Keep the faith, 06/12/2010 15.14:
Vedi caro Aryn, è proprio quello che è stato scritto poco sopra di me che non posso tollerare, nessuno ha fatto un panegirico del suicidio, almeno io non mi sono permesso di farlo, si è solo, (Io l'ho fatto) chiesto di avere rispetto per una scelta, così come io credo che siano eroici coloro che combattono per la vita, allo stesso modo mi pare debba aversi profondo rispetto per un uomo che ha fatto una scelta diversa, senza potere e senza dovere giudicare una scelta appunto, senza dare giudizi etici che non possiamo dare, in primis perchè non siamo nè filosofi nè teologi, e poi perchè non conosciamo la realtà, del caso specifico, in modo adeguato.
Quindi un pò di rispetto per le scelte private mi pare sia dovuto, o no?
Sono d'accordo in pieno. Tuttavia, anch'io come Aryn sento di dover essere cauta nell'affermare con certezza che si sia trattato di un gesto di eroismo. Mi verrebbe piuttosto da pensare alla disperazione, una disperazione peraltro umanamente comprensibilissima e rifiutata con una certa dose di coraggio.
Non sento quindi particolare ammirazione, ma sim-patia, comprensione.
Che poi il suicidio non sia una scelta da lodare, ci sta in linea di massima e in quasi tutte le situazioni. Nel caso di Monicelli, però, è un po' diverso. Se si è trattato (perchè non lo possiamo sapere) di consapevole rifiuto di un destino di sofferenza, sofferenza che chi comanda non intende né evitare né alleviare in alcun modo (mi sembra - ma confesso la mia scarsa preparazione in materia - che vi siano esponenti politici che ritengono "immorale" l'uso di sostanze come, ad esempio, la cannabis a fini analgesici, per non parlare dell'eutanasia), non vedo perché un essere umano, per di più agnostico o ateo, debba sentirsi costretto ad esso senza opporre il proprio rifiuto. In questi casi la morte è comunque la fine inevitabile.
Nel caso invece di ragazzi o persone nel pieno della salute, la società credo debba mettere in campo tutte le risorse per alleviarne qualsiasi tipo di sofferenza (la povertà, ad esempio) e consentirne la realizzazione e felicità. Non è un discorso idealistico o caritatevole il mio, è un discorso culturale e politico.
E comunque... massima ammirazione, questa volta sì, per il papà di Aryn... e massimo rispetto per il dolore di chiunque.