"The Way you make me feel" FF su Michael.. (in corso). Rating: arancione

Ultimo Aggiornamento: 29/08/2011 14:36
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29/11/2009 15:39
 
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Brava,brava!!!!Me gusta muchooooo!!!!

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nn vedo l'ora di leggere il continuo....6 bravissima. :)
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Eccomi.....scusate l'attesa, ma sono tornata da poco dal lavoro...

Capitolo 2
Nessuno mi conosce veramente!

Bip. Bip. Bip. Bip. Il suono ritmico del metal detector mi stava dando sui nervi. Il bestione che mi aveva prelevata al concerto mi stava scannerizzando dalla testa ai piedi. Mi trovavo di fronte alla porta della suite 401, nel piano attico di un hotel di gran lusso. Non avevo fatto in tempo a vederne il nome. Allo stadio, ero stata trascinata all’interno di un’auto nera, con i finestrini oscurati, prima ancora che potessi finire di parlare con Michael. L’ultima cosa che mi aveva detto era stata:
- Sono felice che tu voglia farmi un po’ di compagnia, ma purtroppo devo farti accompagnare dalla mia guardia del corpo, io arriverò tra una mezzora. Ti faranno salire nei miei appartamenti. Arriverò subito, non temere! – e poi quell’omaccione mi aveva indicato di seguirlo per poi infilarmi in quell’auto nera.
Il tragitto era stato abbastanza lungo, probabilmente ci eravamo spostati di circa quaranta km, e non avevo potuto vedere nulla dell’hotel, dato che mi avevano fatta salire dal retro, tenendomi un giaccone buttato sulla testa.
- Bene, è pulita. Possiamo farla entrare. –
- Oh, che fortuna! – pensai ironicamente, cacciando una smorfia di fastidio verso l’uomo-montagna che mi aveva passato ai raggi x.
Mi aprì la porta della suite e mi fece accomodare.
- Mister Jackson arriverà tra poco, si accomodi. Per favore, non tocchi niente! –
- N-No certo. Mi metterò sul divano. – Balbettai intimorita.
La stanza era enorme, era davvero un appartamento. Dall’ingresso, scendendo una scalinata a semi cerchio, si apriva un salone circolare. Buona parte della parete di fronte era una vetrata che si affacciava sulla città addormentata. Al centro, un divano sagomato, su di un tappeto bianco a pelo lungo, guardava verso una televisione gigantesca. Sembrava di stare in un film. E in più quella suite apparteneva a Michael Jackson.
- Oh mio Dio! – Mi aggirai un po’ per la stanza, ero incuriosita da tutto. Poi, notai una porta socchiusa sul fianco sinistro della stanza, la spinsi leggermente per scostarla. La stanza da letto. Un letto enorme era posizionato al centro, rotondo anch’esso, ma grande quasi come una stanza. Mi accostai per sedermi e sprofondai. Scoppiai a ridere di gusto. Era un materasso ad acqua, una cosa pazzesca, era troppo divertente.
Cercai di ricompormi, in fin dei conti ero ospite, ospite della star più grande del mondo (e ancora non potevo crederci) e non volevo certo farmi trovare in atteggiamenti così infantili.
Dalla parte opposta del letto c’era un piccolo sofà. Delle valige di varie misure erano li appoggiate. Una di esse era aperta, sul divano. Mi avvicinai lentamente, preda della curiosità. Non volevo essere indiscreta, ma morivo dalla voglia di dare una sbirciatina veloce, non avrei toccato nulla.
Nella valigia c’erano degli indumenti, accuratamente piegati. Riconobbi a prima vista un pigiama. Un sorriso mi salì spontaneo dal cuore, era il pigiama di Michael Jackson, ne ero certa perche sul petto aveva ricamate le proprie iniziali. E il suo pigiama aveva raffigurati i personaggi della Disney, Topolino in primis, poi Pluto, Paperino, Pippo, Qui Quo e Qua, insomma c’era tutta la banda. Era una cosa … a cui, ancora, non sapevo trovare parole. Ma era bello, e mi incuriosiva tantissimo.
Decisi di andare a sedermi sul divano, nel soggiorno, ed attendere che arrivasse Michael. Non potevo credere a quanto era accaduto fino a quel momento. Non avevo mai creduto al destino ma, in quella circostanza, iniziai a prendere in esame tutti gli avvenimenti.
