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G.Versace è ancora vivo? o ucciso dall 'ndrangheta?

Ultimo Aggiornamento: 10/12/2010 15:47
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09/12/2010 23:40
 
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Di Bella in Metastasi: Gianni Versace, ucciso per debiti con la ‘Ndrangheta
5 DICEMBRE 2010 NO COMMENT

Ritenuto uno dei più grandi nomi della moda italiana nel mondo, la sua direzione stilistica fu rivolta a collegare la moda elegante a quella sportiva, quella maschile alla femminile, dando vita ad uno stile ed un vestire italiano che ha dato successo all’italianità nel mondo.
Il 15 luglio 1997, Versace viene assassinato da uno squilibrato sugli scalini della propria abitazione a Miami Beach. Le circostanze del delitto non furono fin da subito chiare. Il presunto assassino, tale Andrew Cunan, tossicodipendente dedito alla prostituzione, venne sospettato di essere un serial killer – motivo per il quale era già ricercato – che aveva ucciso altre persone, prima di imbattersi in Versace.
Dopo una misteriosa fuga, Cunan si suicidò prima che la polizia statunitense potesse arrestarlo.
Secondo Giuseppe Di Bella, ex membro della mafia calabrese, Versace sarebbe invece stato ucciso per debiti contratti con i ’padrini’ della ’Ndrangheta. ha avuto con i padrini.
È lo stesso Di Bella che scrive dell’omicidio Versace nel suo libro dal titolo Metastasi.
Di Bella, sostiene inoltre che Versace fu utilizzato dal padrino Paolo De Stefano per riciclare denaro sporco.
Un debito dunque contratto con i padrini ai quali non aveva restituito il denaro e che portarono gli stessi a determinarne la morte.


www.lavalledeitempli.net/2010/12/05/gianni-metastasi-versace-ucciso-per-debiti-con-la-%E2%80%98ndr...

Il libro-confessione - Gli incontri negli anni ’90 con “Gamma”, l’astro nascente del Carroccio pronto a volare dal nord sino al Parlamento. Il boss Coco Trovato che comanda di votare Lega, per i polentoni. I rapporti di amicizia e di affari con imprenditori insospettabili come lo stilista Gianni Versace.

Dopo uno sconvolgente lutto famigliare, per la prima volta Giuseppe Di Bella, collaboratore di giustizia ritenuto pienamente attendibile da giudici e Tribunali, ricostruisce in presa diretta trent’anni di ’ndrangheta inedita tra la Lombardia e la Calabria. Per decenni uomo di fiducia e amico del boss Franco Coco Trovato, uno dei capi più importanti che ha colonizzato il nord Italia negli anni ’80, ricostruisce affari, le tangenti, i rapporti con politici e imprenditori della mafia vincente. È questo l’esordio choc di Metastasi, il libro scritto da due firme di Libero: l’inviato Gianluigi Nuzzi (autore di Vaticano Spa che con 250mila copie in Italia è stato il saggio più venduto nel 2009) e il responsabile della redazione Economia, Claudio Antonelli. Metastasi (Chiarelettere, 14.60 euro) da domani in tutte le librerie.

Non è una spremitura di atti giudiziari ma una confessione sconvolgente con i tempi di lettura del romanzo criminale. Le nuove dichiarazioni di Di Bella, che già nel 2002 dopo 29 verbali contribuì ad arrestare centinaia di persone, sono ora al vaglio della direzione distrettuale antimafia di Roma. Sulla scrivania del procuratore capo Giancarlo Capaldo la prima copia del saggio. Deciderà lui nei prossimi giorni se aprire una nuova inchiesta, anche perché sia la Lega sia i Versace hanno sempre smentito qualsiasi ipotesi di connivenze e collusioni. Le parole più incisive di Di Bella trovano però una prima conferma in un’altra voce decisiva per capire questa inquietante mafia, quella di Filippo Barreca, il Buscetta della ’ndrangheta, «uno dei pochissimi pentiti - per dirla con le parole del procuratore Nicola Gratteri - ad essere anche santista, ovvero partecipare alle riunioni decisive dei capi dei capi».

