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SOMEONE IN THE DARK: Qualcuno...nel buio! (Fan Fiction) (in corso). Rating: arancione

Ultimo Aggiornamento: 01/08/2011 17:10
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13/05/2010 23:01
 
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CAPITOLO 1


Il cursore lampeggia incessantemente davanti ai miei occhi. Lo fisso come ipnotizzata dal suo ritmo intermittente. Ora c’è, ora non c’è, ora c’è, ora non c’è…..E’ così prevedibile, proprio come la mia vita! Alzarsi la mattina, vestire le bimbe, andare al lavoro, tornare a casa, preparare il pranzo……Sempre così, tutti i santi giorni… mi accendo e mi spengo a ritmo… come il cursore. I miei pensieri scorrono veloci davanti alla pagina bianca del portatile. Ci sono sempre i miei pensieri! Non mi abbandonano mai, non mi lasciano mai in pace neanche quando dovrei metterli da parte e concentrarmi su questa maledetta relazione che devo preparare durante queste vacanze natalizie. Ma che cavolo! Dovrei essere in vacanza e invece mi tocca sempre lavorare. Sono stufa, sono stanca e proprio non mi riesce questa sera di concentrarmi.
Domani è capodanno. Il mio primo capodanno da single… di nuovo! L’ultimo è stato nel 1999, esattamente dieci anni fa. Il salto nel nuovo secolo l’ho passato da sola, nella mia cameretta, con una bottiglia di vodka e con il cuore pieno di disprezzo per tutti coloro che si erano preparati un capodanno da favola e con la speranza che il “millenium bag” magari potesse risolvere alcuni dei miei tanti problemi. Macchè…. Non è successo proprio un bel niente! Magari ci fosse stata qualche catastrofe informatica……!
Ma che diavolo sto pensando…… mi sa che più vado avanti con l’età e più sto diventando cinica. Questo è proprio il segno che devo staccare. Prendo il telefono e faccio uno squillo a mia sorella che sta al piano di sopra. E’ il segnale che abbiamo concertato insieme per darmi il cambio. Almeno un’ora al giorno per andarmi a fare una corsetta potrò concedermela no! Mi infilo la tuta e le scarpe da tennis. Sistemo la fascia sulla fronte proprio mentre mia sorella apre la porta.
- Per le otto sono a casa. La minestra per le bimbe è pronta. Ci vediamo tra poco, stasera non posso proprio farne a meno. Scusa e grazie ancora ¬.
Lei sorride mentre mi chiudo la porta alle spalle. Accendo l’ipod e alle prime note di “Jam” comincio già a sentirmi meglio. Cammino, cammino mentre l’aria fredda mi sferza il viso risvegliandomi dall’ipnosi del cursore lampeggiante. Faccio il solito giro. Anche in questo sono prevedibile. Mi scombussola l’idea di cambiare itinerario. Mi chiedo dove mi porterà tutto ciò. Se non ho il coraggio neanche di cambiare il percorso della mia camminata serale come posso pretendere che succeda qualcosa di straordinario nella mia vita! Ma è meglio così. Prendiamocela pure con la routine giornaliera piuttosto che affibbiarci delle colpe. Fa meno male!
Rallento il passo. Sono arrivata finalmente e di nuovo ,per fortuna, alla mia “isola”. Niente di che per gli altri, un semplice prato ai margini del paese dove ho l’abitudine di fermarmi tutte le volte, per qualche minuto a fantasticare un po’ mentre ascolto le canzoni del “mio amore”. L’unico che posso permettermi in questo momento, oltre e naturalmente a quello delle mie bimbe.
La luce è scarsa e per questo mi piace questo posto. C’è solo un lampione lì, proprio lì dove mi siedo ogni sera. Mi blocco all’improvviso. Cavolo…noooo! Il mio albero è occupato. C’è una persona seduta là sotto….. al mio solito posto. Mi arrabbio per l’imprevisto ma poi mi dico “Ma come….! Ti lamenti sempre perché tutto nella tua vita è imprevedibile e adesso……?” Che faccio? Tiro avanti e torno a casa. “NO! ….. Non mi va!” Sento qualcosa dentro di me. Qualcosa che mi spinge a…… a fare cosa? Non è da me andare a parlare agli sconosciuti…. Soprattutto per dirgli che si sono presi il mio albero. “Che faccio?”mi chiede il mio cervello ma le mie gambe sono già a pochi passi dall’albero. “Oddio dove sto andando? Che sto facendo? “ …ma è troppo tardi…!
“Questo è il mio albero!” le parole mi escono di bocca senza che io ne abbia il più minimo controllo. Il capo della persona seduta sotto al mio albero si alza nella penombra. Mi scruta incerto…..
“Sorry….ehm…scusi?”
Mi sento un’idiota di fronte a quella vocetta spaesata. “ No, mi scusi lei ma è che….. questo…..questo è il mio albero” . Ma che cavolo di risposta gli ho dato!!!! Mi vergogno e vorrei scappare ma i miei piedi stanno piazzati lì e non si muovono neanche fossero incollati al terreno. “Vattene, lascia perdere” mi dice il cervello ma loro non si schiodano da là. Non riesco a vedere il suo volto perché si nasconde nel buio ma vedo che si muove a destra e a sinistra e verso l’alto…..come cercasse una sorta di cartello che confermi che QUELLO E’ IL MIO ALBERO. Mi avvicino con cautela.
