Gheddafi è morto

Ultimo Aggiornamento: 10/12/2013 23:22
Autore
Vota | Stampa | Notifica email    
14/11/2011 16:56
 
Quota
"Sono stato in Libia, da lavoratore, fino al 21 febbraio scorso quando, costretto dagli eventi, ho dovuto abbandonarla con l'ultimo volo di linea Alitalia. Ho avuto modo di conoscere gran parte del Paese, da Tripoli a Bengasi a Ras Lanuf a Marsa El Brega a Gadames, non frequentando gli ambienti dorati, ovattati e distaccati dei grandi alberghi, ma vivendo da lavoratore tra lavoratori e a quotidiano contatto con ambienti popolari, sempre riscontrando cordialità e sentimenti di amicizia per certi versi inaspettati e sorprendenti. Non era raro per strada sentirsi chiedere di poter fare assieme una fotografia da chi si accorgeva di stare incrociando degli italiani, peraltro numerosissimi anche per le tantissime imprese che vi operavano, dalle più grandi (ENI, Finmeccanica, Impregilo ecc.) alle più piccole (infissi, sanitari, rubinetterie, arredamenti ecc.), in un ambiente favorevolissimo, direi familiare. Da quello che ho potuto constatare il tenore di vita libico era abbastanza soddisfacente: il pane veniva praticamente regalato, 10 uova costavano l'equivalente di 1 euro, 1 kg di pesce spada circa 5 euro, un litro di benzina circa 10 centesimi di euro; la corrente elettrica era di fatto gratuita; decine e decine di migliaia di alloggi già costruiti e ancora in costruzione per garantire una casa a tutti (150-200 m2 ad alloggio); l'acqua potabile portata dal deserto già in quasi tutte le città con un'opera ciclopica, in via di completamento, chiamata "Grande Fiume"; era stata avviata la costruzione della ferrovia ad alta velocità e appaltato il primo lotto tra Bengasi e il confine egiziano della modernissima autostrada inserita nell'accordo con l'Italia; tutti erano dotati di cellulari, il costo delle chiamate era irrisorio, la televisione satellitare era presente sostanzialmente in ogni famiglia e nessun programma era soggetto a oscuramento, così come internet alla portata di tutti, con ogni sito accessibile, compresi i social network (Facebook e Twitter), Skype e la comunicazione a mezzo e-mail. Dalla fine dell'embargo la situazione, anche "democratica", era migliorata tantissimo e il trend era decisamente positivo: i libici erano liberi di andare all'estero e rientrare a proprio piacimento e un reddito era sostanzialmente garantito a tutti. Quando sono scoppiati i primi disordini, la sensazione che tutti lì abbiamo avuto è stata quella che qualcuno stava fomentando rivalità mai sopite tra la regione di Bengasi e la Tripolitania, così come le notizie che rilanciavano le varie emittenti satellitari apparivano palesemente gonfiate quando non addirittura destituite da ogni fondamento: fosse comuni, bombardamenti di aerei sui dimostranti ecc. Certamente dal punto di vista democratico i margini di miglioramento non saranno stati trascurabili, del resto come in tanti altri Paesi come l'Arabia Saudita, la Cina, il Pakistan, la Siria, gli Emirati Arabi, il Sudan, lo Yemen, la Nigeria ecc. ecc.... E forse anche un po' da noi! Pertanto prima o poi qualcuno dovrà spiegare perché in questi Paesi non si interviene... Sono triste e amareggiato al pensiero di come sarò considerato dagli amici libici che ho lasciato laggiù dopo questa scellerata decisione di stupidissimo interventismo!

Guido Nardo
Ingegnere Gruppo ENI"
Da 16 cose che i libici non rivedranno mai più
14/11/2011 17:24
 
Quota
Post: 1.632
Registrato il: 18/07/2009
Sesso: Maschile
Amministratore Unico
Dangerous Fan
Direzione
OFFLINE
Re:
Daniela(75), 14/11/2011 16.56:

