti e li hanno radunati nella Striscia di Gaza. Hanno cambiato i nomi dei villaggi mettendo dei nomi ebraici e li hanno abitati. Chi è stato cacciato dalla propria casa, dal proprio villaggio, e vede gli israeliani abitare nel villaggio e nella casa dove viveva cosa farà? Prenderà un missile e glielo lancerà! Quando un palestinese si comporta così, gli israeliani dicono: "Ah, vedete, i palestinesi sono dei terroristi! Bombardano le nostre case, i nostri bambini!". Uno dovrebbe rispondere: "Ma quella mica è casa tua, è la casa dei palestinesi che hai cacciato via. Hai portato i tuoi bambini e li hai messi in questa casa, e quindi tu sei responsabile dei tuoi figli". Poi noi lo chiamiamo terrorismo palestinese e facciamo un progetto con il quale chiediamo di fermare il terrorismo palestinese. Questa è una deformazione della storia e della verità; e questa deformazione non ci ha fatto giungere alla soluzione dei nostri problemi. Noi perdiamo mentre il terrorismo aumenta, la guerra aumenta, le sconfitte aumentano, l'odio aumenta; il mondo ha bisogno di un risveglio, ci vuole una rivoluzione culturale che porti a comportamenti corretti. Noi, la Libia e l'Italia, da quest'antica università dobbiamo promuovere l'idea di nuovi programmi di studio che portino all'apprendimento di comportamenti corretti. Altrimenti non sconfiggeremo mai i mali di quest'epoca.
Anche l'immagine clandestina è un effetto del colonialismo. Io vedo tanti africani, ad esempio, che vengono in Libia per poi andare in Italia. Chiedo loro perché vogliono andare in Italia o in Europa, e mi rispondono che stanno rincorrendo le risorse che sono state derubate dai Paesi colonialisti. Dicono che l'Europa ha colonizzato l'Africa, si è presa le miniere, l'oro, i diamanti, il ferro, il rame, l'uranio, i fosfati, i frutti della terra africana; li ha portati via, li ha elaborati e li ha rivenduti a caro prezzo. E quindi stanno "andando dietro", stanno seguendo le risorse che sono state loro sottratte. Che cosa posso rispondere? Non abbiamo veramente una risposta a questa domanda. Potremmo dir loro che quanto affermano è giusto, è corretto, cioè che l'Europa si è impossessata in modo improprio delle risorse dell'Africa. Se l'Europa potrà restituire queste risorse, allora gli africani potranno rimanere in patria: questo è un discorso logico. Come si fa a restituire le risorse sottratte all'Africa? Ci sediamo, discutiamo e raggiungiamo un accordo. Non abbiamo il vertice del G8 che si terrà in Italia il mese prossimo? Potremmo trovare una soluzione. Intanto riconosciamo di aver sottratto impropriamente quelle risorse, di aver sfruttato l'Africa, di averla colonizzata, di aver trattato quelle popolazioni come animali, come schiavi, perché questo è effettivamente accaduto in passato. Ci dobbiamo scusare di quanto accaduto, chiedere perdono, assicurare che non si ripeta più. Dobbiamo pensare alle risorse sottratte e a come restituirle ai legittimi proprietari.
Se qualcuno entrasse in casa tua e prendesse con la forza le tue cose – soldi, gioielli, mobili – e le portasse a casa propria, se questa persona fosse nota e la sua casa altrettanto conosciuta, tu gli correresti dietro, chiunque gli correrebbe dietro: questa è, un po' in breve, l'immigrazione. Ma qual è la soluzione? Restituire quanto sottratto da quella casa! Il ladro ti potrà dire che quei soldi li ha già spesi, i gioielli li ha venduti, i mobili ormai sono usati, ma questo non lo dispenserà dal debito che ha. Come può indennizzarti? Per esempio, dando dei soldi a fronte di tutto quello che aveva portato via, oppure dando una casa al posto di quella che ha derubato. Ci sono dei tribunali e dei giudici che deliberano così, ed è questo che dovrebbe avvenire. Ci incontreremo insieme al G8 aperto agli altri Stati e diremo che questi popoli, soprattutto gli africani, sono stati colonizzati e derubati delle loro risorse; e che ora stanno andando dietro alle loro risorse. Questa è l'immigrazione. Che cosa facciamo quindi? Per esempio, come sono stati immessi miliardi di dollari nelle casse delle banche per evitare il fallimento allo stesso modo si immettano in Africa, come indennizzo. Questo non è un regalo, non è una carità: è un diritto.
Qual è il nostro guadagno? Che così l'immigrazione si ferma e vinciamo una grande sfida di quest'epoca. Io, se Dio vuole, dirò questo al G8 e lo dirò anche all'assemblea generale dell'ONU. L'immigrazione e il colonialismo sono due questioni importanti come il terrorismo. L'Italia e la Libia rappresentano un esempio da seguire per gli altri. Tutti i Paesi che hanno colonizzato devono risarcire le ex colonie, condannare il colonialismo, riconoscere le proprie responsabilità, chiedere scusa per quanto successo.

