Il problema dei 3 corpi: Attraverso continenti e decadi, cinque amici geniali fanno scoperte sconvolgenti mentre le leggi della scienza si sgretolano ed emerge una minaccia esistenziale. Vieni a parlarne su TopManga.
 

I'll never let your part, for you're always in my heart... (in corso). Rating: rosso

Ultimo Aggiornamento: 30/07/2010 17:52
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07/06/2010 22:52
 
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Oh oh oh, prevedo tempesta......porca paletta, prima la pazza mitomane fuori dal concerto, ora sto fotografo, ma una volta una dritta andrà a sti due?!? Bravissima!!!!! Ora sono troppo curiosa di legegre come reagirà Michael, xò ti prego, nn farli lasciare, ok? Baci Sara

It's all for Love...L-O-V-E - Michael Jackson




The Dancer on the Moon - our Michael Jackson Blog.

08/06/2010 19:30
 
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Vedo che questo capitolo non è piaciuto molto *.* mi dispiace tanto *.* spero che il prossimo sia di vostro gradimento...
08/06/2010 20:22
 
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Invece è bellissimo
08/06/2010 20:31
 
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Io l'ho letto solo ora e mi è piaciuto molto!
08/06/2010 21:27
 
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Ecco a voi un altro capitolo [SM=g27822] grazie a tutte [SM=g27838]