"Sono stato in Libia, da lavoratore, fino al 21 febbraio scorso quando, costretto dagli eventi, ho dovuto abbandonarla con l'ultimo volo di linea Alitalia. Ho avuto modo di conoscere gran parte del Paese, da Tripoli a Bengasi a Ras Lanuf a Marsa El Brega a Gadames, non frequentando gli ambienti dorati, ovattati e distaccati dei grandi alberghi, ma vivendo da lavoratore tra lavoratori e a quotidiano contatto con ambienti popolari, sempre riscontrando cordialità e sentimenti di amicizia per certi versi inaspettati e sorprendenti. Non era raro per strada sentirsi chiedere di poter fare assieme una fotografia da chi si accorgeva di stare incrociando degli italiani, peraltro numerosissimi anche per le tantissime imprese che vi operavano, dalle più grandi (ENI, Finmeccanica, Impregilo ecc.) alle più piccole (infissi, sanitari, rubinetterie, arredamenti ecc.), in un ambiente favorevolissimo, direi familiare. Da quello che ho potuto constatare il tenore di vita libico era abbastanza soddisfacente: il pane veniva praticamente regalato, 10 uova costavano l'equivalente di 1 euro, 1 kg di pesce spada circa 5 euro, un litro di benzina circa 10 centesimi di euro; la corrente elettrica era di fatto gratuita; decine e decine di migliaia di alloggi già costruiti e ancora in costruzione per garantire una casa a tutti (150-200 m2 ad alloggio); l'acqua potabile portata dal deserto già in quasi tutte le città con un'opera ciclopica, in via di completamento, chiamata "Grande Fiume"; era stata avviata la costruzione della ferrovia ad alta velocità e appaltato il primo lotto tra Bengasi e il confine egiziano della modernissima autostrada inserita nell'accordo con l'Italia; tutti erano dotati di cellulari, il costo delle chiamate era irrisorio, la televisione satellitare era presente sostanzialmente in ogni famiglia e nessun programma era soggetto a oscuramento, così come internet alla portata di tutti, con ogni sito accessibile, compresi i social network (Facebook e Twitter), Skype e la comunicazione a mezzo e-mail. Dalla fine dell'embargo la situazione, anche "democratica", era migliorata tantissimo e il trend era decisamente positivo: i libici erano liberi di andare all'estero e rientrare a proprio piacimento e un reddito era sostanzialmente garantito a tutti. Quando sono scoppiati i primi disordini, la sensazione che tutti lì abbiamo avuto è stata quella che qualcuno stava fomentando rivalità mai sopite tra la regione di Bengasi e la Tripolitania, così come le notizie che rilanciavano le varie emittenti satellitari apparivano palesemente gonfiate quando non addirittura destituite da ogni fondamento: fosse comuni, bombardamenti di aerei sui dimostranti ecc. Certamente dal punto di vista democratico i margini di miglioramento non saranno stati trascurabili, del resto come in tanti altri Paesi come l'Arabia Saudita, la Cina, il Pakistan, la Siria, gli Emirati Arabi, il Sudan, lo Yemen, la Nigeria ecc. ecc.... E forse anche un po' da noi! Pertanto prima o poi qualcuno dovrà spiegare perché in questi Paesi non si interviene... Sono triste e amareggiato al pensiero di come sarò considerato dagli amici libici che ho lasciato laggiù dopo questa scellerata decisione di stupidissimo interventismo!

Guido Nardo
Ingegnere Gruppo ENI"
Da 16 cose che i libici non rivedranno mai più



Grazie Daniela per quest'altra testimonianza!


15/11/2011 19:19
 
Quota
Prego :) Ci sono testimonianze anche di tanti libici su Facebook, ma non posso incollarle qui con nomi e cognomi. E' ben altra cosa dal riportare un commento di per se' pubblico com'è quello dell'ingegnere dell'ENI. Sempre su Facebook scrivono italiani che hanno lavorato in Libia come lui. Sta a ciascuno di noi avere voglia di mettersi in contatto con queste persone. C'è una cosa che fra le altre mi fa arrabbiare e che spero faccia arrabbiare molti ovvero il fatto che certe notizie debbano essere diffuse da Daniela(75) e da altri interessati a saperne di più e non da chi fa il giornalista pagato per fare informazione. Ecco quali zozzure sono capaci di pubblicare questi gazzettieri anziché aggiornare l'opinione pubblica su fatti veri e importanti (naturalmente ho commentato):
www.blitzquotidiano.it/cronaca-mondo/gheddafi-dilatatore-pene-viagra-sesso-ospedale-1016086/?fb_comment_id=fbc_10150370430968644_20096021_101503726...
Ma sia Michael che Gheddafi casa non se la potevano spiccià da soli?
15/11/2011 19:57
 
