Michael Jackson, 'This is it' (the movie): l'anteprima di Rockol
Tag: film, Kenny Ortega, Michael Jackson, O2 Arena, pop/rock
Jacko che prova a ripetizione i mitici passi di danza e i nuovi trucchi di scena. Che puntualizza sugli arrangiamenti delle canzoni, “devono suonare come il disco”, suggerendo tempi e fraseggi ai musicisti, spingendo la virtuosa chitarrista bionda dal nome greco a tirare la nota acuta. Che si lamenta della cuffia, “un pugno nell’orecchio”, e si preoccupa, ansimando, di risparmiare la voce. Che detta le pause e spiega quando e come gli altri devono muoversi aspettando un suo segnale (“le prove servono a questo, no?”). Che ringrazia i collaboratori, “God bless you”, e cerca di renderli consapevoli delle sorti del nostro povero pianeta.
Tutto sembra, Michael Jackson in “This is it”, meno che uno zombie, una larva, un uomo al passo dal baratro e con la morte stampata in faccia. Non è il ritratto della salute, quello no, magrissimo e con i tratti stravolti dalla chirurgia plastica pietosamente coperti dalle luci di scena. Ma è lucido, concentrato, determinato. Il serrato montaggio ricavato da centinaia di ore di girato sarà anche servito a sforbiciare i momenti down o più imbarazzanti, ma il film di quasi due ore che da stasera (e per quindici giorni soltanto) viene proiettato anche nelle sale italiane restituisce a sorpresa un King of Pop vivo, vitale, presente a se stesso.
“This is it” è un documento dei suoi ultimi giorni sul palco che inizia col primo giorno di prove a Los Angeles e termina con un arrivederci alla O2 Arena di Londra (da cui proviene un breve spezzone della famosa conferenza stampa). E’ un resoconto, non un racconto: niente psicodrammi o agiografie, le annunciate interviste che imbastiscono e intervallano le prove escludono (per fortuna) amici, parenti e familiari e non sono altro che flash colti al volo tra i protagonisti dello spettacolo, il paterno direttore di scena Kenny Ortega, i tecnici, i costumisti, i musicisti, i coristi, i ballerini, gli acrobati: tutti mostruosamente bravi, “This is it” è anche un monumento alla professionalità dell’entertainment americano. Le scene iniziali, con i ballerini sul palco in attesa di sapere se hanno passato il provino, sembrano prese da “American idol” (uno dei candidati, tremante e piagnucolante, confessa che ballare è la sua unica ancora di salvezza: è lui, non Michael, il personaggio più fragile e indifeso davanti alla macchina da presa). Ma è l’unica, brevissima concessione al reality di un documentario altrimenti asciutto e lineare, affidato alle immagini molto più che alle parole. E che immagini, lo show alla O2 Arena, ora lo si capisce bene, sarebbe stato uno spettacolo fantasmagorico. Certe scenografie sono da urlo: i finti ponteggi con la skyline di New York sullo sfondo, Jacko in bianco e nero che interagisce con Gilda/Rita Hayworth, Humphrey Bogart e James Cagney nel gangster movie che fa da sfondo a “Smooth criminal”, un nuovo scoppiettante video di “Thriller” girato in 3D. E poi ragni giganti e fantasmi volanti , la scala idraulica su cui si issa Jackson e le macchine che sparano i danzatori sul palco come fossero fette di toast, gli schermi di fuoco e il robotico uomo di luce da cui Michael avrebbe dovuto materializzarsi a inizio show. Il protagonista appare in abiti civili e costumi di scena, dietro la macchina da presa e davanti allo schermo del computer, da solo sul palco mentre danza al battito delle mani o canta senza musica (sono i momenti più spettrali e toccanti della pellicola), finalmente umano e avvicinabile, finalmente mescolato agli altri mortali. E anche se lui, perfezionista ossessivo, non avrebbe mai autorizzato la diffusione di queste immagini “This is it” rende un buon servizio alla sua memoria. Serve a recuperare soldi, d’accordo (e già si parla in America della versione in Dvd, che molto difficilmente però arriverà nei negozi prima di Natale). Ma almeno non è una speculazione inutile come il doppio cd che porta lo stesso nome. E’ il ritratto imprevisto di un grande showman che preparava il ritorno in grande stile e che contro ogni probabilità sembrava proprio sul punto di farcela. Vale la pena di vederlo.
http://www.rockol.it/news-103782/Michael-Jackson,-'This-is-it'-(the-movie)--l'anteprima-di-Rockol-
Sono veramente felice di queste recensioni e sono immensamente grata a Kenny Ortega per il suo lavoro. L'aveva detto, noi eravamo i costruttori e Michael l'architetto.
[Modificato da l'ascolto 28/10/2009 20:17]