Dato che sono stata "sepolta viva in casa" per colpa della neve (con praticamente una cippa da fare
) per due giorni e dato che quelli di "The Wrap" nel frattempo hanno completato l'analisi sul rapporto Branca/MJ, beccatevi la traduzione delle ultime 4 parti (Alessia, donna avvisata mezza salvata
)
Come un super avvocato della musica ha spinto Michael Jackson dentro 'Thriller'
La più grande creazione di John G. Branca può essere lui stesso.
Come finalizzatore di accordi per Jackson, è diventato uno dei primi membri di un'avanguardia generazionale che avrebbe trasformato la pratica legale relativa alla musica.
E come fedele alleato di Jackson, avrebbe convinto la popstar a rilasciare il video di "Thriller" a dispetto delle forti obiezioni religiose del suo cliente, fino allo storico successo finanziario.
Per Branca, fa tutto parte di una carriera legale incantata che non aveva immaginato.
Vestito in un blazer nero immacolato, perfetta camicia bianca e jeans, il super-avvocato dirige la sua lucente Rolls Royce nera nel parcheggio del padiglione della Ziffren, Brittenham, Branca, Fischer, Gilbert-Lurie, Stiffelman, Cook, Johnson, Lande & Wolf, una delle aziende più potenti del settore dell'intrattenimento.
Cresciuto a New York, figlio di un'attrice e di un commissario di atletica dello Stato di New York, Branca sembrava destinato ad essere egli stesso un talento. All'età di cinque anni cominciò ad acquistare dischi singoli in vinile. Dopo essersi trasferito a Los Angeles con la madre, fondò una band di teenager. Ma abbandonò la musica al college, e nel 1975 si laureò in legge all'UCLA.
Dopo un breve primo lavoro, il giovane avvocato fu assunto presso la ditta di David Braun, il Branca del tempo, con clienti come Bob Dylan, Neil Diamond e i Beach Boys.
Inizialmente Braun non rimase impressionato da Branca. Il giovane avvocato sembrava solo interessato agli affari di suo zio, Ralph Branca, il campione dei Brooklyn Dodgers (squadra di baseball, ndt) che nel 1951 lanciò l'home run conosciuto come “il colpo sentito in tutto il mondo".
Ma fu una conoscenza professionale di Branca che portò alla presentazione di Jackson a Braun, che divenne il primo avvocato, a quanto pare, scelto da Jackson e non da suo padre.
Poco dopo l'uscita di Braun per dedicarsi alla Polydor Records nel 1978, Branca aderì alla nuova – e futura potenza - azienda di Kenneth Ziffren, un decano degli affaristi di Hollywood, portando con sé Jackson e altri clienti.
"A Michael piaceva John", ricorda Jackie Jackson, il fratello maggiore. Braun ha detto: "John ha preso Michael nel momento in cui sbocciava. A John va il merito di aver iniziato a ritagliare buoni affari".
Branca ingrossò le fila di un movimento, iniziato da Braun e altri, che combatteva contro lo sfruttamento dilagante degli artisti da parte dell'industria.
Dice Gary Stiffelman, un partner dell'azienda di Branca che ha iniziato come suo assistente nella gestione di Jackson, "Hanno portato la disciplina. Erano avvocati molto più determinati (per gli artisti)".
In quanto tale, Branca avrebbe costruito una carriera che lo ha reso una voce scontata in Wikipedia, rappresentando, come spesso citato, 29 artisti della Rock Hall of Fame. Ha aiutato a mettere su un intervento che ha salvato la vita di un impantanato e confuso dai farmaci Brian Wilson. The Doors (la sua band di teenager aveva aperto per il gruppo al Sunset Strip) erano clienti, così come il patrimonio del suo leader, Jim Morrison. Cosa inquietante, ha contribuito a rappresentare il patrimonio del suocero di Jackson, Elvis Presley, anch'egli famoso per l'overdose.
