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[top news] Il libro di Joe Vogel: Man in The Music, la vita creativa e l'opera di Michael Jackson

Ultimo Aggiornamento: 31/10/2020 13:23
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09/11/2011 21:21
 
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valmjj70, 22/10/2011 22.51:

grazie Niki per la traduzione della recensione! [SM=g27822]

tramite la newsletter MJ Truth Now, vengono segnalate altre due belle recensioni.. [SM=g27823]
(a me è piaciuta soprattutto la prima)

una di Lauren Trainor nel sito di Michael Jackson Tribute Portrait
mjtpmagazine.presspublisher.us/issue/facing-the-challenge/article/a-review-man-in-the-music-the-creative-life-and-work-of-michael-jackson-by-j...

e un'altra da un altro sito..
musicindustrynewswire.com/2011/10/01/min4491_090008.php




Traduzione della recensione di John Scott G.

Dal suo abile stile di scrittura al suo impegno nell'intervistare quasi ogni possibile fonte coinvolta con il testo, c'è molto di piacevole nel nuovo libro di Joseph Vogel sul Re del Pop.
Infatti, considerando la scarsa qualità di altri che hanno già prodotto in quantità su questo argomento, penso che molte persone saranno piacevolmente sorprese da "Man in the Music: La vita e il lavoro creativo di Michael Jackson" Forse la cosa migliore che posso dire è che, dopo un immersione nel libro, si può solo scoprire che è più di un riassunto dei suoi capitoli.
Si può leggere questo libro in due modi diversi. Il metodo principale e più comune, sarebbe quello di immergersi (nel libro); si può semplicemente leggere dalla prima all'ultima pagina, come un romanzo pieno dei più grandi personaggi che si rivelano essere le persone coinvolte a lavorare con uno dei giganti dell'intrattenimento. Ma c'è un altro utilizzo del libro: puoi "assaggiarlo" più e più volte per verificare che cosa è stato coinvolto nelle decisioni innovative fatte alla base della creazioni di alcune delle canzoni preferite e di maggior successo al mondo.

L’intrattenimento oppure "opera di riferimento"
Questo volume potrebbe essere troppo vivace e divertente per essere considerato un'opera di riferimento (un'opera di riferimento è un compendio di informazioni, di solito di un tipo specifico, raccolti in un libro per facilità di riferimento, cioè l'informazione è destinata ad essere trovata rapidamente quando necessario, piuttosto che leggere il libro dall'inizio alla fine, ndt). Lo stile di scrittura utilizzato in queste opere è informativo. A parte tale riserva, il libro è prezioso su entrambi i livelli ed è utile come verifica dell’intenso desiderio del soggetto di produrre musica come arte, e la volontà che esisteva al tempo stesso, di raggiungere il successo commerciale.
Leggendo questo libro, potrete provare un forte sentimento "sei proprio lì, nella stanza con queste persone". Vogel qui ha raggiunto una raffinata combinazione; per esempio, da un lato non c'è un giornalismo investigativo, dall'altro poi c'è una tradizione orale trascritta. Il risultato si sente come di fatto un compendio conciso, di emozione, di opinione e di prospettiva.
Dopo aver scritto di politica nei suoi primi due libri, "Free Speech 101" e "Il Movimento di Obama," Vogel potrebbe apparire in apparenza come una scelta insolita nell’affrontare il tema di Michael Jackson. Come si è visto, la sua capacità di tessere una miriade sottili di avvenimenti in una prospettiva personale è estremamente efficace, il suo talento nel fare vedere e sentire le sue reazioni in una connessione emotiva con la musica pop di Jackson, rende questo libro ancora più di un successo.

