Cristiana, che vedo con sgomento
non smette di aggiornare anche questo topic, mi ha segnalato questa
recensione tutt'altro che positiva su Immortal e io mi sono divertita a tradurla per la vostra gioia.
Su alcune cose, per quel poco che ho visto sul web, può anche aver ragione, ma l'autore non ci è andato per niente leggero.
Immortal del "Cirque du Soleil"
Invece di cogliere correttamente la meraviglia e il talento di Michael Jackson, il Cirque du Soleil con 'Immortal' serve una forte dose di sfarzosità in stile Las Vegas.
Di Randall Roberts, critico musicale pop per il Los Angeles Times
5 Dicembre 2011
Se il nuovo spettacolo del Cirque du Soleil, il tributo a Michael Jackson "Immortal", conferma una cosa, è che la sola presenza del Re del Pop, anche nella morte, può eccitare una folla. Ogni volta che l'immagine del cantante defunto spunta sullo schermo durante la prima dello show di Las Vegas nella notte di sabato (
3 dicembre ndt), sia come monello con la voce d'oro come parte dei Jackson 5 o come un “thriller” col guanto di paillettes e un corpo miracoloso per la danza, la platea, tutta esaurita, esplode, anche se solo per un momento.
Ma le clip di Jackson, per quanto magnetiche, non possono sostenere uno spettacolo di un'ora e mezza dedicato alla sua musica, né lo può uno scimpanzé simil Bubbles ballerino, imitatori afro dei J5, una sconcertante metà spettacolo con un assolo di violoncello, un atto con una contorsionista sexy in cima a un libro per bambini, gruppi di mummie sincronizzate con gonne a cerchio e, più curiosamente, un guanto danzante di dimensioni umane che sembrava una stella marina moribonda.
Il Cirque du Soleil, con sede in Canada, ha costruito un impero coreografando discografie al servizio dei suoi umani volanti, tra cavi e giochi di luce. Nell'arco di quasi tre decenni, l'azienda ha costruito stravaganze visive che hanno travolto Las Vegas e il mondo, e hanno contribuito a spingere il modo di vedere e sentire i concerti in grandi arene nel regno della comunicazione visiva e sonora.
Ci sono otto spettacoli del Cirque in esecuzione ora a Las Vegas (e 15 altri in tutto il mondo), e tre di loro ruotano attorno a musicisti: la memoria di Elvis Presley è celebrata in "Viva Elvis", l'opera dei Beatles in "Love" e, fino al 27 Dicembre, il lavoro di raccolta su Michael Jackson sarà presentato presso il Mandalay Bay Events Center, dove, dopo aver girato il mondo,” Immortal” allestirà una sede permanente nel 2013.
Come sa chiunque ricordi le spese folli di Jackson a Las Vegas mostrate dal giornalista Martin Bashir nel dannato documentario del 2003, Jackson aveva un'affinità per il marchio di stranezza della città, e Las Vegas è stata ben felice di incassare i suoi assegni. Quindi è naturale che la sua immagine e la sua musica siano una licenza per il ridicolmente sfarzoso. Inoltre, lui ha guadagnato soldi, fama e successo attraverso la danza, una delle attrazioni perenni di Las Vegas, attraverso le precise coreografie in video come "Thriller", "Beat It" e "Billie Jean". C'è un sacco di ottimo materiale su cui lavorare.
Questo è il motivo per cui questo spettacolo è una noia. Diretto da Jamie King, meglio conosciuto come collaboratore di lunga data di Madonna, e le coreografie di Travis Payne, che ha lavorato con Jackson a fasi alterne negli ultimi 15 anni di vita del cantante, "Immortal" è un mixtrape bidimensionale che, se fosse trasferito in un'arena di hockey, potrebbe essere facilmente adattato come "Michael Jackson on Ice". Piena di paccottiglia in stile Las Vegas, con intermezzi parlati di MJ scelti stranamente, sconsiderati insiemi di canto e danza - il più sciocco consiste in piccolo essere umano vestito come Bubbles che finge di essere un DJ, mentre sotto uomini altalenano sugli anelli - la produzione non è mai fluida, e ogni narrazione è rapidamente sacrificata al servizio di un’altra serie di manovre oscillanti .