Per i Rolling Stones, Branca ha venduto sponsorizzazioni, diritti televisivi e cinematografici per lo Steel Wheels Tour del 1989, come un mega-pacchetto singolo, un nuovo approccio a quel tempo. E dopo aver districato Carlos Santana da due etichette, Branca lo ha piazzato con la Arista Records di Clive Davis nel 1997. Il risultato: "Supernatural", uno degli unici due album a vincere otto Grammy. L'altro: "Thriller"di Jackson.
"John è un avvocato, ma svolge una funzione di businessman e cerca di ottenere l'affare migliore per il suo cliente", ha detto Weitzman. "Sono stato seduto a sorridere guardandolo farlo, e dicevo: 'Dio benedica questo ragazzo'".
Innegabilmente, Jackson è stata la prima e più magnifica vetrina per il talento del giovane avvocato. Lui ha giocato un ruolo centrale dietro le quinte del "Victory Tour" del 1984, del defunto cantante con i suoi fratelli, che si dice abbia avuto il più alto incasso fino a quel momento. Ha contribuito a organizzare il primo tour solista globale di Jackson, il "Bad Tour", che è entrato nel Guinness Book of World Records per aver incassato 125 milioni di dollari.
L'idea che il presidente Reagan onorasse Michael alla Casa Bianca per la sua filantropia? Anche quella è stata di Branca.
Ma è stato "Thriller", il più venduto di tutti i tempi dopo il suo rilascio nel dicembre 1982 (nell'articolo c'è scritto 1992 ma mi sono permessa di correggerlo, ndt) che ha collocato Jackson nei libri di storia. Parte del folclore di "Thriller" riguarda come Branca, che ha raccolto il milione di dollari per l'innovativo video diretto da John Landis, abbia manipolato l'artista per farglielo trasmettere, visto che lui esitava.
Preoccupato che le immagini potessero implicare adorazione del diavolo, Jackson, un Testimone di Geova, supponeva che avrebbe perso il suo posto in paradiso. Improvvisando, Branca ha evocato un racconto su come Bela Lugosi aveva affrontato un problema simile con una dichiarazione su "Dracula", spiegando che stava semplicemente recitando nel film.
L'intrattenitore credulone ha ceduto, rilasciando la versione integrale del video di "Thriller" con una dichiarazione di esonero di responsabilità scritta da Branca. E una settimana dopo, il video aveva alimentato le vendite del disco per un altro milioni di dollari.
Con i suoi guadagni in aumento, Jackson avrebbe dato il suo libretto degli assegni a Branca per tirare fuori un colpo musicale che non era mai stato messo insieme.
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Come Jackson ha strappato la sua preziosa proprietà: le canzoni dei Beatles
Quarantotto milioni di dollari in contanti potevano portare Michael Jackson al successo del suo tentativo di possedere un fiore all'occhiello musicale.
Il colpo di un quarto di secolo fa, che gli avrebbe portato la proprietà del catalogo dei Beatles – una delle più grandi raccolte di canzoni del 20° secolo - ha fatto affidamento su un prezioso bene immateriale: l'astuzia e la faccia tosta del super avvocato John Branca.
Oggi, Branca controlla effettivamente il patrimonio di Jackson - potenzialmente il più ricco di sempre per una celebrità – nel quale il catalogo dei Beatles è il più brillante degli oggetti.
Nel 1985, l'acquisto architettato da Branca dei Beatles ha radicalmente ridefinito le dimensioni della leggenda di Jackson. In pochi anni di età adulta e relativa libertà dall'ombra della sua famiglia, lui dominava per la sua forza creativa, come evidenziato dallo storico "Thriller", dal mondiale "Bad Tour", dal suo illusionario "moonwalk" e dal guanto iconografico costellato di perline.
Possedere i Beatles, però, ha rivelato che l'istinto negli affari di Jackson rivaleggiava con la sua arte straordinaria.
Il motivo per cui i Beatles non hanno più il loro catalogo è dovuto in primo luogo alla sfortuna. Cercando di opporsi all'esattore delle tasse britannico, John Lennon e Paul McCartney nel 1960 formarono la Northern Songs, una società per azioni, come depositaria per le canzoni che avevano scritto. La mossa fallì nel 1969 quando l'impresario Sir Lew Grade acquistò il controllo di essa sul mercato attraverso una delle sue società, la ATV Music. Diciassette anni dopo, l'australiano Robert Holmes à Court acquistò l'impero dell'intrattenimento di Grade che si stava sgretolando.