Il Processo Creativo
Non ho bisogno di parlare del caso Michael Jackson come artista, come cantautore o come icona, Vogel fornisce un sacco di esempi di come MJ ha influito sui cambiamenti musicali e culturali nella seconda parte del secolo scorso e all'inizio di questo. Più volte, ci sono episodi in cui Vogel ci pone, con sottigliezza, all'interno del momento, in modo da poter far percepire cosa e come fosse l’esperienza del processo creativo. "Man in the Music" mette in mostra il tentativo di Vogel di collocare in ogni parte, la musa di Jackson in una prospettiva storica. (Si prega di notare come ho evitato di usare la parola "spirito del tempo" in questo paragrafo.)

Ogni cosa al suo posto
Sette degli otto capitoli sono organizzati intorno ai soli album di Jackson, e le storie sono spesso rivelatrici di come Vogel metta in evidenza episodi che non sono al centro dell’attenzione neanche per gli appassionati di Jackson. Per esempio, egli osserva che il travolgente successo degli album successivi, eclissò a volte i risultati della prima opera personale di Jackson, "Off the Wall", quando ancora imperversava nei club e nelle radio nel corso del 1981 ed era allora l’album più venduto nella storia di un artista di colore.
Un'altra parte interessante è la descrizione di Vogel del pre-release ufficiale nell’ascolto di "Thriller". (Era) lontano il momento del trionfo atteso da tutti, "Era un disastro", ha dichiarato Quincy Jones. Il primo singolo era stato rilasciato, la campagna per la promozione era pronta, il pubblico (e la casa discografica) lo chiedevano a gran voce, e loro stavano naufragando. Fu solo con una dedizione intensa e con perseveranza, che i brani sono stati ri-mescolati nella perfezione sonora che conosciamo oggi.
Tuttavia, una volta che "Thriller" raggiunse il successo, la discussione non era più su come Jackson fosse diventato di “nicchia” nel R&B o nella dance. Con le colossali vendite di quel disco, la musica popolare si era trasformata. Questo non era solo per le gloriose performance e per le indelebili composizioni, ma anche per il "The A-Team", come era conosciuto: oltre allo stesso MJ, c’erano Quincy Jones, Rod Temperton, Bruce Swedien e Matt Forger.

La tecnologia al servizio dell’arte
Nella creazione della tappa importante che è stato l'album "Thriller", il team è stato utilizzato poi nell’avanguardia della tecnologia di registrazione: su 24 tracce analogiche. Ma le hanno usate in un modo diverso e migliore di quanto chiunque avesse mai fatto prima. Le canzoni per "Thriller" erano ben oltre 24 tracce, così hanno sincronizzato molteplici gruppi di 24 tracce, le quali nelle “Liner Notes” (libretto, ndt) dell'album sono state chiamate il “processo di registrazione Acusonic”. (Inserisco a grandi linee per una maggiore comprensione, una vecchia spiegazione di Bruce Swedien che ho trovato, relativo a questo processo: "La frase è essenzialmente una combinazione delle parole 'Accurate' e 'Sonic'. Accurate è riferita all'accuratezza delle vere immagini del suono stereofonico, 'Sonic' fa riferimento al fatto che è il suono che stiamo cercando di caratterizzare. Più specificamente, il "processo di registrazione ACUSONIC" descrive il modo in cui io (Swedien) lavoro il digitial e le multitracce analogiche con la macchina timecode SMPTE per generare un numero virtualmente illimitato di tracce di registrazione,ndt.
Il risultato è stato un concentrato di complessità del suono che ha spinto molti dell'industria discografica a cercare di emulare. Come Vogel riferisce:.. Dopo "Off the Wall" e "Thriller", quando gli altri del settore hanno sentito l'incredibile ricchezza e la vivacità degli album di Michael Jackson, hanno cercato di imitare questo tessuto musicale semplicemente “ammucchiando” le parti. "C'è stato un malinteso", dice Forger, "del tipo 'Oh, se suono la stessa parte di chitarra sei volte lo renderà più forte e più ricco'." Invece, il risultato era spesso molliccio e prodotto in eccesso. "Non abbiamo usato tutte quelle tracce solo per registrare ripetutamente", dice Forger. "Le abbiamo usate in modo che Quincy potesse suonare insieme i diversi tipi di livelli molto strategicamente, in modo che i tessuti musicali che sono stati creati, avessero questa vivacità e intensità".

