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Broken Hearted Girl (in corso). Rating: rosso

Ultimo Aggiornamento: 30/03/2011 21:56
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21/03/2011 10:23
 
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Episodio 14

Nonostante fosse già mattino inoltrato, in camera da letto era buio pesto.
Quell'aroma di mela verde si infilava prepotente nelle mie narici e non potevo fare a meno di ridere in silenzio pensando a quello che era successo qualche ora prima.
Lei era girata su un fianco, dormiva ancora profondamente e suoi capelli annodati e impiastrati di gel ricoprivano tutto il cuscino. Mi avvicinai a lei facendo aderire il mio corpo al suo e le baciai delicatamente la spalla.
La mia mano scivolò lentamente sul suo ventre piatto per poi salire sui suoi seni nudi.
Al tocco lieve della mia mano i suoi capezzoli s'inturgidirono, sorrise appena nel dormiveglia e poi mi strinse la mano.

-Buongiorno...- le sussurrai all'orecchio.

Aprì gli occhi e girò appena la testa per guardarmi.

-Che fai con questa manina? Mi tocchi mentre dormo?-

Annuii malizioso.

-E neanche t’immagini quello che ho fatto prima che ti svegliassi!-

-Michael!- esclamò lanciandomi il cuscino in faccia.

-Scherzavo!-

Si coprì con le lenzuola e poggiò la testa sul mio petto. Se pensavo alla partenza mi prendeva una profonda tristezza.
Di nuovo da solo in un hotel.
Mi stavo abituando a svegliarmi la mattina e sentirmi amato, andare a letto la sera senza dovermi preoccupare più dell’insonnia, perché le mie notti erano tranquille, e se erano agitate era per ben altri motivi.

Le baciai la fronte e la tirai su di me, i suoi occhi erano vispi e brillanti anche appena sveglia.
Le sue ciglia folte contornavano quei due smeraldi alla perfezione e le sue sopracciglia ad ala di gabbiano rendevano il suo sguardo seducente e magnetico.
Era bella. E ogni giorno mi accorgevo di esserne innamorato sempre di più.

-Che cosa farai quando sarò via?- chiesi accarezzandole la spalla.
-Voglio trovare lavoro, come fotografa possibilmente.-
-Magari prima di partire faccio un po’ di telefonate, conosco molti fotografi importanti.-
-Non voglio raccomandazioni.-
-Non ne hai bisogno…-



Mi preparai in fretta e andai alle prove. L’adrenalina in circolo era davvero tanta, eravamo tutti tesi ma allo stesso tempo eccitati.
Erano previsti ottantatre spettacoli e Dio solo sapeva come ci saremmo sentiti alla fine del tour.
L’avevamo già vissuto con il Dangerous World Tour e soprattutto con il Bad World Tour, questo non sarebbe stato da meno.
Abbandonai i pensieri negativi e mi concentrai sullo spettacolo. Anche se i tour mi stendevano, vedere quell’oceano di gente urlare il mio nome a perdifiato mi dava la carica per andare avanti senza stancarmi.


_______________________________




Fortunatamente aveva trovato un hotel a qualche chilometro di distanza dal Motel dove alloggiava.
Passava per strada la maggior parte del giorno e quando ritornava la sera era talmente stremato da non riuscire neanche a dormire. Strano ma vero.
Prese qualche gettone per il telefono pubblico e chiamò Damon che doveva occuparsi di controllare la posta e tutto quello che poteva servire per trovarla.

-Ehi…-
-Ehi cazzone! Come va la vacanza?- disse ironico.
-Fottiti! E comunque l’altro giorno l’ho beccata, ma non sono riuscito a parlargli-
-Allora il colpo di fortuna è arrivato!-
-Gira in limousine, ti rendi conto che stronza?!-
-Devo ammetterlo quella ragazza ha fiuto per “gli affari”, magari sta con un vecchio.-
-Eppure io ho già visto quell’auto…-
-Fratello adesso non cominciare, sai quante limousine girano ogni giorno a New York?-
-E poi anche il tipo che guidava, l’autista. Ho già visto anche lui…-
-Ma quelli in divisa sono tutti uguali.-
-Mi spieghi perché cazzo stiamo ancora parlando?! Vaffanculo! Non mi sei per niente d’aiuto!- esclamò.
Gli chiuse il telefono in faccia e prese dal taschino del suo giubbotto di pelle le sue Malboro. Le sue mani tremavano, tanto che fece fatica per fino ad accendere quella sigaretta.

-Porca puttana!- mormorò tra sé.
Fece un profondo respiro e alla fine riuscì ad accenderla.

Mentre camminava vide con la coda dell’occhio la sua immagine riflessa nella vetrina di un negozio. Indietreggiò di qualche passo e si guardò attentamente.

I lineamenti del suo viso erano squadrati e decisi, i suoi occhi color fondente avrebbero fatto sentire nuda qualsiasi donna.
I capelli corti, ma non troppo, si addicevano perfettamente alla forma del suo visto. Era finita l’era dei capelli rasati.
Le sue spalle erano larghe e andavano perfettamente d’accordo con il resto del suo corpo: ben formato e asciutto.
Alto un metro e novanta e di carnagione scura.
Nonostante fumasse tantissimo i suoi denti erano bianchi e perfettamente allineati.
Non aveva una solo cosa fuori posto quel ragazzo. Se fosse stato bello dentro almeno la metà di quanto lo era fuori, beh… Sotto la voce “Uomo perfetto” ci sarebbe stata la sua foto.
“Non sono poi così male…” pensò toccandosi il mento e girando la testa da un alto all’altro per guardasi meglio.

