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"Lifes' Fragments - When Everything Change". Terminata: 8 capitoli (brevi racconti). Rating: arancione

Ultimo Aggiornamento: 12/07/2010 12:17
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12/11/2009 17:09
 
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La mia fan fiction su Michael...
Beh, visto che tutti postano qualche loro ff su Mike, e ho da poco scoperto di avere manie di grandezza (XD) anch'io voglio postare qui la mia ficcy, pubblicata già sul sito EFP...
E' una raccolta, quindi ogni capitolo sarà un racconto diverso; al momento mancano gli ultimi due, in fase di scrittura...
aggiornerò una volta a settimana, in modo da avere tempo per ultimare entrambi... ed ora... ENJOY THE FIRST CHAPTER!! [SM=g27822]

1. 2 BAD

Told me that you're doin' wrong
Word out shockin' all alone
Cryin' wolf ain't like a man
Throwin' rocks to hide your hand

You ain't done enough for me
You ain't enough for me
You are disgustin' me
(Yeah, yeah)
You're aiming just for me
You are disgustin' me
Just want your cut from me
But too bad, too bad


Mi ero svegliata alle sette quella mattina, talmente tanta era l’ansia. Era il mio primo provino; in diciannove anni non ero mai stata così agitata: il cuore stava per uscirmi dal petto e dovevo più volte prendere una boccata d’aria, o avrei rischiato di svenire dinanzi alla giuria… Rabbrividii al pensiero. Non potevo neanche contare sull’appoggio di qualcuno, perché – ovviamente – nessuno della mia famiglia sapeva che mi trovassi qui.
Ai miei genitori non faceva molto piacere la mia innata passione per la danza (avevo scoperto questa mia “vocazione” alle elementari, e mi esercitavo quasi ogni giorno nel garage di casa mia per non farmi scoprire)… in verità non era proprio il ballo a dare loro fastidio, quanto il fatto che io imitassi il mio idolo: Michael Jackson. Vivevo in una famiglia di bianchi, ma lo stesso i miei non vedevano di buon occhio il fatto che un uomo abbia cambiato colore della pelle così improvvisamente. Inutile spiegare loro che era a causa di una malattia, e che a lui non faceva di certo piacere vedersi mutato in così poco tempo… avevano i loro pregiudizi e quando una cosa era tale, non c’era nulla che avrebbe fatto cambiare loro idea, neanche se il Signore in persona fosse sceso dal cielo nella nostra cucina in un trionfo di luce e accompagnato da cori angelici che innalzavano un Alleluia per questa sua venuta. Immaginavo già la reazione di quell’ignorante di Stephan (non lo chiamavo mai papà da un periodo di tempo piuttosto lungo): -Ma guarda un po’ cosa è in grado di fare la tecnologia…-.
Per evitare quindi una punizione, avevo accuratamente evitato di dire loro del provino… anche perché si trattava di quello che mi avrebbe permesso di accompagnare Michael Jackson in uno dei suoi tanti tour in giro per il mondo.
La versione ufficiale era che io mi trovavo a casa della mia migliore amica Helen, magari per condividere qualche smalto o per fare una passeggiata (Helen mi copriva sempre in questi casi – il mio angelo custode – e aveva raccontato ai suoi genitori che avremmo passato un lungo, lungo pomeriggio di studio nella biblioteca…). Purtroppo, c’era un piccolo inconveniente: differentemente da me, che ero figlia unica, Helen aveva una sorella più piccola – Rose – dotata di un’astuzia inversamente proporzionale alla sua altezza. Il soldo di cacio – così la chiamavamo io ed Helen – aveva ricattato la sorella dicendole che non avrebbe spifferato ai suoi genitori quello che stavamo combinando se Helen le avesse dato dei soldi. La piccola Rose esigeva 50 bigliettoni e una manicure tre volte a settimana se avessimo voluto comprarci il suo silenzio. Non potevamo rischiare di farci scoprire, ma non avevamo neanche la minima intenzione di dare tutti quei soldi ad una ragazzina di 13 anni. Helen riuscì a convincerla che aveva speso tutti i suoi risparmi comprando la splendida borsa di Gucci che le aveva regalato a Natale, e la somma da sganciare scese magicamente a 25 dollari, utili per una manicure decente.
Helen sei grande!, pensai.
Mi divertivo ogni volta che davamo vita a quelle nostre scorribande, ma in fondo ci soffrivo. Ormai avevo perso ogni speranza di chiarimento con i miei genitori, sebbene mi avrebbe fatto enormemente piacere vedere che almeno per un giorno non mi guardavano come se fossi una malata mentale tutte le volte che muovevo la testa a ritmo se sentivo una canzone. Capii che i miei sedicenti mamma e papà possedevano un’intelligenza un po’ scarsa, nonché una concezione della famiglia e dei giovani ferma a quarant’anni prima. Una volta provai a parlare con loro e capire il perché del loro comportamento. Ricordo ancora quando entrai decisa e orgogliosa nel salotto dove mia madre era impegnata a lucidare i mobili (sì, alle nove di sera: è la sua fissazione e la sua maledizione) e mio padre a guardare un programma idiota in TV. Nessuno di loro due si accorse di me. Mi schiarii la gola per attirare l’attenzione, ed ebbi solo occhiate annoiate.
Cominciamo bene…, pensai.
Mi feci coraggio e presi fiato. Fui bloccata subito da un’imprecazione di mio padre.
-Porca vacca, vuoi tirare bene quella cazzo di palla??-.
-Oh, Stephan, non fare così! I vicini si scandalizzeranno!-, disse mia madre voltandosi verso di lui lentamente.
-Ma chi se ne fotte dei vicini? Che vadano a quel paese anche loro! Bastardi…-.