Quota
I commenti sono stati tutti "democraticamente" cancellati. Questo era il mio:
"Robert Catena, sciacquati la bocca prima di parlare del Colonnello. Cos'è 'sta roba, "berlusconate libiche"?! Dovreste pensare a diffondere notizie vere e ben più importanti, cosa della quale invece si fanno carico persone che non sono pagate da nessuna redazione e si sbattono ogni giorno sulle fonti dall'estero per amore della verità, contro la censura dei media dell'Italietta colonia statunitense. La Libia attualmente è per la maggior parte sotto il controllo della resistenza, il CNT crollerà perchè senza la NATO (che pure continua a intevenire al sud al di là di ogni logica e legalità) i tagliatori di teste non sono nulla. Quelli sì che sono animali! E sono animali coloro che hanno bombardato la Libia facendo migliaia di vittime. Gheddafi non era un dittatore, studiate! E potrebbe essere vivo, informatevi. C'è una lettera del 28 ottobre scorso che sembra sia stata scritta da lui ed è stata diffusa da Al Jamahiriya TV per alcuni giorni. Tornando al dilatatore del pene, non stiamo mica parlando del pipino di Sarkozy, almeno sappiatevi scegliere bene le vittime alle quali attribuire certa immondizia".
16/11/2011 12:19
 
Quota
I commenti li hanno rimessi, fanno come je pare. Ecco quest'altra perla. Roba morbosa per gente morbosa e ignorante...
www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/242393
16/11/2011 19:44
 
Quota
Da libyanfreepress.wordpress.com/2011/11/16/libyan-resistance-news-%E2%80%93-november-15-2011-%E2%80%93-update-2355-...

15 novembre 2011 – Notizie dalla Resistenza Libica dell'LLA (Libyan Liberation Army)

L'Esercito di Liberazione Libico (LLA – Libyan Liberation Army) ha annunciato i risultati preliminari dei combattimenti delle scorse notti:

- 725 attacchi;
- Distrutti 79 obiettivi e basi dei "ribelli";
- Uccisi centinaia di "ribelli";
- 1.200 morti in solo 79 operazioni militari (mancano i rapporti da Tripoli).
Elementi militari stranieri uccisi:
- 119 soldati francesi;
- 54 del Qatar;
- 339 mercenari statunitensi e privati mercenari del petrolio.

Sebha: l’esercito di liberazione ha lanciato un attacco alle porte della città.

Zawiya: pesanti combattimenti tra mujaheddin di Warchfana aiutati da alcune tribù e "ribelli". 40 "ribelli" uccisi. I mujaheddin hanno requisito diversi pick-up e munizioni. I combattenti dell'Esercito di Liberazione hanno perso quattro martiri sul campo di battaglia e 10 feriti.

Bengasi: almeno 23 persone sono rimaste uccise negli scontri tra mercenari NATO e i combattenti tribali nel porto della città. Pesanti scontri anche a causa della povertà, la mancanza di servizi, l'assenza di legge e il caro-vita, che spingono la popolazione contro i "ribelli". Esecuzioni sommarie sono una prassi comune. Migliaia di civili sono dispersi in tutto il Paese. La Resistenza Verde Warchfana ha catturato 2 battaglioni di "banditi" di Bengasi. Nelle strade di Bengasi si parla del possibile ritorno della NATO perché il CNT ha perso il controllo della Libia.

Tripoli: forte esplosione nel quartiere Mansur, che ha diffuso il panico fra i "ribelli". Nell'area delle raffinerie dal pomeriggio si sentono i suoni dell'artiglieria. Gli uomini del battaglione "Thunder" hanno distrutto molti veicoli del CNT. Scontri tra battaglione "17 fervralya", con l'appoggio dei mercenari del Qatar, e l'esercito di liberazione a 27 Wershvanh.