10° Capitolo

- Chi era quello? -
Chiese con astio e gelosia...
- Nessuno, un fotografo... -
- Cosa voleva? -
- Stava cercando una ragazza-immagine per la copertina di Vanity Fair, mi ha detto che io sarei perfetta per quel ruolo -
- Non ne dubito... Di cosa si tratta? -
- E' una specie di calendario, in pratica dovrei posare semi-nuda... Ancora non ho accettato, anche se devo dire che mi alletta come idea, sarebbe un'esperienza nuova, mi ha lasciato il suo numero, devo chiamarlo -
- Non se ne parla nemmeno! Non poserai mai mezza nuda per una rivista! -
- Non è giusto! Oramai sono adulta e vaccinata, posso fare quello che voglio, è la mia vita Michael! -
- Ma sei la mia ragazza! Nessun'uomo vorrebbe vedere la propria donna mostrare il suo corpo al mondo intero! -
- Lo so, hai ragione, ma devi accettarlo... Farò quel calendario che ti piaccia o no! Mi pagheranno bene e non sarò più costretta a dipendere dai tuoi soldi! Non voglio diventare un peso per te... -
- Smettila di dire certe sciocchezze! Non sei affatto un peso per me, te l'ho detto prima e te lo ripeto... Non ti permetterò di fare una cosa del genere! Sei la donna che amo, morirei di gelosia! -
Stavamo urlando, attirando l’attenzione dei passanti che, spingendo il carrello, ci guardavano con tanto d’occhi...
- Smettila di fare il bambino, lo sai che anche io ti amo più della mia stessa vita, fare un calendario non significa tradirti, non lo farei mai... Farò quelle foto, ho deciso -
- Va bene... FAI QUELLO CHE VUOI! Mi sono stancato! Poi però non venirmi a dire che avevo ragione! Vogliono solo approfittarsi di te, della tua ingenuità di donna, ti faranno del male... E non posso sopportarlo -
- So badare a me stessa Michael, devi credermi, non mi farò mettere i piedi in testa, devi fidarti di me! -
- Non posso, mi stai solo dimostrando di non amarmi abbastanza, come potrei fidarmi di te? -
- COSA? Stai scherzando vero? -
- No... -
La sua voce si abbassò di un’ottava...
- Bene... -
- Bene... Forse è meglio se la finiamo qui -
Disse Michael con le lacrime agli occhi...
- Non immagini neanche quanto stia soffrendo in questo momento... -
- No! Non me lo immagino perché stai fingendo, non ti importa niente di me! Se davvero fossi stata così importante per te, non mi avresti lasciata per una ca****a del genere! -
Ero furiosa, mi sentivo una stupida, mi aveva mentito...
- Per me è difficile, devi credermi... -
Sussurrò ancora tra le lacrime...
- Ti amo più della mia stessa vita, ma per me questa non è una sciocchezza, per me questo significa tradimento e non posso tollerarlo, stai tradendo la mia fiducia -
- Ok, ok ho capito, è finita, addio Michael... Ti auguro tutto il bene del mondo... Sappi però che ti ho amato davvero con tutta me stessa, e ti amerò per sempre -
Non rispose, rimase in silenzio, non cercò di fermarmi, corsi via, il viso rigato dalle lacrime, mi voltai e vidi Michael distrutto, piangere come non lo avevo mai visto fare, soffriva, come soffrivo io, non potevo vederlo così... Non potevo credere che mi avesse lasciata per una cosa del genere, per una semplice foto, aveva solo dimostrato di non essere realmente interessato a me, aveva trovato la prima scusa e vi si era attaccato con le unghie e con i denti per lasciarmi, in quel momento avrei voluto davvero morire; uscii dal centro commerciale, presi il primo taxi e tornai a casa, sconvolta, avvolta da un alone di vuoto infinito... Arrivai a casa, non avevo fame, avevo un nodo allo stomaco, avevo la nausea, avrei voluto vomitare, ero pallida, gli occhi rossi come il fuoco, le lacrime continuavano a rigare il mio viso copiosamente, dire che stavo male è troppo poco, dentro ero morta, ancora non riuscivo a realizzare che Michael mi aveva lasciata, non avrei mai pensato che lo avrebbe fatto per una sciocchezza del genere, pensavo fosse più maturo, meno superficiale, ma non lo odiavo, no, io lo amavo ancora con tutta me stessa, ed era per questo che soffrivo così tanto... Mi buttai sul letto, senza nemmeno togliermi il giubbotto e le scarpe, continuai a piangere, singhiozzando, stringendo forte il cuscino, inondandolo di lacrime fresche e salate, illudendomi che quel morbido oggetto fosse proprio lui... Avrei voluto urlare per la disperazione, per la rabbia, ma dalla mia bocca non uscivano più suoni, solo tanti rumorosi singhiozzi che non riuscivo a trattenere; non sapevo come poteva sentirsi Michael in quel momento, ma di sicuro non peggio di me, aveva solo dimostrato di essere un autentico menefreghista, per lui, io, non contavo niente. Mi addormentai, feci un incubo terribile, che fortunatamente, adesso non ricordo più, e mi svegliai tutta sudata, il cuore che batteva all'impazzata, scossa dai brividi, ero in delle condizioni pietose, facevo paura, erano le 20:34, non mangiavo da quella mattina, ma nonostante questo non avevo fame. Quella sera vomitai più volte, ero uno straccio, se Michael mi avesse vista in quello stato, sarebbe morto dai sensi di colpa, era tutta colpa sua, per la sua stupida gelosia; si era