Io rimasi spiazzata. Cioè, nessuno dei due si era accorto del fatto che io stessi parlando? Sentii montare la rabbia.
Calma, Wendy, non avere reazioni sconsiderate…,pensavo tra me e me per calmarmi.
Quando fui sicura che i miei nervi erano sotto controllo, tentai nuovamente di attirare la loro attenzione.
-Lucy, chiudi quella maledetta porta che mi arriva l’aria addosso, merda!-.
-Subito, caro-, rispose mia madre affrettandosi ad obbedire. Pur di passare – io stavo ancora impalata davanti alla porta – mi stava quasi per venire addosso e mi diede una gomitata negli stinchi.
-Ahio!-, esclamai, ma lei non mi chiese neanche scusa, tornando al suo lavoro di lucida-mobili-come-se-fossero-monili-dal-valore-inestimabile.
No, Wendy, non mollarle uno schiaffo in piena faccia o non ti faranno uscire per tutta la settimana… e tu come farai a provare?
Presi un altro respiro e mi schiarii nuovamente la gola.
-Bene-, iniziai, -non me ne frega un cavolo se mi ascoltate o no, io parlo e voi non potete fare nulla per fermarmi. Allora, io amo il ballo – certamente più di quanto io ami voi – e vorrei capire perché non rispettate questa mia passione. So che siete ottusi, superficiali e poco intelligenti, ma davvero non mi aspettavo fino a questo punto-.
Finalmente mi degnarono di uno sguardo, anche se non si poteva dire che fosse proprio amichevole.
-Quindi, se avete un minimo di coscienza, provate a chiedervi cosa avete fatto perché vostra figlia ha questa bassa concezione di voi. Se davvero ci tenete alla vostra reputazione, chiedetevi se potete fare qualcosa affinché io possa cambiare idea su di voi. Se v’importa almeno un po’ di me… allora lasciatemi ballare-.
Mi sentivo come se mi fossi appena tolta un peso di dosso. Quella sensazione però mi abbandonò appena Stephan aprì la bocca per lasciarsi scappare un sonoro e disgustoso rutto. Poi mi disse con la sua voce irritante e rivoltante: -A me non me ne frega un cazzo se tu ami il ballo, chiaro? Ci vuole fisico e grazia e tu non hai nessuno dei due. E poi quegli strani movimenti che tu chiami passi non ti faranno andare da nessuna parte: ti tireranno pomodori appena salirai sul palco. E non me ne fotte un cazzo neanche di quel che pensi di noi. Il tuo rispetto me lo ficco nel…-.
Fu come ricevere uno schiaffo in piena faccia. Quell’uomo mi disgustava talmente tanto da farmi venire il voltastomaco.
-Tu non sei mio padre-, sibilai.
-E ne sono fiero-, rispose.
-Mai quanto me-.
-Quello che mi dici non mi fa né caldo né freddo-, disse.
Ah, sì? Vediamo se sei indifferente anche a questo, stronzo.
Mi guardai attorno, conscia che la mia pazienza era ormai estinta peggio dei dinosauri.
Crash.
Il vaso greco che mia madre ricevette come regalo da sua sorella si schiantò a terra, con un fracasso che fece sobbalzare Lucy e Stephan.
-Ops! Scusate, ma Michael Jackson amava molto questo passo-, dissi fingendo di scusarmi per la piroetta che aveva appena mandato in frantumi il vaso.
-Tu! Brutta…-, esclamò Stephan, ma non finì la frase che io continuai la mia imitazione rompendo oggetti appena lucidati da Lucy.
-Tu non sai nulla di fisico né di grazia!-, urlai, -e non lo saprai mai! Eppure, guarda! Con i miei passi guarda cosa sono capace di fare!-.
Causai altri guai al salotto così amato da loro, e più lo facevo, più volevo continuare.
-Questo è per avermi ruttato in faccia prima-, e diedi un calcio alla sedia di mogano davanti a me.
-Questo è per la gomitata nei fianchi che tu, puttana, mi hai dato per chiudere la porta-, e mandai in frantumi una bomboniera.
-Questo è per aver strappato il mio poster del mio Michael nella mia stanza-, urlai gettando un posacenere di ceramica dalla finestra.
-E questo-, aggiunsi, in preda ad un collasso di nervi e brandendo pericolosamente il bastone da baseball che comprò mio padre per 1000 dollari, -è PER NON AVERMI MANDATA AL CONCERTO L’ALTRO IERI!!!-.
Scaraventai il bastone contro la vetrina con il maglione firmato da Michael Jordan appeso al muro dietro di me: era il cimelio più prezioso di mio padre.
Ero preda di una folle eccitazione e la mia sete di vendetta si era finalmente placata. I miei pensieri furono bloccati da un urlo
Stephan si era alzato in piedi, il volto paonazzo.
-Vieni qui, disgraziata!-, urlò, correndo verso di me.
Mi precipitai fuori, ma non fui abbastanza veloce. Mi agguantò per i capelli e mi sbatté a terra.
Fui colpita da una sensazione di stordimento che mi fece girare la testa vertiginosamente e subito dopo sentii qualcosa di caldo che mi colava dalla fronte. Sangue. Riuscii a rendermi conto solo del fatto che Stephan aveva una cintura in mano prima di affannarmi per scappare. Inutile. Il colpo mi giunse dietro la schiena, micidiale, malefico. Non avevo mai sentito così tanto dolore in vita mia. Ero scioccata e terrorizzata, e iniziai a piangere e gridare.
-Così impari!-, urlò Stephan, mentre mi assestava altre cinghiate dietro la schiena.
Tentavo di scappare, ma il dolore mi aveva bloccato. Ardere nelle fiamme dell’inferno sarà più bello, pensai.
Continuò per un’altra mezz’ora, finché non persi sensibilità alla schiena e non fui più in grado di reggermi in piedi.
Per tutto il tempo, Lucy restò barricata nel salotto.
Quando mi svegliai, la prima cosa che vidi fu un uomo accanto al mio letto.
-Alla fine sono diventata come te…-, allungai una mano verso di lui. -Michael…-.
Chiusi gli occhi e mi riaddormentai cullandomi fra quegli occhi di cartone.
Avevo quattordici anni.