Tirò l’ultima boccata e gettò il mozzicone per poi spegnerlo con la pianta del piede.
Si fermò davanti ad un’edicola e osservò i titoli dei vari giornali, in qualche modo avrebbe pur dovuto passare il tempo.
Pagò la rivista e andò a sedersi su una panchina con una birra ghiacciata e un hot dog stracolmo di ketckup.

Accanto a lui c’era seduto un anziano signore che dava da mangiare agli uccelli.
Indossava un basco grigio e sorrideva cordiale ogni volta che Landon lo guardava.

Prese un abbondante sorso alla sua birra e aprì la rivista.

-Gossip, gossip, gossip, gossip…- ripeteva sfogliando le pagine.
-Ormai non si parla d’altro, pare che la vita di questi pagliacci sia una serie continua di avvenimenti importanti…”Oddio Giulia Roberts ha cambiato taglio di capelli, che scoop!”- disse con una voce in falsetto.
-Eh caro ragazzo, non ci sono più gli attori di una volta…- affermò con voce rauca e affaticata.

-E questo?- disse indicando la pagina -Ancora gli permettono di guadagnare, non ha avuto già abbastanza dalla vita?-
L’uomo rise.
-Un altro tour mondiale, ma chi è che ancora segue Michael Jackson? Pensi che io l’ho incontrato qualche mese fa. E’ un tipo veramente strano…-
-Davvero? Se ne dicono di cotte e di crude su quel tipo, ma io credo che in fondo sia una brava persona…E dove l’hai incontrato? Non è facile sai, è sempre coperto da una marea di scimmioni che lo proteggono dai fan…-
-A Lond…- si bloccò immediatamente.
Non voleva e non poteva crederci. Ecco dove aveva visto l’autista: davanti allo studio del fotografo.
-Tutto bene ragazzo?-

Senza neanche guardarlo si alzò dalla panchina e getto il giornale per terra.

-Ehi, raccoglilo. Sai quanto ci mette un giornale a degradarsi nell'ambiente? Non bisogna inqu…-
-Sta zitto!- esclamò Landon ancora incredulo.
Capì che quella storia era cominciata a Londra e che Scar l’aveva tradito, anche se in realtà non era così.

Si scusò frettolosamente con quell’uomo e prese un taxi.


-Dove la porto?-
-Dove sta Michael Jackson?-
-Se è un fan le dico subito che è tempo sprecato, e comunque è lontano da qui, le costerà parecchio.-
-Non m’importa, mi porti lì per favore.-



*



Scese dal taxi e si mise a correre verso il grande cancello. Cominciò ad urlare come un pazzo e a prendere a calci le sbarre.

-Lo so che sei lì dentro schifosa puttana!-

-Aprite questo cancello! Scar, vieni fuori!-



Dopo pochi minuti Michael venne informato della presenza di un matto che chiedeva di vedere Scar.
Lei era sotto la doccia, decise di uscire e andare a parlare con lui. Qualcosa gli diceva che quel verme si sarebbe fatto sentire prima o poi, ma quello era il momento sbagliato perché presto Scar sarebbe rimasta sola a Neverland.

Si avvicinò al cancello e incrociò le braccia al petto.

-Questa è proprietà privata, vattene o chiamo la polizia.-
-Dov’è Scar?-
-Non ti riguarda…-
-Perché non vieni fuori eh? Comportati da uomo non nasconderti dietro un cancello.-
-Io e te non abbiamo niente da dirci.-

Si allontanò dal cancello e si avviò verso casa.

-Te ne vai eh? Sei ridicolo. Sei solo uno schifoso pedofilo!-

Michael si bloccò improvvisamente. Sentì il viso andare in fiamme e la vista annebbiarsi. Si diresse come una furia e afferrò Landon dal colletto del giubbotto infilando un braccio tra le sbarre.

Aveva un ghigno odioso sulla faccia e aspettava solo che Michael gli tirasse un pugno.

-Sai una cosa? Non ne vale la pena… E raditi, sei disgustoso!-

Mollò la presa e lo guardò disgustato.



-Guarda un po’ chi c’è!- disse Landon vedendo Scar dirigersi verso il cancello.

-Scar torna dentro.- le ordinò quasi, preoccupato.

-Che cosa vuoi Landon? Ma non vedi che sei ridicolo?- disse quasi impietosita.
-No. Forse pazzo, ma non ridicolo.-
-Torna a casa, tra di noi è finita.-
-Scar… Scar per favore, non m'importa se mi hai tradito... Io... io ti perdono.-
-Tu perdoni me?Questo è veramente ridicolo, e poi io non ti ho mai tradito!-
-Per favore, torna a casa... Io ti amo.- mormorò pinagendo.
-Mi ami? E dimmi per te calci e pugni sono una dimostrazione d’affetto?-
-Lo so che ho sbagliato, ma per favore… Dammi un’altra possibilità.-
-Io non ti amo, Lan.-
-Non è possibile.-
-E invece è così. Mi dispiace, ma non provo più niente per te. Sono felice adesso...-

Michael tirò un sospiro di sollievo sentendo quell’affermazione. La prese per mano e s’incamminarono verso casa.

-Mi dispiace.- aggiunse lei.

Strinse tra le mani le sbarre del cancello e restò immobile a guardarla andare via.

Urlò il suo nome per l'ultima volta con tutto il fiato a e la rabbia che aveva in corpo, Scarlett strizzò gli occhi e serrò i denti sentendo quel grido disperato.
In quel momento provò pena per quel ragazzo, ma era troppo, troppo tardi.
Conitnuò a camminare senza neanche voltarsi.

Di una cosa era ormai certo: l'aveva persa per sempre.
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