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abolizione del vitalizio che spetta ai parlamentari dopo 5 anni di legislatura: respinta!

Ultimo Aggiornamento: 24/10/2010 10:46
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23/10/2010 12:17
 
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Il giorno 21 settembre il deputato dell’Italia dei Valori Antonio Borghesi ha proposto l’abolizione del vitalizio che spetta ai parlamentari dopo 5 anni di legislatura (reversibile agli eredi) di 3000 euro,in quanto affermava che tale trattamento risultava iniquo rispetto a quello previsto dai lavoratori che devono versare 40 anni di contributi per avere diritto ad una pensione.
Come è andata la votazione?
Hanno votato sì 22
Contrari 498
Astenuti 5
Presenti 525

Ecco un estratto del discorso presentato alla Camera :

Penso che nessun cittadino e nessun lavoratore al di fuori di qui possa accettare l’idea che gli si chieda, per poter percepire un vitalizio o una pensione, di versare contributi per quarant’anni, quando qui dentro sono sufficienti cinque anni per percepire un vitalizio. È una distanza tra il Paese reale e questa istituzione che deve essere ridotta ed evitata. Non sarà mai accettabile per nessuno che vi siano persone che hanno fatto il parlamentare per un giorno - ce ne sono tre - e percepiscono più di 3.000 euro al mese di vitalizio. Non si potrà mai accettare che ci siano altre persone rimaste qui per sessantotto giorni, dimessisi per incompatibilità, che percepiscono un assegno vitalizio di più di 3.000 euro al mese. C’è la vedova di un parlamentare che non ha mai messo piede materialmente in Parlamento, eppure percepisce un assegno di reversibilità.
Credo che questo sia un tema al quale bisogna porre rimedio e la nostra proposta, che stava in quel progetto di legge e che sta in questo ordine del giorno, è che si provveda alla soppressione degli assegni vitalizi, sia per i deputati in carica che per quelli cessati, chiedendo invece di versare i contributi che a noi sono stati trattenuti all’ente di previdenza, se il deputato svolgeva precedentemente un lavoro, oppure al fondo che l’INPS ha creato con gestione a tassazione separata.
Ciò permetterebbe ad ognuno di cumulare quei versamenti con gli altri nell’arco della sua vita e, secondo i criteri normali di ogni cittadino e di ogni lavoratore, percepirebbe poi una pensione conseguente ai versamenti realizzati.
Proprio la Corte costituzionale, con la sentenza richiamata dai colleghi questori, ha permesso invece di dire che non si tratta di una pensione, che non esistono dunque diritti quesiti e che, con una semplice delibera dell’Ufficio di Presidenza, si potrebbe procedere nel senso da noi prospettato, che consentirebbe di fare risparmiare al bilancio della Camera e anche a tutti i cittadini e ai contribuenti italiani circa 150 milioni di euro l’anno.


Non ne hanno dato notizia ne radio, nè GIORNALI, né TV ovviamente.

www.politicamentecorretto.com/index.php?news=29358

http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_16/showXhtml.Asp?idAtto=29288&stile=6&highLight=1&paroleContenute='ODG+IN+ASSEMBLEA+SU+BILANCIO+INTERNO'+|+'CAMERA'

[Modificato da angelico 23/10/2010 12:19]

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