E, inevitabilmente, Holmes à Court, degno di nota tra i predoni e i saccheggiatori di imprese senza sentimenti dell'epoca, mise tutto l'impero o parti di esso, tra cui i Beatles, all'asta.
Nel settembre 1984, Branca avvisò Jackson, specificando che la ATV, un nome che l'intrattenitore non conosceva neanche, era disponibile. "Comprende un paio di cose che ti potrebbero interessare" Branca aveva stuzzicato Jackson, secondo un rapporto del 1985 del Los Angeles Times. "La Northern Songs... Sì, Mike... i Beatles".
Il 20 novembre, l'avvocato mandò un telex a Holmes à Court, con un'offerta di 46 milioni di dollari e una richiesta per un incontro.
Gary Stiffelman, un partner dell'azienda di Branca che ha gestito i dettagli cruciali, ha descritto i mesi successivi di negoziazioni e manovre come "la strada lunga e tortuosa" (citazione della canzone “The long and winding road” dei Beatles, ndt), secondo il Times. C'era il calvario di verificare l'autenticità tutte le 4000 canzoni nel catalogo, non solo le 251 dei Beatles.
Ma soprattutto, ci sono state le esasperanti buffonate del venditore, Holmes à Court, che più volte ha rinnegato la sua parola.
In tutto, ci sono state otto bozze di contratto, ha scritto il Times. Holmes à Court gradiva la sua reputazione di soggetto difficile nelle trattative. "Il Viet Cong non ha giocato secondo le regole, e guardate cosa è successo", ha detto una volta la rivista Fortune.
Nel maggio del 1985, gli emissari di Jackson abbandonarono i colloqui per circa un mese. Nel frattempo, un altro offerente emerse improvvisamente – il team di Martin Bandier (ora Amministratore delegato di Sony/ATV) e Charles Koppelman, un dirigente veterano del mondo dello spettacolo e investitore, ora presidente dell'impero di Martha Stewart.
La loro offerta: 50 milioni di dollari... circa 2 milioni di dollari in più di Jackson.
Ironia della sorte, mentre Koppelman e Bandier non avevano idea che la più grande superstar del mondo fosse della partita, Branca aveva informazioni riservate sui rivali. Per esempio, sapeva che erano sostenuti dalla MCA Music, allora diretta da Irving Azoff, ora amministratore delegato di Live Nation. Una vecchia conoscenza per Branca, l'avvocato aveva assunto Azoff nel 1984 per dare una mano con il "Victory Tour", l'ultimo tour di Jackson con i suoi fratelli.
Così, quando Bandier e Koppelman pensavano di aver messo insieme l'affare, Branca invitò Azoff a ritirare il suo finanziamento.
I due, a quanto pare, furono gli ultimi a sapere di essere stati fatti fessi. Sul volo per Londra per - pensavano - chiudere il contratto, videro Branca seduto in un posto vicino.
"Che fai a Londra?", gli chiese Bandier.
Branca rispose, "Affari".
Bandier e Koppelman seppero la deludente notizia quando incontrarono Holmes à Court, ricorda Bandier: "Disse ho preso una decisione. Lo vendo a Michael Jackson".
Infatti Branca non aveva lasciato nulla al caso. L'offerta, pari a 47,5 milioni di dollari, era la più ricca mai pagata da un individuo per un catalogo, secondo il Los Angeles Times. Oltre ai contanti Branca aveva messo in gioco un concerto di beneficenza di Jackson per l'associazione preferita di Holmes à Court e promesso i guadagni per tutta la vita del classico dei Beatles, "Penny Lane", alla figlia di Holmes à Court, Penny.
"Brillante", ha detto Bandier questa estate, ricordando la mossa di Branca. "Io e Charles non sappiamo fare il moonwalk."
Fino ad oggi, 25 anni dopo, è ancora evidente che Branca e i suoi partner legali rimangono sensibili alle accuse pungenti di Paul McCartney che Jackson, il suo amico di un tempo, lo avesse pugnalato alle spalle.