Me ne stavo seduta sul quel divano, che sembrava uscito da un film; in effetti tutta la vicenda sembrava la trama di un film hollywoodiano. Mentre mi guardavo intorno, notai un pacco di riviste impilate, sul piccolo tavolino da soggiorno, di fronte a me. Come al solito, presa dalla mia proverbiale curiosità, cedetti alla tentazione di dare una sbirciatina. Mi allungai per afferrare le riviste e cominciai a sfogliarle. Si trattava di testate scandalistiche e giornali musicali, da ognuna spuntava fuori un piccolo segnalibro colorato. Scorrevo le pagine ad una ad una. In breve, mi resi conto, con un pizzico di irritazione, che ciascun giornale riportava articoli sensazionalistici sul Re del Pop – Michael Jackson.
I toni erano davvero irrispettosi e bruschi. Affiancavano le cifre stratosferiche delle vendite dei dischi a subdole insinuazioni su di uno stile di vita discutibile, elencando la serie di stranezze e stramberie che lo avevano fatto soprannominare Wacko Jacko. Si passava dall’elenco interminabile dei suoi concerti sold out, alle teorie sul cambiamento della sua pelle. La maggior parte dei giornalisti, lo dipingeva come un “rinnegatore” della propria razza. A tutto questo, si aggiungevano ancora dei fantasiosi racconti su quelli che sembravano i suoi innumerevoli interventi di chirurgia estetica.
Ero esterrefatta, sentivo un senso di rabbia che cominciava ad assalirmi, frase dopo frase, parola dopo parola. In pochi minuti mi ero trovata, sbattuto in faccia, un concentrato di cattiveria allo stato puro. Niente di quello che leggevo aveva un senso, erano menzogne mascherate da verità. Non avevo mai letto giornali di quel tipo, il gossip non mi interessava proprio e rimasi davvero colpita, da tutto quello che veniva scritto sul suo conto. Io avevo sempre e soltanto ascoltato la sua musica, visto i suoi video, le sue fotografie. Ma non avevo idea, di tutto quello che veniva detto su di lui. Certo, qualche notizia bizzarra la conoscevo ma mai, mai avevo sentito tutte quelle assurdità. Mi era inconcepibile credere a quanto avevo appena letto, si vedeva che erano cose scritte con l’unico intento di distruggere un mito.
La fiera dello scoop, una rassegna di maldicenze ben confezionate ed infiocchettate per milioni di lettori in tutto il mondo. A che scopo poi?
Mentre mi interrogavo sul valore della verità e sul perché delle maldicenze, udii scattare la serratura della porta d’ingresso. Gettai quasi le riviste al loro posto, e mi rassettai. Un attimo dopo comparì Michael nella stanza. Michael Jackson, di nuovo, di fronte a me. Non ci riuscivo proprio a credere e mi sforzavo di apparire il più tranquilla possibile. Era ancora nell’ingresso, mi lanciò un sorriso e si voltò a parlare con le sue guardie del corpo, senza che io potessi udire nulla, dopodiché queste, lanciandomi un occhiataccia, se ne uscirono dalla stanza.
Michael mi venne incontro:
- Ciao Alex! Spero di non averti fatto aspettare troppo … Sono stati carini con te? – alludendo chiaramente alle bodyguard.
- Uh … si, certo. Mi hanno perquisita, ma penso sia giusto cosi, normale procedura insomma.
- Già … - sospirò rattristato - per favore, scusami … non vorrei che, insomma … neanche io li sopporto, ma non posso evitarlo! – Si mise le mani in tasca e fissò per un attimo il pavimento.
- Beh, non fa niente. Davvero, non c’è problema, non è andata cosi male!- cercai di rassicurarlo, avevo notato che si era intristito, non poco, per questa cosa, era stato davvero molto premuroso.
Si mise seduto su divano, di fronte a me, e si torturava le mani con aria agitata, poi alzò lo sguardo e fissandomi con una intensità speciale, mi disse:
- Grazie, per essere venuta. Non mi capita spesso di invitare qualcuno … - era visibilmente imbarazzato, o almeno questo è quello che avrei pensato, se avessi avuto davanti un ragazzo normale, ma lui era Michael Jackson, e niente di tutto questo si avvicinava alla normalità.
