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Broken Hearted Girl (in corso). Rating: rosso

Ultimo Aggiornamento: 30/03/2011 21:56
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13/03/2011 19:07
 
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L'amore è bensì una nebbia sollevata con il fumo dei sospiri e se questa si dissipi è un fuoco che sfavilla negli occhi degli amanti e se sia contrariato non è che un mare nutrito dalle lacrime di quegli stessi amanti. E che cos'altro può mai esser l'amore se non una follia molto segreta, un'amarezza soffocante e una salutare dolcezza.
William Shakespeare



Episodio 10(come sempre i pensieri in rosso sono quelli di Scar)

-Scar?!-

Niente.

-Scar puoi venire a darmi una mano?-

Ancora niente.

-Insomma sei forse sorda?- urlai a perdifiato.

Corse verso di me sorridendo e si piegò in avanti con le mani sui fianchi per riprendere fiato.

-Hai…hai detto qualcosa?-
-Si! Ti chiamo da mezz’ora.-
-Ma che brontolone che sei! Cosa c’è?-
-C’è che devi aiutarmi a fissare quest’ombrellone, sto friggendo come un vampiro!-
-Agli ordini Conte…-
-Spiritosa!-

Mentre lei manteneva l’ombrellone io cercavo di fissarlo al suolo, sembrava così facile ma in realtà non lo era affatto! Era la prima volta che qualcuno scherzava con me su quel problema. Sì, la vitiligine. Ogni volta che ne parlavo con qualcuno questo cambiava espressione e cercava di evitare il discorso. Forse perché in realtà nessuno mi credeva davvero, erano tutti convinti che mi fossi sbiancato la pelle volontariamente.
Ma lei no, rispose con una naturalezza che mi riempì il cuore di gioia. Capii che potevo parlare con lei di ogni cosa senza dovermi preoccupare di essere giudicato.

Finalmente riuscimmo a fissare quel maledetto ombrellone. Scar portò il cesto all’ombra e si accorse che era veramente pesante, tanto che per poco non cadde in avanti per lo sforzo.

-Pesa un accidenti!-
-Ma non mi dire!-



***






Si mise a sedere a gambe incrociate con un unico agile movimento.
Sembrava felice di essere lì con me, ed io ero strafelice di essere lì con lei.
I suoi capelli svolazzavano morbidi ad ogni folata di vento e quella luce metteva in risalto la sua carnagione leggermente scura.

-Sai Scar, presto avrò un bambino.- dissi interrompendo quel silenzio.
-No! Sei una donna?!- rispose scherzando per nascondere la sua delusione.
-Piantala…-
-E chi è la fortunata? se posso chiedere.- domandò continuando a fingere indifferenza.
-Beh, lo sa tutto il mondo.-
-Tutto il mondo tranne io!-
-Debbie Rowe.-
-Mai sentita…-
-Non guardi molto la tv, tu.-
-No, non la guardo per niente…-
-Fai bene…-

Restammo zitti per un po’, dopodiché riattaccai a parlare.

-Nascerà a febbraio…-
-Sembri felice… Ti brillano gli occhi!-
-Lo sono…-
-Quindi sei sposato?- chiese incredula dopo aver registrato il significato di quelle parole nella mente.
-No, ma ho intenzione di farlo…-
-Perdona la mia domanda: ma Debbie sa della mia esistenza?-
-No…-

Buttò il tramezzino sull’erba e si pulì le mani sui pantaloni.
-Coooosa? Michael sei forse impazzito?-
-Ascolta…-
-No io non ascolto un bel niente… Mi stai nascondendo alla tua futura moglie? E stamattina mi hai anche…-
-Scar!-,urlai -Ascoltami! Io e Debbie non stiamo insieme. Lei…lei mi sta facendo un grosso favore…ecco.-
-Sono confusa…-
-Anch’io, ma è così. In termini tecnici, mi ha dato in prestito il suo utero.-
-Oh… Capisco.-

Ancora una volta silenzio. Osservavo il suo viso ne ammiravo le caratteristiche.
Il taglio dei suoi occhi era peccaminoso e innocente allo stesso tempo; i suoi denti bianchi come la neve e la sua pelle pareva di velluto.
Scesi un po’ con lo sguardo: il suo collo fino sembrava fatto a posta per essere baciato; le sue spalle per essere mordicchiate dolcemente; i suoi seni per affondarci dentro.
Ogni parte del suo corpo sembrava fatta per essere amata e goduta.


*


Il suo viso trasmetteva vigore e mascolinità, ma allo stesso tempo dolcezza e timidezza.
Quei capelli neri come la notte e ricci come piccoli anellini contornavano la sua bellezza insolita e unica.
Le sue labbra quando si stiravano in un sorriso mi trasmettevano tranquillità ed eccitazione. Le sue mani grandi si muovevano con grazia e le sue gambe formate dal ballo sembravano fatte a posta per fantasticarci su senza pudore.
Fu un attimo. Senza capire cosa stesse succedendo esattamente sentii di nuovo il sapore della sua bocca.



