| | | Post: 17 | Registrato il: 24/10/2009 | Città: FIRENZE | Età: 32 | Sesso: Femminile | This Is It Fan | | OFFLINE |
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Cavolo, ma povera Eli! E' la sua vita! Potrà fare quello che le pare o no?!? Michael ha fatto un po' i capricci! Infondo non lo ha mica tradito, ha solo accettato una proposta "allettante" che le è stata fatta... E' un occasione che si presenta una sola volta nella vita! Se vi arrabbiate per così poco con la povera Eli, vedrete come vi arrabbierete con Michael, nel corso della FF, commetterà qualche piccolo grande errore... Ok, adesso basta, non dico altro, non voglio rovinarvi la sorpresa, un po' di suspance ci vuole... Comunque potete stare tranquille, si risolverà tutto per il meglio ;) tra un po'... Grazie a tutte
P.S Non siate così cattive con Eli, infondo non ha fatto niente di male, ha il diritto di fare le sue scelte, in questo caso è Michael ad aver sbagliato a reagire così, è stato esagerato! Anche lei allora dovrebbe essere gelosa di lui... Michael ogni giorno incontra migliaia di ragazze urlanti che lo mangerebbero volentieri dai baci, posa per servizi fotografici e gioca ad acchiappino sul palco con quella pazza di Tatiana! Elisa avrebbe dovuto lasciarlo già da un pezzo ma siccome LEI connette la bocca al cervello prima di parlare e combinare disastri, non è mai arrivata ad una conclusione così drastica, lei lo ama e lui anche... Torneranno presto insieme, ve lo assicuro
Ecco a voi il seguito
11° Capitolo
Avrei voluto sotterrarmi per la vergogna, non avevo il coraggio di uscire di lì in quello stato, mi sentivo nuda, come se non avessi nulla addosso; per quelle foto, non avrei dovuto portare il reggiseno, solo un misero paio di mutande, se così si possono definire, alquanto piccole e fastidiose...
- Eli sei pronta? E' da tre ore che sei lì dentro, esci per favore, non possiamo aspettare tutto il giorno! -
Disse Edward, un po' arrabbiato...
- Arrivo -
Lentamente aprii la porta del camerino e, con la lentezza di una tartaruga, uscii dalla stanza viola di vergogna... Edward mi squadrò dalla testa ai piedi...
- Sei veramente bellissima Eli, dico sul serio... Non hai motivo di vergognarti, sei uno schianto... -
Rimasi in silenzio...
- Vieni con me, devo portarti subito in sala trucco... Sennò mi fucilano -
Lo seguii senza fiatare, ancora troppo imbarazzata per proferir parola, quando passai tutti mi guardarono, mi sentivo osservata, troppo per i miei gusti, e questo mi metteva in difficoltà... Una ragazza molto carina mi accolse calorosamente, mi fece accomodare su una poltrona e cominciò il suo lavoro di "restauro"; quando ebbe finito non mi riconoscevo più, sembravo uscita da un film degli anni 50...
- Perfetto, adesso sei pronta, vai pure, ti staranno aspettando -
- Grazie Eveline -
- E' il mio lavoro... Sei una bomba -
Mi disse, incoraggiandomi, la salutai e tornai da Edward...
- Eccoti finalmente, dai iniziamo -
Fui circondata da una dozzina di persone, cominciarono ad aggiustarmi il trucco, l'acconciatura, ricoprirono il mio corpo nudo di brillantini, luccicavo talmente tanto che quasi facevano fatica a guardarmi, il signor Jones comandava la troupe e quando finalmente fui pronta, mi fecero accomodare su una sedia bianca, cosparsa di fiori gialli. Edward era davanti a me, dietro la macchina fotografica, mi guardava con attenzione, studiandomi... Nella stanza tutti mi osservavano, ero un po' impacciata, così decisi di provare a pensare a qualcos'altro, per distrarmi, ci riuscii...
- Accavalla le gambe, mettiti di profilo, il braccio destro a coprire i seni... Ecco perfetta, ferma così... -
Edward era l'esperto, seguivo i suoi comandi, erano tutti molto professionali, nessuno sguardo malizioso, nessuna provocazione, imparai presto a sentirmi a mio agio, e questo mi era di grande aiuto...
- Abbiamo finito per oggi, bravissima Eli, sei stata eccezionale... Ottimo lavoro, tutti quanti -
Erano tutti molto soddisfatti ed io ero estremamente tranquilla e rilassata... Dopo un’ora di flash e scatti fotografici, finalmente sarei tornata a casa. Mi vestii, salutai tutti, ringraziandoli ed Edward mi riaccompagnò allo Staples Center, dove quel pomeriggio avevo lasciato la mia macchina... Quel giorno ero riuscita a non pensare troppo a Michael e, anche se la sofferenza era ancora tanta ed il suo ricordo mi provocava tante dolorosissime fitte allo stomaco, in quel momento mi sentivo bene e mi bastava...
