Addio Ryanair

Ryanair addio
di Stefano Vergine
La compagnia aerea low cost minaccia di cancellare i voli domestici in Italia. Tra accuse sulla sicurezza delle nuove norme sui documenti per l'imbarco e sospetti sui favori ad Alitalia Michael O'LearyDa sabato 23 gennaio chi vuole viaggiare in aereo a basso costo in Italia rischia di andare incontro a una brutta sorpresa. La compagnia aerea Ryanair ha annunciato che chiuderà «temporaneamente» i voli domestici in partenza da dieci aeroporti italiani. Non sarà più possibile decollare da Orio al Serio, Ciampino, Alghero, Bari, Bologna, Brindisi, Cagliari, Pescara, Pisa e Trapani per andare verso una qualsiasi destinazione italiana fino a oggi coperta dalla compagnia irlandese. Restano invece normalmente programmati tutti gli altri voli Ryanair che collegano l'Italia agli scali esteri.

VOLARE CON LA LICENZA DI CACCIA Alla base del clamoroso annuncio della regina dei voli low cost ci sono diverse ingiunzioni dell'Enac, l'Ente nazionale per l'aviazione civile, che ha richiesto alla compagnia di accettare più semplici «forme di identificazione per i passeggeri che viaggiano sulle rotte domestiche». In altre parole, l'ente pubblico guidato da Vito Riggio esige che la società irlandese accetti sui voli interni non solo passeggeri muniti di passaporto o carta d'identità (come fa attualmente Ryanair) ma anche chi sfodera come documento di identificazione una licenza di caccia, di pesca, il porto d'armi e qualsiasi tessera professionale rilasciata da «una amministrazione dello Stato». Tutto previsto da una legge italiana del 2000, confermata da una decisione del Tar del Lazio del 17 dicembre scorso. Una legge che, vista con gli occhi del buon senso, può apparire a dir poco anomala, visto che in tutto il resto d'Europa per imbarcarsi su un qualsiasi aereo sono richiesti eslcusivamente passaporto o carta d'identità. Ma tant'è.
Per Ryanair, soddisfare la richiesta significherebbe modificare il sistema di prenotazione online, ora basato sul riconoscimento dei viaggiatori solo tramite questi due documenti. La procedura è ben nota a chi ha viaggiato con la compagnia irlandese: è l'utente che clicca per accettare queste condizioni; chi non vuole farlo può scegliere di viaggiare con un altro mezzo o un'altra compagnia. Ma la legge è chiara e l'Enac non sembra poter concedere deroghe. La vicenda sta scatenando feroci polemiche stimolate dai toni battaglieri del vulcanico Michael O'Leary, numero uno di Ryanair, secondo il quale «queste misure riducono la sicurezza sui voli domestici italiani». Accuse alle quali l'Enac ha risposto minacciando un'azione legale per calunnia.


IL TRASFERIMENTO DA CIAMPINO A VITERBO Il sospetto è che dietro una minaccia così grave come quella di cancellare i voli interni ci sia una lunga serie di problemi più complessi. Una di queste riguarda lo scalo romano di Ciampino, base principale di Ryanair in Italia. Il Dipartimento di Epidemiologia del Lazio ha chiesto di ridurre i movimenti aerei giornalieri sullo scalo romano dagli attuali 162 a un massimo di 60, perchè ? hanno sostenuto i tecnici ? c'è una stretta correlazione tra i rumori generati dall'aeroporto e la frequenza di alcune patologie riscontrate nei residenti nella zona. Una zona, peraltro, dove c'è stata una massiccia proliferazione di abitazioni costruite - più o meno lecitamente - quando l'aeroporto era già in funzione.
Una delle ipotesi ventilate è quella che l'Enac decida di trasferire i voli civili da Ciampino a Viterbo. L'ipotesi non è mai piaciuta a O'Leary, che la ritiene una vera e propria minaccia per l'attività di Ryanair in Italia: un conto, per i turisti che arrivano da Londra o da altre città europee, è sbarcare a pochi chilometri dal centro storico, un altro atterrare settanta chilometri più a Nord, in una città come Viterbo oggi priva di collegamenti sufficientemente rapidi con la capitale.

SE RYANAIR SOFFRE, ALITALIA GODE La questione più scottante riguarda però Alitalia, la compagnia rilevata dai soci di Cai un anno fa dopo aver scaricato nella bad company pubblica circa 2 miliardi di debiti. Sostiene Andrea Giuricin, economista dell'Istituto Bruno Leoni: «Dietro la lotta tra Ryanair e l'Enac si nasconde uno sforzo protezionista per favorire Alitalia, che a differenza di tutte le grandi compagnie internazionali ha puntato molto sul mercato domestico. Ryanair sta rubando importanti quote di mercato non solo sulle tratte europee ma anche sul mercato interno italiano». A sostegno di Ryanair, oltre a molti viaggiatori, si sono però schierati solo alcuni esponenti del Partito Democratico. Ben più nutrita la schiera dei sostenitori dell'Enac: c'è Confindustria, ci sono alcune associazioni dei consumatori, ci sono Cgil e Cisl. Tutti d'accordo su un punto: Ryanair deve rispettare le leggi italiane, come fanno tutte le altre compagnie. Con buona pace di quando, con tutte le norme ad hoc volute dal governo per salvare l'Alitalia, la parità di trattamento fra i diversi operatori era stata già seppellita.(05 gennaio 2010)

espresso.repubblica.it/dettaglio/ryanair-addio/2118553&...

sebbene la situazione sia tornata alla normalità grazie ad un accordo fra enac e ryanair, non si può non giudicare questa diatriba come una ASSURDA BUFFONATA, PAGLIACCIATA ALL'ITALIANA!