*



Si mise a cavalcioni su di me e mi baciò con avidità, come se non aspettasse altro da tempo.
Le mie mani scivolarono intorno alla sua vita e il cotone della maglietta si sollevò lasciando intravedere il suo ventre piatto.
Un lieve sospirò uscì dalla sua bocca accompagnato da una serie di brividi lungo la schiena.
Chiusi le mani a coppa sul suo viso e la guardai negli occhi. L’unica cosa che desideravo era nutrirmi ancora dei suoi dolci baci e avvolgere il suo corpo tra le mie braccia.
Affondò il viso nel mio collo e ne assaporò ogni parte.

-Non fermarti…- la supplicai mentre staccava le labbra dalla mia pelle.
Mi spinse scherzosamente sul prato e mi sbottonò la camicia lentamente, mentre il suo bacino già ondeggiava sul mio a ritmo dei suoi profondi respiri.
Si chinò in avanti per baciarmi il petto e i suoi lunghi capelli mi solleticarono il collo e il viso.
Il fresco venticello che asciugava quei baci mi provocava dei brividi lungo tutto il corpo e le sue mani si muovevano con tocco gentile sul mio basso ventre.

La liberai dalla canotta bianca e ammirai i suoi seni sodi e prosperosi dal basso mentre una mano aveva già cominciato ad accarezzarli senza che me ne rendessi conto.
Mi sollevai con la schiena e affondai il naso e la bocca nel canale che li divideva. Con una mano dietro la mia nuca spinse con forza il mio viso e piegò la testa gemendo.

Ero ancora in tempo, ancora cosciente e padrone di me stesso. La presi per i polsi e l’allontanai da me.

-Scar…-
-Cosa?- mormorò appena.
-Non voglio essere uno sfogo per te, un mezzo per dimenticare Landon e tutto il resto.-
-Non ho bisogno di sesso per stare meglio, Mike. Io TI desidero, desidero stare con te. Adesso.-
-Giura.-
-No, non mi metto a fare “giurin giurello” mezza svestita e sull’orlo di un orgasmo.-

Si era trasformata. Sì. Sembrava un’altra ragazza, non l’avevo mai vista così sfacciata.
Mentre tentavo di parlare soffocava le mie parole infilandomi la lingua in bocca. Resistetti una volta, due, tre. Poi non riuscii più a tenerle testa: l’afferrai per i fianchi e mi girai ritrovandomi su di lei.
Le sue gambe si allacciavano strette intorno al mio bacino, spingevo con forza il mio sesso contro il suo e ad ogni spinta mi gustavo i suoi gemiti e le sue espressioni di piacere.

Si aggrappò letteralmente alle mie natiche mentre la sua lingua disegnava piccoli cerchi sul mio collo.
I nostri movimenti perfettamente sincronizzati prendevano un’andatura sempre più veloce, inarcò la schiena per permettermi di liberarla da quei jeans rigidi e fastidiosi e avvertii il calore delle sue gambe sui miei fianchi.
Le mie dita camminarono scherzosamente sulle sue cosce fino ad arrivare in quegli slip bianchi di cotone inumiditi dai suoi umori caldi e vischiosi.
Al mio tocco emise un breve gemito accompagnato da un’espressione di godimento. Le sue labbra, inumidite in continuazione dalla mia lingua prendevano le forme più belle ed eccitanti. Non le staccai gli occhi di dosso neanche per un secondo.
Beh, forse per un po’ sì: quando la sua mano fresca e agitata si introdusse nei mie slip. A quel punto socchiusi gli occhi, incapace di riuscire a tenerli aperti e stordito da quel piacere inaspettato.
Mi abbassai i pantaloni quel po’ che bastava e spostai i suoi slip con due dita.

La penetrai dolcemente, appena lo avvertì dentro di sé contrasse tutti i muscoli e sentii come se mi stesse risucchiando dentro lei.
Chinai il capo sul suo seno e mi lasciai accarezzare dolcemente la schiena e i capelli mentre mi muovevo delicato dentro di lei.

-Non fermarti, non adesso.- mi pregò con il viso in fiamme e il collo inumidito dal sudore.
L’orgasmo ormai prossimo stava già pervadendo i muscoli delle mie gambe e il basso ventre.
Resisti.
Resisti.
Resisti.
Si avvinghiò a me come una medusa e liberò una serie di gemiti lunghi e quasi urlati.
Mi lasciai andare anch’io, soffocando i miei gridolini nel suo collo caldo, quasi bollente.



Seduta di fronte a me, mi guardava sorridendo. I suoi capelli scompigliati mi divertivano e i suoi lineamenti morbidi mi regalavano spensieratezza.
Spero che nessuno descriva mai la mia espressione e il mio aspetto in quel momento. Mi sentivo sconvolto, come se mi fosse passato sopra un uragano.
Non facevo l’amore da molto tempo, moltissimo. E mi sentivo come sotto l’effetto di droga, mi muovevo lento e svogliato e avvertivo stanchezza nei muscoli delle gambe e delle braccia.

Restammo in silenzio tutto il tempo, non c’era bisogno di parole perché erano gli sguardi a parlare per noi.
Il sole stava tramontando, ci godemmo quello spettacolo seduti vicini, mano nella mano, poi tornammo a casa.
Per tutto il tragitto un sorriso insolito segnò il suo viso e i suoi occhi mi trasmettevano amore…
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