- Grazie Edward... Grazie di tutto... -
- Non devi ringraziarmi, anzi, grazie a te... Sei stata meravigliosa oggi, davvero... Ci sentiamo domani ok? -
- Ok, ciao Ed -
- Ciao Eli -
Si avvicinò a me, un po' indeciso, le sue labbra sfiorarono le mie, mi scansai...
- Scusa... Non volevo... Perdonami -
- Non fa niente Ed, però cerca di capirmi... Mi sono lasciata da poco con il mio ragazzo, lo amo ancora, infinitamente, non voglio mentire a me stessa, tantomeno a te... Il mio cuore appartiene a lui -
- Hai ragione, ti capisco, perdonami... Adesso vado... Ciao Eli... -
Mi dette un bacio sulla guancia...
- Ciao Ed, a domani -
Lo guardai allontanarsi, montai in macchina e mi diressi verso casa. Arrivata a destinazione, impiegai dieci minuti per trovare parcheggio, non c'era un buco, che p***e! Odiavo Los Angeles per questo, era troppo caotica, troppo dispersiva, qualche volta (anzi, quasi sempre) rimpiangevo la mia piccola e meravigliosa Firenze. Entrai nel mio appartamento, poggiai la borsa e mi fiondai in bagno... Dovevo assolutamente struccarmi, sembravo un mascherone... Appena ebbi finito, mi spogliai e mi feci una lunga doccia, ne avevo proprio bisogno, i miei muscoli tesi si sciolsero ed io mi rilassai a lungo, a mollo nell'acqua calda e profumata... Mi preparai un piatto di pasta veloce, mangiai, mi infilai il pigiama e poi, via, subito a letto, ero molto stanca e non vedevo l'ora che Morfeo mi accogliesse tra le sue braccia. Il giorno dopo fui svegliata dalla suoneria del mio cellulare, che rimbombava incessante nella stanza... Erano le 8:30, mi alzai controvoglia dal letto e, ancora mezza rimbecillita, risposi alla chiamata, maledicendo chi aveva osato disturbarmi mentre dormivo...
- Pronto? -
Chiesi, tra qualche sbadiglio...
- Pronto Eli, sono io, Ed... -
- Oh ciao Ed, come stai? -
- Tutto bene grazie... te? -
- Non mi lamento, anche se avrei preferito poter dormire ancora un po'... -
Dissi facendolo sentire in colpa...
- Oddio Eli scusa, ti ho svegliata, mi dispiace davvero tanto... -
- Non fa niente, avrai sicuramente qualcosa di importante da dirmi se mi hai chiamato a quest'ora... Suppongo... -
- Oh si, certo... Ti ho chiamata per dirti che è uscito il TUO numero, sei in copertina! -
- Oh davvero? Allora vado subito a comprarla... Sono proprio curiosa di vedere come sono venuta... -
- Sei stupenda... -
- Grazie, tutto merito del fotografo -
Rise di gusto alla mia affermazione, pavoneggiandosi all'infinito...
- Adesso devo andare Eli, ti chiamo io più tardi ok? -
- Perfetto, ciao Ed -
- Ciao -
Riattaccai, mi vestii velocemente, senza fare molto caso a quello che indossavo ed andai a piedi all'edicola più vicina...
- Buongiorno, vorrei l'ultimo numero di Vanity Fair -
- Glielo porto subito -
- Ecco a lei, sono 1,90 $ -
Disse l'anziano signore, proprietario del piccolo negozio, guardandomi incuriosito...
- Grazie -
Dissi porgendogli i soldi...
- Scusi qualcosa non va? -
- No... Perché? -
- Mi sta guardando in modo strano... Mi sono dimenticata forse di pettinarmi? -
- Oh no signorina, niente di tutto ciò, è solo che... Vedo una certa somiglianza tra lei e la ragazza in copertina... Tutto qui -
- Forse perché la ragazza in copertina SONO IO! -
- Davvero? Mi scusi... Sa, sono anziano, non ci vedo bene, sono presbite... Comunque, complimenti vivissimi, è venuta davvero molto bene in queste foto -
- Grazie, arrivederci signore -
- Arrivederci -
Tornai a casa e mi buttai sul divano, non avevo ancora avuto il tempo di guardare le MIE foto... Presi la rivista e guardai attentamente la prima pagina, ero venuta veramente benissimo, ero orgogliosa del mio corpo, mi sentivo bella, non ero una ragazza vanitosa, non mi piaceva vantarmi, ma dovevo ammettere che quegli scatti erano meravigliosi.