Tripoli: il Qatar sta cercando l'occupazione di Tripoli ai danni del CNT, usando gruppi ALQAEDA di Bel haj. Tripoli è super ricca di gas e petrolio e l'obbiettivo del Qatar con ALQAEDA è di ottenere queste risorse. Ieri e questa notte i "ribelli" di Tripoli e Misurata si sono scontrati con la tribù Washafane. Vi sono poi scontri tra "ribelli", in particolare tra la brigata Bel haj e quella di Zintan. La resistenza verde sta combattendo a sud e a est di Tripoli contro le brigate di Bel haj e Misurata. Le brigate "ribelli" saccheggiano le case e poi si scontrano tra loro per il bottino.

Tripoli: almeno 10 mercenari della Nato sono stati uccisi in pesanti scontri con la resistenza libica, domenica mattina presto nei pressi di un campo militare vicino al porto Zawiyah. Secondo una fonte vicina alla resistenza, gli uomini della resistenza hanno attaccato i mercenari NATO utilizzando la bandiera monarchica per creare confusione. Secondo i mercenari NATO la resistenza libica mostrava la bandiera verde libica quando ha attaccato. Un comandante mercenario di nome Walid Bin Kora ha detto che i veicoli nemici portavano scritto "Brigata del Martire Muammar Gheddafi". Ha anche detto che negli scontri si sono visti carri armati e altri veicoli con le bandiere verdi.

Tripoli: dappertutto, secondo le notizie giunte fino alla scorsa notte, vi sarebbero stati scontri. Confermata la completa distruzione del più grande deposito di armi e munizioni dei "ribelli" a Tripoli ("campo 27"). Il centro di Tripoli e i sobborghi sono rientrati nelle mani dei lealisti.

Zawiya: secondo alraiTV i "ribelli" hanno perso il controllo della città di Zawiya. Vi sono notizie di aerei NATO che continuano a sorvolare e a bombardare il Paese. Si è sentita la contraerea a Zawiya. Bombardamenti a tappeto della NATO avrebbero ucciso molti Tuareg nel sud del Paese.

FONTI:

http://za-afriku.ru
http://truthfrequencynews.com
http://wertyzreport.com/
http://libyasos.blogspot.com
http://ozyism.blogspot.com
http://www.algeria-isp.com
http://jerbanews.blogspot.com/
... And more received by e-mails
22/11/2011 20:36
 
Quota
Ieri sera... #LIBYA #Breaking news Green Libya:
Khamis Gaddafi is in Zintan thirty-two Brigade with his special forces. Libya - 21:45

Il generale Khamis Gheddafi è stato dato per morto diverse volte, cosa sempre puntualmente smentita. Il 29 agosto è la data in cui tutti i giornalisti, la cui professionalità è pari a 0, hanno deciso che doveva essere morto per forza.



Io sapevo che non era morto semplicemente perchè pur non essendo pagata proprio da nessuno seguivo la vicenda attingendo notizie da varie fonti. Incapaci, privi di iniziativa, dementi, non so come altro definire questi specialisti della cazzata che costituiscono la realtà "informazione" presente nel Paese, capace solo di sparare calunnie e imprecisioni perchè in parte venduta e in parte di scarsissimo livello.

"Life without dignity is worthless!": "La vita senza dignità non vale niente!" (Muammar Gaddafi)

The Gaddafi brave heroes all...



22/11/2011 23:20
 
Quota
Sempre a proposito di Khamis, una notizia a caso fra quelle lette nei giorni che sono seguiti alla sua "morte":
1° ottobre 2011: "Khamis Gaddafi: Our blood is not cheap; the traitors will never find peace"...
www.mathaba.net/news/?x=628864
Non lo so, sarà che noi che ci interessiamo alla vicenda libica abbiamo una fortuna sfacciata nel trovare simili news, poverini questi giornalisti sfigati, loro 'ste cose qua non le sanno... Ma perchè non cambiano mestiere?!
22/11/2011 23:36
 
Quota
Post: 1.693
Registrato il: 18/07/2009
Sesso: Maschile
Amministratore Unico
Dangerous Fan
Direzione
OFFLINE
Daniela, non commento ma sappi che seguo costantemente i tuoi aggiornamenti. Grazie mille!
29/11/2011 23:24
 
Quota
Compix, ti dedico questo video... Immagini coloratissime da un angolo d'Africa meraviglioso [SM=g27817]

Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 13:04. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com