C’è qualcosa nel mio stomaco che si smuove ma non so dire il perché….. Sarà la fame visto che non ho ancora cenato? Mi siedo a qualche metro di distanza. Lui cerca di rialzarsi impacciatamente, con imbarazzo ma…..il mio braccio si blocca nell’aria per fermarlo. Il mio braccio!!! Non io ma…. il mio braccio. Che cavolo, stasera il mio corpo va per conto suo. Non capisco ciò che fa e CHI lo sta manovrando! Non certo io che vorrei essere di già a casa tra le mia mura sicure….con le mie bimbe.
Lui si blocca istantaneamente, senza alcuna esitazione, come se fosse riuscito quasi a prevedere il mio movimento, come se fosse il suo più che il mio. Il cuore comincia a battermi all’impazzata e non so il perché. Probabilmente perché mi sono ficcata in questo casino e ora non so come sbrogliarmela. Non so che dire…. Sto pensando a formulare una frase quando la voce mi esce dalla bocca senza che io sappia cosa voglia dire.
“NO…. non andartene. Non voglio che tu te ne vada……Scusami, scusami tanto….non volevo spaventarti, non volevo essere scortese…. Scusami ancora” .
L’uomo che sta sospeso nel vuoto accanto a me torna a sedersi e a tornare immobile ma io percepisco il suo disagio. Forse anche lui ora vorrebbe scappare. Forse tutti e due ora vorremmo scappare ma….. non lo facciamo e restiamo a fissarci nella penombra del lampione. Le nostre “non parole” fluttuano nell’aria fredda di dicembre. Ma che si dicono? Le mie orecchie non le sentono ma il mio cuore percepisce ogni battito scomposto del suo cuore. Mi inumidisco le labbra e provo a dire
“Ciao”.
Lui si i
numidisce le labbra e prova a dire
“Ciao”.
La mia bocca accenna un sorriso e prova a dire
“Mi dispiace”.
La sua bocca accenna un sorriso e prova a dire
“Anche io”.
“Anche a me. Si dice… anche a me.”
“Anche a me”
ripete lui allargando di un poco il suo sorriso. Non faccio domande. Vorrei farle ma… non le faccio. Non so perché.
“Sono stata veramente scortese. Ti prego di perdonarmi. Non è da me comportarmi così. Scusami, scusami tanto ancora.” Non vedo i suoi occhi ma so che mi stanno fissando: lo sento!. “Certo, non faccio fare una bella figura al mio Paese e me ne dispiaccio…..perchè…. tu non sei italiano vero?” Il suo capo si muove velocemente a sinistra e a destra e poi si blocca con un movimento pulito al centro. Il mio stomaco sussulta ancora. Colpa della cena ancora non consumata? Comincio a sospettare di no.
“ My name is Rachele…..Rachel” dico impacciata. Lui continua a rimanere immobile. Scuoto la testa e comincio a sorridere scoraggiata. “Ma chi voglio portare in giro!Scusami ma io non conosco tanto bene l’inglese…..Sai a scuola ho studiato il francese…stupida lingua… Ho frequentato qualche corso d’inglese ma a dirtela tutta non me la cavo molto bene, anche perché è stato un po’ di tempo fa…prima che diventassi mamma….!” “Hai dei bambini?” domanda accennando ad un sorriso ed interrompendo, per fortuna, il mio discorso che, sinceramente, non avrei saputo come portare avanti senza sentirmi un po’ “scema”.
“ Si,….due…. due bambine…..una di otto anni e una di quattro……Quindi capisci la mia lingua!”
“ Si, ho studiato molto l’italiano anche se non parlo bene bene”.Tiro un sospiro di sollievo.
“Da quanto tempo studi l’italiano?”
“Poco, qualche mese ma….in modo…come si dice …forte”
“OK….ok…..ne sono felice e spero che tu riesca a capire ciò che sto per dirti.”
Le parole mi cominciano ad uscire a fiume dalla bocca “Vedi, io non ce l’avevo con te perché mi avevi preso il mio albero ma è che per me questo albero per me è così importante! Mi ci fermo ogni sera e ci passo dei bei momenti ascoltando la mia musica preferita e lascio andare i miei pensieri e le mie fantasie. Sono gli unici momenti che riesco veramente a dedicare a me stessa in tutta la giornata e per me sono….. sono luce ed energia, sono come raggi di sole che mi permettono di affrontare i problemi di tutti i giorni. Senza questi momenti non so come farei ad andare avanti.” Tra la penombra riesco a scorgere di nuovo il bianco del suo sorriso.
“Ti senti sola?”
“ Si, molto”
“ E…cosa pensi per sentirti meno sola?”
“Penso a te….!”
Tutto si ferma, anche il vento che poco prima sferzava dolcemente il mio viso. Tutto è immobile: i nostri sorrisi, i nostri corpi, i rami degli alberi, il battito dei nostri cuori……tutto tranne i nostri pensieri. Riesco a percepirli tutti ora, i miei e i suoi. Che sta succedendo? Che sta succedendo?
Stranamente… dopo una lunga pausa è lui a rompere il silenzio che ci separa e che ci unisce nello stesso momento.
“….a me??”
“Si…cioè penso a lui”
“ Lui???? Lui chi?”