-Wendy Moira Angela Darling!-.
Sobbalzai quando sentii il mio nome provenire da un angolo recondito della mia mente. Mi ero nuovamente persa in quel ricordo sgradevole.
Diamine.
-Sono io-, esclamai alzandomi.
La donna che mi aveva chiamato aveva corti capelli neri e la carnagione scura; mi sorrise.
-Vieni, è il tuo turno-.
Annuii e presi lo zainetto, avviandomi verso la porta che conduceva ad un corridoio. Lo attraversammo per un po’, finché non ci fermammo davanti un’altra porta.
La donna la aprì e mi sentii svenire.
Di fronte c’era un tavolo lungo color marrone chiaro e dietro vi erano seduti circa sei persone, tra cui…
Mi venne un tuffo al cuore: era lui.
Aveva i capelli lunghi e ricci legati in una coda di cavallo, e indossava una camicia bianca. Mi guardò per un attimo e mi sorrise. Non potei fare a meno di arrossire.
-Prego, entra-, mi disse con la sua voce da bambino vedendo che rimasi impalata davanti la porta.
Obbedii e tentai di calmarmi.
Guardarono il mio curriculum.
-Wendy Moira Angela…-, sussurrò Michael. Poi mi guardò. -Per caso conosci Peter Pan?-, mi chiese sorridendo.
Dapprima non seppi cosa pensare, ma quando capii che era una battuta divenni rossa come un peperone e risi nervosamente.
Calma, calma, calma, calma, calma, calma!
-Bene-, disse uno dei giudici. -Quale pezzo ci mostri?-.
-2 bad-, risposi, decisa.
Fece un gesto con la mano per indicarmi che potevo proseguire e posai lo zainetto a terra. Mi misi al centro della sala.
-Quando sei pronta-, disse Michael.
Pensai ai miei genitori e a Helen. Pensai alle burle dei miei compagni quando sapevano che mi piaceva Michael Jackson. Pensai alle mie innumerevoli prove in garage.
Non puoi sbagliare. È una canzone di Michael Jackson, e ne sai il ritmo a memoria. Ti sei preparata a questo da una vita: non rovinare tutto.
Annuii e lui fece partire il pezzo.
Mi voltai dando le spalle alla giuria e improvvisai qualche piccolo passo hip-hop nel momento in cui parlavano i rappers. Quando stava per arrivare la prima strofa urlai come Michael nel video e con un mezzo giro ebbi la giuria di fronte… per il resto della canzone non rimase altro da fare che lasciarmi trasportare dalle note.