"I rappresentanti di Paul erano ben consapevoli di quello che stava succedendo", ha detto Stiffelman, partner di Branca. "La parte che mi ha sempre infastidito è stata l'accusa che Michael lo avesse rubato a McCartney".
Branca aveva anche avuto cura di chiedere la benedizione di Yoko Ono. E' stato riferito che lei era entusiasta che non fosse una società a possedere il catalogo e non aveva voluto farsi venire il mal di testa nel collaborare con McCartney per un'offerta congiunta.
Quando tutto fu finito, Jackson regalò a Branca una Rolls Royce, la prima delle due che gli avrebbe dato.
Fu così che nel 1990, a poco meno di 30 anni, Jackson era favolosamente ricco – valeva 300 milioni di dollari secondo il biografo J. Randy Taraborrelli, autore di "Michael Jackson: The Magic and The Madness".
Ma all'alba degli anni '90 incombeva un capitolo oscuro di eccentricità, paranoia, debiti, azioni legali e scandalo. Incredibilmente, 10 anni dopo, sarebbe stato nelle mani di una banca per 300 milioni di dollari, con i suoi diritti sui Beatles in gioco e il suo rapporto con Branca trasformato in una soap opera.
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Licenziato, torna il super avvocato per salvare Jackson - ad un prezzo
In "Moonwalk", la sua autobiografia del 1988, Michael Jackson cita a malapena John Branca. La sua quasi invisibilità era eclatante, considerando il posto dell'avvocato nell'epicentro della carriera di Michael.
Negli anni precedenti, Branca aveva contribuito a spingere "Thriller" nei libri di storia e progettato il colpo che gli avrebbe dato le canzoni del catalogo dei Beatles. A pochi mesi dalla pubblicazione del libro, Jackson sarebbe stato il testimone del primo matrimonio di Branca.
Poi, due anni più tardi, Branca era andato - licenziato da Jackson nella prima incrinatura di un rapporto che si è continuamente sgretolato nei successivi due decenni, fino a pochi giorni prima della morte dello sfortunato artista.
Il suo rapido licenziamento da parte di Jackson, nel 1990, è stata una delle separazioni più appassionanti dello show business.
Come raccontato nel bestseller di J. Randy Taraborrelli " Michael Jackson: The Magic and The Madness"- un racconto che Branca non ha mai contestato pubblicamente - l'avvocato era una vittima dei programmi che si incrociavano, tra Branca, l'allora boss di Sony Music Walter Yetnikoff e, come antagonista, il magnate dello show business David Geffen.
Con Geffen – almeno per come lo dipingono Branca e Taraborrelli – o eri con lui o non lo eri. Branca non lo era.
Michael, infatti, aveva accolto nella sua vita Geffen inizialmente, anche se poi lui gli si è brutalmente rivoltato contro. Per anni Geffen aveva agito come un informale comitato di consulenza sugli investimenti di Jackson - tra cui, anche se non è noto, l'acquisto guidato da Branca del catalogo dei Beatles.
"Michael ha cambiato avvocato perché lo voleva - sentiva che John Branca era troppo vicino a Walter [Yetnikoff]" ha dichiarato Geffen in "The Magic and The Madness".
Jackson, come il biografo Taraborrelli ha scoperto, stava diventando ansioso per il fatto che Branca rappresentasse altri mega artisti come i Rolling Stones e gli Aerosmith. E, soprattutto, l'ascia cadde dopo che Branca aveva chiesto a Jackson una partecipazione del 5 per cento nel catalogo dei Beatles, forse il bene più prezioso dell'intrattenitore.
In ogni caso, Jackson presto si era circondato di altri potenti avvocati, tra cui Bert Fields e Allen Grubman - parte del team Geffen, per come la vedeva Branca.
Perciò Branca era fuori.
Fino a quando non lo fu più.
Tre anni dopo, Branca ricevette una telefonata. "Branca, sono Michael. Pensi che dovrei vendere la metà di ATV Music per 75 milioni di dollari?”
Uno dei molti avvocati aveva proposto proprio questo, per raccogliere denaro di cui Jackson aveva estremo bisogno.