comportato da bambino viziato, infondo quella era la mia vita, ero libera di fare le mie scelte... CAVOLO! Mi feci una doccia, poi, mi infilai il pigiama e mi rifugiai sotto le coperte, come se mi vergognassi di me stessa, sperando di addormentarmi di nuovo e, il giorno dopo, svegliarmi senza ricordarmi più niente. Purtroppo, quando quella mattina mi svegliai, il ricordo era ancora nitido nella mia mente, cercai di distrarmi, provai a mangiare qualcosa, ma proprio non ce la facevo... Adesso che la storia con Michael era finita, ovviamente non sarei tornata a lavorare per lui, perché il solo pensiero di vederlo, di dovergli stare vicino, in quel momento, era insopportabile... Mi ritrovai, per la seconda volta, senza lavoro, non potevo sopravvivere senza denaro, così decisi di chiamare il fotografo, Edward, per dirgli che accettavo la sua offerta, avrei guadagnato bene e forse, sarei riuscita a stare meglio... Presi il cellulare, nessun messaggio, nessuna chiamata, quella era l'ennesima riprova, Michael si era già dimenticato di me, mentre io, morivo per lui... Composi il numero...
- Pronto, con chi parlo? -
- Pronto Edward, sono Elisa, non so se ti ricordi di me... Sono la ragazza del centro commerciale -
- Si, certo che mi ricordo, dimmi pure... -
- Volevo dirti che, accetto la tua offerta... Poserò per quella rivista -
- Benissimo! Che bella notizia! Stavo proprio aspettando la tua chiamata, sapevo che avresti accettato -
- Non è stata una decisione facile, il mio ragazzo mi ha lasciata per questo -
- Mi dispiace, davvero, se c'è qualcosa che posso fare per aiutarti... -
- Non preoccuparti, passerà, prima o poi... Comunque... Quando dovrei iniziare? -
- Anche oggi pomeriggio se vuoi, per me non ci sono problemi... -
- Oggi pomeriggio è perfetto -
- Ok allora, ci vediamo fuori dallo Staples Center alle 15:00 in punto, ok? -
- Va bene, ci vediamo dopo, ciao -
- Ciao Elisa, a dopo -
Chiusi la chiamata, non ero felice, sul mio viso non c'era l'ombra di un sorriso, avevo delle occhiaie che strusciavano in terra, sembravo uscita dal video di "thriller", mi feci una doccia veloce, mi sistemai un po', comprendo con il trucco i segni della mia sofferenza, lasciai i capelli sciolti, senza asciugarli, poi, preparai un piatto di pasta, che mangiai controvoglia, senza avere realmente fame, non sentivo il sapore, ero apatica... Per ingannare il tempo, mi sedetti sul divano, accesi la TV, fissavo lo schermo senza in realtà vedere niente, mentre la mia mente era rivolta altrove, a Neverland, dove il mio vero unico amore, si divertiva senza di me...
P.O.V (point of view) Michael
La mia vita non era mai stata così priva di senso, mi sentivo perso, completamente svuotato, un vuoto impossibile da colmare ed estremamente doloroso; quella notte non avevo dormito, ero stato tutto il tempo sveglio, mi ero pentito di quello che avevo fatto, perché io ero innamorato della mia piccola, da morire, e quella lontananza, quella mancanza mi faceva soffrire, avevo fatto del male a me stesso ma soprattutto a lei. Piangevo, senza riuscire a smettere, le lacrime scendevano senza sosta sul mio viso, annebbiandomi la vista, ma ormai era tardi per tornare indietro e nonostante volessi andare da lei per chiederle scusa, per supplicarla di perdonarmi, il mio maledetto orgoglio e la mia testardaggine me lo impedivano. Il ricordo di quella magica notte in cui, avevamo fatto l'amore per la prima volta, affiorava nella mia mente, aumentando vertiginosamente la mia, già enorme, sofferenza... La settimana seguente sarei dovuto partire per Tokio, senza di lei... Non volevo, avevo bisogno del suo amore, l'amavo con tutto me stesso ma da quel momento avrei dovuto imparare ad andare avanti, anche senza la sua presenza. Chiamai Karen, sarebbe stata lei la mia truccatrice durante il tour giapponese, fortunatamente accettò, le sarei stato grato per tutta la vita. Da quel maledetto giorno, ero entrato in un mondo parallelo, in una specie di trans, ero sempre distratto, con la testa tra le nuvole, mi scordavo gli orari degli appuntamenti, dimenticavo per sino i passi e le parole delle MIE canzoni, stavo malissimo, non facevo altro che pensare a lei, mi chiedevo costantemente se stesse bene o se, per colpa mia, stava soffrendo e, al solo pensiero, mi sentivo morire, l'ultima cosa che volevo era quella, far star male la donna che amavo...
P.O.V Elisa
Alle 14:30 ero pronta, indossavo un paio di pinocchietti di jeans, le mie immancabili converse viola, una maglietta a maniche corte lilla ed il giubbotto di jeans, presi la borsa, chiusi a chiave la porta e montai in macchina, destinazione Staples Center. Los Angeles era una metropoli enorme ed io abitavo dall'altra parte della città, mi ci vollero ben venticinque minuti per arrivare sul posto, quando arrivai, Edward era già lì ad aspettarmi...
- Ciao Elisa -
- Ciao, chiamami pure Eli -
- Ok, come preferisci... Eli... Allora, andiamo? -
- Si... Ti seguo con la macchina -