Rimase impalata davanti la porta, e mi fissava con un’espressione vacua. In quel momento capii subito che poteva farcela. Fisico da modella a parte, c’era qualcosa in quei suoi occhi così incredibilmente azzurri che mi aveva attirato fin da subito. Desideroso di sapere di più su di lei, presi il suo curriculum ed ebbi appena il tempo di leggere il suo nome che subito Wendy Moira Angela Darling mi fu simpatica.
-Conosci per caso Peter Pan?- , le chiesi con una punta d’ironia nella voce. Lei rimase per qualche secondo senza dire nulla, per poi arrossire e dare il via ad una risatina alquanto nervosa.
-Bene-, disse improvvisamente Uriah, un giudice seduto accanto a me. -Quale pezzo ci mostri?- .
Lei spostò la sua visuale da me a lui e rispose, pronta: -2 Bad-.
Probabilmente non se ne accorse, ma sorrisi.
Uriah le indicò che poteva partire, e i suoi occhi si accesero. Si vedeva che non aspettava altro. Posò il suo zainetto in un angolo e si posizionò al centro della sala.
-Quando sei pronta-, dissi, e lei iniziò a tremare. Smise dopo qualche secondo, per poi annuire. Schiacciai il pulsante PLAY e la musica partì. Nel pezzo iniziale fece qualche piccola mossa hip-hop, e a pochi secondi dall’inizio della prima strofa gridò proprio come facevo io. Mi vennero i brividi: i miei stessi passi, i miei stessi movimenti… ma visti in un’altra persona. Era fenomenale! Se non fosse stato un provino mi sarei catapultato anch’io sulla pista da ballo per danzare con lei. Non ci fu alcun dubbio: era quello che cercavo. Fosse per me non avrebbe neanche continuato il resto della prova – ovvero delle sfide contro gli altri ballerini – : già la vedevo sul palco che ballava le mie canzoni ripetendo i miei stessi passi…
Sì, Wendy Moira Angela Darling sarebbe diventata parte del mio cast.