Schegge impazzite di luci cominciano ad esplodere nella mia mente cercando di trovare uno spazio nelle ombre che si celano nella mia mente. Il mio cuore ricomincia a battere forte senza che i miei pensieri abbiano ancora capito il perché. No, non può essere…..NON PUO’ ESSERE!!!! Eppure io l’ho sempre saputo, l’ho sempre sperato ma no….non può essere. La lotta tra luci ed ombre continua ed è come se stessi guardando un film al contrario…. Si dice che ciò succeda prima di morire ma no…..io non sto ripercorrendo la mia vita . Queste sensazioni, queste emozioni che provo non sono solo le mie…No, non può essere. Cerco di capire ma la mia “ragione” non mi dà ragione. Era solo un sogno quello…..è solo un sogno…eppure sento il freddo della sera insinuarsi nelle mie ossa…..
Sorrido mentre guardo il suo viso perplesso e confuso. Non so come “dirglielo…”..ma ancora una volta le parole vengono in mio soccorso senza che io le controlli.
“Penso a lui, cioè a te………………………………………………………...Michael!”
Lui rimane immobile, non riesco ancora a vedere bene il suo sguardo ma sento dentro di me il suo cuore battere forte. Un lungo silenzio passa tra noi. Io non riesco proprio a dirgli nient’altro. “Forse ho fatto una gaffe”. Solo il rumore delle foglie trascinate dal vento tra noi in interminabile dialogo fatto di emozioni e senza parole.
“ Come hai fatto a capire?” Il suo sorriso si è spento… Ora vedo solo rassegnazione nel suo viso.
Non dico niente…. Prendo solo le cuffie che pendono dalle mie spalle e gliele porgo. Lui le avvicina timoroso alle orecchie e…..ascolta…ascolta le note di “Somheone in the dark”. Ora sorride e …scuote la testa . Ora riconosco la sua risata argentina. Ora so che non mi sono sbagliata. Comincio a sorridere anche io e il mio sorriso contagia il suo che si trasforma in una risata liberatoria e tutti e due continuiamo a ridere come due matti che vogliono ridere senza preoccuparsi troppo del motivo per cui ridono e di quello che possono pensare gli altri per la loro risata.
E’ ancora lui a prendere la parola
“Come hai fatto a riconoscere? È’ buio , non hai visto mio viso. Non hai sentito mia voce. Come hai fatto a riconoscer….mi? “
Lo guardo fisso negli occhi. Ora riesco a scorgere la sua luce nonostante il buio e ancora una volta la mia voce prende posizione sul mio pensiero
“ Non ti ho riconosciuto Michael….. ti ho sentito!”
Lui fa la sua solita “smorfietta” inclinando il viso verso sinistra e accennando un sorriso con la bocca e con gli occhi e dimostra chiaramente di sentirsi compiaciuto e imbarazzato al tempo stesso. Continuiamo a ridere e a guardarci imbarazzati e anche un po’ “liberati” come se lo avessimo sempre fatto insieme.
Si blocca di colpo e nasconde il viso tra le mani. Scuote la testa e sento che ora non sta più sorridendo. Mi sento in colpa, so che sono IO il motivo del suo disagio.!!
Stavolta sono io la prima a prendere la parola mentre la mia mano destra si alza verso di lui senza però avere il coraggio di avvicinarsi troppo.
“Oh, Michael…. Non ti preoccupare….ti prego non voglio che tu stia male per colpa mia… te lo giuro… su ciò che ho di più caro che nessuno saprà che ti ho incontrato. So che per il mondo intero sei scomparso . Non so il perché di tutto questo ma lo rispetto e forse anche lo capisco. Ti dico solo che io lo sapevo….nel senso che sentivo che c’eri ancora! Lo sentivo, lo sapevo, lo sentivo e…..non chiedermi il perché.”
Mi sento imbarazzata anch’io e non so cosa fare per poter rivedere il suo sorriso. Dio mio che ho fatto! Non sopporto di farlo star male…..se potessi ritornare indietro di qualche secondo …..ma non si può. “La tua energia era per me talmente forte che sapevo che se ne fosse andata lo avrei percepito in maniera diversa e invece lo sentivo che stava ancora nel nostro mondo.” Cavolo…come faccio a spiegarglielo!
Il suo corpo si sta ora spostando e si avvicina di pochi centimetri al mio. Ora vedo il suo volto. IL SUO VOLTO!. E’ proprio Lui… il mio Michael. Il mio cuore batte all’impazzata. Ci guardiamo . Lui mi porge timidamente la sua mano. Io la prendo altrettanto timidamente (Dio mio non è possibile!!!!!) Stavolta è anche il mio cervello a parlare
“Grazie Michael di non averci abbandonato”.
Mi stringe la mano, sempre a debita distanza e mi chiede
“ Davvero non mi tradirai? Davvero non racconterai a nessuno di avermi incontrato?”
“ Te lo giuro Michael, non lo dirò mai a nessuno.”
“Davvero?”
“Certo…te lo giuro.”
Il suo sguardo si abbassa ancora timidamente ma il suo sorriso non si è spento.
Vuoi un mio autografo?”
“No, Michael non lo voglio….. Non saprei che farmene.”