P.O.V Michael
Ero stravaccato sul divano, stavo guardando la tv, c'erano i cartoni, "Tom e Jerry", li adoravo, quando non sapevo cosa fare o ero triste erano la mia salvezza, la mia unica medicina... Proprio quando Tom stava per acciuffare Jerry, Lou entrò nella stanza, sbattendo la porta, correndo come una matta, facendomi sobbalzare dallo spavento, il mio cuore correva come un matto...
- Lou! Non si usa più bussare? Mi hai fatto prendere un colpo! -
- Mi scusi signorino... Non era mia intenzione... -
Si scusò lei, mortificata...
- Non fa niente... Volevi dirmi qualcosa? -
Aveva le mani dietro la schiena, mi stava nascondendo qualcosa...
- Cos'hai dietro la schiena? -
- Ecco è proprio di questo che volevo parlarle... -
Lentamente tirò fuori una rivista, Vanity Fair per l'esattezza, io odiavo ogni tipo di giornale, scrivevano un sacco di sciocchezze e cattiverie sul mio conto...
- Non dirmi che hanno scritto di nuovo un articolo su di me... -
Chiesi, scocciato e un po' arrabbiato...
- No signorino, stia tranquillo... Niente di tutto ciò... Guardi... -
Disse indicandomi la copertina della rivista...
- Ho visto... E quindi? -
Non ci vedevo nulla di strano...
- Signorino SVEGLIA! Questa ragazza in copertina è Elisa! -
Non recepii subito il messaggio, quando finalmente poi il mio cervello si collegò alle orecchie, non sapevo se crederci o no... Presi la rivista, rigirandomela tra le mani e la osservai attentamente, era proprio lei, bellissima come sempre, il suo corpo, slanciato, formoso, perfetto, quasi completamente nudo, alla mercé di tutti... Ero sconcertato, la bocca spalancata in una smorfia, gli occhi mi bruciavano da morire, non ce la facevo a trattenere le lacrime che, pian piano, cominciarono a scendere, bagnandomi il viso... L'aveva fatto davvero, nonostante gli avessi detto espressamente di non farlo... Piangevo, senza un apparente motivo, ero arrabbiato con lei, mi aveva disobbedito, però infondo era anche colpa mia, l'avevo lasciata, l'avevo fatta soffrire, me l'ero lasciata sfuggire, l'amavo così tanto che non riuscivo ad essere realmente adirato con lei... Le lacrime mi impedivano di vedere, ma sapevo che Lou era ancora lì, che mi osservava piangere in silenzio, sentii una piccola mano poggiarsi sulla mia spalla...
- Su via signorino, non faccia così, non pianga... Tenga, si asciughi le lacrime -
Disse porgendomi un fazzoletto...
- Grazie, è solo che non riesco a farne a meno Lou, non immagini neanche quanto mi manca... Non riesco ad accettare l'idea di vederla nuda su una rivista! Lei è mia! -
- No signorino, lei si sbaglia... Deve capire che non è più la sua ragazza, lei l'ha lasciata, chi è causa del suo mal pianga se stesso, ormai è libera di fare quello che vuole, è la SUA vita -
- Perché mi dici così Lou? -
Dissi, mentre cominciavo a singhiozzare rumorosamente...
- Perché è la verità signorino, mi dispiace che stia male, ma mi sento in obbligo di dirle le cose come stanno, sono una persona sincera e le voglio bene... Non posso mentirle... -
Non risposi, aveva ragione, era solo colpa mia, continuai a piangere in silenzio, lanciai la rivista dall'altra parte della stanza, era come se scottasse tra le mie mani, non volevo più vederla... Pensare che era stata mia, mentre adesso l'avevo persa per sempre, mi logorava, sentivo come una perenne fitta allo stomaco che, a momenti, mi impediva di respirare...
- Le preparo qualcosa da bere... Che ne dice di una fumante tazza di cioccolata calda con panna? -
Mi chiese Lou...
- Non voglio niente Lou... Per favore, adesso lasciami solo -
- Come vuole lei, se ha bisogno di qualcosa sono di là in cucina... -
- Grazie... -
Quando se ne fu andata, mi lasciai cadere sul divano, ero disperato, la mia sofferenza era infinita... Come aveva potuto farmi questo? Io l'amavo... Mi mancava da morire... La mia piccola... Piansi molto quel giorno, avrei voluto uccidermi, come avevo potuto commettere un errore del genere? Dopo qualche ora Lou riapparve nella stanza...