- Voglio dire … ricevo molto spesso dei fan, e cerco di passare del tempo con loro … quando questo è possibile … - Lo stavo fissando inebetita, aveva una voce davvero bellissima, il suono delle sue parole aveva quasi un effetto ipnotico. - … Ma, stasera sul palco … cantare, con te … vicina … mi ha emozionato. Ecco, ho provato subito il desiderio … di conoscerti. – Sospirò e alzò gli occhi al cielo, per poi tornare a guardarmi – Spero che questo non ti crei dei problemi … -
Ero frastornata, Problemi? E cosa potevo chiedere di meglio?
- … P-p-problemi? Che problemi dovrei avere … mi sembra solo così, come dire … pazzesco? Incredibile? – arrossii nervosamente.
Se qualcuno mi avesse detto cosa sarebbe accaduto quel giorno, che avrei incontrato MJ, che avrei parlato con lui, nella sua stanza d’albergo dopo essere stata sul palco con lui … beh, gli avrei dato del folle!
Continuai il mio ragionamento. – Non fraintendermi, ma queste cose oggettivamente, capitano solo nei film!-
- Eh eh eh … Hai ragione … EEEEE STOP! Buona la prima! – esclamò fingendo di guardare oltre la mia testa, ad un ipotetico cameramen. – Ok, Sto scherzando. – gli si illuminarono gli occhi mentre così carinamente mi prendeva in giro. Che bambino che era.
- Purtroppo non sono un tipo facilmente avvicinabile … detesto questo aspetto dell’avere successo! – Non lo stava dicendo a me, era più un rimprovero verso se stesso. Mi sentii in dovere di dirgli qualcosa.
- Beh, certo … è normale, è per questioni di sicurezza. Nessuno te ne fa una colpa! –
- Oh beh, IO, me ne faccio una colpa.- Abbassai lo sguardo, ripensando intimorita alle mie stesse parole.
- Ad esempio, - indicando, con un cenno della testa, la porta – in questo momento sono molto arrabbiati con me, per questo incontro.-
- Uh … Oh … allora, forse sarebbe meglio se me ne andassi? – Si allarmò a queste mie parole.
- No, no … per favore, Resta! – congiunse le mani in segno di preghiera. – Non ho molte occasioni come questa … per parlare serenamente con qualcuno. Cerca di capire … adoro i miei fan, li amo tutti, devo molto a loro, ma … mpff … è tutto cosi complicato … Cosa può rimanere ad una persona di un incontro così breve, oltre ad una fotografia? – Aveva la faccia contratta, chiaramente era un aspetto della sua vita che lo turbava. E potevo capire cosa intendesse. Per un fan, anche un solo attimo poteva valere una vita intera. Ma per Michael questo era terribilmente doloroso. Non aveva legami e non aveva la possibilità di crearne o mantenerne.
- I rapporti umani non sono, diciamo, la mia specialità. Non ho la possibilità di stringere un amicizia … Non è cosi facile ...-
- si, credo di poterti capire. Cioè, - stavo arrossendo – Non voglio pretendere di capire la tua vita, ma so per esperienza che l’amicizia è una perla rara … anche per le persone … normali … -
- Alex, voglio raccontarti una cosa … - si accomodò sul divanetto, sporgendosi con il busto verso di me.
– L’esibizione con la ragazza che sale sul palco, in realtà è un idea dei manager … dicono che abbia un fortissimo impatto sul pubblico. Sai, loro pensano sempre al profitto. Io mi sento un po’ costretto a prestarmi a questa specie di teatrino. In realtà preferirei evitarlo, non mi piace il modo in cui poi trascinano via le ragazze, mi fa star male davvero. –
- Non sapevo che le cose stessero così … comunque ho notato la delicatezza che usano … - arricciai le sopracciglia ironicamente.
- Ti hanno fatto male?- chiese preoccupato.
-Oh no! No! Davvero … almeno, io non ho opposto resistenza, ho solo sentito che mi trascinavano via.
- Già … - di nuovo quell’amarezza dipinta sui suoi occhi, povero ragazzo. Pensare che quell’uomo aveva il mondo ai suoi piedi, un’orda scatenata di fan sparsi per il globo che lo osannavano alla stregua di un dio, eppure soffriva, eppure la vita era, per lui, una specie di incubo dorato. Adesso iniziavo a capire.
- ti posso assicurare che quelle ragazze vivono un esperienza indimenticabile … - cercai ancora una volta di pensare positivo.