Ora mi sta fissando in modo strano e corruga gli occhi. Mi sento di averlo ferito ancora anche se solo nell’orgoglio e cerco di recuperare.
“ Oh, non offenderti per questo….. è che io non sono una tua fans di quelle che farebbero chissà cosa per avere anche…. le tue mutande…… “ Ma che diavolo sto dicendo! “Non sono una ragazzina innamorata del suo idolo e certe cose non mi interessano proprio.”
Lui continua a guardarmi in modo strano e io non capisco se si sente offeso o se non ha capito quello che sto cercando di dirgli.
Che ci farei con il tuo autografo????? Non sono una collezionista … e neanche una feticista. Tanto meno, visto che ti ho giurato di non raccontare mai a nessuno di averti incontrato…..potrei rivendermelo….E poi, se anche non te lo avessi giurato, non lo farei mai. Ho troppo rispetto per te, per quello che sei…per me e per tutti… Non lo farei mai…credimi! Non sono proprio il tipo!”
No… forse non ha capito ancora! Forse ho avuto poco tatto. Forse non è abituato a sentirsi rifiutare un autografo ma….io non volevo offenderlo……Oddio che devo dire per riavere il suo sorriso?
“Non so perché ma…..sento che devo crederti!...ne ho bisogno!!!!!” Una lacrima solca la sua guancia destra e mi fa una tenerezza insopportabile. Vorrei tanto abbracciarlo, accarezzare i suoi capelli, fargli sentire che sono dalla sua parte, prendere la sua mano, ma non ci riesco. C’è un muro tra di noi….uno di quelli veramente “tosti” e non faccio niente di quello che vorrei.
Il suo viso torna a nascondersi per qualche attimo fugace tra le sue mani, forse per asciugare quelle discrete lacrime che sono apparse.
“Michael, non ho l’arroganza di capire quello che hai nel cuore in questo momento ma…ti prego di credere in quello che ti ho detto. Non considerarmi una minaccia o un brutto imprevisto che ti è capitato e che ti potrebbe far del male. E’ l’ultima delle cose che voglio….quella di farti del male…Capisci ciò che ti sto dicendo?”
Le sue mani si discostano dal suo viso che ora mi guarda quasi pietoso.
“ Sappi che io non ti chiederò niente che tu non voglia dirmi. Non ti chiederò spiegazioni, non ti chiederò di cantare né di ballare….nè di parlare…se non vuoi!...Anzi, guarda, ora mi sto zitta zitta …mi rimetto l’ipod e me ne vado via…basta che non stai più male per colpa mia!” Mi alzo e salutandolo discretamente con la mano gli sorrido e riprendo il mio cammino con il cuore in subbuglio. Faccio solo pochi passi quando…
“ Aspetta…non …andare!” mi blocco senza neanche girarmi. Ho così paura di fare qualcosa di sbagliato!
Un frusciare garbato mi fa capire che si sta alzando e si sta avvicinando a me ma non ho ancora il coraggio di voltarmi.
14/05/2010 00:19
 
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brava bel capitolo continua
[Modificato da (angel66) 14/05/2010 00:19]
14/05/2010 00:48
 
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Ooooh ma che bello una nuova fan fiction!!!!
Lulina,il tuo inizio mi è piaciuto davvero tanto,mi piace il tuo modo di scrivere!
Mi hai molto emozionata,non vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo!
14/05/2010 19:05
 
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ok vi accontento con un 2 e breve capitolo

CAPITOLO 2
(Da questo momento le parole di Michael saranno scritte in italiano corretto perché non ho la pretesa di sapere come un americano “potrebbe parlare l’italiano” nonostante lo abbia studiato.)

