| | | Post: 5 | Registrato il: 20/09/2009 | Città: ROMA | Età: 28 | Sesso: Femminile | This Is It Fan | | OFFLINE | |
|
CAPITOLO 5. Dove la sofferenza non esiste.
Non appena le prove finirono io ed Ale trascinammo Michael in macchina, bendato.
“Aiuto! Mi vogliono rapire, aiuto!” Scherzava Michael.
“Dove mi state portando?” Aggiunse lui.
“Lo vedrai presto!” Rispondemmo sghignazzando io ed Ale, che stava al volante.
Parcheggiammo non molto lontane dalla nostra meta.
Sempre bendato, Michael seguiva le nostre indicazioni, nonostante spesso andasse a sbattere contro qualche passante. Con la mascherina sugli occhi le persone non lo riconoscevano, e questo era un bene.
Arrivate a destinazione togliemmo la maschera dal volto di Michael: davanti a lui un grande Lunapark.
I suoi occhi brillavano e la bocca balbettava parole confuse. Non fece in tempo a pronunciare un’ intera frase che si sentì un grido. “Oh mio Dio, quello è Michael Jackson!!!” Una folla impazzita iniziò ad avvicinarsi velocemente, non lasciandoci scampo.
“Ehm, correte!” Gridò Michael, mentre si stava allontanando.
Io ed Ale lo seguimmo, stralunate da quell’ episodio. Ci fermammo dietro allo stand delle caramelle, piegati in due per le risate.
“Oh, e questo non è nulla eh! Dovreste vedere cosa succede quando vado al cinema!” Spiegò Michael tra le risate. Poi tornò serio. “Amo con tutto il mio cuore i miei fan. Ma a volte mi sento chiuso in gabbia. Insomma perché anche io non posso uscire di casa senza bodyguard intorno?! A volte penso a come sarebbe stata la mia vita se non avessi iniziato a cantare e ballare. Ma spesso mi ripeto che non tornerei indietro per nulla al mondo. Io ho tanto da dire al mondo, e tanto da fare.” Concluse Michael.
“Credi di voler restare? Altrimenti possiamo fare qualcos’altro!” Proposi io.
“Ma scherzi?! E’ da quando avevo 5 anni che sognavo di venire in un posto come questo! Davvero grazie mille, sarà una giornata fantastica!” Rispose Michael, tornando a sorridere.
Prendemmo coraggio ed uscimmo nuovamente allo scoperto.
La gente sembrava aver capito che non era il caso di intervenire con autografi, fotografie ecc., perciò si limitò ad osservarci a distanza. Di tanto in tanto il flash di una macchina fotografica smascherava qualche paparazzo nascosto li vicino, in cerca di scoop.
Michael continuava a guardarsi intorno entusiasta come un bambino.
La giornata passò in fretta, e fu a dir poco incredibile: salimmo sulla ruota, affrontammo montagne russe da paura, ci inoltrammo in tunnel dell’ orrore.. finche arrivò l’ora di chiusura del Lunapark.
Michael si sarebbe voluto trasferire lì, ma purtroppo dovevamo andare.
“E’ stato stupendo, fantastico, grazie mille ragazze vi voglio bene!” Esclamò Michael.
“Figurati, ci siamo divertite tantissimo, anche noi ti vogliamo bene!” Aggiunsi io.
Notai che lo sguardo di Michael cadeva sullo stand dei peluche. Senza dir nulla lo raggiunse per poi tornarne con un gigantesco pupazzo di Peter Pan.
“Ne ho sempre desiderato uno!” Ci disse sorridendo.
Quando uscimmo si avvicinò a noi una signora con il figlio che stava sulla sedia a rotelle. Il bambino avrà avuto circa 10 anni. Con timidezza la signora si rivolse a Michael.
“Mio figlio Billy è un suo grande fan, signor Jackson. Vorrebbe tanto poterlo abbracciare.” Disse la donna.
A Michael si strinse il cuore nel vedere quel bambino, così piccolo e già sulla sedia a rotelle.
Senza esitare si chinò e lo abbracciò forte, quasi con le lacrime.
“Questo è per te, Billy.” Disse Michael al bambino, porgendogli il pupazzo di Peter Pan.
Intanto io ed Alessia guardavamo la scena, in silenzio.
Quando Billy e la sua mamma si allontanarono Michael tornò da noi.
“Costruirò un posto ancora più bello di questo lunapark, un posto dove tutti i bambini come Billy torneranno a sorridere e divertirsi insieme, dove si dimenticheranno delle difficoltà che devono affrontare e dove la sofferenza non esiste: Neverland.” Disse Michael, con tono più che convinto.
|