- Non ce n'è bisogno, andiamo con la mia... La tua puoi lasciarla parcheggiata qui, quando abbiamo finito ti riaccompagno a prenderla per tornare a casa -
- Va bene, su, andiamo -
- Let’s go baby -
Disse, facendomi l'occhiolino. Non parlammo molto durante il tragitto, il silenzio regnava incontrastato, accompagnato dalla musica in sottofondo, ero completamente immersa nei miei pensieri, quando alla radio, cominciano a risuonare le prime note di una canzone, a me molto familiare, un pezzo della mia anima tormentata, "Man in the mirror"... Appena la dolce voce di Michael cominciò a cantare, calde lacrime cominciarono a cadere dai miei occhi...
- Togli questa canzone per favore... -
Dissi con la voce rotta dal pianto, lo stavo supplicando...
- Perché? Non ti piace? -
- No! Toglila per favore! Non voglio ascoltarla! -
Stavo urlando...
- Ok, ok, tranquilla, non piangere... La tolgo -
Disse preoccupato, spense la radio ma non riuscivo a smettere di piangere...
- Ehi... Dai non piangere... Cosa c'è? -
Era molto dolce, era realmente preoccupato per me...
- E' una storia lunga, quando sarà il momento te la racconterò, te lo prometto, ma adesso non ho voglia di parlarne, cerca di capirmi -
- Tranquilla, ti capisco perfettamente, adesso però basta piangere, ok? -
- Ok -
Dissi tirando in su col naso, asciugandomi le lacrime...
- Fammi un bel sorriso... Ecco, così va meglio -
Non so come, ma riuscì a calmarmi, era una brava persona...
- Grazie -
- Figurati, guarda siamo quasi arrivati, manca poco ormai -
C'eravamo quasi, ero molto tesa, ero nervosa, dopotutto non ero abituata a quel genere di cose e mi vergognavo da morire, ma volevo farlo, dovevo farlo, non avevo assolutamente altra scelta, quella era la mia unica possibilità. Edward parcheggiò la macchina davanti ad un enorme edificio di vetro, l'insegna diceva "VANITY FAIR", eravamo arrivati, scesi dall'auto tremando, avevo paura, non ero più così tanto sicura di volerlo fare...
- Tranquilla... -
Disse Edward, leggendomi nel pensiero...
- Vedrai, andrà tutto bene... Non devi vergognarti, non siamo qui per giudicarti, dobbiamo solo scattarti qualche foto... -
- Sembra facile, ma non lo è... Dici così solo perché non sei tu quello che si deve spogliare davanti a sconosciuti, non ho mai fatto niente di simile in vita mia, l'unico davanti a cui ho avuto il coraggio di spogliarmi è stato il mio ragazzo -
- Ti do un consiglio spassionato per facilitarti il compito, quando dovrai svestirti, immagina di essere da sola con il tuo ragazzo, cerca di isolarti, non pensare, sarà tutto più semplice -
- Ok, grazie della dritta... -
Dissi, poco convinta, in realtà non volevo pensare a Michael, sarei stata solo peggio, ma non glielo dissi...
- Brava... Adesso andiamo, devo presentarti un po' di persone... -
- Va bene -
Dissi, annuendo titubante. Entrammo in un'enorme salone, dove una trentina di persone, lavoravano per allestire il set fotografico; un immenso telo bianco era appeso sulla parete in fondo alla sala ed una macchina fotografica era accuratamente poggiata, in mezzo a qualche filo sparso qua e là, su un cavalletto, aspettando solo di essere usata. Edward mi prese per mano, infondendomi coraggio e, facendomi l'occhiolino, mi accompagnò "al patibolo"...
- Buongiorno signori e signore... Questa è Elisa, la famosa ragazza del centro commerciale, di cui vi ho tanto parlato -
Un ometto sulla sessantina si avvicinò a noi, allungando il braccio in segno di saluto...
- Buongiorno a te Ed! Ottima scelta, è veramente una bella ragazza, devo ammettere che hai occhio, è perfetta per la nostra copertina... Piacere di conoscerla signorina Elisa -
Disse stringendomi forte la mano...
- Il piacere è tutto mio signor...? -
- Oh che sbadato, non mi sono nemmeno presentato... Sono il signor Jones, il presidente di questa rivista, ma lei può chiamarmi semplicemente Alfred -
- Allora... Piacere di conoscerla Alfred -
Dissi, cercando di apparire gentile e sicura di me stessa... Uno ad uno, Edward mi presentò tutti gli addetti ai lavori, uomini e donne, tutti molto cordiali e disponibili, facevano di tutto per mettermi a mio agio...
- Eli, adesso devi andare a cambiarti... Per la prima serie di foto dovrai indossare questi slip... -
Disse porgendomi un P-E-R-I-Z-O-M-A (che non avevo mai messo in vita mia! Troppo scomodo per i miei gusti) giallo canarino, assolutamente volgare ed indecente...
- Io quel coso non me lo metto! -
Dissi indignata...
- Si che te lo metti! Dai su, non fare la testona... Vai a cambiarti -
- Ma è troppo piccolo, non mi entra nemmeno al dito pollice! -
- Ma cosa stai dicendo! Vai immediatamente a metterti questo aggeggio, prima che mi licenzino in tronco! -
- Va bene vado! Calmati! -
Dissi facendogli la linguaccia, voltandomi per andare verso i camerini...
- Guarda che stai andando nella direzione sbagliata... I camerini solo dall'altra parte -
Mi schernì Edward, ridendo di gusto...
- I... Io lo sapevo! -
Dissi diventando rossa come un peperone, lo guardai in cagnesco e mi allontanai, accompagnata dalle sue calde risate. Mi spogliai, e mi infilai quel terribile arnese...