-Basta così-.
Una voce mi bloccò proprio nel bel mezzo della mia performance.
La musica si stoppò improvvisamente e mi ritrovai al centro della sala. Mi sentivo come se fossi stata risvegliata di botto dopo un sogno bellissimo. La giuria mi guardava severamente. Non ebbi il coraggio di verificare l’espressione di Michael.
-Signorina Darling… in realtà quello che sto per dirle dovrebbe essere ufficiale solo tra qualche giorno, ma è meglio essere chiari fin da subito-, cominciò togliendosi gli occhiali. Lo guardai speranzosa: di solito questa frase precede una buona notizia.
-Lei non ha fatto altro che ripetere gli stessi passi del qui presente Michael Jackson durante tutta la prova. Non abbiamo bisogno di questo. Noi cerchiamo ballerini che siano in grado di affrontare nuove coreografie che non si limitano ad imitare, ma a creare nuovi movimenti-.
-Ma io credevo che il provino si basasse sulla verifica delle proprie capacità… c’era scritto sull’inserzione… e io vi ho mostrato ciò che so fare-, risposi, incredula e confusa.
-Non basta. Lei ha talento, ma non lo sfrutta a dovere. Noi cerchiami ballerini, non sosia. Ci dispiace, signorina, ma non ha passato la prova-.
Mi sentii vuota e ferita. In confronto le punizioni di mio padre non erano nulla. Ripensai ai suoi maltrattamenti e sentii la rabbia impossessarsi di me.
-Faccio questo da quando avevo 5 anni-, dissi trattenendo a stento le lacrime, -e ho dovuto esercitarmi nel minuscolo garage di casa mia, perché se mio padre veniva a sapere che ballavo di nascosto mi picchiava. Solo Dio sa quello che ho dovuto passare per arrivare fin qui, e sentirsi dire che i miei sacrifici sono stati buttati al vento non è una bella cosa-.
-Signorina Darling, ci rincresce molto la sua storia, ma se cerca in tal modo di comprarsi il provino non ha capito con chi lei stia parlando-, disse acido lo stesso giudice.
-Io non sto cercando di far pena a nessuno, se questo è quel che intende dire. Sto solo dicendo che non è facile subire una sconfitta se hai lottato tutta la vita per vincere la guerra-.
Detto ciò mi voltai, punta nell’orgoglio e col cuore a pezzi.
-Aspettate-.
Quella voce! Quante volte l’avevo ascoltata cantare? Quante volte avevo sperato di sentirla dal vivo? Il mio desiderio era stato esaudito, e mi sembrava che stessi ascoltando un coro angelico.
Mi fermai e mi girai nuovamente. Tutta la giuria aveva lo sguardo rivolto verso Michael, che, a sua volta, guardava me.
-Io credo che bisogna dare una chance alla ragazza… a Wendy. Ha buone potenzialità, ed è molto sciolta, una caratteristica propria solo dei grandi ballerini. Tecnica e grazia sono in perfetto equilibrio fra loro. E poi ha ripetuto le mie stesse movenze in modo strabiliante! Tutte le altre persone che ci provano o sono portate via di peso dalla polizia, o non ci riescono. Insomma, una rarità così non possiamo sprecarla!-, esclamò Michael.
Non so descrivere quello che sentii in quel momento. Ero così felice e così strabiliata che dissi a gran voce con un sorriso enorme stampato in faccia: -So fare persino il moonwalk-.
Gli occhi di Michael divennero di fiamma.
-Fammi vedere-.
Lo accontentai e il volto di Michael si allargò in un sorriso splendente che per poco non mi procurava un attacco cardiaco.
-Visto?-, chiese poi alla giuria con un tono stile te-l’-avevo-detto.
-Non possiamo far passare il provino ad una che non ha fatto altro che imitarla, signor Jackson-.
-Sbaglio, o forse non è questo ciò che devono fare i ballerini sul palco? E poi non spetta a me decidere se qualcuno è in grado o meno di far parte del mio cast?-, chiese con sfida lui.
Il giudice non disse nulla, e Michael continuò:-Per quanto riguarda gli altri passi, può benissimo impararli… glieli insegnerò io-, propose, e mi sentii la ragazza più felice della Terra.