Ma chi ascolta, chi comprende davvero queste parole? Il mondo vive un momento di fallimento, di crisi culturale e ideologica. Per questo parlo a voi, docenti e studenti universitari. Forse possiamo dare al mondo un nuovo spirito.
I politici non hanno tale compito, che riguarda la cultura e l'ideologia e che è invece compito vostro, dei docenti e degli studenti. La cultura, l'ideologia che creiamo deve poi essere applicata dalle classi politiche. Se saranno seri i docenti e gli studenti, e la nostra voce sarà alta, potremo coprire il mondo con pubblicazioni e libri, con trasmissioni televisive, con Internet, per poter chiedere ai governanti dove stanno andando, dove ci stanno portando, e poter dire loro che non pensano al bene dei popoli e non li rispettano. Perché i popoli vogliono una cosa e i governanti ne fanno un'altra: per esempio, il popolo americano non vuole la guerra, ma il Governo americano impone la guerra e così muoiono tanti americani nelle guerre in Iraq e in Afghanistan, perché questa è la volontà del Presidente. Il popolo americano non voleva certo uccidere i bambini libici, fu il presidente Reagan a uccidere i bambini libici il 14 aprile 1986. Li ha uccisi mentre dormivano. Il popolo americano voleva questo? No, mai! Quindi non c'è rispetto verso i popoli. Credo che i popoli un giorno arriveranno a esercitare il potere, si autogoverneranno tramite i congressi e i comitati popolari. Com'è strutturata attualmente la rappresentanza politica, ridotta a uno slogan, è una presa in giro, non è una vera rappresentanza del popolo. Non c'è democrazia senza i congressi e i comitati popolari. Il partitismo impedisce la democrazia il governo rappresentativo è un governo inesistente. Ma le masse arriveranno al potere del popolo, stanno marciando verso il potere".

01/09/2013 23:22
 
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September 1, 1969 - The declaration of the Revolution



09/12/2013 17:50
 
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5 dicembre 2013: e così anche Nelson Mandela se n'è andato... Povero mondo.

"I rapporti fra il primo presidente del Sudafrica multirazziale e la guida della Jamahiriya risalgono ai tempi in cui il primo languiva nelle carceri dell'apartheid e il secondo finanziava e ospitava sul suo territorio l'African National Congress (ANC, il partito di Mandela), guardato con sospetto dai Paesi occidentali per i suoi rapporti preferenziali con l'Unione Sovietica. Mandela giurò lealtà eterna a Gheddafi in quei giorni, e difatti ebbe modo di sdebitarsi nella seconda metà degli anni '90, quando la Libia era isolata a causa delle sanzioni per gli attentati di Lockerbie e del volo UTA. Mandela allora si recò a Tripoli, violando l'embargo, e promise mediando con le autorità britanniche: 'Non abbandoneremo mai la Libia'".
www.tempi.it/mandela-obama-onu-sui-diritti-umani-e-gheddafi-va-scena-la-fiera-delli...



Michael di Gheddafi avrà senz'altro sentito parlare da Mandela anche se con il video di "Man in the Mirror" questo non c'entra. Michael e Mandela si sono conosciuti il 18 luglio del 1996 al party per il compleanno di Mandela in Sud Africa. Penso che Gheddafi sia stato inserito in "Man in the Mirror" per l'attacco subito dagli USA nell'86 con tanto di bombardamenti. Gheddafi è al minuto 2.30