To be continued...
[Modificato da Jackson's Queen 08/06/2010 21:28]
08/06/2010 21:34
 
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O mio Dio e poi....................
08/06/2010 21:43
 
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ecco questo invece non mi è piaciuto!Scusa... ma chi è quella ragazza, sana di mente,che sta con Michael jackson(e dico Michael Jackson!!!),che viene abbordata in un centro commerciale da un tizio qualsiasi che le propone di posare seminuda e accetta?!No!!!Ha fatto benissimo a mollarla e spero che non se la riprenda!!!
09/06/2010 09:44
 
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Oddio!!!! Ma Elisa è fuori di testa?!? Capisco che voglia essere indipendente, ma accettare una proposta simile, dal primo che passa al Centro Commerciale proprio no.....ma porca paletta, un po' di tranquillità x Mike mai?!? Spero solo che si renda conto della grande cavolata che ha fatto e che aveva ragione Michael....Speriamo si risolva la situazione!!!!! Aspetto con ansia il seguito ;-))) . Baci Sara

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09/06/2010 12:04
 
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il dopo perfavore
09/06/2010 15:24
 
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Re:
Cavolo, ma povera Eli! E' la sua vita! Potrà fare quello che le pare o no?!? Michael ha fatto un po' i capricci! Infondo non lo ha mica tradito, ha solo accettato una proposta "allettante" che le è stata fatta... E' un occasione che si presenta una sola volta nella vita! Se vi arrabbiate per così poco con la povera Eli, vedrete come vi arrabbierete con Michael, nel corso della FF, commetterà qualche piccolo grande errore... Ok, adesso basta, non dico altro, non voglio rovinarvi la sorpresa, un po' di suspance ci vuole... Comunque potete stare tranquille, si risolverà tutto per il meglio ;) tra un po'... Grazie a tutte [SM=g27838]

P.S Non siate così cattive con Eli, infondo non ha fatto niente di male, ha il diritto di fare le sue scelte, in questo caso è Michael ad aver sbagliato a reagire così, è stato esagerato! [SM=x47979] Anche lei allora dovrebbe essere gelosa di lui... Michael ogni giorno incontra migliaia di ragazze urlanti che lo mangerebbero volentieri dai baci, posa per servizi fotografici e gioca ad acchiappino sul palco con quella pazza di Tatiana! Elisa avrebbe dovuto lasciarlo già da un pezzo [SM=x47979] ma siccome LEI connette la bocca al cervello prima di parlare e combinare disastri, non è mai arrivata ad una conclusione così drastica, lei lo ama [SM=g27836] e lui anche... Torneranno presto insieme, ve lo assicuro [SM=g27822]

Ecco a voi il seguito [SM=g27822]