I giudici non ebbero nulla da ridire, e Michael si rivolse a me con un sorriso a trentadue denti: -Signorina Darling… in realtà quello che sto per dirle dovrebbe essere ufficiale solo tra qualche giorno, ma è meglio essere chiari fin da subito. Lei ha passato la prova con gran successo. Mi complimento con lei e la informo anche del fatto che non ha alcun bisogno di presentarsi qui altre volte. Si presenti tra un mese…-.
-Aspetti! Vuole dire che solo perché ha fatto quattro volteggi e una specie di piroetta non deve affrontare gli altri livelli della prova? Adesso sta esagerando, signor Jackson!-, urlò il giudice antipatico che aveva parlato poco prima. Mi trattenei dal non lanciargli uno sguardo omicida.
-Non sto esagerando, questa ragazza deve far parte del cast o manderò a monte tutto e farò tornare a casa i ballerini che avete scelto-.
-Che abbiamo scelto, vorrà dire-, lo corresse l’antipatico.
-Io ho solo dato il mio parere, per il resto avete provveduto voi-, rispose con lo stesso tono Michael.
-Nessuno vi ha chiesto di non farlo-.
-Mi sono semplicemente limitato ad avvalorare o meno le vostre decisioni, che finora mi sono sembrate giuste e motivate. Ma non sono in grado di condividere la vostra opinione su Wendy, mi dispiace-.
-Dispiace anche a noi, signor Jackson, ma la signorina Darling qui presente deve superare anche le altre prove, o non saremmo corretti nei confronti degli altri ballerini che invece si esibiranno sul palco dopo aver sudato quattro camicie per superare ogni singola prova… e poi, se manderà a monte tutto, le ricordo che lei ci perderà, e non certo noi-.
Michael stava per ribattere quando io mi interposi fra loro – la situazione stava letteralmente degenerando – e dissi a voce alta e con un tono del tutto innocente:
-Per me va bene-.
Michael mi guardò sorpreso e deluso, e io mi spiegai: -Ho combattuto tutta la vita con le unghie e con i denti per ottenere ciò che volevo, e il più delle volte ci sono riuscita. Ringrazio il signor Jackson per avermi dato questa opportunità a dir poco allettante, ma non mi sento di accettare. Mi basta di aver passato questa prima prova, e se non riuscirò a far parte del suo cast… beh, spero che mi contatti per un altro ruolo, magari in uno dei suoi splendidi video-, aggiunsi con un sorriso che lui ricambiò dopo un attimo di incertezza. -Se poi mi ritrovassi sul palco a ballare “Black or White” o “Thriller”… beh, avrò dimostrato al mondo intero che sono capace di stare accanto al grande Michael Jackson, e che i miei passi così simili ai suoi mi hanno portato in alto-.
L’espressione di Michael passò dalla delusione alla felicità e malizia più totali. Non aveva ottenuto ciò che voleva, ma da quanto io avessi capito di lui non si sarebbe arreso così facilmente
È proprio un bambino, pensai.
L’altra prova sarebbe stata due settimane dopo. Stavo già per andarmene quando Michael mi bloccò, di nuovo. Questa volta però mi prese per un braccio e mi sussurrò all’orecchio parole che avrebbero cambiato la mia vita per sempre: -Denuncia tuo padre-.
-Cosa?-, esclamai, con la vaga impressione di non aver sentito bene.
-Io non ho potuto farlo quando ero piccolo-, mi sussurrò con un tono triste, -perché ero troppo debole. Tu invece no. Nonostante sapessi che tuo padre ti avrebbe certamente punita, lo stesso ti sei presentata qui. Devi essere abbastanza forte da compiere questo piccolo gesto. Ti assicuro che se non lo fai ora, passerai il resto della tua vita immaginando cosa saresti diventata se quel giorno avessi ascoltato il mio consiglio-.
Un groppo mi bloccò la gola e poco dopo le lacrime presero a scorrere senza che potessi fermarle.
-Non lo so…-.
-Ti prego Wendy… fallo per me-.
Lo guardai negli occhi, dritto in quelle iridi così incredibilmente nere, e desiderai perdermi in esse per dimenticare tutto…
Tirai su con il naso ed annuii.
E, senza che potessi rendermene conto, improvvisamente Michael mi abbracciò. Ricambiai la stretta, per poi staccarmi delicatamente.
-Non deludermi-, mi ordinò con un tono al contempo dolce e iussivo.
-Mai. Promesso-, risposi, conscia del fatto che quel frammento di vita trascorso fino ad allora stava per cambiare.



