sto quasi alla fine del libro:
nonostante il rabbino ci abbia messo mooolto di suo, con delle puntuali opinioni personali messe come parentesi tra una conversazione e l'altra, spicca la vera personalità di MICHAEL: uomo davvero eccezionale, di grandissimo cuore, di immenso amore, di una bontà straordinaria e soprattuto di una sensibilità davvero unica al mondo, un uomo puro, innocente,generoso, altruista e umile,anke se il rabbino nn ha mancato occasione per esprimere invece giudizi e ammonimenti su di lui, mascherati,resi impliciti e giustificati dalla fatto di volerlo analizzare a tutti i costi, comportandosi da psicoanalista piuttosto che da uomo di fede, da guida spirituale...
mi ha enormemente infastidito la sua voluta ambiguità nel parlare di certi argomenti, quando dice ke Michael si è macchiato di peccati orribili,terribili, ma poi nn dice mai chiaramente a cosa si riferisce...mas poi invece, in alcune circostanze,sembra affermare la sua innocenza sulle questioni di pedofilia.
Ancora, da un lato lo considera uomo buono e generoso, ma dall'altro lo accusa di essere narcisista ed eccentrico, ma lo stesso rabbino per tutto il libro nn fa che porsi con una presunzione, un'eccentricità e un' arroganza uniche (ho fatto questo, ho scritto questo, sono diventato questo, conosco questo ecc...) sembrando lui l'uomo di spettacolo, tutto sembra anzicchè un uomo religioso, quale dovrebbe essere...il libro, infatti, con la scusa di parlare del personaggio famoso, appare come un'autocelebrazione dell'autore stesso del libro.
forse il rabbino, che si diletta a fare lo psicologo/psicoanalista ha sostanzialmente dimenticato con ki stava parlando...con uomo di portata mondiale, internazionale, una star unica al mondo ke nonostante tutto, lui sì che davvero è riuscito a rimanere buono, gentile, umile e sempre l'essere umano grandioso che è sempre stato, sempre...
[Modificato da MICHAEL j.FAN 06/01/2010 03:58]