-Non andare via… forse ,magari potresti essere tu il mio “Somheone in the dark!
Mi volto con il sorriso più dolce che il mondo abbia mai visto e ora anche a me scendono delle copiose ma silenziose lacrime. Lui mi guarda intenerito e si morde il labbro. “Dio mio quanto mi piace quando fa così!”
-Vogliamo fare quattro passi insieme?- Gli dico senza sapere neanche io cosa volevo dire ma…tutte queste emozioni insieme non riesco a sorreggerle proprio e dovevo proprio interrompere questo contatto magico perché….già, perché…PERCHE’???? Forse perché per tutti è così difficile leggersi e far leggere agli altri quello che si ha nel cuore…! E’ un problema comune in questa fase del mondo, a prescindere dall’età. Forse perché, nessuno di noi adulti riesce più a ricordare la spontaneità di quando eravamo bambini… nemmeno l’eterno PETER PAN per eccellenza!”
-Ohhh! - Mi risponde apparentemente più tranquillo. -Dove andiamo?-
-Sapevi che hai la fortuna di essere capitato in uno dei più bei borghi…piccoli paesi… medievali del centro Italia?
-Un po’ sì. Nel senso che ho scelto di rifugiarmi qui proprio per questo ma, sinceramente non conosco il tuo paese…”borgo medievale”…si dice così?
Sorrido finalmente un po’ rilassata. -Sì, …borgo medievale! Sì! Ok!
Finalmente sorride di nuovo anche lui. Così cominciamo una bella passeggiata tra le mura esterne del mio bellissimo borgo nella quale cerco di raccontargli tutto ciò che mi ricordo sulla storia medievale e locale.
-Forse non capisci tutto ciò che ti dico e magari ti annoio un po’ ma siccome so che sei un appassionato di storia dell’arte…..
Non mi fa neanche finire la frase :
- Oh, sei molto brava a farmi capire tutto ed è molto bello ciò che mi dici….Non mi annoio per niente, anzi, era da tempo che non stavo così bene!
-Ok…non sai quanto mi rende felice quello che mi hai detto! Se non capisci qualcosa però dimmelo, non farmi parlare a vanvera….a sproposito….aspetta…. insomma… da sola senza che mi capisci come una scema!!! -Si mette a ridere…di gusto, di quella risata che conoscono solo quelli che lo amano e che mi fa capire che SI STA DIVERTENDO VERAMENTE!”
Ogni tanto, una parte di me che fino a qualche ora fa era quella che governava la mia vita mi dice “ma ti rendi conto che stai facendo una passeggiata turistica con Michael Jackson?” Ma io non è che la senta molto, per fortuna… dopo tanto tempo che non sentivo altro che questa!!!! Più che altro c’è un’altra parte di me che era da tempo che non sentivo più che mi dice…..no, non mi dice niente ma mi fa sentire tanto bene! E’ questa solo che voglio ascoltare, per lo meno adesso, per lo meno ora…domani si vedrà ma ORA ci sono solo io e il mio cuore, io e il mio sogno…IO e LUI!!!!
Parliamo, parliamo e parliamo…di tutto e di più…di tutto tranne che di noi ma va bene così! Mi sento bene, finalmente bene, dopo tanto tempo.
Improvvisamente un abbaiare inaspettato disturba la nostra magia. Lui, istintivamente mi spinge verso il lato opposto della strada…spaventato. “ Ho sentito , per la prima volta la sua mano che toccava il mio corpo! Non so descrivere l’emozione …qualche attimo, solo qualche secondo per viverla pienamente…prima che l”altra me” mi suggerisce che Michael ha paura dei cani.
-Ok…ok….E’ tutto ok. Sorry, avrei dovuto avvertirti prima ma mi sono dimenticata! -Eppure io quel percorso lo conosco a menadito e lo so che quando arrivo qui quei due maledetti e bruttissimi cani inferociti cominciano ad abbaiare… ma me ne sono dimenticata!!!
-C’è un recinto… sta tranquillo c’è un recinto-. E’ buio e non riesco a guardarlo in viso ma a giudicare da come ansima immagino sia terrorizzato. Vorrei tanto abbracciarlo e rassicurarlo ma non riesco a fare in tempo a connettere il cervello con il cuore che lui si è già allontanato da me.
-Tranquillo, sta tranquillo…C’è un recinto, non possono raggiungerci! -Lui si china con le mani sulle ginocchia e si mette a piangere…almeno così mi sembra! Poi alza il suo viso “luminoso” verso di me, rimanendo in quella posizione e allora capisco che…non sta piangendo ma…sta ridendo. Sta ridendo di quelle risate tipiche che non si sa mai che ti passa per la testa! Ride, ride a più non posso e non riesce a fermarsi.
- Sorry…..sorry…..- e continua a ridere…. Io rido insieme a lui. Come è bello ridere insieme a qualcuno senza sapere bene il perché! -Scusa ma io… sono terrorizzato dai cani …soprattutto da quelli che abbaiano in modo stonato come questi! -E continua a ridere. Continuo a ridere anche io. Ora sono un po’ più tranquilla e mi godo meglio la risata perché so che lui non sta male. Lo invito ad allontanarci da lì per non sentire più quella brutta stonatura. Lui mi segue senza fare opposizione e continuando a ridere. “Che bel momento! “ dice il mio cuore e…anche il mio cervello.
I nostri passi continuano a camminare insieme…come se l’avessero sempre fatto. E passo dopo passo, arriviamo al luogo che a me è più caro. Niente di che… un semplice e immenso “lavatoio” sul fiume del mio piccolo borgo.