11° Capitolo

Avrei voluto sotterrarmi per la vergogna, non avevo il coraggio di uscire di lì in quello stato, mi sentivo nuda, come se non avessi nulla addosso; per quelle foto, non avrei dovuto portare il reggiseno, solo un misero paio di mutande, se così si possono definire, alquanto piccole e fastidiose...
- Eli sei pronta? E' da tre ore che sei lì dentro, esci per favore, non possiamo aspettare tutto il giorno! -
Disse Edward, un po' arrabbiato...
- Arrivo -
Lentamente aprii la porta del camerino e, con la lentezza di una tartaruga, uscii dalla stanza viola di vergogna... Edward mi squadrò dalla testa ai piedi...
- Sei veramente bellissima Eli, dico sul serio... Non hai motivo di vergognarti, sei uno schianto... -
Rimasi in silenzio...
- Vieni con me, devo portarti subito in sala trucco... Sennò mi fucilano -
Lo seguii senza fiatare, ancora troppo imbarazzata per proferir parola, quando passai tutti mi guardarono, mi sentivo osservata, troppo per i miei gusti, e questo mi metteva in difficoltà... Una ragazza molto carina mi accolse calorosamente, mi fece accomodare su una poltrona e cominciò il suo lavoro di "restauro"; quando ebbe finito non mi riconoscevo più, sembravo uscita da un film degli anni 50...
- Perfetto, adesso sei pronta, vai pure, ti staranno aspettando -
- Grazie Eveline -
- E' il mio lavoro... Sei una bomba -
Mi disse, incoraggiandomi, la salutai e tornai da Edward...
- Eccoti finalmente, dai iniziamo -
Fui circondata da una dozzina di persone, cominciarono ad aggiustarmi il trucco, l'acconciatura, ricoprirono il mio corpo nudo di brillantini, luccicavo talmente tanto che quasi facevano fatica a guardarmi, il signor Jones comandava la troupe e quando finalmente fui pronta, mi fecero accomodare su una sedia bianca, cosparsa di fiori gialli. Edward era davanti a me, dietro la macchina fotografica, mi guardava con attenzione, studiandomi... Nella stanza tutti mi osservavano, ero un po' impacciata, così decisi di provare a pensare a qualcos'altro, per distrarmi, ci riuscii...
- Accavalla le gambe, mettiti di profilo, il braccio destro a coprire i seni... Ecco perfetta, ferma così... -
Edward era l'esperto, seguivo i suoi comandi, erano tutti molto professionali, nessuno sguardo malizioso, nessuna provocazione, imparai presto a sentirmi a mio agio, e questo mi era di grande aiuto...
- Abbiamo finito per oggi, bravissima Eli, sei stata eccezionale... Ottimo lavoro, tutti quanti -
Erano tutti molto soddisfatti ed io ero estremamente tranquilla e rilassata... Dopo un’ora di flash e scatti fotografici, finalmente sarei tornata a casa. Mi vestii, salutai tutti, ringraziandoli ed Edward mi riaccompagnò allo Staples Center, dove quel pomeriggio avevo lasciato la mia macchina... Quel giorno ero riuscita a non pensare troppo a Michael e, anche se la sofferenza era ancora tanta ed il suo ricordo mi provocava tante dolorosissime fitte allo stomaco, in quel momento mi sentivo bene e mi bastava...
- Grazie Edward... Grazie di tutto... -
- Non devi ringraziarmi, anzi, grazie a te... Sei stata meravigliosa oggi, davvero... Ci sentiamo domani ok? -
- Ok, ciao Ed -
- Ciao Eli -
Si avvicinò a me, un po' indeciso, le sue labbra sfiorarono le mie, mi scansai...
- Scusa... Non volevo... Perdonami -
- Non fa niente Ed, però cerca di capirmi... Mi sono lasciata da poco con il mio ragazzo, lo amo ancora, infinitamente, non voglio mentire a me stessa, tantomeno a te... Il mio cuore appartiene a lui -
- Hai ragione, ti capisco, perdonami... Adesso vado... Ciao Eli... -
Mi dette un bacio sulla guancia...
- Ciao Ed, a domani -
Lo guardai allontanarsi, montai in macchina e mi diressi verso casa. Arrivata a destinazione, impiegai dieci minuti per trovare parcheggio, non c'era un buco, che p***e! Odiavo Los Angeles per questo, era troppo caotica, troppo dispersiva, qualche volta (anzi, quasi sempre) rimpiangevo la mia piccola e meravigliosa Firenze. Entrai nel mio appartamento, poggiai la borsa e mi fiondai in bagno... Dovevo assolutamente struccarmi, sembravo un mascherone... Appena ebbi finito, mi spogliai e mi feci una lunga doccia, ne avevo proprio bisogno, i miei muscoli tesi si sciolsero ed io mi rilassai a lungo, a mollo nell'acqua calda e profumata... Mi preparai un piatto di pasta veloce, mangiai, mi infilai il pigiama e poi, via, subito a letto, ero molto stanca e non vedevo l'ora che Morfeo mi accogliesse tra le sue braccia. Il giorno dopo fui svegliata dalla suoneria del mio cellulare, che rimbombava incessante nella stanza... Erano le 8:30, mi alzai controvoglia dal letto e, ancora mezza rimbecillita, risposi alla chiamata, maledicendo chi aveva osato disturbarmi mentre dormivo...
- Pronto? -
Chiesi, tra qualche sbadiglio...
- Pronto Eli, sono io, Ed... -
- Oh ciao Ed, come stai? -
- Tutto bene grazie... te? -
- Non mi lamento, anche se avrei preferito poter dormire ancora un po'... -
Dissi facendolo sentire in colpa...