Lo scandalo pedofilia, che era esploso all'inizio di quell'anno, gli sarebbe alla fine costato 20 milioni di dollari per un accordo privato. Doveva ai promotori una fortuna dopo aver sospeso un tour mondiale. Neverland portava via un estenuante flusso di denaro. In più lui era dipendente dai farmaci.
Branca si rese conto che aveva una apertura per tornare al fianco di Jackson. Sarebbe tornato ad aggiustare il tutto, ma questa volta ci sarebbe stato un costo preciso per Jackson: il 5 per cento della ATV Music (Beatles), come aveva proposto prima del suo licenziamento.
L'afflitto Jackson assentì.
Ma anche se si erano riuniti, il vecchio rapporto non ci sarebbe più stato. Branca si sarebbe ritrovato ad essere solo un altro membro del cast a rotazione continua di personaggi nella vita di Jackson.
E con Branca ora proprietario della quota del 5 per cento, Jackson divenne paranoico che il suo avvocato avrebbe cercato di fargli vendere i suoi diritti sulle canzoni.
D'altra parte, Branca vedeva in una transazione con la Sony ATV la risposta alla crisi di liquidità di Jackson. Ma invece di una vendita, propose una fusione fra la Sony Music e la ATV.
Mickey Schulhof, a quel tempo Aministratore Delegato di Sony Corp. of America, era euforico in privato, ricorda una persona vicina all'ex dirigente. Vide una fusione come il primo passo verso una piena titolarità della ATV da parte della Sony. Una visita breve, una volta, nella casa di Jackson a Century City - un fantastico mondo di peluches - aveva convinto Schulhof che la travagliata star della Sony avrebbe iniziato una spirale verso la povertà e sarebbe stato costretto a vendere tutto.
Così, nel 1995, Branca tirò fuori un altro colpo: la Sony/ATV Music Publishing. Jackson entrò in possesso della metà di una società molto più grande, e intascò un assegno di 150 milioni di dollari da Sony. Se Branca aveva diritto al 5 per cento, il suo introito fu pari a 7,5 milioni di dollari.
L'archivio di Sony/ATV di 750.000 canzoni, da Elvis Presley a Eminem a Bob Dylan, è il più piccolo dei quattro grandi editori, alle spalle di EMI Music, Universal Music Group e Warner Music/Chappell.
Il suo valore stimato va da 1,6 a 2 miliardi di dollari, e negli ultimi anni ha generato un flusso di gestione da 100 a 130 milioni di dollari l'anno, secondo il New York Times. Le sole entrate editoriali, che Sony e il patrimonio di Jackson si dividono, dovrebbero ammontare a decine di milioni l'anno di reddito - come era per Jackson.
Eppure, sorprendentemente, i suoi problemi finanziari non facevano che aggravarsi. Entro il 2003, doveva 270 milioni di dollari solo alla Bank of America per due prestiti massicci alla MJ Publishing Trust ATV, proprietaria delle azioni di Sony/ATV di Michael, e alla MJ Publishing Trust, che controllava la Mijac, proprietaria delle canzoni di Michael. Se Jackson fosse stato insolvente su entrambi i prestiti, poteva essere costretto a vendere le canzoni alla Sony, con la banca che avrebbe incassato i proventi.
Sembrava che Jackson avrebbe dovuto di nuovo fare appello a Branca per districarsi dall'angolo in cui si era ficcato. Lo avrebbe fatto?
No. Jackson, infatti, lo licenziò ancora una volta.
Né l'ambiziosa iniziativa guidata da Goldman Sachs (tradotta da JIre più su, ndt) fermò la sua caduta finanziaria. Nel 2004, Jackson abbandonò precipitosamente quel piano poco prima di riemergere con un circolo ristretto di membri della Nation of Islam di Louis Farrakhan.
A peggiorare i problemi di Jackson, fu trascinato in un processo per molestie su minori nel 2005. Risultato innocente, fuggì nel Bahrain per un nuovo inizio finanziato da un principe medio-orientale, che in seguito l'ha denunciato per essere praticamente un fannullone.