Durante "Beat It", mentre la suddetta mano a misura d'uomo con lustrini si contorce a terra, una violoncellista hot e una altrettanto sexy chitarrista si muovono lentamente su un nastro trasportatore e due enormi calze bianche con scarpe
(loafers), ripiene di due uomini, saltano sul posto. Gli autori de "I Simpson" non avrebbero potuto immaginare una parodia più ridicola dell’ultraindulgenza di Las Vegas.
"Love", come "Immortal", aveva come direttore della creazione Chantal Tremblay, ma mentre l'altro era come una lunga, graziosa meditazione sulle melodie di Lennon, McCartney, Harrison e Starr, quest'ultimo sembra come un impaziente, improvvisato guazzabuglio di qualcuno più interessato alle canzoni lente di Jackson, alla roba dei suoi sempre più infantili ultimi lavori, più che di diffondere groove e dare una mossa. Ogni volta che un lampo di energia arriva, è presto interrotto da una delle ballate meno importanti di Jackson. Come si può giustificare il fatto di dare più tempo ed energia creativa per "Man in the Mirror" e "Earth Song" in uno spettacolo su Michael Jackson che a "Beat It" o "Thriller"? C'era solo un bocconcino sepolto alla fine di "Billie Jean" all'interno di "Immortal", una canzone la cui linea di basso sembra fatta su misura per una interpretazione estesa.
Forse è solo troppo presto, è solo la scorsa settimana, dopo tutto, che il medico di Jackson è stato condannato definitivamente per omicidio colposo per la morte del cantante. Ma il problema non è tanto il tempo, quanto la struttura.
"Love", anche se imperfetto, era fluido, si avvertiva come un pezzo unico, e utilizzava lo spazio sia verticale che orizzontale, con gli artisti volanti e i ballerini in movimento non solo sul palco ma nell'aria. Il problema di "Immortal" è il Mandalay Bay Events Center da 12.000 posti: si tratta di una grande arena, e le esigenze di questa versione sono dettate dalla portabilità dello spettacolo.
Tremblay e King hanno scelto di configurare lo spazio con il palco principale ad una estremità, dove una band per metà nascosta suona su un'alzata dietro grandi schermi di proiezione. Due passerelle con nastri trasportatori motorizzati portano ad un piccolo spazio circolare al centro, da dove è lanciata gran parte dell'attività aerea. A differenza di "Love", dove la folla si sente una parte dell'azione, "Immortal" sembra un concerto senza un artista, come nel classico sketch chiamato "Elvis Presley Coat", la parodia dello sfruttamento di Elvis del “Saturday Night Live".
Il segno più sicuro che bisogna lavorare complessivamente sull’approccio prima che lo spettacolo torni a tempo indeterminato nel 2013 è stata la risposta della folla. A parte la sezione urlante di membri dei fan clubs di MJ che sembrava amare lo spettacolo, e le volte in cui i video di Jackson sono proiettati sullo schermo, la folla non era coinvolta. Verso la fine, quando la band - il cui ruolo e la partecipazione sono vaghi visto che lo spettacolo è caratterizzato da una sacco di tracce registrate in studio - ha gettato le mani in aria e ha invitato alla partecipazione, la folla se ne è stata seduta, disinteressata ad aderire.
Cosa tutto questo significhi per il lungo periodo di vita dello show è da determinare. Michael Jackson, dopo tutto, era il Re del Pop. Il suo spirito creativo gli è valso un posto sulla Strip di Las Vegas tra la miriadi di imitatori ed eredi che hanno incanalato le sue mosse. Il suo moonwalk e la sua voce hanno dimostrato in modo duraturo che, per ora, generazioni di fan acquisteranno i biglietti con lo stesso entusiasmo che Jackson metteva nell’accumulare vasi sgargianti. Ma ci vogliono solo un paio di fallimenti consecutivi per danneggiare un patrimonio, e se "Immortal" è il meglio che possono fare, il titolo dello spettacolo finirà per suonare tristemente ironico.
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[Modificato da (Miss Piggy) 12/12/2011 18:21]