- Oddio Eli scusa, ti ho svegliata, mi dispiace davvero tanto... -
- Non fa niente, avrai sicuramente qualcosa di importante da dirmi se mi hai chiamato a quest'ora... Suppongo... -
- Oh si, certo... Ti ho chiamata per dirti che è uscito il TUO numero, sei in copertina! -
- Oh davvero? Allora vado subito a comprarla... Sono proprio curiosa di vedere come sono venuta... -
- Sei stupenda... -
- Grazie, tutto merito del fotografo -
Rise di gusto alla mia affermazione, pavoneggiandosi all'infinito...
- Adesso devo andare Eli, ti chiamo io più tardi ok? -
- Perfetto, ciao Ed -
- Ciao -
Riattaccai, mi vestii velocemente, senza fare molto caso a quello che indossavo ed andai a piedi all'edicola più vicina...
- Buongiorno, vorrei l'ultimo numero di Vanity Fair -
- Glielo porto subito -
- Ecco a lei, sono 1,90 $ -
Disse l'anziano signore, proprietario del piccolo negozio, guardandomi incuriosito...
- Grazie -
Dissi porgendogli i soldi...
- Scusi qualcosa non va? -
- No... Perché? -
- Mi sta guardando in modo strano... Mi sono dimenticata forse di pettinarmi? -
- Oh no signorina, niente di tutto ciò, è solo che... Vedo una certa somiglianza tra lei e la ragazza in copertina... Tutto qui -
- Forse perché la ragazza in copertina SONO IO! -
- Davvero? Mi scusi... Sa, sono anziano, non ci vedo bene, sono presbite... Comunque, complimenti vivissimi, è venuta davvero molto bene in queste foto -
- Grazie, arrivederci signore -
- Arrivederci -
Tornai a casa e mi buttai sul divano, non avevo ancora avuto il tempo di guardare le MIE foto... Presi la rivista e guardai attentamente la prima pagina, ero venuta veramente benissimo, ero orgogliosa del mio corpo, mi sentivo bella, non ero una ragazza vanitosa, non mi piaceva vantarmi, ma dovevo ammettere che quegli scatti erano meravigliosi.
P.O.V Michael
Ero stravaccato sul divano, stavo guardando la tv, c'erano i cartoni, "Tom e Jerry", li adoravo, quando non sapevo cosa fare o ero triste erano la mia salvezza, la mia unica medicina... Proprio quando Tom stava per acciuffare Jerry, Lou entrò nella stanza, sbattendo la porta, correndo come una matta, facendomi sobbalzare dallo spavento, il mio cuore correva come un matto...
- Lou! Non si usa più bussare? Mi hai fatto prendere un colpo! -
- Mi scusi signorino... Non era mia intenzione... -
Si scusò lei, mortificata...
- Non fa niente... Volevi dirmi qualcosa? -
Aveva le mani dietro la schiena, mi stava nascondendo qualcosa...
- Cos'hai dietro la schiena? -
- Ecco è proprio di questo che volevo parlarle... -
Lentamente tirò fuori una rivista, Vanity Fair per l'esattezza, io odiavo ogni tipo di giornale, scrivevano un sacco di sciocchezze e cattiverie sul mio conto...
- Non dirmi che hanno scritto di nuovo un articolo su di me... -
Chiesi, scocciato e un po' arrabbiato...
- No signorino, stia tranquillo... Niente di tutto ciò... Guardi... -
Disse indicandomi la copertina della rivista...
- Ho visto... E quindi? -
Non ci vedevo nulla di strano...
- Signorino SVEGLIA! Questa ragazza in copertina è Elisa! -
Non recepii subito il messaggio, quando finalmente poi il mio cervello si collegò alle orecchie, non sapevo se crederci o no... Presi la rivista, rigirandomela tra le mani e la osservai attentamente, era proprio lei, bellissima come sempre, il suo corpo, slanciato, formoso, perfetto, quasi completamente nudo, alla mercé di tutti... Ero sconcertato, la bocca spalancata in una smorfia, gli occhi mi bruciavano da morire, non ce la facevo a trattenere le lacrime che, pian piano, cominciarono a scendere, bagnandomi il viso... L'aveva fatto davvero, nonostante gli avessi detto espressamente di non farlo... Piangevo, senza un apparente motivo, ero arrabbiato con lei, mi aveva disobbedito, però infondo era anche colpa mia, l'avevo lasciata, l'avevo fatta soffrire, me l'ero lasciata sfuggire, l'amavo così tanto che non riuscivo ad essere realmente adirato con lei... Le lacrime mi impedivano di vedere, ma sapevo che Lou era ancora lì, che mi osservava piangere in silenzio, sentii una piccola mano poggiarsi sulla mia spalla...
- Su via signorino, non faccia così, non pianga... Tenga, si asciughi le lacrime -
Disse porgendomi un fazzoletto...
- Grazie, è solo che non riesco a farne a meno Lou, non immagini neanche quanto mi manca... Non riesco ad accettare l'idea di vederla nuda su una rivista! Lei è mia! -
- No signorino, lei si sbaglia... Deve capire che non è più la sua ragazza, lei l'ha lasciata, chi è causa del suo mal pianga se stesso, ormai è libera di fare quello che vuole, è la SUA vita -
- Perché mi dici così Lou? -
Dissi, mentre cominciavo a singhiozzare rumorosamente...
- Perché è la verità signorino, mi dispiace che stia male, ma mi sento in obbligo di dirle le cose come stanno, sono una persona sincera e le voglio bene... Non posso mentirle... -