-Sai Michael, questo è un luogo magico per me!
-Davvero? Cos’è?-
-E’ uno dei luoghi preferiti della mia infanzia-
- Oh,…perché?-
-Perché quando io ero piccola e tu già cantavi e ballavi con i tuoi fratelli…io venivo qui, con la mia mamma a lavare i panni.- Mi guarda corrucciando le sue sopracciglia. Non capisce.
-Quando io ero piccola, solo poche persone avevano la lavatrice in casa. Tutti gli altri venivano a lavare i vestiti e le lenzuola qui…con un pezzo di sapone e tanta forza di braccia. Io accompagnavo la mia mamma e la invidiavo perché volevo farlo anche io ma ero troppo piccola. Allora lei mi dava un pezzettino di sapone e qualche piccolo straccetto. Ci posizionavamo nel punto in cui l’acqua era più bassa e quindi non c’erano pericoli e mi faceva lavare. Quanto mi piaceva! E dovevo stare bene attenta a non far cadere nell’acqua niente perché a quei tempi tutto era prezioso… anche un piccolo straccetto per spolverare. Che divertimento era per me, insaponare, sciacquare e rinsaponare e risciacquare…e poi strizzare…senza far cadere niente nel fiume! E pensare che ora mi pesa anche di mettere i vestiti nella lavatrice! Che bei tempi
Lui mi guarda e mi sorride… un po’ imbarazzato. Sento che vuole dirmi qualcosa ma… so che non devo forzare la mano e volgo lo sguardo verso l’acqua e infilando la mano dentro comincio a muoverla come in una danza. Dopo qualche secondo, interminabile per me, sento che la mia mano non è più sola. C’è un’altra mano che sta danzando nell’acqua con la mia. Si muovono autonomamente, si studiano, si cercano e poi… si sfiorano. Non so bene se è la mia che ha cercato la sua o viceversa ma la mia emozione è grandissima. Ora danzano insieme …nell’acqua sulle note di non so quale musica. Si toccano solo per pochi attimi ma…durante quegli attimi “sono insieme” in un passo a due pieno di magia e di sensualità. Vorrei che questo momento non finisse mai ma i fari di una macchina ci fanno ritrarre dalla nostra danza.
-E’ bello quello che mi hai raccontato? Tu avevi un buon rapporto con i tuoi genitori?
-Sì, abbastanza. Adoravo mio padre che mi voleva un bene dell’anima ma…era di poche parole e quando avevo bisogno di aiuto…Non so… era come se si sentisse imbarazzato. Forse per il fatto che ero una femmina e allora relegava tutto a mia madre. Una gran donna ma come ogni donna che vive al fianco di un uomo sensibile e debole, spesso era troppo … fredda
-Fredda???
-Sì, nel senso che so che mi voleva bene anche lei ma non riusciva proprio a dimostrarmelo … fisicamente! Mi accontentava in tutto ciò che volevo ma… non riusciva mai a darmi un abbraccio, un bacio. Figurati che ricordo ancora….- Mi interrompo, non riesco ad andare più avanti e le lacrime fanno fatica a restare nei miei grandi occhioni scuri.
-Cosa? Cosa ricordi?- Mi chiede accarenzandomi dolcemente i capelli con la sua mano.
-Ricordo che, per farmi mangiare…incominciava a raccontarmi delle fiabe… ma poi… quando avevo finito…interrompeva il racconto e… mi diceva che aveva da fare le faccende. Ed io….ed io…
-E tu cosa? Cosa facevi? Come ti sentivi?-
-Io… mi sentivo abbandonata, …e… così sola! La odiavo. Mi sentivo tradita perché quel momento magico del racconto era servito solo per farmi mangiare e non…per stare con me… non giocare con me. La odiavo e desideravo avere un’altra mamma. Una di quelle mamme patinate delle pubblicità che ridevano sempre e giocavano con i loro bimbi, che andavano a spasso con loro che…- Non riesco più a trattenere le lacrime scendono copiose dai miei occhioni neri…senza nessun suono.
A questo punto accade qualcosa che non mi aspettavo proprio. Le sue grandi braccia mi avvolgono con una tenerezza infinita e iniziano a cullarmi mentre le mie lacrime…iniziano ad avere una voce che era da tempo che non sentivo…forse dal giorno che mia madre è morta, più di un anno fa.
-Oh, Michael...Michael…scusami non volevo, non è giusto…So che hai vissuto un’infanzia ben peggiore della mia e ora sei tu che stai qui a consolare me.” Il suo abbraccio si allenta un po’ ma non mi abbandona. Mi prende il mento lo solleva verso di lui e sorridendomi, ma di un sorriso fatto di dolore, mi dice “ Oh, baby, non sentirti in colpa per questo. Purtroppo, l’infanzia di tutti noi è segnata da qualche evento, ricordo o situazione che ci spinge a piangere ancora da adulti. Non importa mica la gravità della cosa…qualsiasi bambino la vive sulla propria pelle come se fosse la cosa più brutta del mondo
Ora lo guardo negli occhi “velati” di lacrime :- Michael,…ma che dici? Quanti bambini al mondo ci sono ben più infelici di me… e di te…Non è giusto…non è giusto!- E risprofondo nel suo caldo abbraccio.
-E’ vero piccola…non è giusto, non è giusto!!!- Ora lo sento piangere e singhiozzare insieme a me in un abbraccio che non ha nulla di sensuale ma che racchiude in sé tutto il dolore del mondo.
14/05/2010 20:02
 
