| | | Post: 46 | Registrato il: 12/03/2010 | Città: LANCIANO | Età: 48 | Sesso: Femminile | King Of Pop Fan | | OFFLINE |
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Ciao carissime, come promesso ecco il Cap3!
buona lettura!
Per Ale non esisteva più nulla intorno a se, non si accorse neanche dei fotografi che continuavano a scattare foto, per quel breve in cui si trovarono occhi negli occhi, nella sua mente c’era solo lui. E ne fu sorpresa. I suoi occhi erano così profondi, riusciva a leggerli come un libro aperto, ci vedeva il suo bisogno d’amore e per un attimo dimenticò di avere di fronte la grande star, ma c’era un rgazzo dal cuore ferito, con un disperato bisogno di essere compreso. Sentiva il tepore della sua mano sulla sua e quel calore gli entrò sotto la pelle, nelle vene…. fino al cuore.
Michael la osservava incuriosito e sorpreso, lei era così dolce e composta, nessuna scena isterica, nessun tentativo di saltargli al collo, dischiuse le labbra come se volesse dirle qualcosa, ma una delle sue guardie del corpo gli fece cenno di andare.
- Presto Mr. Jackson, bisogna andare – lo prese sottobraccio e lo allontanò.
Alessandra sentì la presa alla sua mano allentarsi, le dita di Michael scivolarono sulle sue come se volessero trattenere il contatto fino all’ultimo istante, fino a lasciarla andare per sempre.
“Whatever happens don’t let go of my hand…”
Michael si allontanò non senza voltarsi a guardarla ancora una volta, seguito da una folla chiassosa di fans e paparazzi.
Ale rimase li ferma ed impietrita, la sua mano tremava, aveva ancora la sensazione di sentire il suo tepore sulla pelle, come se l’avesse marchiata a fuoco. Era una sensazione così strana, come se un colpo di vento caldo avesse soffiato sul suo cuore liberandolo dalla polvere accumulata negli anni ed il suo cuore era di nuovo rosso, vivo e pulsante.
Con la testa appoggiata al finestrino del suo SUV, Michael se ne stava in silenzio a pensare a quell’incontro inaspettato: “Perché ho sentito nella mia mente suonare Smile? Ho visto milioni di sorrisi in tutto il mondo, di tutte le razze, perché solo quello di questa ragazza è stata musica nella mia mente? non ho avuto modo di sapere chi fosse, non so nemmeno se fosse in arrivo o in partenza! Bisogna sempre andare, andare…si ma dove? andare senza una meta, delle volte mi sento 80 anni sulle spalle, come se avessi vissuto più del doppio della mia età, mentre desidero solo fermarmi ed essere normale, un uomo normale che ha incontrato una ragazza e con la quale avrebbe voluto bere un caffè e scambiare due parole. Ma io non posso essere un uomo normale, chiuso nella mia gabbia d’oro, d’oro ma pur sempre una gabbia!” – si guardò la mano ancora assorto nei suoi pensieri – “she’s out of my hands”, è fuori dalle mie mani e non la rivedrò più!
Nel tratto tra l’aeroporto l’ hotel, Ale ebbe modo di vedere un perzzo della California, a partire dalla famosa autostrada a 7 corsie sempre affollatissima, che aveva visto e rivisto in inseguimeti mozzafiato nei telefilm della sua infanzia, la collina con la celebre scritta HOLLYWOOD, lo skyline di Los Angeles in lontananza, era tutto così grande in America, dai grattacieli, alle Boulevard, alle palme altissime che costeggiavano le vie delle zone residenziali. Ma tutto questo aveva preso un posto secondario nella sua mente, il suo pensiero non poteva non tornare a Michael Jackson. Si chiedeva se fosse possibile aver provato tante emozioni in un frangente. Possibile che il destino le aveva messo quell’uomo davanti a sconvolgerle i sensi per poi portarselo via senza potergli dire una parola? – “Lo rivedrò mai?… ma come ci speri Ale!!! le star frequentano i locali alla moda, non lo incontrerai certo in un MacDonalds” – poi il suo pensiero andò a Chiara la sua migliore amica – Oh mio Dio! se Chiara lo sapesse morirebbe d’invidia!!”– pensare all’espressione della sua amica la fece sorridere – “poverina lei è fan di Michael da sempre, avrebbe dovuto incontrarlo lei! Quanto avremmo riso se fossimo state insieme oggi!!!”
