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NAPOLI - "ROCK - PER RACCONTARE MEZZO SECOLO DI MUSICA" - MOSTRA PROROGATA FINO AL 14 FEBBRAIO! INGRESSO GRATUITO

Ultimo Aggiornamento: 04/02/2011 09:09
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20/12/2010 22:35
 
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Quella volta che John Lennon e Yoko Ono si fecero fotografare a letto, inneggiando alla pace. Quella volta, anzi, tutte quelle che Jimi Hendrix incendiò la chitarra in scena. Ma anche, perché no, quella volta che Peppino Di Capri fece da spalla ai Beatles e che gli Osanna andarono in tour con i Genesis. La storia e la mitologia rock vengono evocate nella mostra organizzata al Pan da Michelangelo Iossa e Carmine Aymone, con il patrocinio dei consolati inglese e americano, laconicamente intitolata "Rock!". Si inaugura oggi alle 11.30, resterà aperta fino al 31 gennaio. Dischi, poster, locandine, foto, cimeli, memorabilia: in tutto cinquecento pezzi, alcuni molti rari, messi a disposizione da appassionati e collezionisti. Come in ogni brano rock che si rispetti, si parte sparati. La prima stanza contiene ben due sezioni, "Rock Legends" e "American Dream", quest'ultima realizzata con il significativo contributo del consolato generale Usa. Decine di immagini: Elvis Presley, Lou Reed, Aretha Franklin, Tina Turner, Bruce Springsteen, Mick Jagger fotografato allo stadio San Paolo nel 1982, un'opera realizzata ad hoc da Lello Esposito, autografi degli stessi Jagger e Springsteen e di grandi batteristi tra cui Ian Paice dei Deep Purple, che visiterà la mostra domani. Poi un bel poster di Stinge una magnifica Lambretta D 125 del 1952, identica a quella che proprio Sting guidava nel film "Quadrophenia". Lungo una parete, le copertine dei cinquanta album che hanno fatto la storia del rock (e qui nasceranno animate discussioni, ogni appassionato ha la sua classifica). La sottosezione "Dancing the Dream" è dedicata a Michael Jackson e curata da Patrizia Stingo, che ha incontrato quattro volte il re del pop: autografi, foto, dischi in vinile e un raro campione del profumo creato da Jackson e ritirato dal mercato dopo le accuse di pedofilia. Nella sezione "Napoli strizza l'occhio al rock" si narrano le vicende di quel manipolo di ardimentosi che, a partire dalla fine degli anni Sessanta, tentarono lo svecchiamento del suono partenopeo: Campanino, Showmen, Balletto di Bronzo, Osanna, Enzo Avitabile, Pino Daniele, Enzo Gragnaniello, Bisca, Wahlalla, Daniele Sepe. La sezione "The Sound of Music" curata da Raffaele Grieco ripercorre la storia della riproduzione sonora, dal fonografo all'Mp3, a partire dal 1952. Questa data ritorna: fu in quell'anno che il discografico americano Sam Phillips pronunciò la frase: «Se potessi trovare un bianco che canta con l'anima di un nero farei milioni di dollari». Due anni dopo incontrò Elvis Presley e la profezia si avverò. La sezione conclusiva, "NapoLiverpool", lascia senza parole. Si parla ovviamente dei Beatlese di John Lennon, morto trent'anni fa. Al centro della stanza, un grande pianoforte bianco identico a quello su cui Lennon compose "Imagine". Due mostre fotografiche. La prima consiste nei ventisei scatti in biancoe nero che nel 1969 fecero il giro del mondo: Lennon e la moglie Yoko a letto, il famoso bed-in in un hotel di Montreal, la coppia circondata da cartelli inneggianti alla pace. Le scattò il fotografo emiliano Bruno Vagnini: «Erano anche di più, ma alcune le rovinai mentre le sviluppavo, ero troppo emozionato». La napoletana Francesca Capriati firma invece la mostra sugli ultimi luoghi di Lennon a New York: il Central Park dove amava passeggiare e fare colazione, il Dakota Building dove abitava e davanti al quale fu ucciso. Poi l'opera "4 B", dedicata ai quattro Beatles dalla beneventana Aurora Lobina. -




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