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"Toni Mafioso,Toni Corrotto e la Quasi Opposizione del piccolo paese Quasi libero": satira su Berlusconi e FIni e opposizione

Ultimo Aggiornamento: 08/05/2010 11:53
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08/05/2010 11:52
 
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....come sta diventando il paese grazie a maggioranza e opposizione!....video all interno!
www.youtube.com/watch?v=mEpezhuz9BI&feature=player_embedded#!



Quagliariello: «In tv parli esponente unico». Il finiano Briguglio: «È assurdo»
Tv, Berlusconi contro la Dandini
«Ci aggredisce». «No, è satira»

Il premier in Cdm: la trasmissione si diletta a attaccarci. La replica: «La satira se la prende col potere»

Quagliariello: «In tv parli esponente unico». Il finiano Briguglio: «È assurdo»


Il premier in Cdm: la trasmissione si diletta a attaccarci. La replica: «La satira se la prende col potere»

Serena Dandini (La Presse)
Serena Dandini (La Presse)
MILANO - Silvio Berlusconi contro Serena Dandini. La trasmissione Parla con me è finita nel mirino del premier, che in Consiglio dei ministri avrebbe espresso più di una perplessità sul talk show di Raitre. «Come al solito - è stato il ragionamento del Cavaliere secondo quanto riferito da alcuni presenti - una trasmissione pagata con i soldi pubblici si diletta nell'avere come unico bersaglio il governo e si diverte ad aggredirlo». La replica della diretta interessata non si è fatta attendere. «La satira per sua natura se la prende col potere e Parla con me scontenta tutti, anche il Pd - spiega Serena Dandini in un comunicato -. Durante la settimana - prosegue - sono stati numerosi gli elettori del centrosinistra che hanno inviato le loro mail di protesta perché in trasmissione abbiamo fatto numerose battute contro il gruppo dirigente del Pd. Oggi il presidente del Consiglio durante la riunione dei ministri ha trovato il tempo per prendersela con una trasmissione che si è permessa di intervistare il presidente emerito della Corte Costituzionale, Gustavo Zagrebelsky, e di fare un po' di satira politica. Sembra dunque che scontentando tutti, Parla con me abbia trovato un suo equilibrio. Il problema è anche che la satira per sua natura tende a prendersela con il potere. Il potere in Italia oggi si identifica con Berlusconi e quindi siamo costretti ad occuparci di lui con una certa continuità. In passato è toccato a Prodi, D'Alema, Craxi, Veltroni e tanti altri. Tutto qui», conclude la conduttrice.

POLEMICHE - L'attacco del premier in Cdm ha innescato dure reazioni. In primis del Pd. «Che trovi il tempo di fronte a quello che accade nel mondo e in Italia di attaccare Serena Dandini durante il consiglio dei Ministri, la dice lunga sulla "fenomenologia" di Silvio Berlusconi» ha dichiarato il senatore Vincenzo Vita che si chiede «chi ha paura di Serena Dandini?». «Adesso è davvero troppo. Ma possibile che Berlusconi con tutti i problemi che ci sono nel paese non abbia nulla da fare che prendersela con chi lo prende in giro o parla male di lui in televisione? - tuona il capogruppo dell'Italia dei Valori in commissione di Vigilanza Pancho Pardi - Possibile che in 16 anni nessuno gli abbia ancora spiegato che la satira è libera e di solito attacca il potere?». Insorge il consigliere di minoranza Rai Giorgio Van Straten, secondo il quale Berlusconi dovrebbe rispettare la Rai e tutelarne l’autonomia. «Bisogna che la politica smetta di dire a questa azienda quali trasmissioni vanno bene e quali no - secondo Van Straten -. Bisogna lasciare a chi lavora in Rai la libertà di fare il proprio mestiere, ognuno a suo modo: chi fa informazione, chi fa satira, chi fa intrattenimento, ecc». Per il consigliere Rai i politici devono giudicare alla fine il lavoro complessivo degli amministratori del servizio pubblico e, nel frattempo, lasciare agli organi di controllo la verifica che quanto va in onda corrisponda agli indirizzi del contratto di servizio e agli interessi dei cittadini. Di diverso avviso il consigliere di maggioranza Antonio Verro, secondo il quale gli insulti non sono satira, peggio ancora se rivolti al presidente del Consiglio.