Metastasi recupera le origini (dagli acquisti di armi dai partigiani ai rapporti con le Br), proietta ombre che andranno affrontate, offre soprattutto chiavi di interpretazione inedite. Come quella della morte di Gianni Versace. È stato davvero Cunanan ad ammazzare lo stilista a Miami o forse è stata un’esecuzione come ipotizza oggi Barreca? Domande che diventano inquietanti se si pensa che proprio Di Bella svela di esser stato incarico di recuperare le ceneri dello stilista in un giallo ancora da risolvere. «Se un uomo come Versace - sostiene Barreca in Metastasi - veniva a prendere ordini dalla ’ndrangheta sicuramente non è una cosa di poco conto. Paolo De Stefano (un patriarca dell’organizzazione, nda) mi ha detto che lui aveva Versace nelle mani».
01/12/2010

www.libero-news.it/news/543210/Metastasi__un_viaggio_nella__ndrangheta_del_nord_Ita...

Gianni Versace venne ammazzato il 15 luglio del 1997, davanti alla sua villa di Miami Beach (Florida). Si è sempre ritenuto che Andrew Cunanan, un gay serial killer, fosse l'autore dell'omicidio. Oggi, invece, due persone che non si conoscono fra loro, due collaboratori di giustizia, raccontano una nuova versione dei fatti, e lo fanno in "Metastasi", il libro che ho scritto per Chiarelettere insieme a Claudio Antonelli.
Quelle dei due pentiti della 'ndrangheta sono accuse tutte da dimostrare, che comunque arrivano da persone ritenute qualificate e attendibili da parte della magistratura. La famiglia Versace ha sempre negato qualsiasi tipo di addentellato con la criminalità organizzata, e voglio sottolinearlo perché sono un garantista.
Ma c'è un particolare che non va tralasciato. I due pentiti non parlano di cose sapute da chissà chi. Non è il classico caso del de relato, che per i magistrati indebolisce il racconto del collaboratore di giustizia. No, in questo caso parliamo di storie che i due collaboratori di giustizia hanno vissuto in prima persona.
Giuseppe Di Bella ha avuto un ruolo cardine in questa vicenda. Giuseppe Di Bella è stato incaricato dalla 'ndrangheta per recuperare le ceneri di Gianni Versace. E lui ci va, prova a farlo, indica i complici di quell'azione, di quel blitz sul lago di Como dove riposavano le ceneri dello stilista. Una storia raccontata con il ritmo del momento di chi ha operato su indicazione del proprio boss: bisognava recuperare quelle ceneri perché c'era il rischio che i frammenti ossei potessero svelare la vera identità di chi riposava in quell'urna, che non era certamente Gianni Versace.
La 'ndrangheta, all'epoca, riteneva che Versace fosse vivo.
Poi c'è l'altro pentito, Giuseppe Barreca, che non conosce Di Bella. Barreca racconta che Paolo Di Stefano (uno dei patriarchi della 'ndrangheta) non faceva mistero su Versace: «Lo abbiamo per le mani». Avere qualcuno per le mani, nel linguaggio 'ndranghetistico, vuole dire averlo a disposizione.
La domanda che emerge dal racconto dei due pentiti è chiara: Versace è vivo? Oppure, se Versace è stato ucciso dal criminale Cunanan, perché entrambi i collaboratori di giustizia avanzano dei dubbi? Perché raccontano e svelano retroscena inediti, parlano dei rapporti tra uno dei nostri stilisti più conosciuti, che era nato facendo il sarto a Reggio per le famiglie bene reggine, e poi si trasferì a Milano, dove (sempre stando a quello che dice Giuseppe Di Bella) incontrò Coco Trovato e divennero amici?

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10/12/2010 15:43
 
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Ho seguito all'Infedele di G.Lerner il caso,non ho idee precise al momento,potrebbe essere come non...
10/12/2010 15:46
 
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Cioè ci sono i believers pure per Versace? [SM=g27831]
Conosco bene il forum Poteri occulti, solitamente si parla sempre di cose serie e documentate, mi informerò. Resta il fatto che la questione delle mani della 'drangheta sull'azienda Versace è plausibilissima.
[Modificato da AntonellaP85 10/12/2010 15:47]
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