Infine, la Bank of America gettò la spugna, vendendo il prestito (e la garanzia dei Beatles) alla Fortress Investment, che addebitò a Jackson tassi di interesse a due cifre. Il disastro totale, tuttavia, fu scongiurato da un piano di salvataggio predisposto dalla Sony, che garantì un prestito da 300 milioni di dollari con la Barclay.
Nel 2006, il rapporto di alti e bassi fra Jackson e Branca conobbe un nuovo basso. Stavolta fu Branca a mollare Michael in quella che, secondo due alti dirigenti dell'industria musicale a conoscenza della situazione, fu una controversia più ampia.
Essi suggeriscono che Branca, Michael e Sony si siano scontrati sul 5% dell'avvocato quando diventò una complicazione nel salvataggio di Michael. L'accordo: Branca lo rivendette per milioni di dollari.
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Un super-avvocato ritorna, una icona pop muore - un testamento viene scoperto
Verso le sette di sera durante la terza settimana di giugno 2009, John Branca è arrivato nel camerino di Michael Jackson al Fabulous Forum di Los Angeles, dove erano in corso le prove per il concerto dell'artista "This Is It".
Era il loro primo incontro in tre anni. Si sono subito abbracciati, prima che Branca consegnasse a Jackson una lettera da firmare, con cui formalmente riassumeva il super-avvocato.
E' stata una riunione improvvisa dopo una scissione amara - e pochi giorni prima che la leggenda dello show business morisse.
E' stato anche il culmine di un'odissea di 30 anni, tra alti senza pari e bassi bui, durante i quali Jackson aveva coltivato una profonda sfiducia nei confronti dell'avvocato. Almeno due volte lo ha licenziato.
Da parte sua, Branca si era stancato della vita caotica di sprechi di Jackson, dei consulenti discutibili, debiti schiaccianti e dello scandalo. E alla fine aveva mollato.
"Non avevano parlato davvero dal 2006", afferma Randy Phillips, amministratore delegato della AEG Live, il promoter della serie di concerti di Jackson "This Is It".
Perciò, come ha fatto l'epico rapporto fra Branca e Jackson a tornare al punto di partenza, come seguendo un copione di Hollywood?
In realtà Branca aveva cominciato a cercare un ritorno all'ovile non prima che Jackson confezionasse la conferenza stampa di presentazione del "This Is It", ai primi di marzo 2009. L'avvocato ha telefonato a Phillips: "Farei qualsiasi cosa per essere coinvolta” ha detto Branca secondo Phillips. Il dirigente della AEG fu evasivo allora.
Più tardi, tuttavia, Phillips e Frank DiLeo, manager di Jackson durante i giorni di gloria degli anni '80, hanno telefonato a Branca. DiLeo era stato invitato di nuovo fra il gruppo di cervelli solo da poco, esattamente due decenni dopo che Jackson lo aveva licenziato nel 1989, un anno prima che Branca fosse cacciato per la prima volta.
Al ritorno di DiLeo, la cerchia di Jackson si era ridotta praticamente a nulla - nessun avvocato o commercialista, per esempio - con l'inizio del "This Is It" previsto a luglio, a poche settimane di distanza, ha sostenuto DiLeo in un'intervista esclusiva.
Solo il manager di allora di Jackson, il "misterioso Dr. Tohme Tohme", come la stampa a volte lo ha descritto, era rimasto, dice DiLeo. E presto la posizione di Tohme Tohme divenne oscura.
"Guarda, ritorna, è tutto un po' incasinato" ha detto Jackson, come ricorda DiLeo.
Anche Phillips era ansioso che Branca tornasse all'ovile. Secondo un ben piazzato dirigente dell'industria della musica informato sulla questione, il ritorno dell'avvocato sembrava poter attenuare una situazione potenzialmente difficile legalmente e finanziariamente per la AEG Live e Phillips.
Phillips era preoccupato che la società potesse rischiare decine di milioni di dollari - costi di produzione, le garanzie, la vendita di biglietti e oltre - se il fragile Jackson non fosse stato in grado di esibirsi nelle 50 date a Londra, secondo il dirigente dell'industria musicale.