- Venga con me signorino -
Mi sorresse e mi condusse in cucina, mi obbligò a bere la cioccolata calda che, con tanta premura, aveva preparato per me, e dovetti ammettere che era molto buona... La ringraziai, le dissi che stavo meglio, ma le mentii, salii in camera mia, mi chiusi a chiave all'interno, chiedendo di non essere disturbato, presi qualche goccia di tranquillante e mi buttai sul letto, addormentandomi poco tempo dopo...
P.O.V Elisa
Quel pomeriggio mi chiamò Ed, si complimentò ancora con me, mi disse che voleva vedermi, voleva uscire con me, una sera, accettai, dopotutto era un bravo ragazzo e svagarmi un po' non mi avrebbe fatto di certo male. Il giorno seguente, quando mi svegliai, come sempre, presi il "cellulare" per controllare se ci fossero nuove chiamate, guardai il piccolo schermo illuminato: 1 NUOVO MESSAGGIO... Strano, solitamente non mi cercava mai nessuno, non che non avessi amici, solo che a quei tempi i cellulari erano delle vere e proprie cabine telefoniche, pesavano come minimo cinque kili, lo usavo raramente e il mio numero lo avevano solo poche persone... Era un numero sconosciuto, non era salvato nella "minuscola" memoria del telefono, mi chiesi chi potesse essere, premetti "leggi" e l'sms si materializzò, come per magia, sul piccolo display quadrato, lo lessi...
"Non so cosa mi abbia spinto a scriverti questo messaggio, veramente non lo so, so solo che in questo momento mi sembrava la cosa migliore... Devi sapere che, da quel giorno, non faccio altro che pensare a te, di sicuro avrai pensato che ti avessi già dimenticata, pessimista come sei, ma non è affatto così... 24 h al giorno, il mio unico pensiero sei tu, perché ti amo, si, ti amo, ancora, e per sempre, con tutto me stesso, so che anche tu non mi hai dimenticato, so che mi ami, me lo sento... Quando ti ho vista, su quella rivista, mi sono sentito morire, ero arrabbiato, con te, ma soprattutto con me stesso... Perché lo hai fatto? Come ho potuto, IO, commettere un errore del genere? Scusami, perdonami, spero che un giorno potrai perdonarmi per la sofferenza che ti ho inflitto... Non sei obbligata a rispondere a questo messaggio, spero solo che lo leggerai, potrai capire quanto ancora io ti ami... Addio piccolo amore mio...
Tuo Peter Pan"
Qualcosa si era scatenato dentro di me, rabbia, tristezza, amore, odio, solitudine... Un insieme di emozioni contrastanti, dolorose, che mi distruggevano ogni minuto di più. Non avevo mai smesso di pensare a lui, di soffrire per lui e adesso cosa faceva? Mi scriveva uno stupido messaggio! Davvero pensava che tutto si sarebbe risolto con un semplice sms? Solo adesso si era accorto di aver sbagliato? So che potevo sembrare cattiva, ma non lo pensavo sul serio, amavo Michael con tutta me stessa, solo che in quel momento reagii d'istinto... Volevo andare da lui, parlargli, chiedergli spiegazioni, ma avevo paura di un suo rifiuto, avevo paura che mi avrebbe respinta, infondo era molto orgoglioso, ormai avevo imparato a conoscerlo, era anche parecchio permaloso e non mi avrebbe mai perdonata per quelle foto... Ma comunque presi una decisione, quel pomeriggio sarei andata da lui, volente o nolente mi sarei presentata a casa sua, senza avvertirlo ovviamente, volevo soltanto vederlo, toccarlo, abbracciarlo, anche solo sfiorarlo per un secondo. Sapevo che mi sarei fatta del male... Se mi avesse trattata male? Se non mi avesse voluto vedere? Dovevo provare, tentar non nuoce, così presi coraggio e dopo un pranzo veloce, mi vestii e alle 15:45 ero già davanti ai cancelli di Neverland, con le gambe che tremavano ed il cuore che mi scoppiava nel petto, come se volesse scappare da una sorte troppo dolorosa... Presi un bel respiro, contai fino a dieci e, con il cuore in gola, suonai il campanello... Avevo paura, dentro di me speravo che Michael non fosse in casa, che non venissero ad aprirmi, ma ormai ero lì e non potevo tirarmi indietro, sarei andata fino in fondo...
To be continued [Modificato da Jackson's Queen 09/06/2010 16:12] |