- Probabilmente è l’unico motivo per cui ancora mi lascio coinvolgere in questa cosa … So che sono felici di potermi “incontrare” … anche se poi nessuno mi incontra mai, veramente. – Lo guardai a lungo, mentre si era immerso in riflessioni lontane da me, da quella stessa stanza. Guardava fuori dalla vetrata, con aria malinconica e non parlava. Io non avevo assolutamente nulla da dire, mi sentivo totalmente inappropriata. A lui, alla sua vita, a quella situazione. Istintivamente sentii il bisogno di toccarlo, di accarezzargli la mano, di mettergli un braccio intorno alle spalle, per consolarlo. Mossi impercettibilmente la mano verso le sue, ma non osai toccarlo.
- Nessuno riesce mai a vedere oltre Michael Jackson – The King of Pop. Tutti … quando sono con me, restano intrappolati nell’immagine riflessa del mio personaggio, di quello che io sono, ai loro occhi … -
Pausa, silenzio, solo il rumore costante del ticchettio della pioggia sui vetri, aveva iniziato a piovere.
- Nessuno si accorge mai di Michael persona. Della mia natura di essere umano, fatto di carne e di ossa, di sentimenti, paure, emozioni … -
Non potevo più trattenermi, tremando allungai la mano sulla sua e la sfiorai delicatamente.
- Ma … io so che sei tutto questo … - La voce mi tremava, mi accorsi che stavo piangendo. Una lacrima mi era scesa traditrice, sulla guancia. Non doveva vedermi, non era necessario. Rapidamente mi nascosi il viso tra i capelli, voltando le spalle alla finestra. Ritirai la mano dalla sua e mi asciugai il viso.
- Certo Alex … so che lo sai … per questo volevo conoscerti. – Tornò a guardarmi in viso, mi ero asciugata gli occhi appena in tempo. Mi guardò sospettoso, forse aveva notato qualcosa in me. Poi continuò a parlare. – Lo sanno anche gli altri, in fondo. Ma l’emozione li rende completamente incapaci di giudizio razionale, il più delle volte.-
- Se devo essere onesta, non credo di essere nella mia migliore forma mentale in questo momento. – ripercorsi mentalmente le mie ultime 48 ore. – con tutto quello che mi è capitato in questi ultimi giorni, il fatto di essere a parlare qui, nella stanza d’albergo della star più famosa al mondo, mi fa pensare davvero di essere pazza, schizzo frenica direi! –
Più trascorrevano i minuti e più sentivo che non era affatto difficile parlare con lui. Tutto l’imbarazzo, l’ansia, la gioia e l’emozione, tutte quelle strane sensazioni provate, si erano placate e fatte da parte. Mi trovavo in una specie di limbo, cullata da uno stato di serenità, apparentemente imperturbabile. Era davvero facile stare in sua compagnia, era come conoscerlo da sempre, come fosse un vecchio amico. Eppure era Michael Jackson … Ed io non ero nessuno!
- Alex, come ti dicevo … l’esibizione di questa sera è stata diversa dalle altre. L‘emozione che ho provato grazie a te è stata … indimenticabile. –
Ed ecco che tornava l’imbarazzo.
- ieri sera, alle prove, la ragazza era un'altra, non tu. Ed ero preoccupato per l’esibizione di oggi. Aveva cercato di baciarmi in tutti i modi possibili, le sue attenzioni erano state davvero … insistenti. Ecco … io … vedi … mi imbarazzo anche un po’, in certe situazioni …. –
- Diventa complicato continuare a cantare e mantenere la concentrazione - Ammiccai scherzosamente per alleviare la tensione.
- Esattamente … - sorrise lui, di rimando, cogliendo la mia complicità.
- Quando ho alzato lo sguardo, sul palco, stasera, ed ho visto te … sono rimasto sorpreso. Mi sono sentito sia sollevato che altrettanto preoccupato. Non sapevo cosa avresti potuto fare … Non so mai cosa posso aspettarmi dalle fan … Ma poi ti ho guardata, lì, immobile sul palco, che non muovevi un passo. Ho sentito che provavi esattamente quello che avevo io dentro … -
- e mi sei venuto in soccorso … -
Restammo a lungo a guardarci negli occhi. Nessuno dei due aveva il coraggio di dire nulla. Potevo sentire il suo respiro farsi più affannato per l’emozione, e lui poteva avvertire il mio. Credo che il cuore mi stesse letteralmente scoppiando nel petto quando stavolta, lui, mi prese le mani. Avevo le mani congelate e anche lui. Ma il contatto mi provocò una scintilla di calore in tutto il corpo. Non ero più in grado di resistere. Mi alzai di scatto, e fece lo stesso anche Michael.
- Posso offrirti qualcosa da bere? – Disse, spezzando quella strana e pericolosa atmosfera.