Alla prox settimana con il 2 capitolo... un bacione a tutti voi!!!!
Orsola^^


Michael Jackson, l'unico Re che meritava di essere studiato nei libri di storia...
12/11/2009 17:52
 
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Cavolo, in questo forum stanno prendendo piede ste fan fiction eh [SM=g27828] bene, ora devo scappare ma ho messo la pagina nei preferiti e appena posso leggo anche la tua [SM=g27828] ciauuuuu
12/11/2009 19:33
 
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ma tu ci credi se ti dico che ho pianto come una bambina di 3 anni?
Continua, (anche se li sto già leggendo su EFP) molto toccante il 2!
[Modificato da GioTanner 12/11/2009 19:40]
12/11/2009 19:41
 
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ok...una nuova...yuhuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu

ora la leggo!!!!

12/11/2009 20:09
 
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Re:
GioTanner, 12/11/2009 19.33:

ma tu ci credi se ti dico che ho pianto come una bambina di 3 anni?
Continua, (anche se li sto già leggendo su EFP) molto toccante il 2!




Oh Dio, addirittura?? Beh, ti ringrazio!! [SM=x47987]
Uffi, però mi sento in colpa!!!! Io alla tua ff sono rimasta al 4 capitolo... [SM=g27813] Se la posti su EFP però può darsi che la leggo, e poi scommetto che ci sono tanti altri che aspettano un tuo aggiornamento [SM=g27822]
Un bacione e grazie a tutti/e!! [SM=g27828]


Michael Jackson, l'unico Re che meritava di essere studiato nei libri di storia...
12/11/2009 20:16
 
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come faccio ad aspettare una settimana??????

cmq...bellissima!!
[Modificato da Allyss 12/11/2009 20:17]

12/11/2009 22:08
 
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bellissimaaaaaaaaaaaaa!!!
nooooo una settimana?????nooooooooooooo nn ce la faccio ad aspettare uff...

If you wanna make the world a better place take a look in yourself than make a change~Michael Jackson

'Cause nothin' lasts forever and we both know hearts can change and it's hard to hold a candle in the cold November rain~Guns n' Roses

Remember yesterday walking hand in hand love letters in the sand I remember you~Skid Row

I'm just the pieces of the man I used to be,too many bitter tears are raining down on me~Queen

And I will love you, baby Always and I'll be there forever and a day always~Bon Jovi

Come as you are,as you were,as I want you to be as a friend,as a friend,as an old enemy~Nirvana

Rock ’n’ roll ain’t noise pollution Rock ’n’ roll ain’t gonna die~ACϟDC

There's a lady who's sure all that glitters is gold and she's buying a stairway to heaven~Led Zeppelin
12/11/2009 22:12
 
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mamma mia e quante fan fiction eheh

Le foto non sono abbastanza, perchè vi spingete così oltre?
Confondete le persone, raccontate solo le storie che volete voi.
Continuate ad inseguirmi, invadendo la mia privacy.
Volete lasciarmi in pace?!

"MJ, October 2001"
12/11/2009 22:44
 
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è BELLISSIMA!!!!!
Complimentoni davvero...scrivi benissimo e poi cmq la storia è molto interessante di per sè!!! :D
ma non ho capito bene...quinsi il prossimo capitolo parlerà di un'altra storia?

"All this time away is killing me inside...I need your love in my life..."
12/11/2009 22:49
 
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certo ragazzi che avete una fantasia da fare invidia eheh

Le foto non sono abbastanza, perchè vi spingete così oltre?
Confondete le persone, raccontate solo le storie che volete voi.
Continuate ad inseguirmi, invadendo la mia privacy.
Volete lasciarmi in pace?!

"MJ, October 2001"
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