Non risposi, aveva ragione, era solo colpa mia, continuai a piangere in silenzio, lanciai la rivista dall'altra parte della stanza, era come se scottasse tra le mie mani, non volevo più vederla... Pensare che era stata mia, mentre adesso l'avevo persa per sempre, mi logorava, sentivo come una perenne fitta allo stomaco che, a momenti, mi impediva di respirare...
- Le preparo qualcosa da bere... Che ne dice di una fumante tazza di cioccolata calda con panna? -
Mi chiese Lou...
- Non voglio niente Lou... Per favore, adesso lasciami solo -
- Come vuole lei, se ha bisogno di qualcosa sono di là in cucina... -
- Grazie... -
Quando se ne fu andata, mi lasciai cadere sul divano, ero disperato, la mia sofferenza era infinita... Come aveva potuto farmi questo? Io l'amavo... Mi mancava da morire... La mia piccola... Piansi molto quel giorno, avrei voluto uccidermi, come avevo potuto commettere un errore del genere? Dopo qualche ora Lou riapparve nella stanza...
- Venga con me signorino -
Mi sorresse e mi condusse in cucina, mi obbligò a bere la cioccolata calda che, con tanta premura, aveva preparato per me, e dovetti ammettere che era molto buona... La ringraziai, le dissi che stavo meglio, ma le mentii, salii in camera mia, mi chiusi a chiave all'interno, chiedendo di non essere disturbato, presi qualche goccia di tranquillante e mi buttai sul letto, addormentandomi poco tempo dopo...
P.O.V Elisa
Quel pomeriggio mi chiamò Ed, si complimentò ancora con me, mi disse che voleva vedermi, voleva uscire con me, una sera, accettai, dopotutto era un bravo ragazzo e svagarmi un po' non mi avrebbe fatto di certo male. Il giorno seguente, quando mi svegliai, come sempre, presi il "cellulare" per controllare se ci fossero nuove chiamate, guardai il piccolo schermo illuminato: 1 NUOVO MESSAGGIO... Strano, solitamente non mi cercava mai nessuno, non che non avessi amici, solo che a quei tempi i cellulari erano delle vere e proprie cabine telefoniche, pesavano come minimo cinque kili, lo usavo raramente e il mio numero lo avevano solo poche persone... Era un numero sconosciuto, non era salvato nella "minuscola" memoria del telefono, mi chiesi chi potesse essere, premetti "leggi" e l'sms si materializzò, come per magia, sul piccolo display quadrato, lo lessi...
"Non so cosa mi abbia spinto a scriverti questo messaggio, veramente non lo so, so solo che in questo momento mi sembrava la cosa migliore... Devi sapere che, da quel giorno, non faccio altro che pensare a te, di sicuro avrai pensato che ti avessi già dimenticata, pessimista come sei, ma non è affatto così... 24 h al giorno, il mio unico pensiero sei tu, perché ti amo, si, ti amo, ancora, e per sempre, con tutto me stesso, so che anche tu non mi hai dimenticato, so che mi ami, me lo sento... Quando ti ho vista, su quella rivista, mi sono sentito morire, ero arrabbiato, con te, ma soprattutto con me stesso... Perché lo hai fatto? Come ho potuto, IO, commettere un errore del genere? Scusami, perdonami, spero che un giorno potrai perdonarmi per la sofferenza che ti ho inflitto... Non sei obbligata a rispondere a questo messaggio, spero solo che lo leggerai, potrai capire quanto ancora io ti ami... Addio piccolo amore mio...
Tuo Peter Pan
"
Qualcosa si era scatenato dentro di me, rabbia, tristezza, amore, odio, solitudine... Un insieme di emozioni contrastanti, dolorose, che mi distruggevano ogni minuto di più. Non avevo mai smesso di pensare a lui, di soffrire per lui e adesso cosa faceva? Mi scriveva uno stupido messaggio! Davvero pensava che tutto si sarebbe risolto con un semplice sms? Solo adesso si era accorto di aver sbagliato? So che potevo sembrare cattiva, ma non lo pensavo sul serio, amavo Michael con tutta me stessa, solo che in quel momento reagii d'istinto... Volevo andare da lui, parlargli, chiedergli spiegazioni, ma avevo paura di un suo rifiuto, avevo paura che mi avrebbe respinta, infondo era molto orgoglioso, ormai avevo imparato a conoscerlo, era anche parecchio permaloso e non mi avrebbe mai perdonata per quelle foto... Ma comunque presi una decisione, quel pomeriggio sarei andata da lui, volente o nolente mi sarei presentata a casa sua, senza avvertirlo ovviamente, volevo soltanto vederlo, toccarlo, abbracciarlo, anche solo sfiorarlo per un secondo. Sapevo che mi sarei fatta del male... Se mi avesse trattata male? Se non mi avesse voluto vedere? Dovevo provare, tentar non nuoce, così presi coraggio e dopo un pranzo veloce, mi vestii e alle 15:45 ero già davanti ai cancelli di Neverland, con le gambe che tremavano ed il cuore che mi scoppiava nel petto, come se volesse scappare da una sorte troppo dolorosa... Presi un bel respiro, contai fino a dieci e, con il cuore in gola, suonai il campanello... Avevo paura, dentro di me speravo che Michael non fosse in casa, che non venissero ad aprirmi, ma ormai ero lì e non potevo tirarmi indietro, sarei andata fino in fondo...

To be continued [SM=x47984]
[Modificato da Jackson's Queen 09/06/2010 16:12]
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