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Mamma mia lulina quant'è bello anche questo capitolo,grazie per averlo postato così velocemente!!
Sai,magari potesse essere realmente così...Se Michael fosse ancora vivo sarei la persona più felice del mondo..Ma so che è solo un sogno...
Grazie,attendo il seguito!!
Bacioni,Anto [SM=g27838] [SM=g27838] [SM=g27838]
14/05/2010 20:41
 
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Hai ragione Anto sarebbe bellissimo! Ma con la fantasia, almeno con quella, per fortuna, possiamo desiderare ciò che più vogliamo...anche questo. E' per questo motivo che ho scelto di scrivere una fanfiction sul presente e futuro di Michael e non solo sul suo passato. Io quello che scrivo lo sogno e non c'è niente di più bello perchè nessuno...NESSUNO al mondo può venirti a dire che non è vero, che non è possibile....neanche gli amministratori dei forum se lo posti nel posto giusto. GIUSTO?

LASCIATECI SOGNARE.....E' L'UNICA COSA CHE CI E' RIMASTA DA FARE IN QUESTO MONDO COSI' SCHIFOSO E MESCHINO IN CUI VIVIAMO!
MI PIACE PENSARE CHE ANCHE MICHAEL, QUANDO ERA IN VITA SOGNAVA AD OCCHI APERTI DELLE STORIE COSI'. ANZI LO SPERO PROPRIO PER LUI CHE LO ABBIA FATTO.

Se ora fossi un pò più esperta doveri inserire delle foto di Michael ma sono un'imbranata e quindi lo lascio fare ai più esperti
14/05/2010 20:47
 
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lulina777, 14/05/2010 20.41:

Hai ragione

LASCIATECI SOGNARE.....E' L'UNICA COSA CHE CI E' RIMASTA DA FARE IN QUESTO MONDO COSI' SCHIFOSO E MESCHINO IN CUI VIVIAMO!
MI PIACE PENSARE CHE ANCHE MICHAEL, QUANDO ERA IN VITA SOGNAVA AD OCCHI APERTI DELLE STORIE COSI'. ANZI LO SPERO PROPRIO PER LUI CHE LO ABBIA FATTO.


Se ora fossi un pò più esperta doveri inserire delle foto di Michael ma sono un'imbranata e quindi lo lascio fare ai più esperti




Sante parole...
Bacione [SM=g27838] [SM=g27838]
14/05/2010 20:53
 
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Complimenti gran bella storia!! grazie per farci sognare ancora Mike tra noi!!!

continua presto

Baci

LU
14/05/2010 21:29
 
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Tiè!!!! Vi sforno anche il 3° capitolo. L'ho scritto di fretta e di getto ma , spesso è la cosa migliore da fare. Intanto le mie fantasie vanno avanti e non perdetevi.....il CAPODANNO ! Ci saranno forti emozioni! Spero vi piaccia ancora quello che scrivo!