Dopo essere finalmente arrivata in hotel fu felice di constatare che non era poi così male. La sua stanza era modesta e pulita e già il fatto di non aver trovato la sagoma del cadavere per terra e la luce rossa intermittente dell’insegna davanti alla sua finestra, classica scena di film gialli, la rincuorò! Dopotutto non poteva permettersi il Ritz!!! Si tolse gli abiti e si infilò sotto la doccia. Sentire l’acqua calda che le scivolava addosso fu come rinascere! Sentiva i suoi pensieri evaporare insieme al vapore dell’acqua, fino a lasciare la mente vuota. Chiuse gli occhi e si fece scorrere l’acqua sul viso, come una calda carezza. Ma dal buio della sua mente, all’improvviso, i suoi dolci occhi tornarono a scrutarla, unno sguardo così intensi da sentirsi ancora osservata. Aprì gli occhi di scatto, non riusciva proprio a toglierselo dalla testa. Uscì dalla doccia e si butto sfinita sl letto, pensò di nuovo a lui, a quanti particolari riusciva a ricordare nonostante l’incontro fosse stato brevissimo. Le piaceva com’era vestito, in abito scuro gessato, con l’immancabile fascetta bianca al braccio destro, non si vedevano i suoi calzini e questo la fece sorridere – “Non andrà mica sempre in giro con i calzini in vista?!!! ma quanto era bello!!!!” – sbadigliò, la stanchezza prese il sopravvento, i suoi pensieri si annebbiarono fino a lasciar posto ai sogni.
Era giunto a Neverland che era già buio, dopo aver sbrigato alcune faccende a Los Angeles. La servitù era ancora inpiedi pronta a soddisfare ogni suo desiderio.
- Le preparo qualcosa da mangiare Mr. Jackson?
- No, la ringrazio Louise, prendo solo del succo d’arancia. Mi ha cercato qualcuno della mia famiglia?
- No Mr. Jackson, solo Mrs. Liz Tylor
- Cara e dolce Liz - sospirò Michael facendo trapelare la delusione di non aver ricevuto chiamate dalla sua famiglia. Con il bicchiere di succo d’arancia tra le mani, uscì in giardino, si tirò su i pantaloni fino alle ginocchia e si sedette a bordo piscina con i piedi in acqua. Era una notte così silenziosa a Neverland, la luna era una piccola fessura luminosa nel buio del cielo, Michael la guardò pensando che fosse uno spiraglio di luce che usciva da una porta socchiusa, un posto magico, magari la via per l’Isola che non c’é. Sorseggiò il suo succo, mentre con i piedi agitava piano l’acqua della piscina. Il gorgoglio dell’acqua era un suono piacevole, rilassante. Lui si sentiva teso, era in giro con il tour da troppo ormai, aveva bisogno di staccare e Neverland era il suo rifugio.
“Mi sento così solo ed inquieto stasera, solo con le mie amiche stelle. Tremo al pensiero di un mondo senza stelle. Intorno alla terra l’aria è così sporca e le luci urbane così potenti che gli uomini non riescono più a vederle, un cielo buio e vuoto, che tristezza. Chissà se lei è ancora sotto il mio stesso cielo stanotte? vorrei rivederla e risentire il suo sorriso diventare musica” – si mise a cantare piano qualche strofa di Smile, poi proseguì il suo pensiero. – “So che non dormirò stanotte, dovrò ricorrere ancora a quelle maledette pillole, stanotte ne ho bisogno, devo riposare! Se solo ci fosse qualcuno che mi impedisse di prenderle!!! Che mi cullasse fino ad accompagnarmi nei sogni… ma non c’è nessuno con me….” – rientrò in casa, si sedette sul letto, prese in mano un paio di pillole, le guardò con disprezzo e odio, ma alla fine le buttò giù con un sorso di succo d’arancia. Piano piano la sua mente fu libera dal pensieri, non sentì più il peso dell’anima e fu come essere risucchiati in un buco nero.
“ Relax
This won't hurt you
Before I put it in
Close your eyes and count to ten
Don't cry
I won't convert you
There's no need to dismay
Close your eyes and drift away
Demerol
Demerol
Oh God he's taking demerol
Demerol
Demerol
Oh God he's taking demerol
He's tried
Hard to convince her
To be over what he had
Today he wants it twice as bad
Don't cry
I won't resent you
Yesterday you had his trust
Today he's taking twice as much
Demerol
Demerol
Oh God he's taking demerol
Hee-hee-hee
Demerol
Demerol
Oh my Oh God it's Demerol”
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