ESPONENTE UNICO - L'attacco del premier all Dandini, si inserisce nel filone "politica e tv " di cui sempre venerdì si è occupato Gaetano Quagliariello. In una intervista al Tempo il senatore Pdl ha affrontato il tema delle presenze degli esponenti del Popolo della Libertà nei talk show televisivi: dentro il partito - è la convinzione di Quagliariello - si discute, si articolano le posizioni ma poi si decide «e alla fine la voce all'esterno è e deve essere unica. Altrimenti ci sarebbero due partiti». Esplicito il riferimento alla tensioni delle ultime settimane tra il presidente del Consigliio e Gianfranco Fini. «Nessuno nega - dice il senatore Pdl - che si sia creata una dissidenza all'interno del Pdl e che lo scontro tra Fini e Berlusconi sia avvenuto. Era assolutamente normale che la stampa ne desse notizia, che le trasmissioni tv di approfondimento politico mettessero in evidenza il fatto invitando esponenti delle due diverse posizioni. Normale per la settimana successiva a quanto accaduto. Non possiamo pensare - avverte però Quagliariello - che da adesso in avanti diventi un'abitudine che due persone elette tra le file dello stesso partito vengano invitate nei salotti del piccolo schermo in quanto portatori di due posizioni diverse». Immediata la reazione della "corrente finiana".. Carmelo Briguglio considera assurdo l'invito del collega di partito. «L’amico Quagliarello - dice - vorrebbe imporre che nei talk-show il Pdl sia rappresentato da un solo esponente. Che vogliamo fare? Mandare un documento del partito alle redazioni perché si uniformino?».

Redazione online
07 maggio 2010(ultima modifica: 08 maggio 2010)


www.corriere.it/politica/10_maggio_07/berlusconi-quagliariello-dandini-talk-show_4a0f37e8-59dd-11df-8cbf-00144f02aa...



Dandini: "Dal premier vere intimidazioni
in un Paese normale non può accadere"

La conduttrice di "Parla con me" replica al Cavaliere: "In Usa hanno dato del deficiente a Obama e lui non ha fatto una piega..."
di SILVIA FUMAROLA

Dandini: "Dal premier vere intimidazioni in un Paese normale non può accadere" Serena Dandini

ROMA - Serena Dandini allarga le braccia: "Non è una novità che il premier ci attacca: avevamo già letto nelle intercettazioni che non gli piaceva il programma. Non si può piacere a tutti. Lo sa Berlusconi che ci sono arrivate tante lettere di protesta perché abbiamo attaccato il Pd? Scontentiamo tutti e andiamo avanti. Sa come si dice, a chi tocca non s'ingrugna".

Berlusconi dice che tocca sempre a lui.
"Non è colpa nostra se al governo c'è spesso lui. In passato è toccato a Prodi, ricordo una battuta feroce: 'Nessuno lo sa, ma sono morto vent'anni fa'. Poi è stato il turno di D'Alema, Craxi, Veltroni. La satira critica il potere. Berlusconi dice che c'è troppa libertà di stampa ma siamo abituati così: ci piacerebbe, a 150 anni dell'unità d'Italia, non cambiare queste tradizioni".

Però il monologo di Ascanio Celestini su "Toni Corrotto e Toni Mafioso" il primo "più importante" capo del governo, l'altro "presidente della Camera" era un po' forte.
"La cosa bella di Parla con me è che unisce varie sensibilità artistiche: Ascanio è libero di esprimere la sua creatività. Ti può piacere di più il tg di Minzolini o il Trio Medusa, sono modi diversi di raccontare la realtà. Forse l'avrà turbato l'intervista al presidente emerito della Corte costituzionale Gustavo Zagrebelsky".

Forse. Ma perché la satira fa così paura?
"È la vecchia favola del re nudo; capisco che l'ideale sarebbe essere amati da tutti. Ma la satira è un atto d'amore: il vero partito dell'amore siamo noi. Siamo seri, con tanti problemi criticare la tv non è un bel segno. Qualcuno ha dato del deficiente a Obama e lui non ha fatto una piega: 'La bellezza del nostro paese è che chiunque può dare del deficiente al presidente'. Ha un sense of humour sviluppato".

Come ci si sente ad essere attaccati dal capo del governo?
"Con questo lavoro sei esposto al giudizio del pubblico, fa parte del gioco, ma non è gradevole, in un paese normale, venire criticati dal presidente del Consiglio. Un po' intimidisce. Per fortuna, corna facendo, andiamo bene e ci difende dal mercato, il pubblico che ci sceglie".

In Rai che clima c'è?
"Posso parlare di RaiTre, siamo affiatati, c'è un rapporto fiduciario. Dell'azienda per cui lavoro non ho notizie. Prima quando s'insediava un presidente o un direttore si presentava, ricordo Agnes. Oggi non conosci nessuno, non c'è progettualità: chi è ai vertici diventa yesman, è legato al politico che l'ha messo lì. Peccato, la Rai è servizio pubblico".

Che si aspetta?
"Niente. Andiamo avanti fino al 28, a meno di non trovare lo studio chiuso".

(08 maggio 2010)

www.repubblica.it/politica/2010/05/08/news/dandini_intervista-...

[Modificato da angelico 08/05/2010 11:53]

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