CAPITOLO 3
Il suono dell’acqua che scivola a braccetto con il vento accompagna il cullare dei nostri corpi. Sono io la prima ad allentare di un poco quell’abbraccio catartico. Voglio guardarlo negli occhi, sento il bisogno di farlo per sapere se sto solo sognando. Ora lui non cerca più di sfuggirmi. Ora ci stiamo guardando languidamente ed è come se ci conoscessimo da sempre.
-Dimmelo, dimmelo che sei solo un sogno!- mi dice all’improvviso strappandomi di nuovo un sorriso.
-No Michael, non sono un sogno. Io sono qui e anche tu ci sei… ed è realtà questa!
Si schiarisce la voce…mentre si gira a guardare l’acqua
-Non sono abituato a questo…Mi trovo qui, abbracciato con te, una donna che ho conosciuto solo da poche ore…Non può, non può essere la realtà!
Mi metto a ridere: - Lo dici a me che sto qui, nel luogo a me più caro della mia infanzia ? Abbracciata a te che sei il mio idolo…che pensavo perduto per sempre… Lo dici a me che non può essere la realtà????-
Ci guardiamo per qualche secondo ancora intensamente e poi… e poi scoppiamo a ridere e a ridere di nuovo come matti. Ringrazio il cielo di essere ancora capace di comportarmi un po’ da scema….. Il nostro abbraccio si scioglie ma le risate ci tengono ancora uniti.
-Sai una cosa? – Mi dice all’improvviso tornato di nuovo serio.
- Cosa?
- No, niente, lascia perdere- Ecco riapparire il suo sorrisetto imbarazzato.
Non so cosa mi spinge a prendermi questa “licenza” ma con la mano lo riporto gentilmente a guardarmi. Il freddo intorno a noi si sta facendo sempre più intenso ma io….proprio non lo sento. So…so che c’è ma non lo sento perché dentro di me c’è un grande fuoco che arde e si alimenta con i suoi timidi sorrisi, con i suoi sguardi “sguscianti” , con le sue parole “non dette”!
-Cosa Michael…. Cosa volevi dirmi?
-No, …veramente…. Non era niente di importante!
-No, non ti credo… ora non sei sincero . So che non è vero che non fosse niente di importante!
-Come fai a saperlo? - Ora mi guarda di nuovo in segno di sfida.
-Perché lo sento!
- Non so, non capisco è che… ripenso a quella frase che mi hai detto prima…sotto l’albero. Ehmm… quando l’hai pronunciata ho sentito come…
- “Butterflies”… farfalle nello stomaco…giusto?
Torna a guardare l’acqua…….
- Si!
Ma la mia mano non perdona. Di attimo in attimo si fa sempre più spavalda. E’ come se sapesse come comportarsi meglio ancora di me. Sono stranamente io a sentirmene più sorpresa….più ancora di lui. E è grazie a lei che ora i suoi occhi mi guardano di nuovo.
-Michael, Michael, dolcissimo Michael…Come faccio a farti credere che non devi avere paura di me!
Silenzio
-E’ questo il problema. Non devi fare niente per convincermi… lo so. Ed è questa consapevolezza che mi spiazza. Tante volte … tante tante volte credimi, mi sono fidato delle persone e alla fine…mi hanno deluso ma in fondo io lo sapevo già dall’inizio ma AVEVO BISOGNO di crederci. Ora è diverso. Non ho più questo bisogno ma incredibilmente…sento che posso crederti! Eppure non ti conosco per niente e… sono lontano mille miglia dal mio mondo…dal mio paese…dalla vita che ho sempre vissuto e quindi…non capisco cosa mi sta succedendo!
Torna a guardare l’acqua come se fosse per lui un rifugio, un “succedaneo” della maschera che è sempre stato costretto a portare nella sua vita.
Sospiro .
-Facciamo una cosa! Io ora ti dico quello che mi passa per la mente e poi me ne vado… e tu sarai libero di tornare al tuo mondo e alle tue insicurezze che poi, credimi, non devi arrogarti il diritto di provare solo tu. Io ci convivo ogni giorno, da anni…tanti quanti la mia coscienza mi permette di ricordare. Non voglio fare la saccente nè tantomeno la psicologa da strapazzo ma non ti viene in mente che forse è proprio questo che fa la differenza? Per la prima volta, in vita tua, ti ritrovi fuori dal tuo mondo… lontano dalle persone che per tanto tempo hai pagato perché si occupassero di te e tu sai bene quanto spesso, non lo abbiano fatto nel modo giusto. Ora sei solo. Tu e solo tu. Senza palcoscenico, senza menagers e senza fans. Bhè….mio caro e amatissimo Michael….”Benvenuto nella vita normale!” Se hai fatto questa scelta un motivo ci sarà e ripeto, io non lo voglio sapere ma tu… lo sai bene quindi… se vuoi vivere la vita normale che è toccata alla maggior parte degli essere viventi… allora datti una scrollata e fallo!
Le vene del mio collo stanno per scoppiare per la vemenza con cui ho pronunciato queste parole… Cosa mi ha spinto a farlo? Rabbia?...Forse…o forse amore. Amore di quello con la A maiuscola, di quello che ti dà la forza anche di essere un po’ cattiva con le persone che ami… proprio perché le AMI! Quell’ “amore” che spesso, mi porta a rimproverare e ad essere severa con le mie bimbe e a metterle in castigo, se serve perché…SERVE! Hai voglia se serve! I bambini hanno bisogno di regole. Nonostante i loro comportamenti provocatori hanno bisogno che gli adulti gli diano delle regole! Inconsciamente te le chiedono ogni giorno e Michael è forse ancora un po’ troppo bambino ma forse ORA ha una possibilità di crescere. Ora che si trova in questa posizione di quella che io chiamo“solitudine positiva”.
E’ questo quello che la mia mente, di nuovo padrona, sta elaborando in questo momento…proprio mentre, con uno sforzo di volontà che non ha mai conosciuto, gli ho girato le spalle e mi sto allontanando da lui. Dio mio, quanto può essere doloroso essere “cattivi” con le persone che più ami. Io lo so. Nella mia vita l’ho sperimentato spesso. E’ questo il prezzo da pagare per “essere il più FORTE!”
Il mio corpo mi sta portando lontano da lui. La persona a cui vorrei essere più vicina in questo momento! I passi si fanno sempre più lunghi e io non riesco a controllarli…vorrei che non fosse così. Non vorrei andare così lontano come sto andando effettivamente ma è di nuovo la mia mente che ha la ragione. Il mio cuore vorrebbe far fermare i miei piedi perché prova un dolore indescrivibile. Una fitta lancinante che mi blocca il respiro ma non posso fermarmi… a meno che…
-Aspetta… non andartene!..............
14/05/2010 22:05
 
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bella!un altra storia su cui sognare e voler bene ancora di piu' a Michael!complimenti!
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