In un'altra sezione del libro, Vogel mette in prospettiva il balzo in avanti che è stato raggiunto dal “The A-Team”, non solo in termini di manipolazione della tecnologia, ma dell'applicazione creativa di questa tecnologia: Si è spesso detto che gruppi come i Beach Boys ei Beatles sono stati i primi ad usare lo studio come uno strumento. "Quello che abbiamo fatto su 'Thriller'", dice Forger ", era l'estensione di questo. Siamo stati in grado di deformare la tecnologia e di allargarla a tal punto che siamo stati capaci di adattare la tecnologia a quello che Michael o Quincy in modo creativo, volevano raggiungere. "Per Jackson, come per i Beatles, la tecnologia di studio, ha sempre seguito l’esempio della musica.

Musica sconosciuta
A causa della completezza della ricerca di Vogel, c'è una grande quantità di scenari che sono stati messi in chiaro nel libro. Alcuni dei punti più intriganti riguardano il numero delle registrazioni fatte da Jackson. Oltre le 100 canzoni sarebbero state plasmate al fine di trovare poi quelle che compaiono nell’album. Come Matt Forger indica, "Con Michael, non smettevi mai di creare. Non era un artista che diceva, “Oh, ho un album in arrivo, è meglio che inizi a scrivere canzoni ”Le canzoni fluivano da lui continuamente."
Ovviamente, esiste una grande quantità di materiale inedito. Per esempio, "State of Shock", una “Top Ten” di Jackson in un duetto con Mick Jagger, c'è anche una demo con Jackson e Freddie Mercury. Ci sono più di 25 titoli di canzoni inedite elencate nel libro, spesso con descrizioni interessanti di scrittori, di produttori e di artisti.

Dettagli
La prosa di Vogel prosegue costantemente ed è interessante da un punto all'altro, catturandoci con opinioni, sorprendendoci da una conclusione all’altra. In alcune parti, ti puoi trovare che ti giri la testa dalle implicazioni sociali, politiche, artistiche e culturali emergenti dalla musica di Jackson, dai film, e dai passi di danza. Senza richiamare tanto l'attenzione su se stessa, la scrittura di Vogel è silenziosamente “incendiaria” e spesso piuttosto deliziosamente "sovversiva".
Egli cita anche tutti coloro che apparentemente sono stati coinvolti con il fenomeno che è stato Michael Jackson, da Michael Eric Dyson a Greil Marcus, da Jon Pareles a WEB Du Bois, e da Stevie Wonder a TV Guide.
La conclusione del libro arriva troppo velocemente, ma mi sembra che la sintesi più interessante si verifichi effettivamente allo stato iniziale del lavoro, durante la discussione di Vogel sull'album "HIStory":.. "Le persone si sono affrettate a schernire, a deridere, oppure a offrire consigli. Eppure ben pochi potevano immaginare come fosse in realtà la sua vita: la solitudine, gli abusi, lo sfruttamento, e le aspettative costanti nei primi anni, lavorando tutto il giorno in studio, mentre gli altri bambini giocavano nel parco al di là della strada, non essendo in grado di lasciare la casa senza essere malmenato da quando aveva dieci anni, nascosto in uno stanzino buio a causa della vergogna e la paura di essere visto dai fan con l'acne e di essere emarginato, la presenza incombente di un padre violento che avrebbe potuto urlargli o colpirlo per qualsiasi imperfezione avesse percepito. . . mentre ci sono molti strati dell'enigma che è Michael Jackson, il trauma della sua infanzia "perduta" e da dove tutto comincia. Il resto della sua vita, in un certo senso, era un continuo tentativo di recupero".








"Hanno mangiato la mia anima ma non importa, io ho milioni di anime, quelle dei miei fans" (1995 Michael Jackson)
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