Se Michael ha scelto immagini di lui sorridente tra la sua gente penso che tendesse a stimarlo altrimenti ce ne sono altre mal interpretabili di Gheddafi che con la mano percuote sulla testa una guardia facendole saltare via il berretto per aver allontanato sgarbatamente dalla sua macchina un ragazzo che voleva salutarlo. Se si vedono quelle immagini influenzati da come l'hanno dipinto i media occidentali da sempre, viene da pensare che è un prepotente che tratta male i suoi sottoposti, non ci si fa nemmeno caso a quel ragazzo facente parte di una folla, non ci si chiede il perché di quel gesto. Se a Michael fosse stato antipatico avrebbe usato immagini di quel tipo. Tra Mandela e il Colonnello non c'era un'alleanza politica ma una vera amicizia, entrambi hanno lottato per i diritti umani, Mandela al sud e Gheddafi al nord, Gheddafi ha avuto problemi in Libia soprattutto per la condizione femminile che ha dovuto rivoluzionare del tutto.



"Nessun Paese può rivendicare di essere il poliziotto del mondo e nessuno Stato può dettare a un altro cosa deve fare. Quelli che ieri erano amici dei nostri nemici oggi hanno l'impudenza di dirmi di non fare visita al mio fratello Gheddafi. Mi suggeriscono di essere ingrato e di dimenticarmi del passato" (Nelson Mandela)
fanuessays.blogspot.it/2011/12/mandela-nobel-per-la-pace.html



"Coloro che si sentono irritati dalla nostra amicizia con il presidente Gheddafi possono andare a fare un tuffo in piscina" (Nelson Mandela)



R.I.P. e grazie di tutto a entrambi.
10/12/2013 12:37
 
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Vedo che molti video a favore di Gheddafi anche qui presenti sono spariti da YouTube, video dove il popolo libico manifestava in massa a suo favore. Questo è segno di evidente malafede e di sabotaggio dell'informazione. In questi giorni in tv vedo continue citazioni di mandalate. Mandela un eroe, Gheddafi un personaggio del quale si evita di parlare, che non ha ricevuto gli stessi onori. Eppure c'è da chiedersi che cosa avrebbe fatto Mandela senza l'appoggio di Gheddafi che gli ha mantenuto in vita il partito in territorio libico mentre era in galera. Durante l'aggressione alla Libia, nonostante le parole di amicizia, Mandela non ha mosso un dito per la causa libico-africana. Questo perchè era vecchio, penso. L'Unione Africana tenuta in piedi da Gheddafi, da lui foraggiata, ha tradito innalzando la bandiera dei cosiddetti ribelli anche prima del suo assassinio. Ognuno ha quello che si merita, si vede che l'Africa merita di rimanere in ginocchio altrimenti quale migliore occasione di quella per alzare il culo e andare a combattere....
10/12/2013 23:22
 
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Dopo aver visto un paio di tg stasera, dico che da una parte è meglio che Gheddafi a differenza di Mandela sia considerato da molti un personaggio scomodo e che non abbia ricevuto gli stessi onori da gente senza onore né amore: a Obama e a Sarkozy dovrebbe essere impedito di mettere piede in Africa, dare la parola a Obama in Africa è come dare la parola a Hitler in Israele così come la scorsa estate vedere gente africana con addosso quegli stracci con la bandiera statunitense era come vedere degli ebrei con la faccia di Hitler sul petto.

Da www.repubblica.it/speciali/cinema/venezia/edizione2013/2013/08/31/news/berlusconi_redemption-6...

"L'insostenibile leggerezza di papà Sarkò. Parigi, 6 maggio 2012. Quella di Sarkozy è una lettera aperta alla figlia piccina, ambientata il giorno prima del verdetto che determinerà la sua uscita dalla scena politica. "Qualunque cosa tu diventerai da grande, ballerina o procuratore della Repubblica, campionessa olimpica di equitazione, è probable che tu non avrai mai un vero padre e se un giorno mi rinfaccerai queste parole io negherò. Anche allora ci saranno i segni delle mie inettitudini, il non saper cambiare una lampadina o decidere la cena. Oggi la Francia decide il mio futuro, domani sarò ancora tuo padre, pagherò le tue lezioni di danza e di equitazione, i corsi di legge. Quando cercherai le mie foto vecchie alle feste e non ricorderai una giornata insieme al parco, non ti arrabbiare, ricordati che è più tristere perdere quel che si aveva".

Tua figlia dovrebbe disprezzarti per ben altri motivi, non per non saper cambiare una lampadina o decidere la cena. Assassino! E' nata lo stesso giorno della morte di Gheddafi, ma che bella giornata dev'essere stata, in un'atmosfera di buon augurio proprio...
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