E' stato detto che Phillips era preoccupato che un giudice potesse annullare il contratto della AEG con il cantante a causa di un conflitto di interessi - Jackson e AEG condividevano lo stesso avvocato, Joel Katz, un ben conosciuto avvocato nell'ambiente musicale, e la sua azienda Gobal Greenburg Taurig.
"Sentivo che sarebbe stato prudente avere un altro avvocato che non aveva niente a che fare con la mia azienda" ha riconosciuto Phillips in un'intervista esclusiva. "Sentivo che era importante per Michael". Ha aggiunto: "E' stata una delle ragioni per cui supportavo il ritorno Branca”.
In un'intervista Katz ha detto che ha avuto notizia dell'idea di adescare Branca per il ritorno da DiLeo, che ha assunto il ruolo di intermediario tra l'avvocato e Jackson. Branca era disponibile a "parlare con Michael di alcune cose?" DiLeo dice di aver chiesto all'avvocato in una prima telefonata.
In una chiamata successiva DiLeo dice di aver esortato Branca: "Adesso dobbiamo essere in grado di lavorare insieme" – il che significa, non più drammi, per favore! E infine, dice di aver detto all'avvocato, "Michael vuole che tu inizi a pensare a qualche idea. Non solo arrivare e dirgli ciao".
La mattina della riunione, DiLeo ha ricordato a Jackson, "Non dimenticare, oggi viene John."
Phillips era nel camerino di Jackson al Forum per la riunione. Dopo l'abbraccio e le firme ufficiali, quella sera Branca ha iniziato sciorinare idee, avendole perfezionate nella settimana precedente. Alcune riguardavano il concerto. Ma DiLeo e Phillips dicevano che la responsabilità primaria di Branca era altrove.
"C'era una seria aspirazione di fare un film", dice Phillips. "Michael voleva finire un film intitolato 'Ghost' ... e una versione 3D di “Thriller”. Voleva che John predisponesse il finanziamento del film e l'accordo per il DVD". Phillips ha detto che la AEG aveva previsto di finanziare lo sviluppo dei progetti.
Con la data di scadenza di un debito di 300 milioni di dollari verso la Barclays nel lontano orizzonte, Jackson voleva anche Branca di fronte alla Sony per la "ristrutturazione del prestito perché la Sony era il garante del prestito", ha detto Phillips, aggiungendo che lui era entusiasta che Michael avesse un corner man (viene dal gergo della boxe, è l'uomo che assiste il pugile e che ha l'incarico di gettare la spugna quando le cose si mettono male, ma possa schiattà se so qual è il termine italiano, ndt) "che sapeva in quale armadio sono nascosti tutti gli scheletri".
Dopo la riunione nel camerino, Jackson è partito a quanto pare per la sua iniezione di Propofol e Branca per una vacanza in Messico, dove pochi giorni dopo, il 25 giugno, il suo telefono ha squillato con Katz in linea. Jackson era appena morto dopo che il dottor Conrad Murray, il suo medico privato, gli aveva somministrato il farmaco.
"Qualcuno ha un testamento?," chiedeva Katz.
"Io ne ho uno", dice che Branca ha risposto. "Se è valido."
Lo era, infatti, il testamento che ha installato Branca, insieme all'amico di lungo tempo della famiglia Jackson, John McClain, come co-esecutore testamentario di Jackson.
Dato che i tentativi da parte del padre di Michael, Joe, per cacciarlo continuano a fallire, Branca è ben inserito nel controllo di tutti i beni terreni di Jackson, con al centro la metà della Sony/ATV – la preziosa eredità che l'icona dell'intrattenimento ha lasciato ai suoi tre figli, alla madre Katherine e a organizzazioni benefiche.
Nella morte, Jackson ancora una volta sta ottenendo il massimo da Branca, evidenziato dal record di 275 milioni dollari in guadagni postumi del defunto intrattenitore nel primo anno. Branca sta raccogliendo ancora una volta il suo 5% dalle entrate connesse all'intrattenimento - un flusso di reddito che continuerà per anni.
E, infine, il Re del Pop e il creatore di re hanno raggiunto una pace duratura.
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