Vi è piaciuto (lo spero proprio [SM=g27821] )??

29/11/2009 21:33
 
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Allyss che fantasia mamma mia sei davvero bravissima :O

Le foto non sono abbastanza, perchè vi spingete così oltre?
Confondete le persone, raccontate solo le storie che volete voi.
Continuate ad inseguirmi, invadendo la mia privacy.
Volete lasciarmi in pace?!

"MJ, October 2001"
29/11/2009 22:35
 
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questa ff si fa sempre più interessante.... aspetto il seguito... non ci deludere mi raccomando!
29/11/2009 22:41
 
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Re:
lallamj, 29/11/2009 22.35:

questa ff si fa sempre più interessante.... aspetto il seguito... non ci deludere mi raccomando!




spero di no....intanto sono molto felice che per ora vi stia piacendo....grazie a tutti per i complimenti.... [SM=g27821]

29/11/2009 23:35
 
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Un'altra super ff da seguire, evvai !!!!!!! Davvero bella, complimenti Allyss, già nn vedo l'ora di leggere il seguito ;-))))).

It's all for Love...L-O-V-E - Michael Jackson




The Dancer on the Moon - our Michael Jackson Blog.

30/11/2009 00:07
 
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grazie grazie...
tranquille..sto già lavorando ai prossimi capitoli.....domani arriverà il 3.....^^

30/11/2009 13:33
 
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è favolosaaaaaaaaaaa....oddio ci sono stati dei momenti che mi sono venute le lacrime agli occhi....complimenti cara sei bravissimaaaaaaaa....e ora muoviti a scrivere il seguito... [SM=x47932]

30/11/2009 19:53
 
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Aaaaaaaaaah! Un finale "inaspettato"!!! [SM=g27828]
Bellissimo, davvero molto bello. Ti faccio i miei più sinceri complimenti, ma per nostra fortuna e tua "sfortuna" devi continuare...noi vogliamo gli altri capitoli!!! [SM=g27827]

"Now we pray for rain and with every drop that falls we hear, we hear your name..." ♥ (Elton John)

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