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[dicono di lui] Bryan Loren, collaboratore amico di MJ, parla di Michael, del loro lavoro insieme, e della loro amicizia.

Ultimo Aggiornamento: 11/01/2012 15:54
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13/07/2009 21:39
 
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(prima parte)
Michael ed Io
L’umore di oggi: melanconico


Philadelphia, Pa.- Wow. E’ veramente dura per me.
E’ sempre brutto perdere qualcuno che consideravi un amico. Ma lo è molto di più quando ti rendi conto che era riuscito a capire di te cose che nessun altro era riuscito a capire. Per me Michael era questo.

Ho trascorso molto tempo con Michael. Sì, molto tempo nello studio ma anche molto tempo a livello personale. Tra i tanti momenti insieme, Michael con me ha trascorso almeno un Natale e un Giorno del Ringraziamento. Solo io e lui. Abbiamo trascorso molto tempo a parlare. Parlavamo della vita, della musica, dell’arte, dei film, della gente, delle donne (sì, donne) e di quello che voleva dire, per lui, essere chi era nel tempo in cui viveva. Abbiamo parlato anche di Elvis. Si chiedeva se la sua creazione musicale sarebbe mai stata considerata allo stesso livello di quella di Elvis. L’ho sempre rassicurato di sì. Ero con lui a New York, mentre si lavorava su HIStory, quando per la prima volta ha iniziato a vedersi con Lisa Marie. A dire il vero ero anche un po’ geloso, al tempo. Ho sempre pensato che fosse una donna molto bella (LoL). Ero con lui quando ha deciso che agli Oscar ci sarebbe andato con Madonna. Sono stato ospite a Neverland e ci sono tornato molte volte. Ho trascorso molti giorni al ‘Hideout’. Era un condomino che Michael aveva a Westwood, Los Angeles. Ricordo una volta che siamo entrati in una stanza dove Michael teneva gran parte del guardaroba del BAD tour. Mi fece vedere una giacca che gli avevo visto indossare sul palco durante la performance di Thriller. Sembrava proprio quella del video, con l’eccezione che questa aveva anche dei luci a neon che Michael accendeva mentre ballava. L’ho provata. Questa giacca era PESANTE. Doveva pesare 14 chili o più. A pensarci bene Michael indossava questa giacca durante un pezzo di danza. Fu in quel momento che ho capito quando Michael doveva essere forte, nonostante l’aspetto esile. Molte volte prendevano il pick-up bianco e Michael guidava fino alla Tower Records. Prima di entrare nel negozio indossavamo degli occhiali da sole, un cappello e questi denti davvero strani. Come al solito qualcuno ci riconosceva e lo fissava ma di solito la gente, rispettosamente, lo lasciavano fare shopping in santa pace. Ricordo che una volta eravamo con la mia auto sulla 101. Venivamo dall’Hideout e stavamo andando allo studio e Michael sedeva sul lato del passeggero. Ad un certo punto un uomo, che passava accanto alla mia auto sul lato di del passeggero, guarda nel finestrino e vede Michael con i riccioli e il Fedora in testa. Guarda bene una seconda volta, scrolla le spalle e dice: “Nah, non può essere lui!” E’ stato divertentissimo. Poi c’è la gente. L’infinita parata di persone importantissime che ho conosciuto solo perchè ero con lui. Da Michael Milken a Eddie Murphy, Steve Wynne e Little Richard. Ho anche realizzato l’arrangiamento della canzone che ha scritto per lo show di Sigfried e Roy a Las Vegas. E la lista continua.
Ho ancora il cappello che gli ho tolto dalla testa un giorno, in studio, mentre per sfottermi colpiva un piatto dal quale stavo mangiando. Lui indietreggiò perché aveva i ‘capelli piatti’ dovuti al cappello. Ricordo perfettamente il giorno che ha portato Bubbles (lo scimpanzé) in studio. Bubbles mi ha colpito il petto con la mano aperta (fa male!!!). Non ho voluto più avere nulla a che fare con gli scimpanzé, dopo questa esperienza. Michael mi disse che voleva dire che gli piacevo. Si divertiva come un matto. Abbiamo riso di cose che soltanto noi sappiamo. Potevamo stare in una stanza piena di gente e uno di noi due poteva fare ridere l’altro pensando a qualcosa e la gente si chiedeva ‘cosa c’è di così divertente?’ Mi sono davvero sentito speciale quando Michael mi ha detto che credeva davvero che avessi talento, sapendo anche che cosa il mondo pensasse di lui. Era davvero bello poter lavorare con lui.

Insieme abbiamo registrato più di venti pezzi. Sfortunatamente molti di questi non sono mai stati finiti. Ma quando abbiamo registrato la parte vocale, al di là della sua dedizione al lavoro era davvero bello ascoltare quest’uomo che arrangiava le armonie dei cori. La sua voce era davvero unica. Un tono davvero puro, e una grande intonazione. Nella canzone ‘do the Bartman’ del cartone dei Simpson nei cori del bridge ci sono io (contrariamente a quanto credesse la stampa al tempo). Ma le armonie nei cori sono state realizzate da noi due. Ognuno di noi cantava la sua parte armonica. Lo abbiamo fatto simultaneamente. E’ stato un processo veloce e indolore. Ho realizzato il mix del disco e vi assicura che tutti i vocal sono stati realizzati alla stessa maniera. Siamo due persone, punto e basta. Per me è stata una figata e non mi è più capitato di duettare così facilmente con qualcuno nel realizzare un background vocal.

(la seconda parte domani - ora devo preparare la cena)
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